Premessa
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Premessa
L’Aiace appare un’opera arcaica e vicina all’etica omerica, anche più delle altre tragedie di
Sofocle, in virtù del legame coi valori individualistici dell’affermazione di sé e della
sensibilità all’opinione pubblica. La lettura dell’Aiace dà l’impressione immediata
dell’onnipresenza del concetto di vergogna, a causa della notevole quantità di occorrenze
della terminologia relativa ad essa. I termini che veicolano la nozione di vergogna,
nell’Aiace, sono αἰδώ ς (e αἰδέομ αι) , αἰσ χρ ός (assieme ad αἰσ χύν η, αἰσ χύ ν ω e
ἐπαισχύ ν ω), ἄτ ιμο ς (e ἀτ ιμάζ ω, o ἀτ ιμάω), κυ δάζω, λ ωβ ή (assieme ad
ἀπ ολω β άω e λ ωβ η τ ός), λ ύ μ α, ὄνειδ ος (e ὀνε ιδίζω) e ὑ β ρ ίζω (assieme a ἐφυ β ρ ίζω
e καθ υ β ρ ίζω). In questa sede, verranno analizzati i cinque termini che risultano essere
più importanti: αἰδώ ς, αἰσ χρ ός, ἄτ ιμο ς, ὄνειδ ο ς e ὑ β ρ ίζω, assieme ai loro derivati. Nel
delineare il significato di tali termini, verranno tracciati paragoni con l’epica omerica –
massimamente legata alla “civiltà di vergogna” – e, in minor misura, con Esiodo, Solone,
Pindaro e Bacchilide. Il punto di partenza dell’analisi che sto per esporre è il Lexikon
des frühgriechischen Epos di Snell, il quale fornisce numerosi e interessanti passi
dell’epica antica, che includono la terminologia esaminata. Nel rinvenimento di paralleli
coi lirici antichi, ho invece ricorso all’Index verborum zur frügriechischen Lyrik di Fatouros.
Molti studiosi si sono interrogati sul concetto di αἰδώ ς in Omero, a partire da von
Wilamowitz-Moellendorff. Il contributo più importante, in tal senso, è sicuramente
rappresentato dal poderoso lavoro di von Erffa. Contributi più recenti sono stati offerti da
Verdenius, Cairns, Yamagata e Lévy. Per quanto riguarda, invece, gli studi su αἰσ χρ ός,
questo termine è stato analizzato da studiosi che si sono interrogati anche su αἰδώ ς: von
Erffa, Cairns, Yamagata. Si aggiungano, inoltre, gli studi di Adkins – autore del principale
contributo su αἰσ χρ ός – e di Long. Il lavoro più importante e più recente, relativamente
ad ἄτ ιμο ς, risulta essere invece quello di de Roguin. Di grande rilievo sono, inoltre, i
contributi di Wilson e di Lévy. Per quanto riguarda ὄνειδ ος, il numero di studi
sull’argomento si riduce drasticamente; mi sono dunque basata sul solo lavoro di Snell.
Nella mia analisi di ὑ β ρ ίζω, infine, rilevo l’importanza del contributo di Cairns – il più
valido e recente – e di quello, monumentale e pregevole, di Fisher. Benché meno recente,
ho ritenuto inoltre utile il contributo di Del Grande. Per quanto riguarda, invece, la
delineazione del concetto di “vergogna” nelle sue linee generali, non ho potuto
prescindere dal contributo di Dodds, benché mi sia focalizzata principalmente su quello di
Williams. Obiettivo del presente lavoro di tesi è la delineazione del concetto di vergogna
nell’Aiace di Sofocle, che sarà effettuata attraverso l’analisi dei termini principali relativi
ad essa. Tale analisi sarà supportata dall’instaurazione di paragoni con Omero, Esiodo,
Solone, Pindaro e Bacchilide. Un ulteriore confronto sarà effettuato, infine, fra l’Aiace e le
Premessa
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altre tragedie di Sofocle.
1. Αἰδώ ς
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1. Α ἰ δ ώ ς
Il concetto di vergogna nell’Aiace di Sofocle appare fondamentale: Aiace, divenuto
zimbello degli Achei e oggetto del loro odio, avendo perso per sempre la propria τ ιμή,
attende, a giusta ragione, vergogna duratura e pericoli per i suoi φίλοι, perfino maggiori
di quelli che deriverebbero loro dalla sua morte. I timori iniziali del coro e di Aiace stesso,
confermati dalla relazione del messaggero, suggeriscono che la vita dell’eroe sarà
dominata dalla vergogna (196-9). In virtù di ciò, il suo suicidio non costituisce un trionfo,
ma piuttosto una fuga dall’umiliazione
1
.
Nell’ambito del lessico relativo alla vergogna, il termine principale risulta essere αἰδώ ς,
molto importante per Sofocle il quale, nell’Edipo a Colono, la definisce “partecipe del
trono di Zeus” (1267-70)
2
.
La funzione di αἰδώ ς è invece, in Esiodo, svolta da δίκη, che è centro del suo pensiero.
Esiodo ne fa difatti una figlia di Zeus, che il dio protegge, punendo chi la viola (Th. 901-3,
Erga 256-7)
3
.
Benché abbia meno rilievo, rispetto a δίκη, αἰδ ώς in Esiodo ricopre un ruolo importante
e si manifesta spesso in situazioni concrete; cessa, però, di essere una virtù, nei versi 317-
9 degli Erga, in un contesto gnomico, quello dei precetti dati a Perse
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:
αἰδὼ ς δ ’ οὐ κ ἀγ αθ ὴ κεχ ρ ημ έν ον ἄν δρα κ ομ ίζει,
αἰδώ ς, ἥ τ ’ ἄν δρας μ έ γ α σ ίν ε τ αι ἠδ ’ ὀνίν ησι ν ·
αἰδώ ς τ οι π ρ ὸς ἀν ολβ ίῃ, θ άρ σ ος δὲ πρ ὸς ὄλ β ῳ.
La vergogna non buona accompagna l’uomo indigente,
la vergogna, che grandemente danneggia gli uomini o li aiuta;
la vergogna si aggiunge alla povertà, il coraggio alla fortuna.
In tali versi, nei quali α ἰδώ ς ricorre in anafora, si opera una distinzione fra due tipi di
vergogna
5
. Come si verifica nell’Edipo a Colono, anche negli Erga (200) ricorre la
1
van Erp Taalman Kip, 2007, 464-9
2
Podlecki, 1980, 76
3
von Erffa, 1937, 52. Per completare il discorso su αἰ δώ ς nella Teogonia, aggiungo che, nei versi 91-2,
ricorre l’espressione αἰ δο ἶ μ ειλιχίη : il buon re ottiene, attraverso la sua intuizione superiore e l'uso
delicato della persuasione che le persone lo guardino come se fosse un dio. Secondo un’altra
interpretazione, più probabilmente corretta, l’espressione αἰδ ο ἶ μ ει λ ιχί η sarebbe invece riferita ai sudditi
che cercano, con delicato riguardo, di propiziarsi il re. La medesima espressione ricorre in θ 172, con
riferimento univoco al buon oratore (Solmsen, 1954, 11).
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Blusch, 1970, 47-8
5
La nozione di αἰ δώς non sempre costituisce un atteggiamento, o un modo di sentire positivi perché talora
1. Αἰδώ ς
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personificazione di αἰδώ ς. Negli Erga, la prosopopea di αἰδώ ς compare assieme a quella
di ν έμεσις
6
; entrambe le parole qui veicolano i loro significati generici
7
. Ritengo, dunque,
che l’importanza di αἰδ ώς non diminuisca da Omero ad Esiodo; il suo significato, tuttavia,
in parte muta. Come si vedrà, difatti, in Omero – come del resto in Sofocle – esiste un solo
tipo di αἰδώ ς, che assume un significato positivo (eccezion fatta per un verso dell’Iliade:
Κ 237).
In Solone, il concetto di αἰδώ ς s’indebolisce fortemente, rispetto a quello di δίκη. Il
sostantivo αἰδώ ς, in Solone, non occorre mai. Nel frammento 13 W., 6 appare invece
l’aggettivo αἰδοἶο ς, che qui si avvicina alla sfera cittadina e risulta connesso all’aggettivo
δειν ός.
Si ricordi, inoltre, il frammento 32 W., in cui ricorre il verbo αἰδέομ αι:
εἰ δὲ γ ς φη σ ιν ἐφει σ άμ ην
π ατ ρ ίδος, τ υ ρ αν ν ίδος δὲ καὶ β ίης ἀμ ειλ ίχο υ
οὐ καθ ηψά μ ην μιάνας καὶ κατ αισ χύ ν ας κλ έος,
οὐ δὲν αἰδέομαι· π λ έον γ ὰρ Ὠδ ε ν ική σ ειν δο κ έω
π άν τ ας ἀν θ ρ ώπου ς.
Se risparmiai la terra
patria, non ricorsi alla tirannide e alla violenza spietata
contaminando e disonorando la gloria,
non me ne vergogno; penso infatti che così vincerò di più
su tutti gli uomini.
può essere di danno, oppure può costituire la manifestazione esteriore di un sentimento di disagio. In tale
contesto αἰ δώς non ha tratti positivi perché rappresenta quel misto di senso di inferiorità e di vergogna che
è proprio di chi si trova nella condizione di povertà. Nei versi 192 e 200 degli Erga, αἰδ ώ ς ha invece
connotazione positiva (Arrighetti, 1998, 430). L’ambivalenza di αἰδ ώ ς appare chiaramente nel verso 318
degli Erga, in cui Esiodo, dopo aver ammonito Perse, afferma che l’ αἰδ ώ ς non buona danneggia gli uomini.
Nel verso successivo, appare evidente che l’ αἰ δώς negativa si collega alla miseria; θά ρ σ ο ς si collega invece
al benessere (Schmidt, 1986, 64). Perse è povero e dunque non dovrebbe sentirsi imbarazzato nel lavorare,
perché sarebbe una testimonianza di falsa vergogna. Il termine αἰ δώς non significa qui regard for others,
“riguardo per gli altri”, ma reserve, “reticenza”, aloofness, “riserbo” (Verdenius, 1985, 159).
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A differenza della Teogonia, gli Erga presentano una ν έμ εσις intesa non semplicemente come
“vendetta”, ma come “giusta vendetta”; per tal ragione, ν έ μ εσις viene accoppiata ad αἰ δώς, che significa
“pudore” o “vergogna” (Arrighetti, 1998, 396). La personificazione di αἰδ ώ ς è certamente basata sulla
sensazione che αἰ δώς sia un potere sovrumano (Verdenius, 1985, 116).
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Blusch, 1970, 48. È possibile, inoltre, osservare che, in Esiodo, la generazione attuale è irrimediabilmente
caratterizzata da crimine ed egoismo brutale; la partenza di Α ἰδώς e Νέμ ε σις manifesta la presente
corruzione, suggerendo che bisogna sperare nell'estinzione dell’attuale generazione, caratterizzata dalla
malvagità (Solmsen, 1949, 89).
1. Αἰδώ ς
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In questi versi, αἰδέο μ αι si avvicina al concetto di “pentimento”: Solone vuole
sottolineare il suo rifiuto di instaurare una tirannide, nonostante il potere detenuto, e
l’assenza, in lui, di ripensamenti. Inoltre, a differenza di quanto si verifica in Omero e in
Esiodo, qui, per la prima volta, αἰδέομ αι si riferisce al passato e non al futuro
8
.
Anche Pindaro, pur apparendo un rappresentante della vecchia nobiltà, usa raramente
αἰδώ ς e i termini correlati. Nonostante ciò, le poche occorrenze di tale terminologia
veicolano contenuti forti e significati diversi. il sentimento di αἰδώ ς, in Pindaro, è al
tempo stesso naturale e soprannaturale, e può manifestarsi davanti ai genitori e ai
parenti. Ad esempio, nella Pitica IV (216), si fa riferimento ad una violazione di αἰδώ ς, in
quanto si rappresenta Medea che aiuta Giasone contro il volere dei genitori
9
.
Alla Pitica IV (216) è possibile paragonare la Nemea IX (32-4):
ἄπ ισ τ ον ἔειπ ’·
αἰδὼ ς γ ὰρ ὑ π ὸ κρ ύ φα κέρδει κλέ π τ ετ αι,
ἃ φέρ ει δόξ αν .
Dissi una cosa incredibile;
infatti, la vergogna, che porta gloria,
è in segreto sottratta dal guadagno.
Qui, αἰδώ ς significa “senso di vergogna”. Tale sentimento inibisce una persona nel fare
ciò che è generalmente disapprovato. Non tener conto di αἰδώ ς implica la perdita del
consenso altrui, ovvero la perdita della reputazione. L’ambito in cui αἰδ ώς agisce, qui,
non è dunque quello morale, ma quello sociale
10
.
Ritengo che Solone e Pindaro non prescindano da Omero, nella delineazione del concetto
di αἰδώ ς: come si vedrà, difatti, la connessione fra αἰδώ ς e δειν ός (rilevata in Solone),
l’idea che i genitori suscitino il sentimento di α ἰ δώ ς, la nozione di αἰδώ ς come “forza
frenante” e il carattere sociale di αἰδώ ς (rilevati in Pindaro) risultano tipici dell’etica
omerica. Sotto altri aspetti, è possibile però osservare in Solone e in Pindaro un distacco
rispetto al codice epico di valori. Oltre alla scarsità delle occorrenze di αἰδώ ς e dei termini
correlati in entrambi gli autori, si rileva in Solone l’applicazione del concetto di αἰδώ ς alla
sfera cittadina – assente in Omero – col significato di “pentimento”, distante
dall’individualismo dell’etica aristocratica. Nello stesso autore, è possibile osservare
inoltre il riferimento al passato del verbo αἰδέομ αι, che in Omero e in Esiodo si riferisce
al solo futuro. In Solone, αἰδώ ς ricopre un ruolo decisamente inferiore, rispetto a quello
8
von Erffa, 1937, 62
9
von Erffa, 1937, 74
10
Braswell, 1998, 109