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Introduzione
I rapporti Stati Uniti-America Latina e Caraibi e l'integrazione nel
Continente
Il subcontinente americano centromeridionale è, da secoli, teatro di lotte
e scontri tra chi lo vorrebbe sfruttare e le popolazioni che invece ci
vorrebbero vivere in pace ed armonia.
La Spagna, il Portogallo, la Francia e l'Inghilterra prima, gli Stati Uniti
poi, sono le maggiori potenze “rapinatrici” delle immense risorse che
l'ALC (America Latina e Caraibi) possedeva e possiede.
Per fronteggiare tali tentativi egemonici si sono sviluppate molte forme
di resistenza.
Oltre alle varie lotte armate, uno dei tentativi più significativi per
combattere le superpotenze interessate ad “approfittarsi” della regione è
stata l'idea e la proposta di unità dell'intera area dell'America Latina e dei
Caraibi.
L'aspirazione ad avere un'ALC forte ed indipendente si sviluppa già
nelle idee e nelle lotte di Simón Bolìvar nel XIX° secolo, come
nell'esempio e nella tenacia di José Martí e di molti altri pensatori e
rivoluzionari centro-sud americani. L'idea principale era appunto quella di
affrancare dal giogo delle potenze straniere tutta questa parte di America,
per secoli sfruttata e depredata delle sue immense risorse.
Ad oggi tale area è, insieme all'Europa, il posto nel quale i processi di
integrazione regionale, nelle più svariate forme e modalità, sono più
ricercati, sviluppati e numerosi.
Questa parte del pianeta è una delle più attive riguardo la nascita e lo
sviluppo di organizzazioni regionali in ambito sociale, economico e
politico, nonché nei rapporti tra quest'ultime e il resto del mondo.
Progetti unitari come MERCOSUR (Mercato Comune del Sud) ,
ALBA-TCP (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America-
Trattato di Commercio dei Popoli), OSA (Organizzazione degli Stati
Americani), CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici),
CARICOM (Comunità dei Caraibi), CAN (Comunità Andina), ALADI
(Associazione Latino-Americana di Integrazione),SICA (Sistema
dell'Integrazione Centroamericana), UNASUR (Unione delle Nazioni
Sudamericane) e molti altri sono, chi più chi meno, gli assi portanti del
nuovo sviluppo di quest'area.
La nascita e la crescita di un numero così ampio di organizzazioni
regionali, talvolta quasi sovrapposte negli obiettivi e nelle finalità
6
“ufficiali”, sono dovuti principalmente ai diversi interessi che i vari
Governi delle singole Nazioni perseguono, nonché alle varie idee/ideologie
ispiratrici, spesso anche con un “occhio e una mano” non disinteressati di
alcune potenze esterne.
Tre delle organizzazioni più attive, importanti e significative nel
panorama continentale sono sicuramente l'Organizzazione degli Stati
Americani (OSA), la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici
(CELAC) e l'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America –
Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP). Queste tre comunità
rappresentano le diversità di strategie, di idee, di punti di riferimento, di
opinioni, di visioni, di interessi, che erano e sono presenti nei popoli e nelle
élite di Governo di tutto il Continente Americano.
Esse, in futuro, potranno anche cambiare nome, scomparire, sciogliersi,
rinascere, ma il sentimento e gli ideali che “incorporano” e rappresentano
saranno sempre presenti nei loro popoli e nei loro governanti. Ciò
garantisce l' “eterno” confronto tra due visioni opposte di società, di
“mondo”, di gestione delle risorse, di come si raggiunga il benessere dei
popoli e dell'ambiente che ci circonda, etc.: quella liberista e quella
socialista (in tutte le loro diverse accezioni).
L'OSA è nata nel 1948, è composta da 35 Paesi, la sede è a Washington
D.C. (USA) e comprende anche gli USA. Essa è la più importante
organizzazionecontinentale per numero di membri; ufficialmente i suoi
compiti principali sono quelli di rafforzare la pace e la sicurezza, nonché di
favorire il dialogo e la cooperazione tra gli Stati che ne fanno parte. Essa è
ferocemente criticata dai Paesi più antagonisti agli Stati Uniti, su tutti il
Venezuela e Cuba, i quali la accusano di essere uno strumento del Governo
del “gigante” del Nord, utilizzato da quest'ultimo per tenere sotto controllo
gli Stati che ne fanno parte.
La CELAC è nata nel 2010 ed è composta da 33 Stati, tutti facenti parte
dell'America Latina e dei Caraibi (nessun Paese del Nord America); essa
nasce per approfondire il dialogo e la cooperazione tra le Nazioni di
quest'area senza l'ingombrante presenza degli USA. L'ex Presidente
dell'Ecuador Correa, ad esempio, vorrebbe che la CELAC sostituisse
definitivamente l'OSA in tutte le sue funzioni.
L'ALBA-TCP è uno dei lasciti politici più importanti dell'ex Presidente
del Venezuela Hugo Rafael Chávez Frías, nonché l'organizzazione
regionale più schierata contro Washington e la sua ingerenza nel Centro-
Sud del Continente. Nata nel 2004 soprattutto per volere di Hugo Chàvez e
Fidel Castro, inizialmente si è fortemente impegnata per il rafforzamento
del fronte contrario alla nascita dell'ALCA (Area di Libero Commercio
7
delle Americhe). Gli Stati che ne fanno parte sono otto e gli obiettivi
perseguiti sono la cooperazione in campo economico, sociale e politico.
Queste tre organizzazioni animano il processo, la qualità e i tempi di
integrazione in America Latina e nei Caraibi, ma anche in Nord America.
L'intreccio tra le varie organizzazioni regionali, i diversi Governi delle
varie Nazioni e gli Stati più o meno egemoni nel Continente Americano o
in una parte di esso fanno di quest'ultimo uno dei territori più interessanti e
importanti per le questioni geopolitiche e strategiche del XXI° secolo.
Infine, riporto uno “scambio di battute” occorso durante un'iniziativa
all'Università degli Studi di Siena nel 2017, alla quale ho preso parte
insieme al Diplomatico Italiano Adriano Benedetti (già Ambasciatore a
Caracas, in Venezuela).
A mia precisa domanda sul perché l'antiamericanismo sia presente in
America Latina e nei Caraibi, egli ha risposto che ciò è inevitabile.
Ha aggiunto che è convinto del fatto che sia presente un “complesso di
inferiorità” dei popoli latinoamericani nei confronti degli USA e che ciò li
porterebbe quasi ad invidiare quest'ultimi e dunque anche ad odiarli.
Inoltre egli ha fatto presente che la dominazione spagnola, oppressiva e
“chiusa”, ha represso e “bloccato” potenziali iniziative dei nativi, nonché lo
“sviluppo creativo” di essi; al contrario, gli inglesi hanno sprigionato tutta
la loro inventiva e creatività, facendo “divenire” gli Stati Uniti una potenza
mondiale, in tutti gli ambiti.
A mio avviso, è senz'altro vero che la colonizzazione spagnola (e
portoghese) è stata “soffocante” e “sfruttatrice”, però nutro dei dubbi sul
complesso di inferiorità del quale dovrebbero soffrire le popolazioni
sudamericane nei confronti dei vicini del Nord. Semplicemente credo che
secoli di sfruttamento e repressione, soprattutto grazie alla superiore
capacità militare, hanno comportato un “naturale” odio nei loro confronti;
un rapporto di reciproco rispetto e reciproca collaborazione in condizioni di
parità potrebbero senz'altro aiutare ad affievolire tale sentimento e a
rendere il mondo migliore per tutti.
Il sentimento antistatunitense nei leader popolari latinoamericani e caraibici
L'importanza che esercita il sentimento antimperialista e antistatunitense
per lo sviluppo di alternative al modello liberista che gli USA vorrebbero
imporre a tutto il Continente, mi “obbliga” a riportare, di seguito, alcune
delle considerazioni più significative dei vari leader dell'area che si sono
succeduti nella lotta al “dominio imperiale”. Un quadro così importante,
duraturo ed ampio di tale sentimento, mostrato attraverso le parole di
persone che hanno avuto, ed hanno, un grande sostegno popolare, ci mostra
8
meglio di ogni altra cosa come, nel subcontinente centromeridionale
americano, sia in atto, da secoli, uno scontro tra modelli di sviluppo,
economici e sociali totalmente diversi ed antagonisti:
1. Simón Bolívar (chiamato El Libertador, “padre spirituale” dei
processi di integrazione odierni come ALBA): “Los Estados
Unidos parecen destinados por la Providencia a plagar la América
de miserias en nombre de la libertad”.
1
2. José Martí (Eroe Nazionale Cubano, indipendentista,
rivoluzionario): “El arbitraje sería cosa excelente, si no hubieran
de estar sometidos las cuestiones principales de América, que han
de ser dentro de poco, si a tiempo no se ordenan, las de las
relaciones con el pueblo de los Estados Unidos, de intereses
distintos en el Universo, y contrarios en el Continente a los de los
pueblos americanos, […]”.
2
3. Benjamín Zeledón (Generale combattente contro l'invasione USA
in Nicaragua del 1912, Eroe della Patria): “...Si el yankee a quien
quiero arrojar de mi paìs me vence en la lucha que se aproxima y,
milagrosamente, quedo con vida, te prometo que nos
marcharemos fuera, porque jamàs podrìa tolerar y menos
acostumbrarme a la humiliaciòn y la vergüenza de un interventor.
Si muero... moriré en mi lugar por mi patria, por su honor, por su
soberanìa mancillada...”
3
1
Carta al Colonnello Patricio Campbell redatta a Guayaquil il 5 Agosto 1829, biblioteca virtual
universal, www.biblioteca.org.ar.
2
Congreso Internacional de Washington II. Nueva York, 2 noviembre de 1889,
biblioteca.clacso.edu.ar. CLACSO (Consejo Latinoamericano de Ciencias Sociales), volumen 6 pag.55.
3
Ultima Carta del Generale Benjamìn Zeledòn per la sua sposa Ester il 3 Ottobre 1912, in El
General Benjamìn Zeledón y sus valientes, Managua, Alcaldía de Managua, 2014, a cura di
Gloria Guardia, pag. 38
Simón Bolívar
José Martí
9
4. Pedro Albizu Campos (1891-1965), rivoluzionario portoricano:
“Puerto Rico y las otras Antillas constituyen el campo de batalla
entre el imperialismo yanqui y el iberoamericanismo. La
solidaridad iberoamericana exige que cese toda ingerencia yanqui
en este Archipiélago para restaurar el equilibrio continental y
asegurar la independencia...”. “Nuestra situaciòn dolorosa bajo el
imperio de Estados Unidos es la situaciòn que pretende
Norteamérica imponer a todos los pueblos del Continente.” “Todo
poder imperial realiza sus atropellos invocando siempre los
principios de la justicia. Estados Unidos tiene la forma de
comparar sus propòsitos màs nefastos con la dulces palabras de
igualdad, fraternidad, democracia etc.”. Nuestra patria ha venido
sufriendo la intervenciòn militar de Estados Unidos hace màs de
medio siglo. La intervenciòn militar es la guerra en todos sus
aspectos: econòmico, polìtico, cultural, etc., porque las
intervenciones militares se lleva a cabo con un solo fin que es
destruir la nacionalidad ocupada y convertida en colonia del
Imperio expotable en todas sus formas...”.
4
5. Augusto Cesar Sandino (1895-1934), chiamato il “Generale degli
Uomini Liberi”, combattente contro l'invasore statunitense e il
Governo da loro appoggiato: “Venid, gleba de morfinòmanos;
venid a asesinarnos en nuestra propia tierra, que yo os espero a
pie firme al frente de mis patriotas soldados, sin importarme el
nùmero de vosotros; pero tened presente que cuando esto suceda,
la destrucciòn de vuestra grandeza trepidarà en el Capitolio de
Washington, enrojeciendo con vuestra sangre la esfera blanca que
corona vuestra famosa White House, antro donde maquinàis
vuestros crìmines. […] El mundo serìa un desequilibrio
permitiendo que sòlo Estados Unidos de Norte América sea el
dueño de nuestro canal, pues serìa tanto como quedar a merced de
las decisiones del coloso del norte – de quien tendrìa que ser
tributario – los absorbentes de mala fe, que quieren aparecer
como dueños sin que justifiquen tal pretensiòn. La civilizaciòn
exige que se abra el canal de Nicaragua, pero que se haga con
capital de todo el mundo y no sea exclusivamente de
Norteamérica,...”.
5
“[...] Los yanquis son los peores enemigos de
nuestros pueblos, y cuando nos miran en momentos de
inspiraciòn patriòtica y que nos buscamos con sinceros impulsos
de unificaciòn, ellos remueven hondamente nuestros asuntos
4
Intervista del 1926 citata in “Semblanza de Cuatro Revolucionarios”, Manuel Maldonado
Denis, Madrid, Ediciones Puerto, 1973
5
Augusto Cesar Sandino, Manifiesto Politico (1 Giugno 1927), www.lospobresdelatierra.org.
10
pendientes, de manera que se encienda el odio entre nosotros y
continuemos desunidos y débiles, y por lo mismo, fàciles de
colonizarnos.” “Hablando de la doctrina de Monroe dicen:
America para los americanos. Bueno: està bien dicho. Todos los
que nacemos en América somos americanos. La equivocaciòn que
han tenido los imperialistas es que han interpretado la doctrina
Monroe asì: América para los yanquis. Ahora bien: para que las
bestias rubias no continùen angañadas, yo reformo la frase en los
términos siguientes: Los Estados Unidos de Norte América para
los yanquis. La América Latina para los indolatinos.”
6
6. Lazaro Cardenas (1894-1970), Generale e Presidente del Messico
dal 1934 grazie al sostegno degli operai, dei contadini e degli
indigeni. Egli dice che “las convulsiones de los ùltimos tiempos
en el Continente Americano, tienen sus origen, indudablemente,
en la oposiciòn popular frente a la redoblada explotaciòn que se
viene haciendo de nuestros paìses. Ella produjo las condiciones
que propiciaron la legìtima rebeldìa del hermano pueblo de Cuba
y en las que forjò su capacidad para encontrar el camino de su
liberaciòn y, pese a momentàneos descalabros en otros paìses, la
expoliaciòn capitalista sigue preparando las condiciones para
nuevos triunfos de los pueblos, cualsquiera que sea la ruta y el
régimen social que escojan para cimentar su independencia
nacional.
7
7. Salvador Allende (1900-1973), Presidente cileno: “Habìamos
previsto dificultades y resistencia externas para llevar a cabo
nuestro proceso de cambios, sobre todo frente a la
nacionalizaciòn de nuestros recursos naturales. El imperialismo y
su crueldad tienen un largo y ominoso historial en América
Latina, y està muy cerca la dramàtica y heròica experiencia de
Cuba. […] Desde el momento mismo en que triunfamos
electoralmente el 4 de septiembre de 1970, estamos afectados por
el desarrollo de presiones externas de gran envengadura, que
pretendiò impedir la instalaciòn de un gobierno libremente
elegido por el pueblo, y derrocarlo desde entonces.”
8
“El señor
Nixon es Presidente de Estados Unidos y yo soy Presidente de
Chile. Yo no tendré un término despectivo contra el señor Nixon,
6
Augusto Cesar Sandino, Carta a Froylàn Turcios, 10 Giugno 1928,
memoriasdelaluchasandinista.org
7
Lazaro Cardenas, “América Latina y el imperialismo”, articolo per la rivista “Marcha” di
Montevideo, 5 Giugno 1964
8
Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 4 Dicembre 1971 di Salvador Allende,
www.abacq.net.
11
mientras que señor Nixon respete al Presidente de Chile. Si ellos
rompen con esto que es una obligaciòn, si una vez màs van a
hacer tabla rasa de la autodeterminaciòn, de la no intervenciòn, se
van a encontrar con una respuesta digna de un pueblo y de un
gobernante.”
9
8. Evita Peròn (1919-1952), seconda moglie del Presidente Juan
Domingo Peròn e first lady fino alla sua morte. Una delle persone
più amate in Argentina, si esprimeva così: “El capitalismo
foràneo y sus sirvientes oligàrquicos y entreguistas han podido
comprobar que no hay fuerza capaz de doblegar a un pueblo que
tiene conciencia de sus derechos. Una vez màs, mis queridos
descamisados, uniéndonos al lìder y conductor, reafirmamos que
en la vida argentina ya no hay lugar para el colonialismo
econòmico, para la injusticia social, ni para los traficantes de
nuestra soberanìa y nuestro porvenir...”.
10
9. Ernesto “Che” Guevara (1928-1967), rivoluzionario argentino,
sottolineava che “No aceptaremos condiciòn alguna impuesta a
nosotros por Estados Unidos.” “Las Revoluciones son creadas por
las condiciones de opresiòn que los gobiernos latinoamericanos
ejercen contra los pueblos y de allì viene la rebeliòn y después
emergen las nuevas Cuba... No somos nosotros los que creamos
las revoluciones, es el sistema imperialista y sus aliados, aliados
internos, lo que crean las revoluciones.”
11
“L'America Latina
costituisce un complesso più o meno omogeneo; in quasi tutto il
suo territorio i capitalisti
monopolisti nordamericani
detengono il predominio
assoluto. […] Con lo slogan
“non permetteremo un'altra
Cuba”, si giustifica la possibilità
di aggressioni a man salva come
quella perpetrata contro Santo
Domingo o, prima, il massacro di
Panama. […] Questa politica
conta su una impunità quasi
assoluta: l'OSA è una maschera
9
Conversazione con Allende, Régis Debray, 16 Marzo 1971, versione digitale a cura di Eduardo
Rivas, 2015. Marxists Internet Archive, 2 Febbraio 2016, www.marxists.org
10
www. Oni.escuelas.edu.ar, Marìa Eva “Evita” Duarte de Peròn, 1947
11
CUBADEBATE, Intervista di Ernesto Che Guevara con CBS nel 1964, 6 Ottobre 2016,
it.cubadebate.cu.
12
comoda, per screditata che sia.” “Le nostra aspirazioni, in sintesi,
sono queste: distruzione dell'imperialismo mediante
l'eliminazione del suo baluardo più potente: il dominio
imperialistico degli Stati Uniti d'America.”
12
10. Fidel Castro (1926-2016), Comandante in Capo della Rivoluzione
Cubana. Egli, parlando dell'imperialismo, diceva che “El que
necesita las armas es el imperialismo, porque està huérfano de
ideas […]. Las ideas no necesitan de las armas en la medida en
que sean capaces de conquistar a las grandes masas. La
contradicciòn entre socialismo y capitalismo nadie puede pensar
en resolverla por la fuerza...”
13
“Oro, oro y oro. Esta es la
filosofìa del imperialismo!”
14
11. Hugo Chàvez (1954-2013), militare e Presidente Venezuelano
socialista fino alla sua morte. Sull'imperialismo USA egli parlava
così: “... la pretensiòn hegemònica del imperialismo
Norteamericano
pone en riesgo la
suprevivencia
misma de la especie
humana. […] el
imperialismo
Norteamericano
està siendo
desesperados
esfuerzos por
consolidar su sistema hegemònico de dominaciòn. Nosotros no
podemos permitir que eso ocurra. […] es la hipocresia imperial,
el intento de controlar todo, ellos quieren imponernos el modelo
democràtico como lo conciben, la falsa democracia de las elites, y
ademàs un modelo democràtico muy original, impuesto a
bombazos, a bombardeos y a punta de invasiones y de cañonazos.
Vaya que democracia! […] lo que pasa es que el mundo està
despertando y por todos lados insurgimos los pueblos. […] Los
que clamamos por la libertad plena del mundo, por la igualdad de
los pueblos, por el respeto a la soberanìa de las naciones, sì, nos
12
Messaggio di Ernesto Guevara alla Tricontinentale (1967), www.marxist.org
13
Fidel Castro, Discorso di chiusura dell'incontro sul debito estero dell'America Latina e dei
Caraibi, L'Havana, 3 Agosto 1985, www.fidelcastro.cu.
14
Discorso di Fidel Castro del Marzo 1961 in occasione dell'anniversario dell'attacco al Palazzo
Presidenziale del 1957, mascotas.kemeaurrino.com.es
13
llaman extremistas, insurgimos contra el Imperio, insurgimos
contra el modelo de dominaciòn.”
15
1. I rapporti Nord-Sud nel Continente Americano
dalla Dottrina Monroe ad oggi
1.1 Introduzione
L'astio delle popolazioni latinoamericane e caraibiche nei confronti
degli Stati Uniti d'America, almeno dal punto di vista della sua politica
estera, è sempre stato presente e sostanzioso.
L'opposizione di quest'ultimi a
qualsiasi idea di integrazione regionale
autonoma delle Nazioni a sud del Rio
Bravo, principalmente per “paura” di
un allontanamento da Washington, è
stata una delle cause principali di tale
risentimento, anche perché, per opporsi
a ciò, gli Stati Uniti non hanno esitato a
interferire negli affari interni di vari
Paesi, nonché a sostenere le dittature e
la sottomissione delle masse al potere
economico-politico-militare USA.
Almeno dal 1823 con la Dottrina
Monroe
16
, il sopravvento del “gigante”
del nord sul subcontinente
centromeridionale, con conseguente
assenza di relazione tra pari, è stata una
delle costanti più controverse nella storia di questo Continente.
La sovranità del centro e del sud America è, dunque, da “sempre”
minacciata, con Washington che esercita la sua egemonia in vari modi: da
quelli diplomatici alle intimidazioni, dagli interventi militari ai programmi
di aiuti, dagli accordi commerciali alle organizzazioni regionali o
continentali come l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA).
Le diverse interferenze esercitate in base all'area e al momento storico
derivavano, e derivano, proprio dagli obiettivi perseguiti in un determinato
15
Hugo Chàvez, parte del discorso pronunciato all'Assemblea Generale dell'ONU, 20 Settembre
2006,
www.lantidiplomatico.it, video integrale.
16
Si veda documento in appendice
James Monroe