Abstract della tesi (lingua italiana):
Il presente lavoro verrà suddiviso in due capitoli. Il primo capitolo verterà principalmente
sulla traduzione di un manuale riguardante le bambine soldato della Repubblica Democratica
del Congo (RDC); a seguire, un glossario specialistico dei termini riscontrati in fase di
traduzione che si prospettano di particolare importanza per la comprensione del testo di
arrivo; infine, un’analisi linguistica dal punto di vista semantico, grammaticale e linguistico
per meglio esporre le possibili difficoltà che si possono riscontrare in fase di traduzione. Il
secondo capitolo sarà composto da un’analisi storica della RDC con particolare attenzione
alle dinamiche del paese sotto l’aspetto politico, culturale, economico e sociale. Tale analisi
verrà affrontata non dal punto di vista europeista ma dal punto di vista della popolazione
stessa poiché i veri protagonisti della RDC sono i congolesi sebbene siano stati sopraffatti
per secoli da coloro desiderosi di possedere le ricchezze del territorio.
Abstract della tesi (lingua inglese):
This work shall be divided in two chapters. The first chapter will mainly concern the
translation of a manual concerning girls associated with armed groups in the Democratic
Republic of Congo (DRC); successively, it will follow a specialised glossary of the terminology
found during the translation stage that is envisaged to be particularly relevant for the
understanding of the translated text; a linguistic analysis in terms of semantics, grammar
and linguistics to better explain the potential difficulties that might be found in the
translation process will conclude the former part. The second chapter will consist of an
historical analysis of the DRC with attention paid to the political, cultural, economic and
social aspects of the country. That analysis will be tackled not from a European point of
view but from the point of view of the population itself as it is the main actor of the DRC
despite it has been overwhelmed for centuries by those who are eager to possess all the
natural riches of the territory.
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Introduzione
Every act of communication is a miracle of translation [Ogni atto della comunicazione è
un miracolo della traduzione] disse Ken Liu, autore di fantascienza nonché traduttore.
Il lavoro di traduzione va oltre la “meccanicità” del traduttore a trasferire un messaggio
da una lingua a un’altra perché pone il traduttore in una posizione ben più complessa
conferendogli delle notevoli responsabilità; avrà il compito di informarsi bene sull’argomento
da tradurre e, per fare ciò, dovrà affrontare uno studio approfondito affinché l’esito finale
possa definirsi tale. In questo modo, il traduttore acquisirà informazioni fondamentali per
poter trasferire il messaggio nella lingua di arrivo; basti pensare a quanto sia importante la
comprensione della cultura di un paese o di una zona poiché gli “usi e costumi” potrebbero
rivelarsi diversi dai nostri, il più delle volte mai sentiti prima, con annessi i modi di dire
perché anche essi rappresentano la cultura di un popolo.
Pertanto, per meglio esprimere l’importanza che il traduttore possiede, si è deciso di
tradurre nel presente lavoro di tesi un argomento delicato del quale si sente raramente
parlare: la situazione delle bambine soldato nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Il presente elaborato intende dimostrare quanto sia importante il lavoro svolto durante la
fase di traduzione (comprensione del background, conoscenza degli usi e costumi della
popolazione congolese, ecc.) affinché si arrivi a trasferire il concetto nella lingua di arrivo
senza alterare il messaggio riuscendo a donare al lettore la percezione che si tratti di un
testo originale consentendogli una lettura fluida e chiara sebbene si tratti di una traduzione.
A tal proposito, si è scelto l’argomento delle bambine soldato per dimostrare l’enorme
responsabilità che il traduttore possiede, soprattutto in tematiche delicate come l’argomento
trattato in questa sede, perché diventa una sorte di messaggero; grazie al suo lavoro, pone
il lettore dinanzi a una nuova visione che, in questo caso, è rappresentata dalla situazione
allarmante nella Repubblica Democratica del Congo.
Il lavoro di tesi è stato suddiviso in due parti; la prima parte tratterà principalmente la
fase di traduzione e l’analisi traduttologica, la seconda parte sarà dedicata all’analisi della
Repubblica Democratica del Congo dal punto di vista storico, sociale, politico ed economico.
Il primo capitolo verterà sulla traduzione di un estratto di un manuale per la
reintegrazione e la prevenzione dal reclutamento delle bambine soldato della RDC intitolato
“Practical guide to foster community acceptance of girls associated with armed groups in
DR Congo” pubblicato da Child Soldiers International, una ONG britannica che ha
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acconsentito alla traduzione per questa sede (e-mail di autorizzazione allegata alla fine del
lavoro di tesi). A seguire, verrà ideato un glossario per i termini più significativi, soprattutto
acronimi, per la comprensione del testo in questione. A conclusione del primo capitolo, verrà
presentata un’analisi linguistica che tratterà le tecniche applicate dalla candidata da un
punto di vista linguistico, semantico e grammaticale fornendo alcuni esempi pratici per
mostrare i metodi adottati per ovviare a eventuali difficoltà riscontrate in fase di traduzione.
Nel secondo capitolo verrà fornita un’analisi storica del paese affinché si possa
comprendere meglio gli sviluppi che hanno portato alla nascita del fenomeno delle bambine
soldato. Tale analisi verrà affrontata sotto diversi aspetti andando a trattare non solamente
la politica e l’economia ma anche gli aspetti sociali e culturali della RDC. Si cercherà di
esporre gli avvenimenti storici non da un punto di vista europeista ma dal punto di vista
congolese poiché la vera protagonista della RDC è la popolazione stessa.
La Repubblica Democratica del Congo è il secondo paese più grande dell’Africa Centrale
dopo l’Algeria; attraversato dall’Equatore, può vantare di una delle più grandi foreste pluviali
al mondo. La foresta si estende per la maggior parte del paese costituendo una delle
principali fonti di sostentamento per la popolazione e, secondo uno studio diretto dalla NASA,
essa possiede un ruolo fondamentale nel mantenimento del clima globale. La zona a sud è
caratterizzata dalla savana e da altopiani ricchi di risorse minerarie in quanto vi sono
numerosi giacimenti di diamanti, carbone, rame, coltan, uranio e oro. Nel corso degli anni,
tale ricchezza ha rappresentato una condanna per la popolazione aggiudicando alla nazione
un posto nella lista dei dieci paesi più poveri al mondo a causa del basso PIL pro capite
(vedere Immagine 1). Oltre alla difficile situazione economica dovuta alle agevolazioni che
le multinazionali straniere possiedono all’interno del territorio congolese riuscendo a mettere
mano su gran parte delle ricchezze, la popolazione lotta da decenni per un’indipendenza e
una democratizzazione totale; sebbene il nome del paese abbia in un certo senso
formalizzato tale condizione, di fatto, non la si può definire interamente raggiunta a causa
dell’attuale Presidente, Joseph Kabila, che non intende dimettersi dal suo secondo mandato
scaduto a dicembre del 2016.
3
In conclusione,
l’obiettivo di tale
lavoro di tesi sarà
dimostrare
l’importanza che un
traduttore possiede
nel veicolare un
messaggio o una
notizia delicata come
quella delle bambine
soldato nella RDC
mostrando la ricerca
approfondita che vi è
dietro (accadimenti
storici, cultura di base, influenze esterne, ecc.) per meglio comprendere tutte le
sfaccettature dell’argomento onde evitare di incorrere in errori che potrebbero alterare il
messaggio originale.
Immagine 1 I 10 paesi più poveri al mondo nel 2016 in base al PIL pro
capite.
Fonte: www.mapsofworld.com/world-top-ten/world-top-ten-poorest-
countries-map.html
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CAP. I TRADUZIONE DI UNA GUIDA PRATICA PER LA PREVENZIONE AL
RECLUTAMENTO E AL REITERATO RECLUTAMENTO DELLE BAMBINE SOLDATO
I.1 Proposta di traduzione
A.
The ultimate suffering: Rejection by family and friends
“It is better to die there than come home and be rejected.”
How community rejection affects the girls
Girls formerly associated with armed groups have often suffered physical and emotional
abuse, violence, daily threats of death, exceptionally harsh living conditions and extreme
loneliness. They need understanding, kindness, and emotional support to recover and
resume their development into adulthood.
Instead, according to the research, when they finally come home, many are met with
suspicion, isolation, discrimination and (in some cases) humiliation. They are profoundly
hurt by this rejection, which is often the source of their deepest emotional suffering.
Depending on their personality and experiences, they react in several different ways:
• Anger and rebellion: Some are angry at the hostility of the community towards them.
They rebel against this treatment, which they consider to be a gross injustice given what
they have experienced, and display a defiant attitude, adopting a behaviour that the
community had automatically assigned to them. This behaviour, in turn, reinforces the
community’s negative perception of the girls and serves as a kind of “justification” for
the ostracism they face.
• Guilt and withdrawal: Others internalise blame and suffer in silence. They withdraw
from social life even when they so ardently wish to be included: for example, avoiding
associating with boys and joining in dances. Some try to regain the acceptance of their
community by working harder in the fields or taking blame for others. Many feel that
they have “no choice but to bear it.”
• Returning to the bush: Another group cannot withstand the emotional pain of scorn,
blame and constant rejection, so they decide to re-join an armed group, thinking that a
life of misery in the bush is better than being rejected by their family and community.
5
A.
La sofferenza conclusiva: il rifiuto da parte della famiglia e degli amici
“È meglio morire che tornare a casa ed essere rifiutati”
Come il rifiuto da parte della comunità si ripercuote sulle ragazze
Le ragazze che hanno avuto collegamenti con gruppi armati hanno sofferto spesso di
violenza fisica e psicologica, ricevuto quotidiane minacce di morte, sperimentato condizioni
di vita estremamente dure e vissuto in grandissimo isolamento. Comprensione, bontà e
sostegno morale sono necessari per recuperare e riprendere il loro percorso verso l’età
adulta.
In base a risultati derivanti da ricerche, quando finalmente fanno ritorno a casa, molte di
loro vengono accolte con diffidenza, discriminazione e, in alcuni casi, umiliazioni. Restano
profondamente ferite da questo rifiuto che spesso rappresenta la causa della loro profonda
sofferenza emotiva. In base alle loro personalità ed esperienze, ognuna di loro reagisce in
maniera differente:
• Rabbia e ribellione: alcune sono arrabbiate a causa dell’ostilità che la comunità riserva
loro. Si ribellano a questo trattamento che considerano un’ingiustizia scandalosa
considerando ciò che hanno vissuto e mostrano un atteggiamento provocatorio,
adottando un comportamento che la comunità aveva automaticamente assegnato loro.
Questo comportamento rafforza, a sua volta, la percezione negativa che la comunità ha
delle ragazze fungendo da “giustificazione” per l’ostracismo fronteggiato.
• Colpa e abbandono: altre interiorizzano le colpe e soffrono in silenzio. Abbandonano
la vita sociale anche quando sperano ardentemente di essere accettate: per esempio,
evitando di relazionarsi con i maschi e unirsi alle danze. Alcune cercano di riconquistarsi
l’approvazione della comunità lavorando sodo nei campi o attribuendosi le colpe di altri.
Molte ragazze ritengono di “non avere altra scelta che tenere duro”.
• Ritorno alla vita selvaggia della foresta: altre ancora non riescono a sopportare il
dolore emotivo del disprezzo, della colpa e del costante rifiuto, decidendo in questo
modo di aggregarsi nuovamente a un gruppo armato pensando che una vita basata sulla
miseria nella boscaglia sia migliore rispetto al rifiuto da parte dei familiari e della
comunità.
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• Exile: Lastly, despite their desire to see their family, some girls decide to move
elsewhere, where their past is not known and where they may not risk rejection. These
young girls are therefore not known to the DDR actors and receive no support: they are
extremely vulnerable. Some of the girls we met indicated that several girls who lived
with them in the bush are now being economically and sexually exploited by people who
take advantage of their lower status in the community.
Promoting community acceptance
Research has shown that stigma prevents psychosocial recovery and that family and
community acceptance is the most critical factor for successful long-term reintegration of
children who have been associated with armed forces or armed groups.
Community acceptance must be at the heart of reintegration programmes.
HOW?
Intervention A1: Sensitise key community members.
WHO BY? Awareness raising sessions can be organised by DDR providers and other child
protection actors, DIVAS or DIVIFFAE representatives, heads of RECOPE, teachers or anyone
trained in the reintegration of children.
WHO FOR? Key community members to sensitise must include:
Families of former child soldiers and their neighbours;
Traditional and religious leaders;
Baraza members (community councils);
RECOPE members;