1.3.1. Educazione è vita
La nozione di apprendimento durante tutto l’arco della vita non è recente, come uno
sguardo a La Repubblica di Platone può rivelare. Con lo sviluppo di una educazione degli
adulti più consapevole, inizia ad affermarsi il punto di vista secondo il quale l’educazione
dovrebbe durare tutta la vita.
John Dewey , insieme a Lindeman, sostiene che:
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1. L’educazione è vita: “non è solo la preparazione per un futuro ancora ignoto… L’intera
vita è apprendimento, per questo l’educazione può non avere mai fine. Questa nuova
avventura è chiamata educazione degli adulti non perché è indirizzata agli adulti, ma
perché l’adultità, la maturità, ne definisce i limiti… ;
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2. L’educazione degli adulti potrebbe essere non professionale: “L’istruzione concepita
come un processo che coincide con l’intera vita, ruota intorno ad ideali non professionali
... l'educazione degli adulti più precisamente definita inizia dove l'istruzione professiona-
le finisce. Il suo scopo è quello di dare significato all’intera vita” ;
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3. Le situazioni, e non le materie, dovrebbero essere il nostro punto di partenza: “L’ap-
proccio… avverrà attraverso le situazioni, non le materie di studio.. Nell’educazione
convenzionale allo studente viene richiesto di adattarsi ad un curriculum prestabilito;
nell’educazione degli adulti il curriculum è costruito intorno alle necessità e interessi del-
lo studente” ;
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4. L’esperienza del discente conta: “La risorsa di più alto valore nell’educazione degli adulti
è l’esperienza del discente..” .
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Filosofo e pedagogista statunitense (Burlington, Vermont, 1859 - New York 1952).
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(Lindeman 1926: 4-5) - traduzione a opera di chi scrive
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traduzione a opera di chi scrive
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traduzione a opera di chi scrive
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traduzione a opera di chi scrive
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Queste preoccupazioni sembrano piuttosto idealiste quando sono immesse nel con-
testo di enfasi sull'acquisizione di competenze per il lavoro, entrate fortemente in vigore
nel 1990. Tuttavia, si collegano molto fortemente con le preoccupazioni e le pratiche degli
educatori informali. L’educazione non solo si svolge durante tutto l’arco della vita, bensì è
anche parte di essa.
L ’educazione come parte della vita è un tema che Basil Yeaxlee sviluppa nel 1929.
Egli si basa sul lavoro di Lindeman e sulla sua vasta esperienza nell'ambito dell'educazio-
ne degli adulti in Gran Bretagna. Egli aiutò ad organizzare l’educazione degli adulti e i
programmi sociali della YMCA , e fu una figura fondamentale nel guadagnare il ricono
29
-
scimento per l'educazione degli adulti come un campo di pratica nel Regno Unito (in parte
attraverso il suo lavoro per gli insediamenti di istruzione e l’Istituto Britannico di educazio-
ne degli adulti).
L'attenzione deve essere posta soprattutto sui tipi elementari e informali di educa-
zione degli adulti. Sebbene questi risultino insignificanti e fastidiosi all'esperto, essi desta-
no interesse nell’uomo comune: egli li può apprezzare solo perché non sono elaborati e
nemmeno complessi.
1.4. Le tre caratteristiche chiave del LLL
Le principali caratteristiche del life-long learning sono:
- influenza tutti gli istituti di formazione, come le scuole e le istituzioni di istruzione avan-
zata.
- si estende lungo gli istituti di formazione per comprendere tutte le agenzie, gruppi e in-
dividui coinvolti in qualsiasi attività di studio.
- si basa sulla credenza per cui gli individui sono, o possono diventare, autonomi e in
grado di accorgersi da soli del valore del LLL.
L ’ambiguità dell’espressione life-long learning e la sua possibilità di essere adope-
rata per fini diversi ha aperto una critica considerevole. Il LLL è semplicemente la distribu-
zione dell’educazione lungo tutto l’arco della vita? È possibile ribaltare l’egemonia del con-
(n.d.). Retrieved June 3, 2015, from http://www.ymca.net
29
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cetto di preparazione scolastica e preparazione alla vita? Quali sono le implicazioni finan-
ziarie nello stabilire delle opportunità educative della durata di una vita intera?
Esistono tre ragioni per continuare a parlare e scrivere di LLL. È importante man-
tenere le aspirazioni che esso contiene. Studiare continuamente lungo tutto l’arco della
vita è vitale se vogliamo compiere delle scelte consapevoli sulla nostra vita e la società in
cui viviamo. Nonostante le debolezze e la confusione delle attuali politiche, qualcosa di
nuovo sta avvenendo. Ci sono stati ulteriori cambiamenti nel modo di approcciarci all’ap-
prendimento, sebbene il LLL sia ancora una sorta di meccanismo per l’esclusione e il con-
trollo. Nell’economia basata sulla conoscenza, infatti, coloro i quali hanno un più basso
livello di competenze e delle basse capacità nel costante aggiornamento hanno meno
probabilità di trovare l’occupazione ambita.
L ’individualizzazione ha significato che l’accesso al meccanismo del supporto so-
ciale si sia indebolito. Assistiamo a diversi dibattiti intorno a queste questioni, ma cresce la
consapevolezza per cui l’apprendimento debba essere supportato ed incoraggiato lungo
tutto l’arco della vita, come ha sostenuto Yeaxlee.
1.5. Creare commitment all’interno dei gruppi di studio e di lavoro in ambito medico
Un obiettivo principale della formazione medica è quello di insegnare o aiutare gli studenti
a diventare dei professionisti e degli studiosi “lifelong”. Come formulato tradizionalmente,
la missione dell’educazione è quella di dotare i laureati della motivazione e competenze
necessarie per mantenere nel tempo le proprie conoscenze e abilità ed acquisirne di nuo-
ve. Gli studenti non dovrebbero mettere in pratica queste conoscenze in maniera pretta-
mente individuale, bensì lavorare in gruppo, all’interno di ospedali, governi e centri acca-
demici. Non bisognerebbe continuare a considerare come scontato che gli studenti ap-
prendano soprattutto come individui e diventino dei professionisti grazie solo alle proprie
competenze. Al contrario, è importante sottolineare l’importanza dello studio e del lavoro in
team. La formazione continua in ambito medico inizia anche in Italia ad essere pian piano
incentivata da attività di partnership con centri accademici medicali.
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Le facoltà di Medicina dovrebbero allargare la loro mission a più di una semplice
formazione degli studenti: la loro mission dovrebbe modellare i valori di questa formazio-
ne, includendo il commitment (il coinvolgimento) all’interno dei gruppi di lavoro. Nella for-
mazione degli studenti, molte competenze che uno studente deve sviluppare, non posso-
no essere insegnate secondo il modello didattico classico della lezione frontale. Al contra-
rio, gli studenti dovrebbero assistere a dimostrazioni che un “coach” mette in scena mentre
fornisce una narrazione che rifletta il modo in cui la performance sta avvenendo, un pro-
cesso chiamato “show-and-tell”.
Allo stesso modo, essi dovrebbero eseguire le performance seguendo le indicazioni
del coach. Attraverso questa combinazione di dimostrazione da parte del formatore ed
esecuzione da parte degli studenti, entrambe le parti insieme saranno coinvolti in una ri-
flessione-in -azione condivisa. Questo modello formativo prepara gli studenti ad impegnar-
si nel far coesistere conoscenza e riflessione all’interno dell’azione durante tutto l’arco di
vita formativa e professionale. Inoltre, questo modello formativo, centrato sulla coopera-
zione, insegna agli studenti molteplici aspetti del lavoro in ambito medico:
- l’aspetto cognitivo;
- l’aspetto normativo;
- l’aspetto etico.
Infine, questo processo crea e rafforza un senso di controllo sul lavoro e insegna che la
professione medica deve essere stimata intrinsecamente. Esso molto probabilmente ren-
de la cura più umana in quanto coltiva l’autostima e un senso di efficienza ed empower-
ment che migliora la gestione dello stress e incrementa la soddisfazione del proprio lavoro.
Sotto la guida di un coach o un tutor, i gruppi di studenti analizzano una serie di casi, che
potrebbero essere presentati attraverso un semplice testo scritto o digitale, oppure attra-
verso delle simulazioni al computer, casi standard e testimonianze di pazienti reali. Lo stu-
dio diventa cooperativo, auto-diretto, esperienziale e riflessivo.
I professionisti nel settore medico studiano da adulti, per questo il loro apprendi-
mento passa attraverso i vari contesti delle loro esperienze passate, le loro situazioni di
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apprendimento presenti e i loro ideali rispetto a ciò che vorrebbero diventare/studiare. Gli
adulti hanno:
- una concezione di sé stessi abbastanza indipendente;
- un’esperienza pratica da cui attingere;
- un’orientamento attraverso l’apprendimento che è correlato al loro ruolo sociale;
- un desiderio di impegnarsi nell’apprendimento, che porterà loro dei risultati in un tempo
relativamente breve.
Tuttavia, quello in cui peccano spesso gli adulti è che non sanno utilizzare al meglio
le loro competenze per apprendere da adulti. In altre parole, mentre essi hanno una forte
consapevolezza di sé stessi, di ciò che sanno e di ciò che vogliono imparare, spesso non
comprendono come possono apprendere fuori da un modello formativo strutturato caratte-
rizzato da insegnanti esperti e relazioni asimmetriche tra insegnanti e studenti. Questo
modello docentocentrico entra in conflitto con la loro considerazione di sé stessi, i motivi
che li spingono a intraprendere un percorso formativo e il fatto che nelle loro relazioni con i
pari, gli studenti sono sia persone che apprendono che persone che insegnano, in base
alla situazione o l’oggetto di studio che man mano si presenta. Ecco perché è bene che le
università e i centri accademici propongano un percorso “lifelong” di sviluppo professionale
in ambito medico.
1.5.1. L’Italia nel contesto europeo
I l L L L p u ò essere attuato in una grande varietà di ambienti, sia nell’educazione for-
male che al di fuori di essa. Esso implica l’investimento nelle persone e nel sapere, la
promozione e l’acquisizione di competenze di base, soprattutto di tipo informatico, e l’op-
portunità di un apprendimento innovativo e flessibile. L’obiettivo è quello di permettere a
tutti l’accesso a un apprendimento di alta qualità e a esperienze diverse di studio.
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Le linee guida sull’occupazione furono revisionate come parte della strategia di Europa
2020 come sostenibili e inclusive. La linea guida numero 8 concerne lo sviluppo di una
forza lavoro competente che sappia rispondere alle richieste del mercato e la promozione
di una qualità del lavoro e di LLL .
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Il processo di Copenhagen, stabilito nel 2002, getta le basi per una cooperazione
nella formazione professionale (vocation and education training, VET) tra i 33 Stati euro-
pei. L’obiettivo generale è quello di incoraggiare più individui per allargare le opportunità di
formazione professionale, sia a scuola che all’università, sul posto di lavoro o attraverso
corsi privati.
Nel giugno del 2010, la Commissione Europea pubblica una previsione decennale
della formazione professionale intitolata “Un nuovo impeto per la cooperazione europea
nella formazione professionale a supporto della strategia Europa 2020”. Nel dicembre del
2010, a Bruges (Belgio) furono definite le priorità per il processo di Copenhagen per il pe-
riodo che sarebbe andato dal 2011 al 2020, stabilendo dei precisi obiettivi da raggiungere:
- VET attraente e inclusiva;
- VET di alta qualità;
- VET di semplice accesso e con un orientamento alla carriera lavorativa;
- sistema flessibile;
- un’aera di educazione e formazione europea;
- aumento di opportunità di mobilità internazionale;
- accesso semplice alle informazioni, all’orientamento e a servizi di counseling.
(n.d.). Retrieved June 3, 2015, from http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/
30
guides/synergy/synergies_beneficiaries_it.pdf
20
In base a questa visione, sono stati definiti 11 obiettivi strategici per il periodo dal
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2011 al 2020 e 22 altri obiettivi di più prossima scadenza (i primi 4 anni).
Vi è un numero di iniziative su cui si sta lavorando per accrescere la trasparenza e la qua-
lità delle competenze e qualifiche, facilitando la mobilità di studenti e lavoratori. Queste
includono:
- European Qualification Framework (EQF) ;
32
- Europass;
- European Credit System for VET (ECVET);
- European Quality Reference Framework for VET (EQAVET).
Il lancio dell’EQF ha l’obiettivo di aiutare gli impiegati e gli individui a comparare le
qualifiche all’interno dei diversi sistemi educativi e formativi europei: incoraggia i Paesi a
rapportare i loro sistemi di qualifica all’EQF in modo che tutte le nuove qualifiche emesse
dal 2012 portino un appropriato livello di EQF.
Accanto a questi obiettivi, possiamo trovare anche un’importante iniziativa come
quella del programma Leonardo Da Vinci: questo, nel campo della formazione professio-
nale, è progettato per incoraggiare progetti che diano agli individui la possibilità per miglio-
rare il loro sapere e le loro competenze attraverso un periodo di vita all’estero. Questo
programma sostiene la cooperazione tra le varie organizzazioni di formazione in tutta l’Eu-
ropa. Gli obiettivi specifici di tale programma sono:
- il sostegno di chi partecipa ad attività di formazione nell’acquisizione e utilizzo di
conoscenze, competenze e qualifiche per facilitare lo sviluppo della propria perso-
nalità e la partecipazione al mercato del lavoro europeo;
(n.d.). Retrieved June 3, 2015, from http://ec.europa.eu/education/policy/vocational-policy/doc/
31
brugescom_it.pdf
(n.d.). Retrieved June 3, 2015, from https://ec.europa.eu/ploteus/sites/eac-eqf/files/broch_it.pdf
32
21
- il miglioramento della qualità e dell’innovazione nei sistemi, negli istituti e nelle
prassi di istruzione e formazione professionale;
- l’agevolazione della mobilità delle persone in formazione che lavorano
Questo programma quindi risponde ad alcuni problemi che emergono dalla società
attuale, ovvero la crisi economica, il bisogno di nuove competenze e i cambiamenti demo-
grafici in Europa. Il ruolo che l’educazione degli adulti potrebbe giocare nelle strategie di
LLL, è quello di contribuire a politiche che cercano la competitività, l’occupabilità, l’inclu-
sione sociale e una cittadinanza attiva.
Un Consiglio di Risoluzione del Dicembre del 2011 fece richiesta di una rinnovata
agenda europea per l’educazione degli adulti, all’interno di una struttura per l’educazione e
la formazione (ET 2020). In Italia il sistema educativo e formativo sta attraversando un pe-
riodo di complessa riorganizzazione. Questo all’interno del suddetto processo europeo di
integrazione, il quale cerca di raggiungere la piena cittadinanza e la massima mobilità al-
l’interno degli Stati Membri.
Nel 2008, l’Italia si è unita al Programma di Assessment delle competenze degli adulti
(PIAAC 2008-2013), sviluppato dall’Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Eco-
nomico (OECD). La ricerca è condotta sulla popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni nel
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periodo che va dal 2010 al 2011. La presentazione dei risultati nell’ottobre del 2013 , di
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cui possiamo vedere una piccola parte qui di seguito , fa luce su alcuni aspetti preoccu
35
-
panti della realtà italiana:
- le competenze di alfabetizzazione in Italia sono sotto al livello degli Stati dell’OECD ;
36
Italian Lifelong Learning in Europe: Notes to the Second Millennium | Savelli | Journal of Educa
33
-
tion and Training Studies. (n.d.). Retrieved June 3, 2015, from http://redfame.com/journal/in-
dex.php/jets/article/view/303/278
OECD (2013), OECD Skills Outlook 2013: First Results from the Survey of Adult Skills, OECD
34
P u b l i s h i n g . R e t r i e v e d D e c e m b e r 5 , 2 0 1 5 , f r o m http://skills.oecd.org/
OECD_Skills_Outlook_2013.pdf
Figura I
35
Organisation for Economic Co-operation and Development
36
22