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INTRODUZIONE
Attualmente viviamo in un mondo in continuo cambiamento, ogni giorno vengono
fatti passi avanti nella scalata dello sviluppo. Uno sviluppo apparentemente progressivo
ma soprattutto di ampio respiro. Si parla di globalizzazione, oltre che di sviluppo e con
questo termine si intende l'abolizione di barriere fisiche e spaziali tra territori, fornendo
al nostro mondo delle sembianze per l'appunto globali tipiche delle società del terzo
millennio. La globalizzazione e lo sviluppo cooperano ogni giorno a modificare le
sembianze e le caratteristiche del nostro pianeta.
Gli artisti fin da sempre, con la loro particolare sensibilità risentono di tutti questi
cambiamenti e lasciandosene influenzare creano i loro prodotti artistici che, come
sempre è successo, rispecchiano il momento storico e politico in cui questi si sono
trovati a vivere. Fin dal Settecento ci si è cominciati a rendere conto in cosa fosse più
conveniente investire e si è cominciato a dar particolare rilievo all'apertura di barriere,
spaziali o mentali cominciando a far fluire idee, merci e persone. Il Gran Tour veniva
utilizzato come mezzo didattico e formativo per integrare gli insegnamenti accademici,
o anche quelli dei singoli autodidatti. Si stavano già facendo progressi verso l'idea
attuale di formazione a tutto tondo fatta di esperienze tangibili quanto di studio teorico.
Sono stati proprio gli spostamenti degli artisti, insieme alla mobilità dei loro prodotti
a creare la nostra cultura europea comune. Una cultura che ha investito sulle peculiarità
di ogni nazione, creando al contempo un percorso comune. Un filo rosso che unisce una
storia politica, una storia dell'arte e dei popoli che sono venuti a confluire e a dividersi
più e più volte hanno dato vita all'Europa che oggi conosciamo. Il contatto è avvenuto e
ha lasciato segni incancellabili, nonostante spesso risultino impercettibili a prima vista.
Oggi i contatti hanno raggiunto livelli che potremmo definire immediati, la fruizione ha
acquisito respiro mondiale e sfiora l'istantaneo attraverso il Web. Il viaggio è venuto ad
assumere sembianze virtuali, ma per quanto lo si voglia sostenere, non ha affatto
intaccato la ricerca di viaggi fisici e mai potrà rimpiazzarli. Di fatti notiamo senza
ombra di dubbio quanto il viaggio fisico, non solo non sia stato abolito, ma per giunta
migliorato, semplificato e reso più accessibile, in quanto – fortunatamente - mai sarebbe
sostituibile da esperienze virtuali, immagini o video, fortunatamente. Quello che spinge
a viaggiare è una curiosità implacabile altrimenti. E' il gusto del toccare con mano, del
ricercare il nuovo, l'esotico, il diverso. E' esperienza diretta di vita che farà di noi ciò
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che siamo e ogni viaggio rappresenterà un tassello di un puzzle nient’affatto
precostituito.
Per un artista, a maggior ragione, è la sensibilità artistica a spingere a ricercare
stimoli diversi dal proprio ambiente culturale, una ricerca di rapporti nuovi da rendere
in opere artistiche. La pratica delle residenze, sviluppata anch'essa negli anni del Grand
Tour, ha preso piede proprio perché permetteva una temporanea immersione in un
nuovo ambiente culturale e spaziale diverso dal proprio background di appartenenza. Si
creano grazie a questa pratica dei rapporti osmotici funzionali per entrambe le parti, i
due soggetti che vengono a ricreare un contatto, si conoscono vicendevolmente,
instaurano un rapporto e una condivisione da cui solitamente si deriva un prodotto
artistico nuovo, o quantomeno delle modifiche nelle tecniche o nella mentalità che in un
secondo momento possano essere viste applicate in qualche opera artistica. Questi
rapporti rispondono al contempo al bisogno di condivisione, di accettazione e di
inserimento in un ambiente artistico. Ognuno con le proprie particolarità entra in
contatto con l'altro, che smette di essere Altro e diventa semplicemente una novità.
Un'umiltà in grado di creare empatia, di creare novità a sua volta di insegnare molto più
di quanto i libri possano regalare. E' proprio l'empatia di un reciproco rapporto e
contatto ad avermi colpita e ad avermi persuasa ad analizzare, sulla base di due
esperienze dirette, come ci si sente nello sperimentarla, in quanto artisti.
Nel primo capitolo si entra nel merito della questione della mobilità artistica e
culturale, essendo quest'ultima la base del fenomeno delle residenze. Attraverso un
breve excursus storico sulle tappe che hanno consolidato questa pratica, a partire dal
Grand Tour fino ai nostri giorni, si arriva a spiegare più dettagliatamente che cosa sia
una residenza artistica, cosa si intende e a quali pratiche si fa generalmente riferimento.
Con il secondo capitolo si entra quindi più approfonditamente in merito alla
questione, fornendone un respiro più attuale e focalizzando l'attenzione su Siena e
sull'Associazione FuoriCampo, con l’idea di analizzare l'argomento. Questo capitolo si
ramifica in due sottocapitoli. Nel primo è l'associazionismo a costituire da perno
dell'analisi; la spiegazione si concretizza in un esempio, quello dell'Associazione
FuoriCampo attraverso il quale si ha modo di fornire dati sull’applicazione pratica dei
concetti esposti nei paragrafi precedenti. Nel secondo sottocapitolo è il progetto Itinera,
ad essere scardinato e si procede elencando, e spiegandole brevemente, le tappe portate
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a termine nel corso di questi tre anni intensi dell'Associazione, incluso esempi di
residenze artistiche.
Nel terzo capitolo il focus ricade proprio su uno dei progetti dell'Associazione
FuoriCampo, che rientra nel quadro del progetto"Itinera" e all'interno del quale sono
proprio le residenze d'artista a fare da linea guida. Difatti è questo terzo capitolo a
costituire la parte centrale della tesi, nella quale sono riportati i portfolio di riferimento
dei due artisti, Eugenia Vanni prima, e Lucien Roux in seguito, con annesse le
riflessioni sulle relative due interviste. Entrambi hanno sperimentato in prima persona
l'esperienza della residenza, sebbene con modalità e biografie di provenienza totalmente
differenti. Più precisamente il riferimento spaziale per quanto riguarda l'esperienza di
Eugenia, è Siena, mentre per Lucien, risulta essere Bruxelles in prima linea, e
secondariamente Parigi.
La conclusione contiene le considerazioni risultate dalle due esperienze che fanno
capo al progetto “Itinera” che lavora proprio per facilitare la messa in contatto punti di
realtà diverse e la messa a dialogo di queste ultime, dimostrando concretamente come
ogni contatto sia utile alla formulazione di nuove varianti della propria arte, o persino
alla creazione di nuovi prodotti artistici lontani dalla linea artistica abituale dell'artista
stesso. Ne deriva quindi che le residenze sono un ottimo strumento didattico, in quanto
permettono l'apprendimento e insieme la divulgazione dei nuovi prodotti che possono a
loro volta circolare e fornire nuovamente da spunto creativo in un circolo virtuoso di
idee globali.
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1. LE RESIDENZE D’ARTISTA
1.1 Che cos'è una residenza d'artista
Per un artista lo spostamento è parte integrante del proprio percorso di
apprendimento. Ci si sposta fisicamente per andare a vedere opere e lavori dei maestri a
cui ci si ispira, per frequentare corsi, workshop, partecipare ad incontri e convegni. Le
opere d’arte viaggiano a volte attraverso interi continenti per incontrare il proprio
pubblico. Il viaggio, fisico o metaforico, dell’artista o delle opere, aggiunge sempre
valore creativo all’oggetto d’arte, che ne rende sempre manifeste le tracce e le
suggestioni.
La residenza artistica è una delle modalità attraverso cui si può realizzare questo
viaggio. L’artista risiede stanzialmente, per un periodo più o meno lungo, in un altro
contesto, in un luogo differente, entrando in contatto con una realtà altra, che diviene
fonte di ispirazione ed esperienza creativa essa stessa. Nei paesi anglosassoni esistono
fondamentalmente due tipologie di residenza: gli Artist Residence Programs e le Artist
Colonies mentre in Italia si traducono in Residenze d’artista, Residenze creative per
artisti o Case degli Artisti. All’interno di questi insiemi le differenti offerte si
caratterizzano per sfumature, ma tutte si basano sul presupposto che l’artista effettui un
periodo di permanenza in un luogo diverso da quello in cui vive, è nato od opera
abitualmente.
Questo comporta il coinvolgimento di tutto l’ambiente, le relazioni che si instaurano
con la comunità locale, il tessuto urbano e sociale, la scoperta di nuovi punti di vista, di
nuove tradizioni e di un diverso sentire artistico e culturale, condizionano e cambiano il
modo di rapportarsi dell’artista con la realtà e con il proprio lavoro. Si tratta insomma di
uno spazio creativo ed allo stesso tempo di uno spazio vitale, un luogo in cui vivere.
Nonostante le peculiarità di ciascun progetto di residenza li rendano tutti diversi tra
loro per durata, target coinvolto e obiettivi, è possibile individuare una serie di
caratteristiche in comune: i soggetti organizzatori si occupano dell’accoglienza e
dell’ospitalità degli artisti affrontandone anche le problematiche, ad esempio il
reperimento dei fondi; le residenze offrono agli artisti l’opportunità di dedicarsi alla
propria arte a tempo pieno senza doversi preoccupare di altro sostenendone il processo
creativo ed il lavoro; hanno una durata temporale limitata nel tempo che può andare da
pochi giorni a ad oltre un anno; promuovono lo scambio artistico a carattere nazionale
ed internazionale; coinvolgono molti attori: l’artista, la comunità locale, gli
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organizzatori, il pubblico.
Riguardo all’ente organizzatore le residenze possono essere distinte tra: Residenze
accademiche: generalmente molto ben organizzate, gestite da istituzioni e con un ampio
margine di autonomia. Normalmente questi progetti sostengono tutte le spese per
l’accoglienza degli artisti, che sono essi stessi ad invitare o scegliere, e per
l’attrezzatura. Residenze specializzate: incentrate su particolari discipline o tecniche
artistiche, si avvalgono della collaborazione di esperti della materia scelta per il focus e
la loro attrattiva varia proprio in funzione di questa alta specializzazione e dell’offerta di
materiali, macchinari ed attrezzature specifiche. Residenze nomadi. Attivate per progetti
temporanei e obiettivi particolarmente specializzati (site-specific) legati proprio a quel
particolare luogo e a quello specifico artista partecipante. Case degli Artisti. Si tratta di
strutture ricettive che offrono espressamente ospitalità agli artisti in senso tecnico:
stanze, servizi, pasti. In queste “case” gli artisti possono trascorrere il tempo isolati, ma
anche entrare in contatto con altre persone ospitate e sconosciute. Le spese per
l’accoglienza, i trasferimenti ed altro sono completamente a carico degli artisti residenti.
Artist run Residencies. Connesse ad un run space o run centre, vale a dire un collettivo o
un’associazione con finalità artistiche che non si è accreditata. In questo caso si ha una
organizzazione indipendente ed autogestita che può dare vita anche a forme complesse
di residenza che coinvolgono imprese no profit, curatori e artisti nella promozione di
nuove forme d’arte.
I destinatari dei progetti di Residenza d’Artista sono naturalmente i creativi,
indipendentemente dalla tipologia di arte cui si applicano, ma molti altri soggetti
vengono coinvolti nella residenza. Innanzitutto i soggetti organizzatori, che spesso sono
associazioni artistiche o di promozione sociale, Musei, Accademie, Gallerie d’Arte in
collaborazione con Comuni ed Università e con il coinvolgimento di partner
internazionali. Non bisogna poi dimenticare la ricaduta dei progetti sul pubblico – il
Progetto Itinera ha visto la partecipazione di oltre 35.000 visitatori alla mostra Possa il
vero confutare il falso – coinvolto come fruitore dell’arte che si va a creare ma anche
fonte di ispirazione per la creazione stessa in qualità di comunità ospitante.
Itinera ha visto anche l’organizzazione di un particolare tipo di residenza destinata ad
un curatore d’arte. Il significato della pratica rimane lo stesso, così come il progetto
formativo, ma per quanto riguarda le modalità di confronto e svolgimento
dell’esperienza, oltre che naturalmente il frutto di questa pratica immersiva, la gestione
e la programmazione deve necessariamente essere diversa.
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Dal punto di vista della mediazione culturale durante la residenza si registrano due
diversi flussi di contaminazione: da un lato l’artista si stacca dalla propria realtà, dalle
proprie abitudini, dalla quotidianità e dalla normalità a cui è abituato per immergersi in
un contesto differente che offre diversi ostacoli e stimoli, a partire dalla comprensione
linguistica, dalle abitudini alimentari, da uno stile di vita estraneo e sconosciuto;
dall’altra parte la comunità ospitante riceve un elemento umano che rappresenta
un’incognita, dal punto di vista linguistico, culturale, affettivo. L’artista è un motore di
cambiamento nella comunità, cambiamento che si esplicita attraverso le relazioni umane
ed i cui effetti si potranno manifestare anche a distanza, alla conclusione dell’esperienza
residenziale
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. come una goccia che cade in uno specchio di acqua provocando delle
increspature.
Anche gli obiettivi sono diversi a seconda dell’ottica presa in esame. Per l’artista si
tratta di: incontrare e cooperare con altri artisti locali o in residenza; avere la possibilità
di lavorare con pubblici differenti; possibilità di aggiungere esperienze al proprio
curriculum artistico/carriera; ottenere riconoscimento in più contesti possibili, anche
internazionali, e quindi garantirsi visibilità; lavorare a progetti interessanti e prestigiosi;
esplorare il panorama artistico di un altro luogo; ampliare i contatti con artisti e
galleristi e la propria rete di conoscenze nel mondo dell’arte.
Per l’Organizzazione invece si tratta di: promuoversi e sostenere l’arte e gli artisti
contemporanei; raggiungere la mission di valorizzazione dei giovani talenti; essere di
supporto ai creativi nella produzione del loro lavoro; sviluppare la vocazione artistica di
una determinata area; contribuire alla crescita di una comunità artistica locale; dare una
nuova spinta economica e sociale ad una regione; aumentare il curriculum di attività
dell’organizzazione responsabile; visibilità e moltiplicazione degli eventi organizzati
(mostre, letture, workshop); avere a disposizione nuove opere d’arte per i propri
depositi; approfittare di una modalità di finanziamento delle proprie attività.
Una delle caratteristiche dei moderni progetti di residenza artistica è senza dubbio la
multidisciplinarietà. L’offerta si presta al coinvolgimento di musicisti, performer,
grafici, curatori d’arte, pittori, scultori, fotografi, tecnici e professionisti del cinema e
quasi ogni altra forma di creatività. Le possibilità ed i progetti coprono spettri così ampi
che chiunque ha la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di modalità, durata,
localizzazione, finalità ed anche in materia di finanziamento, escludendo le Case
1
Mura, 1979, pp. 267-315.