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- Introduzione -
Pochi giorni dopo la nascita della Repubblica, venne varata l'Amnistia
Togliatti. Il provvedimento, che doveva pacificare il Paese, si tradusse
nella liberazione di migliaia di fascisti, molti addirittura fecero parte
del nuovo “partito fascista”, l ’ M S I , naturalmente, potendo anche far
parte del parlamento; in netto contrasto, con quanto accadeva nel resto
d’ E ur o pa, i n t e m a di t r at t am e n t o g i ud i zi a r i o c o n tro i collaboratori
nazi-fascisti.
Il processo di epurazione, n el l ’ I t a l i a p o s t -fascista, ha suscitato in
questi ultimi settan t ’ anni, un vivace dibattito tra gli storici di diverso
orientamento, che si sono posti le seguenti domande :
1) Q ual è s t at o , do p o l a cadut a del r egi m e , l ’ a t t eggi am e n t o dei par t i t i ,
dei v ar i gr uppi d’ i n t e r es s e , di magistratura e degli alleati, nei
confronti di quanti, attivisti, fiancheggiatori, ideologi, industriali,
profittatori, delatori e fiancheggiatori, avevano sostenuto,
direttamente o indirettamente il regime fascista?
2) In particolare, q ua l e f u l ’ at t egg i a m ent o d el m ovi m e n t o par t i g i an o operante nel nord Italia?
3) Ma soprattutto, quale bilancio conclusivo si può trarre, quando nel
1948 t e r m i nò l ’ epur azi o n e?
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I l t e m a a l un go , s o pr at t ut t o n el l ’ i m m e di a t o d o p og u e r r a, è s t at o
considerato un tabù, tanto come a giustificare le ragioni che hanno
po r t at o a l l ’ e m anaz i o n e d el l ’ A m n i s t i a T ogl i a t t i n el 1946, r i t e nut e da i sui fautori, un atto necessario.
Il mio compito, una volta analizzato i vari orientamenti, è di dare un
giudizio di opportunità politica e soprattutto di valutare il risultato di
un provvedimento di clemenza che ha tanto cambiato il nostro paese,
proprio in un momento in cui era utile che emergessero delle
responsabilità e si chiarisse, una volta per tutte, co s ’ è s t at o i l ventennio fascista, quindi anche e soprattutto, una valutazione
giuridica.
Il lavoro di importanti storici e testimonianze di chi ha vissuto in
pr i m a p e r s o na l ’ A m n i s t i a T ogl i a t t i , come Mimmo Franzinelli, Elisa
Bizzarri, Hans Woller, Romano Canosa, mi ha indotto ad acquisire un
punto di vista che non può, non essere, chiaro e deciso.
L ’ I t a l i a p o s t - uni t ar i a è s t at a m ar ca t a da l l ’ ad ozi o n e r i p e t u t a di m i s ur e
di clemenza collettiva. Almeno 230 sono state quelle censite tra il
1861 e il 1943.
Ben ventiquattro furono invece, i provvedimenti amnistiali, compresi
tra il 1944 e il 1949, questi ultimi provvedimenti collegati
direttamente, al l ’ A m n i s t i a T ogl i at t i .
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1
Raffaele Romanelli, Storia dello Stato italiano dall’unità ad oggi, Bologna, 1995
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Ma anche negli anni, che vanno dal dopoguerra ai giorni nostri,
“l’amnistia ” ha r appr e s e n t at o un pr ovve d i m e nt o m ol t o ut i l i zza t o .
C ’ è chi h a proposto, come Stéphane Gacon, una classificazione dei
suoi diversi modelli.
Uno di questi sarebbe l ’ a m ni s t i a-perdono, caratteristica dei regimi
autoritari, che spesso si presenta come un ambiguo atto di generosità,
un gesto di forza vischiosa e paternalista, il più delle volte
accompagnato dalla «umiliazione di una richiesta
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», lì dove il perdono
ricambia la sottomissione.
L ’ am n i s t i a-rifondazione, invece, non chiede nulla in cambio, ma
interviene per riunificare un paese diviso, ricompattandone il corpo
politico, come accadde, con le leggi amnistiali del 1872 e del 1898,
a l l a f i n e d el l a g u e r r a ci vi l e a m e r i ca na, o c o n l ’ a m ni s t i a d el l a C o mune
di Parigi che gettò le basi della terza Repubblica francese.
C ’ è poi l ’ a m ni s t i a-riconciliazione, un modello che segue la fine dei
pe r i o di di t t a t o r i a l i . Se m b r a e s s e r e i l cas o d el l ’ I t a l i a d el l ’ i m m e d i at o
dopo guerra, della Francia dopo la fine della Repubblica
collaborazionista di Vichy o della Spagna post-franchista.
Questi provvedimenti, nella gran parte dei casi, sono ispirati da
v a l ut az i o ni d ’ o pp o r t un i t à, r a g i o n i d i f o r za m a ggi o r e m o t i v at e da l f at t o
che i regimi caduti hanno potuto contare su un vasto consenso sociale
costruito negli anni del loro dominio. Circostanza che rende
pr o b l em a t i ca un’ e pu r azione politica troppo estesa.
2
Stèphane Gacon “ l’ amnistie “ Seuil 2002
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L'amnistia estingue sia il reato, sia la pena, cosicché il certificato
penale dell'imputato rimane immacolato.
È prevista nel nostro ordinamento giuridico dall'art. 151 del codice
penale e consiste nella rinuncia, da parte dello Stato, a perseguire il
reato.
Si tratta di un provvedimento di clemenza ispirato, almeno
originariamente, a l l ’indulgentia principis, ma con il passare del tempo
e delle circostanze, essere di fatto utilizzato per opportunità politica e
pacificazione sociale, ma a volte diventa strumento di sfoltimento
delle cause pendenti e delle carceri (ancor più a snaturare, un istituto
nel suo essere originario).
Secondo il codice penale italiano del 1930, (art. 151) è tra le cause di
estinzione del reato e impedisce la valutazione penale del fatto
previsto dalla legge quale reato: essa quindi prevale su ogni altra
causa di estinzione.
Si distingue l'amnistia propria, concessa prima della condanna, in tal
caso il giudice non può operare con una cognitio e di conseguenza
accertare il reato; e l'amnistia impropria che, sopravvenuta alla
condanna, estingue la pena.
Non è ammessa la rinuncia all'amnistia: i decreti 29 marzo 1946, n.
132, e 22 giugno 1946, n. 4 (art. 6) concessero per la prima volta
all'imputato, la possibilità di rinunziarvi: si volle così consentire
all'imputato di provare la sua innocenza; ma l'esercizio di tale facoltà
ha dato luogo a gravi inconvenienti e critiche scientifiche a causa
dell'imperfetta formulazione e dell'incompleta disciplina, aggravata
dalla novità della concessione.
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Pe r f ar l uc e s u l l a c om p l i cat a v i ce nda d el l ’ am n i s t i a d el ’ 46, h o
analizzato una cospicua mole di documenti in gran parte rarissimi
(come la minuta del testo abbozzato dallo stesso ministro Togliatti
3
).
Il «carteggio Togliatti», testimonia la paternità del segretario
comunista nella stesura del decreto n°4, 22 giugno 1946 .
Le relazioni riservate dei prefetti e comandanti dei carabinieri
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sulle
scarcerazioni c o ns e n t o n o di acc er t a r e chi b e n e f i ci ò d el l ’ a m ni s t i a d e l 22 Giugno 1946, come e per quali reati, alcuni dei quali, come
testimoniato da Lutz Klinkhammer
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, molto efferati e fuori da qualsiasi
logica bellica, ma congeniati da un fervido immaginario criminoso.
U na co s a è s i cur a, un r egi m e t ot a l i t ar i o no n s i i ns t au r a da l l ’ ogg i a l domani, non è possibile prendere il pot e r e s e nza l ’ app o r t o di ch i ha interesse ad approfittare del regime.
Nel caso del fascismo, si va dai fascisti della prima ora, a personaggi
polit i ci ch e i n t r a v i d er o l a n e c e s s i t à d i uni f o r m ar s i a l l ’ i d eol ogi a fascista, ma non va, nemmeno, dimenticato l ’ app o r t o ch e l a magistratura diede, durante tutto il ventennio fascista, costretta o
accondiscendente a piegarsi ai voleri del regime, molti dei più illustri
magistrati, come vedremo in alcuni esempi, si resero autori di
favoritismi e parzialità al solo fine di agevolare chi prese parte al
mantenimento dello Stato totalitario di Mussolini; si adoperò la
magistratura, per permettere la concreta attuazione dei disegni del
regime e anche dopo la sua caduta, nella fase di accertamento
3
M. Franzinelli, L’ amnistia Togliatti, 22 giugno 1946 colpo di spugna sui crimini fascisti, 2006 LE
SCIE, Mondadori, pag 190-191
4
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – Ufficio Servizio e Situazione, oggetto «Relazione
mensile sulla situazione politico-economica,sulle condizioni dell’ordine, spirito pubblico ecc.
(Emilia Romagna e Toscana », 13 luglio 1943.
5
Lutz Klinkhammer, “stragi naziste in Italia”, Roma, Danzelli, 1997
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giudiziario sembrò ancora essere assoggettata in maniera reverenziale
a quanti fecero parte dello stato dittatoriale.
Affronto il tema di fondo del trapasso dal fascismo alla democrazia e
dalla guerra alla pace che riguardò tutto il ventennio, ma
concentrandomi con particolare interesse al biennio 1943- ’ 45,
ana l i zza nd o i f at t o r i che c o nc o r s er o a r e nd e r e l ’ am ni s t i a Togliatti,
tanto discutibile.
T ut t o ci ò co n l ’ ana l i s i d el l a f as e di epurazione iniziata con la caduta
del fascismo fino ad arrivare alla fine della ostilità in Italia, con il
m anca t o r i cam b i o d el l ’ appa r at o s t at a l e e l ’ i m pat t o ch e l ’ A mnistia
Togliatti diede.
Di sicuro il periodo fascista sarà ricordato come l ’ es p e r i e nza più triste
vissuta dal nostro paese, ma, quel che più di tutto rese amara la
liberazione dal fascismo, fu la rinuncia da parte dello Stato a far luce
su un fenomeno così grave come, appunto, il ventennio fascista.
Una vera occasione mancata, data dalla troppa frettolosa voglia di
voltare pagina, è concentrarsi sul dopo Mussolini, e anche perché vi
erano in gioco equilibri politici molto fragili (soprattutto per questo).
A recriminare giustizia, con forza, non sono solo chi in prima persona,
concorse a f ar s i ch e l ’ I t a l ia si liberasse dalla morsa nazifascista, ma
anche le generazioni future che sono creditrice di una conoscenza mai
accertata, che nessuno ripagherà mai ed il tutto dovuto ad atto di
clemenza che ho ragione di ritenere, invece di unire, disunì ancor di
più gli italiani.
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˗ Capitolo I ˗
Aspetti s toric i, l ’ e pura z ione in I t a li a , 1943-1945
§ 1 Badoglio al potere
La vicenda dell'epurazione si svolse soprattutto tra il 1943 e il 1946,
con strascichi sino al 1948 ed oltre. Fu caratterizzata da una fase
iniziale, che si potrebbe definire ascendente e che può racchiudersi tra
l'estate 1944 e la prima metà del 1945; e da una seconda fase, che si
potrebbe chiamare invece discendente o di ripiegamento, che iniziò
con la crisi del governo Parri e con la sua sostituzione con il governo
De Gasperi (10 dicembre 1945) e che toccò il suo culmine con
l'Amnistia Togliatti del 1946, visione coerente della fase fondatrice
della nostra Repubblica, che ha subìto certo una grande
trasformazione ma di cui è stato forse eccessivo proclamare la fine, se
non altro per tutti quegli elementi di continuità che sempre legano il
presente al passato, proprio sul tema della continuità dello Stato tra il
fascismo e l'immediato dopoguerra.
6
La fase d el l ’ epur az i o n e ebbe un antefatto, la breve ma significativa
esperienza epuratrice avviata autonomamente dagli alleati attraverso,
l'istituzione di una commissione che agì per qualche tempo nel
territorio regionale di Roma e un lungo epilogo, le numerose pronunce
del Consiglio di Stato, anche dopo il 1946: ma, di entrambi, non è
possibile qui occuparsene.
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Vedi, Claudio Pavone, La continuità dello Stato. Collana «Terni», 1995