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INTRODUZIONE
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare il trattamento riservato ai “unlawful enemy
combatants”, ponendo tale qualifica a confronto con lo status di prigioniero di guerra
disciplinato e protetto dalla III Convenzione di Ginevra. A seguito degli attentati terroristici
del settembre 2001, fu imbastito un intenso dibattito, in merito al rispetto del Diritto
Internazionale Umanitario, a causa delle reiterate violazioni della III Convenzione di Ginevra
ad opera degli Stati Uniti d’America.
In sua difesa, l’Amministrazione Bush ha più volte sostenuto che ai membri di Al Qaeda e ai
Talebani non potesse essere attribuito lo status di prigioniero di guerra, in quanto non
appartenenti alla categoria descritta dall’articolo 4 della III Convenzione di Ginevra, proprio
in seguito a tali eventi, fu riproposto il termine di “unlawful combatants” in riferimento ai
sospettati terroristi.
Nel primo capitolo sono state analizzate le idee e i progetti che hanno contribuito alla
realizzazione del Diritto Internazionale Umanitario, il cosiddetto jus in bello, ed è stato
evidenziato, in particolare, il concetto di neutralità dal quale discendono le forme di tutela
previste dalle Convenzioni di Ginevra. Tra quest’ultime, la III Convenzione di Ginevra
fornisce una dettagliata definizione dello status di prigioniero di guerra ed espone chiaramente
le protezioni e i diritti attribuiti a questa qualifica.
A vigilare sull’osservanza di tali disposizioni vi è il Comitato Internazionale della Croce
Rossa, che riveste il ruolo di garante del Diritto Internazionale Umanitario e si interroga sulla
necessità di revisionare tale branca del diritto, tenendo conto dei nuovi tipi di conflitti emersi
nell’era post-moderna.
L’indagine prosegue esaminando il caso di Guantánamo, attraverso l’analisi di diversi
documenti, con i quali è stata autorizzata la detenzione a tempo indeterminato di presunti
terroristi. Il nodo fondamentale di questa tesi consiste nel valutare se le Convenzioni di
Ginevra siano da considerarsi applicabili ai detenuti di Guantánamo, ai sensi di quanto
dichiarato dalle sentenze della Corte Suprema in merito ai ricorsi di habeas corpus.
Attraverso l’analisi effettuata è legittimo chiedersi fino a che punto l’Esecutivo statunitense
possa limitare alcuni diritti fondamentali dell’uomo a favore della sicurezza nazionale.
4
CAPITOLO I
IL TRATTAMENTO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA
SOMMARIO: 1.1 Evoluzione del concetto di Neutralità 1.2 Definizione di
Prigioniero di Guerra 1.3 Protezione e Diritti del Prigioniero di Guerra 1.4 Divieto
di Tortura nelle Fonti Internazionali
1.1 Evoluzione del concetto di Neutralità
La nascita del concetto di neutralità del ferito si può far risalire a diversi giuristi e filosofi che
si interessarono alla regolamentazione dei conflitti, ben prima dell’adozione e dello sviluppo
della Prima Convenzione di Ginevra del 1864.
Già nel diciottesimo secolo, Jean-Jacques Rousseau contribuì proponendo il seguente
principio relativo alla guerra tra stati:
“La guerra non è una relazione tra uomo e un altro uomo, ma tra stato e stato, nella
quale i singoli sono nemici solo accidentalmente; non certo come uomini e neppure come
cittadini, bensì come soldati; non come membri della patria, ma come suoi difensori. […]
Obiettivo della guerra essendo la distruzione dello Stato nemico, si ha diritto di ucciderne i
difensori finchè essi impugnano le armi; ma appena le depongono e si arrendono, finendo di
essere nemici o strumenti del nemico, tornano semplicemente uomini e non si ha più diritto
sulla loro vita.”
1
Altrettanto importante l’intervento messo in atto da Ferdinando Palasciano, che partecipò in
qualità di medico alla repressione della rivolta di Messina del 1848. Contrariamente alle
1
Cit. IL CONTRATTO SOCIALE, Jean – Jacques Rousseau sociale, Milano : RCS Quotidiani, A cura di
Roberto Gatti, 2010, pag. 15-16.
5
disposizioni del generale Carlo Filangieri, il giovane medico si adoperò per prestare cure
mediche anche ai nemici rimasti feriti durante i combattimenti. Per aver contravvenuto agli
ordini del comandante della spedizione, venne deferito alla Corte Marziale rischiando la
fucilazione, nonostante avesse giustificato con il generale Filangeri il proprio comportamento
affermando: “I feriti, a qualsiasi esercito appartengano, sono per me sacri e non possono
essere considerati nemici”, e “Il mio dovere di medico è più importante del mio dovere di
soldato”
2
. La sua fu una forte provocazione per quei tempi e sensibilizzò gli animi dei vari
governanti, a tal punto che re Ferdinando II di Borbone gli concesse la grazia, commutandogli
la pena capitale in una reclusione in carcere. L’essenza del suo pensiero è racchiusa in un
discorso tenuto nel gennaio 1861, all’interno del quale è enunciata la base della proposta
destinata a costituire l’idea portante della futura Croce Rossa Internazionale:
“Bisognerebbe che tutte le potenze belligeranti, nella Dichiarazione di Guerra,
riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il
tempo della loro cura e che adottassero rispettivamente quello dell’aumento illimitato del
personale sanitario durante tutto il tempo della guerra.”
3
Un farmacista francese, Henry Arrault, pubblicò nel 1861 il libretto Notizie sul
perfezionamento del materiale delle ambulanze volanti e divulgò un progetto di “contratto
sinallagmatico tra Sovrani”, in cui si reclamava l’inviolabilità dei medici militari, degli
infermieri e delle ambulanze.
Un altro importante contributo fu quello di Miss Florence Nightingale, infermiera britannica
nota come "La Signora con la lanterna", che è considerata la fondatrice dell'assistenza
infermieristica moderna e che viene ricordata per l’aiuto nei confronti dei militari feriti e
bisognosi, oltre che di soccorsi, anche di una parola di conforto, durante la guerra di Crimea.
Nel 1859, in seguito alla seconda guerra di indipendenza italiana e ai terribili massacri
avvenuti nei campi di battaglia, nacque l’idea della Croce Rossa. La guerra fu condotta da
parte francese dall’imperatore Luigi Napoleone Bonaparte III, insieme al re di Sardegna
Vittorio Emanuele II, al fine di allontanare gli austriaci dall’Italia settentrionale.
Il 24 giugno del 1859 fu combattuta a Solferino la più cruenta battaglia di quella guerra,
caratterizzata da una terribile carneficina e da una forte disorganizzazione nel soccorso dei
feriti: questo impressionò dolorosamente lo svizzero Henry Dunant, il quale era giunto lo
2
Cit. NEUTRALITA’ E CROCE ROSSA, Alle origini dell’idea del Soccorso Umanitario in tempo di Guerra
(Messina 1848 – Solferino 1859 – Ginevra 1864), Matteo Cannonero, 2013, pag. 22
3
Cit. Matteo Cannonero, pag. 26
6
stesso giorno a Castiglione delle Stiviere per incontrare l’imperatore Napoleone Bonaparte III,
allo scopo di ottenere una concessione per acque e terreni per la sua attività in Algeria.
Il ginevrino Dunant raccontò queste atrocità utilizzando le seguenti parole:
“Qui, si svolge una lotta corpo a corpo, orribile, spaventosa; Austriaci ed Alleati si
calpestano, si scannano sui cadaveri sanguinanti, s’accoppano con il calcio dei fucili, si
spaccano il cranio, si sventrano con le sciabole o con le baionette; è una lotta senza
quartiere, un macello, un combattimento di belve, furiose ed ebbre di sangue; anche i feriti si
difendono sino all’ultimo: chi non ha più un’arma afferra l’avversario alla gola,
dilaniandogliela con i denti.”
4
Al mattino del 25 giugno, lo scenario fu ancor più agghiacciante:
“Il sole del 25 illuminò uno dei più orrendi spettacoli che si possano immaginare. Il
campo di battaglia è coperto dappertutto di cadaveri e di carogne; le strade, i fossati, i
dirupi, le macchie, i prati sono disseminati di corpi senza vita e gli accessi a Solferino ne
sono letteralmente punteggiati. I campi sono devastati, il grano e il granoturco sono
abbattuti, le siepi sconvolte, orti e giardini messi a sacco; di tratto in tratto s’incontrano
pozze di sangue. I villaggi sono deserti e portano il segno dei guasti operati dalla fucileria,
dai razzi incendiari, dalle bombe, dalle granate e dagli obici; le mura sono conquassate e
sbrecciate, le case sforacchiate, lesionate, piene di crepe; gli abitanti, che hanno trascorso
circa venti ore nascosti al riparo nelle cantine, senza luce e senza viveri, cominciano a uscire
con un’espressione di stordimento che attesta il terrore lungamente sofferto.”
5
Alla fine dell’estate del 1862, Dunant scrisse e pubblicò “il Ricordo di Solferino”, all’interno
dell’opera l’autore descrisse le due facce della guerra, quella conosciuta, e poi quella
sconosciuta relativa all'incredibile abbandono dei feriti e dei morenti. Questo capolavoro
scosse i filantropi di tutta Europa e avviò alla nascita della Società di soccorso ai militari feriti
e alle Convenzioni di Ginevra. Il presidente della Società di utilità pubblica di Ginevra, il
dottor Gustavo Moynier, a seguito di tale lettura, propose a Dunant di realizzare le sue idee e
lo invitò a parlare durante una seduta della Società di utilità pubblica
6
, riscontrando subito un
consenso positivo unanime. Fu creata la cosiddetta Commissione dei Cinque, con il compito
di trovare idee e valori comuni tra gli Stati e a tale scopo fu convocata nel 1863 una
Conferenza Internazionale aperta a tutti gli Stati. In seguito ad un ulteriore intervento di
Dunant, presso il Convegno Internazionale di Statistica a Berlino, fu aggiunto il documento
conosciuto con il nome di “circolare di Berlino”
7
al progetto precedentemente enunciato. In
4
Cit. UN RICORDO DI SOLFERINO, Henry Dunant, a cura di Luigi Zanetti, Milano, 1863, pag. 20
5
Cit. Henry Dunant, pag. 71
6
Vedi Appendice Documento N° 1: Lettera di invito della Società di utilità pubblica alla conferenza del 1863
7
Vedi Appendice Documento N° 2: Circolare di Berlino
7
questo documento la Commissione ginevrina introdusse per la prima volta il concetto di
neutralità dei feriti in guerra.
La data che segnò un passaggio importante per la storia del Diritto Internazionale Umanitario
è il 22 agosto del 1864, giorno in cui nacque la Croce Rossa e 12 Stati firmarono la
Convenzione per il miglioramento delle condizioni dei feriti e dei malati delle Forze Armate
sul campo di battaglia, con la quale si cercò di rendere la guerra disciplinata dal diritto, grazie
al riconoscimento della dignità della persona umana e alla neutralità del ferito.
Sin dal principio Dunant si preoccupò, inoltre, delle sorti dei prigionieri di guerra, la cui
condizione non era stata trattata da nessun regolamento o tradizione storica e la cui gestione
gravava considerevolmente sull’economia dell’esercito che li catturava. In passato il
ginevrino aveva proposto alcune annotazioni da aggiungere nella bozza discussa durante la
prima Conferenza di Ginevra, ma queste furono omesse poiché nessuno Stato sarebbe stato
disposto a concedere tali privilegi e protezioni al nemico, e inoltre vi era maggiore esigenza
riguardo al soccorso dei feriti e dei malati. Nell’agosto del 1867 Dunant fece stampare un
opuscolo intitolato “I Prigionieri di Guerra”
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in cui racchiudeva il suo pensiero, composto da
una serie di provvedimenti sulle condizioni dei prigionieri di guerra (anche riguardo allo
scambio e alla sepoltura), da proposte per la creazione di comitati nazionali per la loro tutela e
di un ufficio di corrispondenza e informazione.
Il 24 febbraio 1874, Dunant fu nominato Segretario Internazionale della Società per il
miglioramento della sorte dei prigionieri e furono invitati tutti gli Stati ad una riunione
internazionale rivolta alla discussione di questo tema. Durante il “Congresso per
l’unificazione internazionale delle norme sul trattamento dei prigionieri di guerra” le grandi
Potenze presenti si opposero fermamente al progetto proposto e il tema dei prigionieri di
guerra verrà ripreso successivamente nel 1929, quando sarà regolato come integrazione dei
compiti affidati al Comitato Internazionale della Croce Rossa.
1.2 Definizione di Prigioniero di Guerra
Il concetto di Prigioniero di Guerra è strettamente legato al concetto di Combattente legittimo,
occorre perciò applicare l’importante principio di distinzione, considerato come regola base
più importante del Diritto Internazionale Umanitario, la cui violazione costituisce un crimine
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NEUTRALITA’ E CROCE ROSSA, Alle origini dell’idea del Soccorso Umanitario in tempo di Guerra
(Messina 1848 – Solferino 1859 – Ginevra 1864), Matteo Cannonero, 2013, pag. 106-107.