1. Introduzione
1.1. Premessa
Al giorno d’oggi, la tendenza a livello mondiale è quella di una progressiva
crescita del livello di urbanizzazione delle città, crescita che però richiede
sempre più lo sfruttamento del tessuto non antropizzato e soprattutto delle
risorse ambientali.
L’aumento del livello di urbanizzazione è strettamente legato alla crescita
della popolazione, che a sua volta comporta un incremento della domanda di
mobilità e della conseguente richiesta di infrastrutture affidabili, il tutto
combinato con la necessità di una maggiore efficienza energetica e una
maggiore consapevolezza ecologica richiesta dagli standard odierni.
In un tale scenario, l’utilizzo e l’ottimizzazione dello spazio sotterraneo sta
acquisendo sempre più un’importanza rilevante, per via dell’ormai
comprovato impatto positivo che hanno le costruzioni in sotterraneo,
soprattutto nei centri densamente abitati.
Lo scavo in sotterraneo rappresenta, pertanto, una soluzione moderna e
straordinariamente efficace nella risoluzione di molti problemi di viabilità,
in considerazione della riduzione dei tempi e dei costi di trasporto che esso
permette.
Nell’ambito del progetto di potenziamento della rete di trasporto afferente
all’area urbana ed extra-urbana del comune di Catania, la C.M.C.
(Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna) si sta occupando dei lavori di
2 Introduzione
realizzazione della nuova tratta metropolitana denominata Nesima-
Misterbianco, la quale, aggiungendosi alla rete già esistente, si pone
l’obiettivo di ridurre le problematiche di mobilità che affliggono l’area in
questione.
La realizzazione di una galleria metropolitana richiede però che progettisti,
costruttori e organi che ne gestiscono la realizzazione debbano tenere sotto
controllo delle problematiche di diversa natura:
a) rischio geologico;
b) rischio progettuale;
c) rischio costruttivo;
d) rischio operativo;
e) rischio finanziario.
Qualora i rischi connessi alla costruzione non siano gestiti in maniera
adeguata, esiste il serio pericolo che la realizzazione di opere di questo
genere possa avere un impatto potenzialmente catastrofico sull’ambiente
circostante.
Sicuramente le problematiche connesse all’imprevisto geologico, agli errori
progettuali ed a una cattiva costruzione dell’opera sono quelle che
maggiormente preoccupano lo scavo di gallerie in ambito urbano, in quanto
il mancato controllo di tali operazioni potrebbe indurre alla formazione di
meccanismi di collasso del fronte, i cui effetti, a volte disastrosi, si
ripercuoterebbero pesantemente sull’ambiente costruito presente in
superficie, compromettendo sia il funzionamento delle strutture sovrastanti
che il bilancio finanziario dell’opera.
L’espansione della linea metropolitana del comune di Catania ha avuto nel
corso dell’ultimo ventennio molti alti e bassi, con numerosi periodi di fermo
Introduzione 3
che hanno provocato una crescita a rilento, con tempi di realizzazione e
consegna delle varie tratte e delle opere ad esse annesse non sostenibili con
la crescente domanda di mobilità. Tali rallentamenti, trascurando le
problematiche burocratiche e finanziare, sono stati generati prevalentemente
da una scorretta gestione del rischio geologico e di quello costruttivo.
Difatti tutte le tratte, oggi in funzione, che costituiscono l’assetto strutturale
della metro catanese, sono state realizzate sia in passato che in tempi più
recenti facendo ricorso alla tecnica dello scavo in tradizionale, tecnica
secondo la quale il processo di sfondamento del fronte sia realizzato
ricorrendo ad una parzializzazione delle operazioni di scavo dello stesso e
alla successiva installazione del rivestimento di supporto del profilo scavato.
Lo scavo in tradizionale, pur essendo una tecnica di comprovata validità che
ha consentito la realizzazione in tutto il mondo di migliaia di chilometri di
gallerie, presenta delle problematiche operative non indifferenti, prima fra
tutte l’incapacità di una corretta gestione dei fenomeni di instabilizzazione
dello scavo. Tale condizione ha fatto sì che numerosi scavi subissero
notevoli rallentamenti, con tempi di fermo anche piuttosto elevati, per via
delle conseguenze scaturite dalla formazione di camini di collasso, che
pregiudicavano la regolare fruizione delle attività in superficie.
In tali circostanze si è imbattuta purtroppo anche la realizzazione della
metropolitana di Catania, che fra problemi di natura finanziaria e
complicazioni scaturite da dissesti strutturali generati durante le procedure
di scavo, ha visto nell’arco di più trent’anni dei tempi di produzione molto
congestionati, che hanno portato alla realizzazione di una rete di trasporto
costituita da appena 8.8 km di linea, contro i 13.2 km della metro di Torino,
i 20.3 km di quella di Napoli, i 60 km della rete di Roma e 101 km della
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metropolitana milanese. Ovviamente per Catania si tratta di numeri alquanto
esigui se si pensa alle notevoli problematiche di mobilità, sia urbana che
extraurbana, che affliggono la città etnea e il suo vasto hinterland.
La necessità di concretizzare in tempi più ragionevoli il progetto di
potenziamento della rete metropolitana catanese e l’avere a che fare con
delle condizioni geologiche molto complesse, ha spinto la stazione
appaltante a promuovere, per la prima volta a Catania, l’utilizzo dello scavo
meccanizzato mediante TBM (Tunnel Boring Machine) per la realizzazione
della galleria di linea.
Questa tipologia di macchina consente ad oggi la realizzazione di gallerie
naturali nelle situazioni tensio-deformative più complesse e disperate,
attraverso l’avanzamento per fasi continue di un processo, che include lo
scavo con fresa meccanica a piena sezione, il sostegno temporaneo della
cavità, la posa del rivestimento e lo smaltimento del materiale scavato.
Il vantaggio nell’optare per lo scavo con TBM, oltre che nella capacità di
ridurre i tempi di produzione e quindi dei costi di realizzazione, risiede
soprattutto nella possibilità di poter far affidamento su strumenti tecnologici
in grado di abbattere il rischio di instabilità durante le operazioni di
realizzazione di un tunnel.
Tali risorse tecnologiche risiedono nella capacità della macchina impiegata
nello scavo di esercitare un’azione spingente di contrasto nei confronti del
fronte di avanzamento.
La stima della corretta pressione di supporto da applicare al fronte diventa
pertanto una delle principali incognite da valutare, sia in fase preventiva di
progetto sia in fase di esecuzione dell’opera, in quanto consente di
controllare lo scarico tensionale nel terreno, in modo tale che i movimenti
Introduzione 5
prodotti dallo stesso non costituiscano elemento di rischio né per gli
operatori addetti ai lavori né per le strutture presenti in superficie.
1.2. Obiettivi del lavoro
Lo scopo del presente lavoro di tesi è quello di indagare sulle problematiche
connesse allo scavo con TBM in ambito urbano, soffermandosi
prevalentemente sulle prerogative legate al rischio progettuale e sulle
potenziali criticità che da quest’ultimo possono scaturire.
Tale lavoro, sviluppato durante un periodo di stage presso gli uffici della
CMC, affronta infatti uno degli argomenti più complessi e affascinanti in
tema di tunneling, che è quello relativo alla stabilità del fronte scavo, a cui è
connesso la conseguente l’analisi degli effetti indotti in superfice dallo
scavo. Questa tesi presenta una connotazione volutamente applicativa,
proponendosi l’obiettivo di affrontare un’argomentazione molto richiesta
nel campo della progettazione di gallerie, facendo ricorso sia a metodologie
analitiche che a simulazioni FEM avanzate in campo 3D.
1.3. Organizzazione del lavoro
Il lavoro si articola complessivamente in otto capitoli, suddivisi in due parti:
la prima parte, si sviluppa dal capitolo 2 al capitolo 6 ed è dedicata
interamente all’inquadramento generale del tema da trattare; mentre nella
6 Introduzione
seconda parte, che comprende i capitoli 7, 8 e 9, viene presentato il caso
oggetto di studio, ossia lo scavo della tratta Nesima-Misterbianco.
Nel capitolo 2 vengono introdotti gli aspetti generali connessi allo scavo in
sotterraneo e alla realizzazione di gallerie metropolitane, soffermandosi
principalmente alla trattazione delle principali tecniche realizzative.
Il capitolo 3 è invece interamente dedicato alla trattazione dello scavo
meccanizzato e riporta tutte le informazioni salienti riguardanti le TBM, la
loro classificazione e i principi di funzionamento.
Il capitolo 4 affronta le problematiche, di natura teorica, connesse alla
stabilità del fronte scavo: in questa parte del lavoro vengono proposti alcuni
dei metodi analitici utilizzati nella pratica progettuale per il calcolo della
pressione di supporto che garantisce la stabilità del fronte stesso.
Nel capitolo 5 vengono presentate le principali peculiarità e criticità
connesse alla modellazione numerica agli elementi finiti (FEM) delle
gallerie, facendo particolare riferimento al software Plaxis 3D Tunnel,
impiegato in questo lavoro ai fini della realizzazione di modelli 3D
rappresentativi dello scavo con TBM.
Il capitolo 6 chiude la prima parte dedicata all’inquadramento generale e
riporta le principali argomentazioni riguardati le problematiche connesse
all’analisi degli effetti indotti in superfice dallo scavo in sotterraneo. In
questo capitolo vengono infatti presentate le principali metodologie
empiriche utilizzante in pratica per calcolare i cedimenti prodotti durante le
fasi di avanzamento di una TBM.
Con il capitolo 7 si entra nella seconda parte del lavoro, dedicata alla
trattazione del caso studio: in questo capitolo vengono infatti introdotte le
principali informazioni rigurdanti le problematiche di mobilità che
Introduzione 7
affliggono l’area metropolitana di Catania, il progetto della tratta Nesima-
Misterbianco, i dettagli tecnici della TBM utilizzata, l’inquadramento
geologico dell’area interessata dallo scavo e la caratterizzazione geotecnica
di terre e rocce.
Il capitolo 8 tratta le problematiche di stabilità del fronte in relazione al caso
della tratta Nesima-Misterbianco. In particolare in questo capitolo vengono
presentati i risultati relativi al calcolo della pressione di supporto ottenuti
facendo ricorso alle metodologie analitiche, le simulazioni numeriche
adottate per indagare sulla stabilità del fronte ed infine i confronti fra i
risultati ottenuti dai metodi analitici e da quelli numerici.
Il capitolo 9 è dedicato allo studio degli effetti indotti dallo scavo in
superficie e sull’ambiente costruito: in questo capitolo vengono presentati
sia i risultati relativi al calcolo dei cedimenti indotti ottenuti per mezzo delle
correlazioni empiriche, che i dettagli relativi alla simulazione numerica 3D
del processo di avanzamento dello scavo e e i conseguenti risultati.
Il lavoro si chiude con il capitolo 10, nel quale vengono riportate le
considerazioni conclusive e i potenziali sviluppi futuri dell’argomento
trattato.