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Introduzione
L’argomento che ho scelto di trattare in questa tesi riguarda le applicazioni pratiche in ambito
economico, in particolare nel marketing, di alcune teorie studiate in psicologia relativamente ai
processi dell’apprendimento umano: le tecniche di condizionamento. Le motivazioni che hanno
indirizzato la mia scelta nascono dal mio interesse nei confronti di quelle che sono le strategie
pubblicitarie, ovvero il rapporto tra lo studio delle strutture della mente umana e la realizzazione
di un efficiente piano comunicativo promozionale. L’interesse per questo argomento deriva
anche dalla mia personale curiosità rispetto al mondo della psicologia cognitiva trattato durante
il mio percorso formativo universitario.
Nel primo capitolo di questo elaborato ho scelto di trattare gli argomenti fondamentali per poter
procedere nel mio discorso, ovvero ho introdotto quelli che sono i fondamenti del marketing:
perché e quando è divenuto necessario per l’economia sviluppare questo particolare settore. Di
seguito ho descritto cosa si intende per comportamento d’acquisto del consumatore e processo
decisionale e l’influenza reciproca esistente tra il consumer behaviour e il marketing, elemento
centrale per questo elaborato che si sviluppa attorno alle modalità di condizionamento del
processo decisionale d’acquisto. In ultimo ho definito quali sono le basi teoriche
dell’apprendimento, e le sue diverse forme, focalizzandomi sulla corrente comportamentista e
in particolare sui principi fondanti delle tecniche di condizionamento.
Il secondo capitolo, così come sarà per il terzo, è stato suddiviso in due macro- argomenti: la
prima parte definisce quali sono le caratteristiche teoriche e gli autori di riferimento per quanto
riguarda lo sviluppo delle tecniche di condizionamento classico, mentre nella seconda parte del
capitolo vengono descritte le reali applicazioni delle teorie relative al condizionamento nel
marketing, con una serie di esempi di riferimento. In questo modo ho cercato di fornire gli
elementi teorici ai fini di un inquadramento esauriente di quella che è la reale importanza degli
studi psicologici e delle tecniche di condizionamento nel settore economico.
Il terzo ed ultimo capitolo mantiene la struttura del capitolo precedente, per cui nella prima
parte vengono descritte le teorie di riferimento e i relativi autori in modo da fornire un’idea
generale di quello che è il condizionamento operante in termini teorici, mentre nella seconda
parte vengono riportati i diversi modelli di condizionamento attivo sfruttati in ambito
pubblicitario. Per comprendere al meglio il legame che esiste tra teoria e pratica ho riportato
alcuni esempi inerenti a quanto trattato
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1. Il Consumatore tra Apprendimento e Condizionamento
1.1.Premesse
“Siamo consumatori. Probabilmente più di qualsiasi altra cosa siamo consumatori. Più che
studenti, professori, manager, lattai o fruttivendoli, noi siamo consumatori”.
In un’ottica di questo tipo diviene importante studiare il contesto sociale, e il nostro
comportamento all’interno della società in una prospettiva di consumo, intesa come analisi del
processo decisionale e d’acquisto, delle strategie aziendali che lo orientano e lo condizionano
(marketing e pubblicità) e dei processi individuali e psicologici che determinano i nostri
comportamenti come consumatori oltre che come individui
1.1.1 Marketing Concept: Cenni Storici e Definizione
A partire dal Secondo Dopo Guerra si avvia una trasformazione economica, sociale e culturale
che investirà tutti i paesi del mondo per arrivare Ad essere quella che al giorno d’oggi definiamo
Globalizzazione. Durante gli anni definiti del “boom economico” si assiste ad un incremento
esponenziale dello sviluppo di nuove tecnologie, di nuovi mezzi di comunicazione e di
trasporto, per cui lo spostamento di mezzi persone ed informazioni conquista potenzialità
diverse e fino ad allora sconosciute, in questo contesto anche le imprese si evolvono da
nazionali a multinazionali. Negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso si assiste quindi ad
un’evoluzione delle caratteristiche del mercato in quanto l’aumento dell’efficienza produttiva
e della competizione hanno portato ad un eccesso di offerta tale per cui le imprese producono
più di quanto realmente i consumatori finali acquistano. In questo contesto storico-economico
la concorrenza tra aziende si allarga su scala mondiale e il livello di competitors in ogni mercato
aumenta. In quest’ottica è stato necessario, da parte delle aziende, modificare il modo
(orientamento) di rapportarsi con il mercato di riferimento passando da un approccio di
“orientamento alle vendite” (anni ’30-’40) ad uno di “orientamento al marketing”, che assume
il nome di “orientamento al mercato” nel momento in cui viene implementato. Il marketing
concept costituisce una vera e propria filosofia di gestione delle imprese e delle organizzazioni
in generale, in base alla quale l’impresa, per generare profitti, mira a soddisfare i bisogni e i
desideri dei clienti, quindi un approccio al mercato che “sposta il marketing all’inizio del ciclo
produttivo e non alla fine e lo introduce in ogni fase aziendale”. Le origini del marketing
risalgono ai primi anni del secolo scorso quando negli Stati Uniti iniziarono a svilupparsi le
prime grandi imprese produttrici di beni di consumo durevoli e non durevoli quali Singer, Coca
Cola, Ford, Sears e molte altre le cui strategie erano orientate verso la creazione di un mercdi
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massa per i propri prodotti. Per mercato di massa si intende un mercato caratterizzato dalla
realizzazione di grandi quantità di beni standardizzati ed in questo contesto assunse un ruolo
fondamentale il marketing, inteso come funzione deputata a progettare, attivare e mantenere
relazioni di scambio soddisfacenti tra la sfera della produzione e del consumo. Tutava le aziende
realizzarono che quando le innovazioni o i prodotti proposti non emergevano rispetto alla
grande produzione di massa utilizzarono lo strumento del marketing per distinguersi dai
concorrenti. Attraverso l’implementazione di un piano di marketing aziende, e i grandi
produttori, si resero conto che era possibile creare nei consumatori un’aspettativa che li portasse
alla percezione che il proprio prodotto fosse migliore rispetto ai prodotti concorrenti con il fine
di realizzare il maggior profitto possibile. Pertanto il compito del marketing è quello di
analizzare e monitorare i bisogni del consumatore, e, in base a questi, introdurre sul mercato
beni e servizi adeguati che possano orientare le preferenze del cliente finale. Il marketing
assume sempre più importanza nella misura in cui riesce a monitorare i bisogni del consumatore
e offrire prodotti sempre più vicini a quelli desiderati, prodotti in grado di soddisfare nel modo
più completo possibile. Ad oggi le capacità del marketing si sono evolute al punto di passare
da una prospettiva così detta “push”, ossia di spinta dei prodotti sul mercato, ad una prospettiva
“pull”, in cui assumono massima rilevanza per le imprese l’analisi e le ricerche di mercato al
fine di carpire i desideri dei consumatori, al punto di riuscire ad indurre determinati bisogni.
E’ utile accennare brevemente anche alla differenza che esiste tra “fare marketing” e “fare
pubblicità”, infatti anche se nel linguaggio comune viene frequentemente attribuita ad entrambe
le forme una stessa accezione, si intendono due livelli diversi di azione. Se “fare marketing”
significa: analizzare il mercato, analizzare la concorrenza, individuare i punti di forza e di
debolezza della propria impresa così da definire un piano d’azione; fare “pubblicità” significa
applicare le informazioni ottenute dall’analisi di marketing, così da creare un messaggio
efficace a rendere pubblica la proposta di un prodotto adatto a soddisfare un certo tipo di
bisogni. La pubblicità è infatti soltanto una forma di marketing in quanto individua solamente
una delle componenti del piano di marketing mix che ogni azienda deve definire. La
comunicazione pubblicitaria, infatti, pur essendo un processo dinamico che, tramite un
messaggio, produce un feedback al consumatore, concorre solo in parte ad influenzarne il
processo d’acquisto. In sintesi si può spiegare questo concetto utilizzando la metafora
dell’iceberg di Kotler: la parte sommersa dell’iceberg è il lavoro del marketing, che però non è
visibile, ciò che è visibile è ciò che il marketing ha prodotto: linee di prodotti, campagne
pubblicitarie.
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1.1.2. Consumer Behaviour e Marketing: influenza reciproca
Figura 1 Consumer Behaviour e Marketing
Considerando la premessa che riconosce l’attività di consumo come un aspetto centrale del
nostro agire quotidiano è utile fornirne, al fine della ricerca e dello studio che intendo compiere,
una definizione valida in senso pratico e teorico. Si può definire lo studio del comportamento
del consumatore come: “l’insieme dei processi impiegati da individui e gruppi per la
valutazione, la scelta, l’utilizzo e l’eliminazione di prodotti, servizi o altri beni per la
soddisfazione dei bisogni e desideri”. Lo studio del Consumer Behaviour assume un ruolo
centrale all’interno di un’impresa al fine di comprendere e analizzare le risposte del mercato ai
diversi stimoli di marketing proposti, tenendo presente, però, che non tutti i consumatori
rispondono allo stesso modo agli input, poiché ogni individuo è unico e uniche sono le ragioni
per cui sceglie un prodotto piuttosto che un altro. Lo studio delle modalità con cui i soggetti si
approcciano all’acquisto è uno studio di tipo interdisciplinare, inizialmente limitato solo alla
psicologia e alla microeconomia e successivamente allargatosi a nuovi campi come sociologia,
antropologia culturale, ecc. Tale approccio multidisciplinare meglio inquadra l’evoluzione
dell’uomo nella sua natura di consumatore. Una questione centrale in questo ambito riguarda il
rapporto che intercorre tra il marketing e lo studio del comportamento del consumatore, ovvero
quale legame strumentale esiste tra i due, il primo è funzionale al secondo o viceversa?. La
risposta a questo quesito è che esiste un’influenza reciproca tra ciò che accade nell’ambito del
marketing e delle sue influenze sugli individui ed il conseguente orientamento/comportamento
d’acquisto. Possiamo infatti dire che il comportamento del consumatore influenza in modo
diretto l’attività di marketing, basti pensare alla necessaria segmentazione del mercato, ma allo
stesso tempo l’influenza del marketing sul consumatore è nota e riconosciuta, si pensi ai bisogni
indotti, bisogni che sono percepiti come tali solo grazie alla pubblicità e alle azioni di
promozione; ne sono ad esempio una prova le pubblicità che invadono i siti web.
Consumer Behaviour Marketing
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1.1.3. Il Processo decisionale del consumatore: approcci di studio.
Il processo alla base delle scelte relative al comportamento d’acquisto è un momento
conoscitivo di grande importanza affinché vi sia, da parte delle imprese, una corretta
interpretazione del rapporto domanda-offerta, al fine di definire e implementare le decisioni
strategiche fondamentali. In quest’ottica diventa importante compiere un excursus storico dei
diversi approcci di studio che hanno cercato di offrire una visione il più completa possibile del
fenomeno, inquadrando così il ruolo dell’apprendimento in questa disciplina. E’ importante
innanzitutto specificare che dietro ad ogni esperienza di consumo vi è un processo decisionale,
più o meno articolato, che porta il consumatore a concludere l’acquisto di un bene.
Figura 2 Il Processo Decisionale del Consumatore
Il suddetto processo si compone essenzialmente di cinque fasi, che a seconda del grado di
complessità o di coinvolgimento possono essere più o meno importanti. Il processo di acquisto
si attiva in seguito alla percezione di un problema che origina una situazione di disagio nel
soggetto, il quale riconosce una differenza tra la realtà e una situazione ideale. Nella primissima
fase il bisogno non è ancora ben definito, una esplicitazione più chiara e precisa dello stesso
avviene al secondo livello del processo, quando il consumatore passa alla ricerca delle
informazioni, ovvero si attiva per individuare il prodotto più idoneo alla soluzione del
Percezione del
Problema
Ricerca di
Infromazioni
Valutazione
delle Alternative
Decisione
d'acquisto
Comportamento
post-acquisto
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problema/bisogno la cui ricerca si svolge su due piani: una ricerca interna, che farà riferimento
alle esperienze già possedute, e una ricerca esterna. Individuato il prodotto utile a diminuire la
pressione iniziale e ristabilire una situazione di equilibrio il soggetto passa alla valutazione delle
alternative, che avviene sulla base di criteri di valutazione, ovvero delle caratteristiche
funzionali e simboliche associate ad una certa categoria di prodotti che il consumatore utilizza
come discriminanti nella sua scelta finale. Il processo d’acquisto si conclude con le decisioni
riguardanti il dove e il quando, ma al fine di fidelizzare e creare un legame con la marca per le
imprese assume un ruolo fondamentale anche l’esperienza post-acquisto, ovvero la capacità di
diminuire la dissonanza cognitiva, così da tranquillizzare e rassicurare il consumatore riguardo
alla bontà e alla capacità del prodotto di soddisfare il bisogno. Tutte le teorie che si sono
rapportate con lo studio di questa disciplina riconoscono l’esistenza del processo decisionale
appena descritto, ciò che varia sono le prospettive di studio. Di seguito verranno richiamate
sinteticamente le principali fasi e i principali filoni di ricerca, così da comprendere in quale
momento di tale percorso si colloca l’approccio comportamentista, che verrà sviluppato nei
capitoli a seguire, come strumento di analisi del processo decisionale.
- Anni Quaranta: in questi anni si assiste al primo momento di autonomia dello studio di
Marketing rispetto alla microeconomia, mantenendo però le idee delle teorie economiche
classiche relative al consumatore inteso come homo oeconomicus, ovvero un soggetto che
possiede tutte le informazioni utili per giungere a decisioni perfettamente razionali.
- Anni Cinquanta: in questi anni, in seguito agli studi freudiani, si tenta l’applicazione
metodologica in economia degli studi di psicologia clinica che riconoscono nelle scelte
decisionali l’importanza delle motivazioni profonde e inconsapevoli. Le modalità riguardano
un’interazione diretta con il consumatore per tentare di esplorare i meccanismi della mente che
lo portano a compiere determinate scelte.
-Anni Sessanta: nella prima metà degli anni Sessanta si può parlare della fase “formativa” del
consumer behaviour perché è in questi anni che iniziano ad operare i primi esperti di marketing
che si focalizzano sullo studio di alcuni aspetti tipici del comportamento del consumatore
(rischio percepito, dissonanza cognitiva, importanza del contesto sociale). Questi studi però
sono privi di un quadro teorico di riferimento e la prospettiva adottata nella maggior parte dei
casi è quella dello stimolo-risposta. A questa fase seguirà un periodo chiamato delle “grandi
teorie” (seconda metà egli anni Sessanta) in cui si cerca di ovviare ai limiti degli studi precedenti
dando vita a dottrine integrative e generali, ma i modelli che vengono elaborati, nonostante sia