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Introduzione
Motivazione sociale
Il presente elaborato verte sullo studio e l’analisi del microclima nell’area alpina dell’Alta
Val Formazza.
Frequento un rifugio alpino in questa valle dall’età di nove anni insieme a parenti e amici,
ad una quota di circa 2700 metri.
Da circa sei anni sono il gestore responsabile di questo rifugio e da sempre sono
affascinato dagli elementi che caratterizzano questo sorprendente territorio.
Dalla composizione scritta presentata agli esami di terza media prima, al diploma di
scuola secondaria superiore poi, ho sempre cercato, limitandomi alle conoscenze
acquisite, di apportare un contributo scientifico e tecnico a questa splendida valle.
Ciò che colpisce fin da subito di quest’area incuneata in territorio elvetico, sono la fauna,
la flora e la particolarità climatica che la caratterizza.
La scelta di questo percorso di studi è stata dettata dalla ricerca di un filo conduttore che
richiami le mie passioni, ma soprattutto l’amore provato per questa terra.
Attraverso questo elaborato proverò a dare delle risposte a domande che fin da piccolo
mi sono posto durante i periodi trascorsi a queste quote, andando su e giù dalle cime che
ne fanno da contorno.
Diversi erano gli interrogativi che si inseguivano nella mia mente: “come mai a queste
quote si trovano conformazioni glaciali che in altre vallate sono scomparse ormai da anni?
Perché è molto facile incappare in una giornata di cattive condizioni meteo? E la quota
massima degli alberi come fa ad essere così bassa?
Sono solo alcune delle domande che una persona si pone quando si trova ad esplorare un
ambiente alpino con caratteristiche morfologiche e climatiche così differenti rispetto a
zone non molto distanti da questa.
Il presente studio si pone come obiettivo proprio quello di rispondere a quesiti come
questi, in modo da caratterizzare il microclima e ricercarne gli elementi generanti.
Motivazione scientifica
Il picco massimo di estensione delle conformazioni glaciali si raggiunse circa 20000 anni
fa con l’ultima era glaciale, detta Wurmiana; nel periodo successivo, detto periodo
interglaciale, gli arretramenti delle masse di ghiaccio andarono a modellare il territorio
fino a renderlo così come oggi noi lo conosciamo.
Il periodo di deglacializzazione fu accompagnato da un innalzamento delle temperature
medie annuali; questo fenomeno, associato alle emissioni prodotte dall’uomo, tra il
19esimo e 20esimo secolo ha portato ad un incremento di ben 2° della temperatura
sull’arco alpino, che tradotto in cifre, corrisponde al doppio di quello medio dell’emisfero
settentrionale.
Vallate, altipiani, morene e perfino le pianure sono frutto di milioni di anni di
metamorfismi dovuti proprio all’erosione prodotta da distese di ghiaccio; l’arretramento
di queste, vede modificarsi il paesaggio circostante in special modo quello alpino
caratterizzandolo così come appare oggi ai nostri occhi.
Secondo quanto riportato dal quinto rapporto sui cambiamenti climatici (IPCC) prodotto
dall’ONU risalente al 2014, la responsabilità dei recenti cambiamenti è da attribuirsi in
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gran parte alle attività prodotte dall’uomo, specialmente dalla rivoluzione industriale ad
oggi.
A dimostrazione di quanto sopra affermato, gli anni intercorsi dal 1983 ad oggi, sono
segnalati come i più caldi degli ultimi 1400 anni.
Gli effetti del cambiamento climatico sono visibili ad occhio nudo, anno dopo anno.
L’ arretramento dei ghiacciai, le nuove specie botaniche a quote insolite, la minor
copertura nevosa, riferiti a giorni per anno e rispetto la quota attitudinale, uniti agli eventi
estremi e alle stagioni anomale sempre più frequenti, sono solo alcuni degli aspetti più
rilevanti che si possano notare.
All’interno di questo studio verrà analizzato il clima e tutti i fattori derivanti che
caratterizzano flora e fauna, attraverso una descrizione qualitativa e quantitativa di dati
raccolti da stazioni meteorologiche.
Lavoro e analisi che risultano essere indispensabili per giungere alla comprensione delle
connessioni e dinamiche che si vengono a creare tra i vari elementi che definiscono il
paesaggio.
La caratterizzazione microclimatica, inserita all’interno di una bibliografia di studi su
componente geologica e ambientale, andrebbe a delineare un inquadramento attuale e
possibili sviluppi futuri sul legame che intercorre tra tempo climatico, criosfera e biosfera
ambientale.
È stato provato che i forti metamorfismi in atto hanno avuto un’incidenza determinante
sugli ecosistemi alpini.
Nonostante le serie storiche risultino irrisorie per la valutazione di un effettivo
cambiamento climatico nella regione alpina in oggetto, si vedrà come all’interno dello
studio tutti i possibili segnali d’allarme siano qui confermati.
Il primo passo è stato quello di individuare tutte le stazioni meteo dislocate sul territorio
e verificare di quali sensori siano dotate; raccolti tutti i dati a disposizione, si è provveduto
in prima battuta ad una ripartizione di essi.
Dì conseguenza si è resa necessaria una scrematura al fine di ottenere il reale quantitativo
di dati al netto di eventuali malfunzionamenti degli apparecchi, dovuti a problemi tecnici
oppure di trasmissione dei dati causati da condizioni meteo estreme.
Successivamente, un inquadramento territoriale, con lo scopo di individuare creste di
confine, valichi ed altopiani, ha permesso di effettuare un’analisi dei venti individuando
le direzioni prevalenti.
Si è poi potuto valutare le circolazioni delle masse d’aria all’interno della regione
analizzata.
Lo studio del microclima è stato suddiviso tra la stagione estiva e quella invernale al fine
di analizzarle separatamente in modo più approfondito, seguendo le necessità che ogni
periodo rispecchia.
Per delineare in modo esaustivo ciò che concerne lo studio sull’intera valle Formazza si
è provveduto ad un confronto qualitativo e quantitativo dei principali parametri in comune
forniti dalla stazione di monte e da quella di valle.
Il lavoro ha avuto una gestione complessiva del tempo climatico, considerando quello
ordinario e fenomeni di Severe Weather.
Infine è stata data una valutazione, per lo più qualitativa per quanto riguarda i
cambiamenti climatici in atto e i possibili effetti sull’area considerata.
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1. Cenni di climatologia
Scopo di questo capitolo, è elencare i vari elementi che influenzano il clima di una
determinata area; in particolare, saranno descritti i principali fattori che contribuiscono
all’impronta microclimatica dell’Alta Formazza.
1.1 Da cosa dipende il clima?
Il clima è direttamente influenzato dalla radiazione solare e dalle sue interazioni con il
suolo; la radiazione solare influisce direttamente sulla temperatura dell’aria e del terreno.
Una caratteristica rilevante, del clima, è rappresentata dall’invariabilità di scala legata
all’ambiente geografico. Differentemente, le masse d’aria risultano dipendenti da questo
fattore.
Gli elementi climatici, o anche detti fattori del clima, si suddividono in due classi: statici
e dinamici; i primi sono costituiti dalla distanza del mare, latitudine, longitudine e
vegetazione caratteristica della zona. Gli elementi dinamici comprendono le masse d’aria,
governate dalle variazioni di pressione atmosferica.
Questi fattori risultano meno condizionati quando si tratta di terreno d’alta quota.
Il vento
Il vento, altro fattore fondamentale, influisce direttamente sul territorio spostando masse
d’aria atmosferica; lo spostamento avviene da aree ad alta pressione verso zone con bassa
pressione.
Guardando una cartografia, raffigurante i principali venti a cui è soggetta l’Italia, si denota
che l’area oggetto di studio è influenzata da un vento denominato fhoen; il Fhoen è un
fenomeno di particolare interesse per l’Italia settentrionale. Questo è un vento di caduta
caldo e secco che si sviluppa ogni volta che un flusso d’aria, esteso alle alte quote, è
costretto a scavalcare una catena montuosa posta lungo la sua traiettoria. Prende origine
lungo il versante sopravento di un rilievo.
Durante la discesa, sul versante sottovento l’aria tende a deumidificarsi a causa della
compressione adiabatica, diventando calda e secca una volta raggiunto il fondovalle o la
pianura sottostante.
Il riscaldamento è dato dai seguenti fattori:
• Bassa umidità;
• Temperature elevate;
• Compressione adiabatica;
• Trasparenza elevata dell’aria;
• Attrito tra la massa d’aria e la superficie.
Le perturbazioni
Le perturbazioni sono aree di bassa pressione su cui si riversano precipitazioni più o meno
intense a seconda della quantità di umidità immagazzinata nelle nubi.
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L’origine delle perturbazioni è frutto di uno scontro, al suolo, che avviene tra due masse
d’aria differenti; lo scontro tra queste masse d’aria genera una zona tra le due, denominata
fronte. Il fronte può essere caldo, nel caso in cui l’aria calda scalza quella fredda, o freddo
nell’altra circostanza.
Altra causa che può determinare la formazione di una perturbazione è il sollevamento
orografico. Questo avviene quando le masse di aria in movimento orizzontale sono
costrette ad una ascendenza forzata a causa della presenza di un rilievo. Salendo lungo il
rilievo l’aria si raffredda ed in contemporanea, per la deviazione subita, subisce un
aumento della sua pressione interna e della sua densità, causando la condensazione
dell’aria umida e la precipitazione sul versante controvento.
1.2 Studio climatico su aree a macro-meso-micro scala
Il clima di un territorio deriva da un insieme di fattori legati a diverse scale geografiche
che ne influenzano le caratteristiche e le peculiarità a livello della macroscala, della
mesoscala e della microscala.
Macro-scala
L’analisi climatica su macro-scala viene fatta ricercando la posizione geografica, rispetto
il pianeta, in cui è inserita l’area oggetto di studio; a seconda della latitudine e longitudine
in cui si trova è soggetta ad un clima piuttosto che un altro.
Si può così determinare se è soggetto alle quattro stagioni climatiche e l’incidenza dei
raggi solari nei diversi periodi temporali, utile a ricavare la radiazione solare assorbita dal
suolo.
Meso-Scala
Per questo livello di studio si ricerca l’area geografica in cui è inserito il territorio
analizzato; ad esempio per quanto concerne il nostro lavoro, l’area a meso-scala in cui è
inserita l’Alta Val Formazza è il bacino del Toce, ovvero la val d’Ossola.
Inseguito ad un’analisi morfologica del territorio si individuano le masse d’aria e altri
particolari situazioni climatiche a cui è soggetto il territorio in questione.
La presenza di grandi laghi, catene montuose ed eventuali corridoi naturali caratterizzano,
insieme alle stagioni, l’andamento climatico nei vari periodi dell’anno.
Micro-scala
A livello della microscala vengono prese in considerazione le caratteristiche regionali del
sito in esame che possono influenzarne il clima.
Inseguito ad un inquadramento climatico effettuato su macro e meso scala si procede
attraverso l’analisi di dati recepiti sul territorio allo studio dei meccanismi che si
instaurano a livello di precipitazione, nebbie, temperature e direzioni del vento nei diversi
periodi dell’anno.
Di fondamentale importanza, all’interno di questo studio, è l’orientamento della valle.