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INTRODUZIONE
Una corretta alimentazione, considerata strumento per godere di buona salute, prevede il
consumo di una molteplicità di alimenti di origine vegetale e un basso apporto di grassi e
sale. Studi epidemiologici effettuati sull’uomo stabiliscono, infatti, una relazione tra un
elevato apporto di calorie e il rischio di andare incontro a numerose patologie croniche; al
contrario una dieta ricca di frutta e verdura e povera di grassi svolge un ruolo protettivo.
L’argomento del presente lavoro di tesi riguarda la filiera agroalimentare dei succhi di
frutta e, cioè, i processi che partendo dalla materia prima (la frutta) portano al prodotto
finito che arriva sulle nostre tavole. In particolare, l’attenzione è stata focalizzata su nuove
e recenti tecniche che migliorano la qualità del prodotto conferendo proprietà benefiche per
la salute dell’organismo. Alimenti di questo genere sono definiti funzionali in quanto, oltre
al loro valore nutrizionale di base, esercitano effetti benefici sulla salute, riducendo il
rischio di insorgenza di patologie e migliorando lo stato fisico e psicologico dell’individuo.
Non sono prodotti farmaceutici ma dovrebbero essere consumati per migliorare le
condizioni generali dell’organismo.
Concretamente un alimento naturale può essere funzionale, ma si possono ottenere alimenti
di questo genere anche attraverso l’utilizzo di mezzi tecnologici o biotecnologici, ad
esempio, addizionando un componente di provata azione funzionale. Recenti studi stanno
focalizzando la loro attenzione su come succhi di frutta prodotti con nuove tecniche e
biotrasformazioni enzimatiche possano ritenersi degli alimenti funzionali. Procedimenti
particolari, come l’ultrafiltrazione, consentono, infatti, di ottenere bevande di questo
genere caratterizzate da un’elevata qualità.
Il presente lavoro di tesi è suddiviso in quattro sezioni principali. Nella prima viene
esaminata la composizione chimica dei diversi tipi di frutta fresca che varia anche con lo
stadio di maturazione. Questi alimenti sono costituiti prevalentemente d’acqua che, in
alcuni casi, arriva a costituirne anche il 95% in peso. Altri componenti sono rappresentati
da: carboidrati semplici la cui quantità può variare dal 5% al 20% (mono e disaccaridi
come fruttosio, glucosio e saccarosio); fibre (pectina e emicellulosa) in una quantità pari a
circa il 2%; vitamine come l’acido ascorbico (vitamina C), A, E, carotene e vitamine del
gruppo B. In quantità minime sono presenti anche grassi insaturi, polinsaturi e proteine.
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La seconda sezione è incentrata sulle diverse denominazioni dei succhi di frutta in base alla
Direttiva 2012/12/UE che modifica la Direttiva 2001/112/CE e i principi nutritivi in essi
contenuti. Questi prodotti possono essere, infatti, classificati in succo di frutta, succo di
frutta concentrato, succo di frutta disidratato o in polvere e nettare di frutta. Il succo di
frutta è ottenuto tramite sola spremitura, il succo di frutta concentrato è ottenuto per
disidratazione (almeno 50%) del primo, il succo di frutta disidratato o in polvere è ottenuto
per allontanamento totale dell’acqua, il nettare è ottenuto per aggiunta di acqua e zucchero
al primo (40-50% di succo di frutta). Tra i principi nutrizionali presenti in questi prodotti si
ritrovano sostanze antiossidanti come i polifenoli, le proantocianidine anch’esse
antiossidanti e con proprietà antitumorali, antibatteriche e ipotensive e il resveratrolo
capace di intervenire sull’aggregazione piastrinica fluidificando il sangue. Si tratta
comunque di bevande zuccherine il cui consumo deve essere limitato nel caso di soggetti
diabetici e obesi. Una buona percentuale di vitamine si perde, invece, nel processo di
lavorazione.
Nella terza sezione del presente lavoro di tesi sono illustrati i processi impiegati nella
produzione di succhi di frutta. Negli stabilimenti di lavorazione la prima fase è costituita
dal controllo della frutta che deve essere priva di difetti e presentare una buona
consistenza. Segue il lavaggio effettuato mediante acqua potabile per allontanare residui di
terra e antiparassitari. Il prodotto lavato viene, quindi, cernito e calibrato e sottoposto a
mondatura per l’eliminazione di buccia e parti non commestibili. Seguono frantumazione,
filtrazione, scottatura e pastorizzazione e l’aggiunta di ulteriori zuccheri, come destrosio e
saccarosio, e di additivi quali conservanti, antiossidanti, gelificanti e tensioattivi. Infine, si
effettua un processo di omogeneizzazione del liquido e si passa al confezionamento del
prodotto.
Nella quarta sezione l’attenzione è stata focalizzata sulle nuove tecnologie sviluppate al
fine di preservare e/o migliorare le caratteristiche nutrizionali dei succhi di frutta
rendendoli alimenti funzionali. Una delle più interessanti è rappresentata dall’HHP (High
Hydrostatic Pressures), un sistema di neutralizzazione dei microrganismi che prevede l’uso
di alte pressioni idrostatiche a cui sottoporre il succo. Questa tecnica consente di evitare il
processo di pastorizzazione ottenendo un prodotto che si conserva più a lungo mantenendo
le sue caratteristiche inalterate.
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In questi ultimi anni, quindi, è stata rivolta molta attenzione verso tecniche innovative per
produrre succhi di frutta in grado di conservare le proprietà organolettiche e nutritive dei
succhi freschi e per dirla con le parole del filosofo Ippocrate:“Se fossimo in grado di
fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in eccesso né in
difetto, avremmo trovato la strada per la salute” (Ippocrate 460-377 a.C.).
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CAPITOLO 1
LA FRUTTA
1.1 Composizione chimica della frutta
La frutta fresca rappresenta una fonte preziosa di vitamine, sali minerali e fibre. È
costituita prevalentemente da acqua, che in alcuni casi supera il 95%, e da un buon apporto
di carboidrati (mono- e disaccaridi quali fruttosio,glucosio e saccarosio). Proteine e lipidi
sono, invece, presenti in quantità irrilevanti, ad eccezione dei frutti detti oleosi come la
frutta secca (noci, nocciole e simili) e alcuni frutti come il cocco. La frazione di grassi è
prevalentemente composta da lipidi insaturi e polinsaturi (anche essenziali), mentre quella
delle proteine presenta basso valore biologico. La frutta fresca giunta a completa
maturazione è, inoltre, ricca di vitamine o precursori di queste (carotenoidi), sali minerali
quali magnesio (Mg), potassio(K), zinco(Zn), selenio(Se) e rame(Cu) e acidi organici
(citrico, tartarico, malico, ossalico, ecc.).
Molti frutti tropicali contengono in buona misura grassi vegetali e un'elevata percentuale di
zucchero (per esempio l'avocado o le banane) risultando, quindi, degli alimenti abbastanza
completi sui quali si fonda il regime alimentare di molte popolazioni di quelle zone.
L'apporto calorico dei vari frutti dipende dai macronutrienti contenuti e, in misura
maggiore, dal contenuto di acqua presente nei frutti più ipocalorici (anguria, pompelmo).
Nella frutta sono presenti in misura variabile anche particolari enzimi in grado di
intervenire nei processi digestivi e del metabolismo del corpo; alcuni esempi sono ananas e
papaia, che contengono un enzima simile alla pepsina che facilita la digestione delle
proteine.
I principi attivi di alcuni frutti sono usati anche in campo non alimentare (per esempio in
campo cosmetico o medico) per sfruttare alcune proprietà lenitive, cicatrizzanti o
antisettiche.
Il consumo giornaliero di 2-3 porzioni di frutta fresca è alla base dell'alimentazione umana.
Infatti, l’acqua è un nutriente essenziale e costituisce il 60% dei liquidi presenti nel nostro
organismo, mantiene stabile la temperatura corporea, trasporta i nutrienti e serve ad
eliminare i prodotti di rifiuto.
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Dal punto di vista energetico, le calorie variano sia a seconda dello stadio di maturazione
sia a seconda della specie (Tabella 1.). La frutta matura, infatti, presenta un contenuto più
elevato di zuccheri, vitamine e sali minerali. Ad esempio, si passa dalle 16kcal/100g
dell’anguria alle 72kcal/100 g dei mandarini, per lo più fornite dal fruttosio. Ovviamente,
esistono anche frutti freschi particolarmente calorici con una composizione nutrizionale
diversa dalla media, per esempio il cocco (364 kcal/100g e 35g di lipidi) e l'avocado (231
kcal/100g e 23g di lipidi).
Tabella1. Composizione chimica di alcuni tipi di frutta per 100g di prodotto.
Frutto
Parte edibile
(g)
Acqua
(g)
Proteine
(g)
Lipidi
(g)
Zuccheri
(g)
Caroteni
(g)
Vitamina C
(mg)
Kcal
Albicocca 94 83 1 / 9,5 1,31 8 40
Ananas 57 86 0,5 / 11,0 0,09 13 43
Arancia 72 87 0,8 / 8,6 0,2 51 36
Banana 67 76 1,2 0,2 20,9 0,2 8 85
Loto 88 82 0,7 / 15,1 1,06 4 60
Ciliegia 88 86 0,9 / 10,2 0,15 13 42
Cocomero 54 95 0,3 / 3,5 0,2 5 14
Fico 82 82 1,1 / 15,7 0,5 1 63
Fragola 97 90 0,7 0,5 6,9 0,03 38 33
Limone 64 89 0,6 0,4 2,4 / 37 15
Mandarino 70 90 0,4 / 8,1 0,2 26 60
Mela 87 85 0,2 / 12,4 / 2 46
Pera 87 85 0,4 / 10,5 0,1 4 42
Pesca 90 88 0,6 / 8,0 0,76 8 32
Pompelmo 70 91 0,6 / 6,2 / 40 26
Susina 88 85 0,5 / 12,8 0,08 3 50
Uva 88 83 0,5 / 16,0 0,04 4 62
1.1.1 L’acqua
L'acqua costituisce la componente più abbondante in tutti i frutti e i suoi livelli variano da
circa l’82% nell’uva a circa il 90-92% nelle fragole.
La struttura fisica del frutto è una caratteristica importante nella scelta del metodo di
elaborazione più appropriato per ottenere la migliore resa di succo che, nella forma più
semplice, coinvolge l'acqua.