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Introduzione
Da anni ormai i beni intangibili sono diventati le variabili critiche di successo per le imprese.
Dall’evoluzione del sistema economico ne è derivato un mercato caratterizzato da un’intensa
concorrenza, in cui per vincere non è più sufficiente limitarsi a fornire un buon prodotto. Consci di
tutto ciò, le imprese hanno iniziato ad investire sempre di più su tutti quei fattori di varia natura che
rientrano all’interno del Capitale Intellettuale; ci si riferisce al brand, alla formazione dei dipendenti,
al clima lavorativo, alle relazioni con gli stakeholders e a tutti quegli altri fattori definiti come
“intangibili”.
Il brevetto rientra in tale categoria di beni. Nato come mezzo di tutela delle invenzioni e strumento
volto ad incentivare l’innovazione, negli ultimi anni ha iniziato ad acquisire sempre di più un ruolo
strategico, divenendo, in alcuni settori produttivi, un fattore molto importante per il successo di
un’impresa, in particolare per quelle di grandi dimensioni. Avere un ampio portafoglio di brevetti
permette di avere il monopolio su molti prodotti o processi e questo, a sua volta, consente di escludere
la concorrenza dalla relativa produzione o di ricevere cospicui flussi di cassa tramite la cessione dei
relativi diritti d’uso.
La crescente importanza acquisita dai brevetti negli ultimi anni, specie nei settori ad alta intensità
tecnologica, la si evince dalla vivacità con cui le imprese si danno battaglia nei tribunali a seguito di
presunte violazioni dei rispettivi diritti di proprietà. Tali battaglie hanno acquisito una mole molto
considerevole da un punto di vista quantitativo in determinati settori, quali quello della telefonia
mobile. Ogni anno vengono inscenati centinaia di casi aventi ad oggetto decine e decine di brevetti
violati tra le imprese produttrici di smartphones, causando ingenti perdite di denaro per quest’ultime
e considerevoli ritardi all’interno della burocrazia. L’intensità con cui la patent war avviene
all’interno di tale settore ha suscitato un notevole interesse sia nel mondo accademico, sia in quello
politico per le conseguenze sociali che ne derivano.
L’obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare tale fenomeno, ricercando le possibili cause alla
base e le motivazioni che rendono il settore dello smartphone più propenso ad esserne soggetto. Per
fare questo verranno considerati i contributi offerti fino ad ora dai vari studiosi e, procedendo con
l’illustrazione di alcuni dei casi giudiziari e di tutto ciò che viene offerto dall’evidenza empirica, si
cercherà di capire l’effettivo ruolo svolto da alcuni dei fattori ritenuti cause primarie. Capire il ruolo
svolto da ogni singolo fattore permette una migliore focalizzazione sulle relative soluzioni,
consentendo di individuare quelle che potrebbero risultare più efficaci nell’attenuazione di tale
intensità.
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Nei primi due capitoli verranno presentati i contesti che delineano il fenomeno oggetto d’analisi. In
particolare, nel PRIMO capitolo si presenterà il settore produttivo dello smartphone, analizzando
dapprima la ripartizione del mercato e le imprese che vi operano e che, al contempo, sono protagoniste
della guerra dei brevetti, per poi passare all’illustrazione di quei fattori che ne hanno fatto uno dei
settori più redditizi. Il SECONDO capitolo, invece, effettuerà una panoramica sul mondo degli
intangibili, analizzando le ragioni che ne hanno fatto delle variabili critiche per il successo.
Il TERZO capitolo si occuperà della trattazione relativa ai brevetti, illustrandone la storia e tutto ciò
che li contraddistingue. Verrà posta particolare enfasi al rapporto brevetti-innovazione, secondo
alcuni venuto meno a causa del diverso uso che sempre più viene fatto di tale strumento di tutela. Al
contempo si presenterà anche la relativa normativa di riferimento europea che ne regola gli aspetti
generali.
Nel QUARTO capitolo si entrerà nel vivo della trattazione con l’analisi della Smartphone Patent War.
Verranno presentati alcuni tra i casi giudiziari più rilevanti degli ultimi anni e, al contempo, si
cercherà di individuare i fattori che rendono tale guerra più intensa rispetto agli altri settori produttivi.
Il QUINTO capitolo di soffermerà sul fenomeno della Patent Thicket, illustrando le cause e le
conseguenze derivanti dal riconoscimento di una immensa mole di brevetti. Particolare attenzione,
inoltre, verrà concessa all’analisi delle NPEs (Non Practising Entities) e a come l’operato di tali
aziende si relaziona con il fenomeno oggetto d’analisi.
Il SESTO capitolo sarà dedicato ai brevetti software, in cui, anche in questo caso, verranno illustrate
le conseguenze derivanti la possibilità data in merito alla brevettabilità del software.
Il presente lavoro si concluderà con una riflessione circa i fattori ritenuti responsabili della guerra dei
brevetti nel settore dello smartphone, insieme all’effettiva applicabilità dei rimedi proposti per
ognuno di essi.
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1. Il settore dello smartphone
1.1 Le origini del mito
L’innovazione tecnologica, definita come il processo di crescita degli strumenti sia teorici sia
materiali tramite cui l'economia agisce sui propri oggetti economici, getta le sue basi nella prima
rivoluzione industriale. Da quel momento in poi la tecnica, intesa come l’insieme dei metodi volti a
raggiungere uno scopo definito, ha iniziato ad acquisire caratteri sempre più evoluti e sofisticati.
Gradualmente tutti i settori produttivi iniziarono ad “evolversi” spinti dalle continue invenzioni che
dal diciannovesimo secolo in poi si susseguirono ad una velocità sempre maggiore. Nella prima metà
del ventesimo secolo fu, tuttavia, il settore bellico a sperimentare l’evoluzione più significativa, a
seguito degli imponenti investimenti derivanti dalla corsa agli armamenti, sia per la prima che per la
seconda guerra mondiale. Con il finire di quest’ultima, grazie anche al susseguirsi di numerosi accordi
internazionali, i vari paesi occidentali passarono da una concezione nazionalista della società (e
dell’economia) ad una basata sul liberalismo e sul multilateralismo del regime commerciale
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.
Vennero meno, quindi, quelle dottrine che sostengono l'importanza del concetto di identità nazionale
e di esaltazione della nazionalità e che, in ambito economico, comportarono la chiusura dei mercati e
l’innalzamento delle barriere economiche per la protezione dell’economia interna. Sul finire della
seconda guerra mondiale i paesi alleati, guidati dagli Stati Uniti, firmarono l’accordo di Bretton
Woods, il quale prevedeva la creazione di due importanti istituzioni, quali il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca Mondiale. Tale accordo, inoltre, prevedeva un sistema di cambi fissi tra le
valute tramite l’ancoraggio delle stesse al dollaro, il cui valore, a sua volta, era legato all’oro (gold
exchange standard). Successivamente, venne creato il GATT (General Agreement on Tariffs and
Trade), un organismo internazionale con l’obiettivo di eliminare gradualmente tutte le barriere
tariffarie e non che impedivano il libero scambio. Il tutto, accompagnato da una situazione di relativa
calma e stabilità, ha contribuito ad alimentare il crescente benessere della seconda metà del ‘900 tra
i vari paesi occidentali. Tale benessere ha consentito, a sua volta, la messa in essere di investimenti
che comportarono una parallela crescita innovativa in molti settori, la quale, con il progredire della
scienza, iniziava ad avere caratteri sempre più “digitali”. Tale progresso si è notevolmente accentuato
negli ultimi decenni, ed ogni innovazione in ambito digitale ne getta le basi per una nuova.
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L’invenzione di maggior rilievo dell’ultimo secolo è stato il computer, la cui importanza può essere
paragonabile a quella della macchina a vapore per la rivoluzione industriale. La stessa importanza, in
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J. Ravenhill, Economia Politica Globale, Edizioni Angelo Guerini e Associati SpA, edizione italiana a cura di Giuseppe
Gabusi, traduzione di Enrico Fassi, 2013
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Si parla a riguardo di “Rivoluzione digitale”, in riferimento all'ampia diffusione che hanno avuto i vari prodotti digitali
e a tutta quella serie di cambiamenti sociali, economici e politici avvenuti a seguito della digitalizzazione di gran parte
degli accessi all'informazione
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seguito, è incrementata con l’avvento di internet. Ed è proprio all’interno di tale contesto evolutivo
che, ad una posizione di assoluto rilievo, si colloca lo smartphone.
Ad oggi, praticamente, qualsiasi persona ne ha uno e le vastissime tipologie esistenti riescono
a soddisfare le esigenze di tutti i consumatori, facilitandone, allo stesso tempo, la diffusione stessa.
Ma a cosa è attribuibile tale successo?
La risposta può essere ricercata all’interno dello stile di vita dell’uomo occidentale: egli vive in
un’epoca dove tutto è, e deve essere, alla sua portata di mano e dove l’esigenza di avere tutto e subito
sta diventando fattore intrinseco del suo essere. Lo smartphone è diventato, quindi, il prodotto per
eccellenza degli ultimi anni in quanto con un oggetto di una lunghezza poco superiore ai 12 cm e uno
spessore di una manciata di millimetri è possibile fare chiamate, videochiamate, messaggi, e-mail,
foto e video, nonché ad usufruire di internet (con social network annessi) e di applicazioni di ogni
tipo che permettono una ulteriore semplificazione della vita; consente, in altri termini, di avere tutto
il “necessario” dentro una tasca.
Secondo uno studio effettuato a riguardo da Ericsson, il 2016 ha segnato il definitivo sorpasso
dello smartphone sul telefono cellulare. Il numero di abbonamenti sottoscritti in tutto il mondo relativi
alle schede SIM associate al primo sembra crescere in misura incontrastata, attestandosi intorno ai
3,7 miliardi. Sempre secondo tale studio, entro il 2021 le sottoscrizioni associate agli stessi
raddoppieranno toccando i 6,3 miliardi
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. Nell’ottobre del 2016, inoltre, è avvenuto un altro importante
sorpasso che rimarca il crescente utilizzo del prodotto in questione: secondo StatCounter, azienda di
rilievo che si occupa di analisi sul traffico nel web, le connessioni ad internet via smartphone hanno
superato quelle tramite PC, facendo registrare il 51,3% delle connessioni globali tramite il primo
contro il 48,7% delle stesse tramite il secondo. A trainare tali percentuali sono soprattutto i paesi
emergenti, quali India e Cina. Nei paesi occidentali, invece, le connessioni tramite PC rappresentano
ancora la percentuale maggiore (70% in Italia e Francia, 58% negli USA, 55% in GB e Spagna).
Tuttavia, anche in questo caso, il trend è decrescente a causa del relativo calo del numero di PC
venduti. Nel grafico successivo vengono riportati gli andamenti relativi alle percentuali di
connessione ad internet nel mondo dall’ottobre del 2009 all’ottobre del 2016
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.
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Ericsson, Ericsson Mobility Report, 2016
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StatCounter Global Stats, Internet Usage Worldwide, novembre 2016
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GRAFICO 1: Connessione ad internet: rapporto andamento PC/ Mobile & Tablet
Fonte: StatCounter Global Stats, 2016
La crescita di tale settore risulta, quindi, molto forte. Se si considerano i minuti trascorsi con lo
sguardo rivolto sul display dello smartphone le percentuali suddette assumono un significato
evidente: una media di 140 minuti, valore che varia in base al paese di riferimento. Come illustrato
nel grafico 2, le nazioni più povere fanno un uso maggiore dello smartphone (es. Nigeria 193 min.,
Indonesia 181 min., Kenya e Filippine 174min.), mentre, nel versante opposto, troviamo alcuni dei
paesi occidentali (Francia 79 min., Italia 109 min., UK 111 min.)
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. Tali dati possono apparire
contraddittori se si pensa al fatto che i paesi occidentali sono maggiormente sviluppati rispetto ai
primi. Alec Ross (2016), a riguardo, ha analizzato l’importanza dello smartphone nei paesi in via di
sviluppo, cercando di individuare tutti quei fattori che possono portare ad un utilizzo maggiore dello
stesso rispetto agli altri paesi.
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Tra questi ha constatato come vi siano numerose applicazioni che
consentono alle popolazioni di risolvere problemi della quotidianità, quali l’accesso da parte di
persone che vivono in zone rurali ai servizi sanitari con applicazioni che permettono di confrontarsi
con i medici nelle città per avere una prima diagnosi che consenta loro di prendere immediati
provvedimenti. Un altro esempio è dato da un’applicazione creata da Eric Mutta, un giovane
imprenditore in Tanzania, per gestire il mercato del grano nel paese (app Grainy Bunch), permettendo
agli agricoltori di avere un accesso più sicuro al momento della semina. In Kenya, invece, esiste
un’applicazione (app iCow) utilizzata dagli allevatori di bovini che permette loro un allevamento più
efficiente, individuando, ad esempio, i momenti di maggiore fertilità della mucca o quelli di
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Millward Brown, AdReaction 2014, 2014
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A. Ross, The Industries of the Future, Simon & Schuster, New York, 2016
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produzione del latte. Particolarmente utilizzati, inoltre, sono tutti quei sistemi di pagamento via
internet che consentono alle popolazioni rurali di acquistare i beni provenienti dai centri abitati.
GRAFICO 2: Tempo medio di utilizzo dello smartphone nel mondo
Fonte: Milward Brown AdReaction, 2014
In merito alla percentuale di possessori, invece, l’Italia segue la tendenza globale: tale percentuale è
salita quasi del 9% dal 2015, arrivando al 75,7% degli italiani.
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Numeri, naturalmente, destinati
ancora a salire. Tali dati risultano molto significativi considerando il fatto che tale prodotto ha fatto
la sua comparsa solamente nel 2007.
Il motivo di tutto questo successo è riscontrabile ponendo l’attenzione sulle sue caratteristiche.
L’idea alla base di tale prodotto era quella di creare una perfetta unione tra telefono cellulare e
computer, ovvero un dispositivo che contenesse al suo interno le funzioni standard di un telefono
assieme a tutte le altre tipiche di un pc. Si inizia a parlare di smartphone, ovvero di telefono
intelligente, nel 1997, quando la Ericsson introdusse nel mercato il suo GS 88 Penelope. Tuttavia,
dispositivi mobili in grado di mandare e-mail, aprire allegati e navigare su internet erano già in
circolazione da qualche anno, precisamente da quando negli albori degli anni ’90 prima la Blackberry,
poi la IBM, progettarono dispositivi con funzionalità analoghe.
L’evoluzione della rete mobile, assieme al perfezionarsi di prodotti tecnologici ed informatici,
è stata alla base del graduale cambiamento dello smartphone; bisogna attendere il 2007, tuttavia, per
assistere all’introduzione nel mercato dell’iPhone da parte dell’azienda americana Apple, destinato a
mutare radicalmente il mercato della telefonia mobile. Tra le varie novità apportate, spicca quella del
multi-touch, una tastiera virtuale percepita allora come futuristica che ha liberato l’utilizzatore
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Eurispes, Rapporto Italia 2016