IL PROBLEMA DEI DIRITTI UMANI
NEL PENSIERO DI IKEDA DAISAKU
Abstract.
Lo scopo di questa ricerca è quello di esporre il pensiero di Ikeda Daisaku sui
diritti umani. Dopo aver presentato i diritti umani nel loro sviluppo storico e
aver messo in luce le questioni problematiche relative alla loro fondazione e
all’universalità, si presenta in breve il buddhismo e il dibattito sviluppato
intorno al suo rapporto con i diritti umani. Successivamente si parla di Ikeda
Daisaku e della Soka Gakkai, partendo dall’esposizione del buddhismo di
Nichiren. Infine si presenta il pensiero di Ikeda sui diritti umani, partendo dalla
sua filosofia della pace, così come esposta da Olivier Urbain, in relazione alle
questioni emerse in precedenza.
Nota
sull’utilizzo
dei
sistemi
di
traduzione
e
scrittura
dei
nomi
propri .
Per la trascrizione dei termini stranieri ho usato i seguenti sistemi: pinyin per il
cinese (ma nelle citazioni ho mantenuto il sistema Wade-Giles usato dagli autori
dei testi utilizzati), l’Hepburn per il giapponese, la traslitterazione convenzionale
per il sanscrito e il pāli.
Per quanto riguarda la scrittura dei nomi di persone giapponesi seguirò il loro
costume, che consiste nello scrivere prima il nome della famiglia e poi il nome
proprio.
III
INTRODUZIONE
Sono anni ormai che a seguito di guerre, persecuzioni religiose e politiche,
milioni di persone sono costrette ad abbandonare i luoghi in cui sono nate e a
compiere spostamenti di migliaia di chilometri per sfuggire alla morte o a
condizioni di vita terribili, spesso perdendo comunque la vita lungo il tragitto.
Per non parlare poi di quelle persone che si trovano senza nulla a seguito di
cataclismi come terremoti e alluvioni. Sono anni che per molte popolazioni si
pone il problema di far fronte a queste migrazioni, accogliendo (o meno) i
profughi in fuga. Sono anni che questo tipo di problemi riguarda anche noi.
In questo inevitabile “incontro”, e per le modalità in cui si svolge, diventa
centrale il tema del rispetto dei diritti umani, per cui crediamo sia utile, oltre che
necessario, acquisire spunti diversi che ci possano aiutare ad affrontare la
situazione presente e le problematiche che essa ci impone.
Questo lavoro si propone di esporre la visione sui diritti umani di Ikeda Daisaku
(1928), presidente della Soka Gakkai International, movimento laico buddhista
mondiale, che deriva dalla Sōka Gakkai (Società per la creazione di valore), nata
in Giappone negli anni Trenta del secolo scorso. Da oltre cinquant’anni il
presidente Ikeda si sta dedicando alla realizzazione della pace nel mondo,
promuovendo dialoghi tra le persone e scambi culturali. Lui stesso ha viaggiato
in oltre 54 paesi
1
e parlato con migliaia di persone, tra cui personalità chiave
della politica e della cultura.
Si tratta di un lavoro necessariamente introduttivo vista l’impossibilità oggettiva
di prendere in esame tutta la produzione di questo pensatore.
2
1
Ikeda, Il movimento per la Pace della Soka Gakkai Internazionale
Per ulteriori approfondimenti si veda anche il sito http://www.daisakuikeda.org/.
2
Ikeda è autore di centinaia di opere che abbracciano discorsi sul buddhismo, romanzi
biografici, libri per bambini, poesie e saggi, nonché numerosi dialoghi con intellettuali,
IV
Per facilitare la comprensione del pensiero di Ikeda, abbiamo pensato di fornire
un chiarimento dei termini della ricerca in quest’ordine: nella prima parte, il
problema generale dei diritti umani; il particolare rapporto tra il buddhismo e i
diritti umani; la personalità e la storia di Ikeda Daisaku. Solo alla fine di questo
percorso di preliminare chiarimento, nella seconda parte, abbiamo affrontato il
pensiero di Ikeda.
Nello specifico, nel primo capitolo faremo una breve introduzione ai diritti
umani: alla loro storia, alle questioni che animano il dibattito intorno ad essi, in
particolare alla fondazione ed alla pretesa universalità, e al rapporto con le
religioni. Per finire, vedremo come i diritti umani si siano sviluppati in
Giappone.
Essendo Ikeda il leader di un movimento buddhista, nel secondo capitolo, dopo
una breve introduzione al buddhismo, affronteremo il rapporto tra il buddhismo
e i diritti umani ed esamineremo quali siano alcune delle principali questioni
dibattute al momento.
Nel terzo capitolo presenteremo il presidente Ikeda Daisaku e la storia della
Sōka Gakkai, partendo dal buddhismo di Nichiren (1222-1282), cui il
movimento si ispira.
Infine, nel quarto capitolo, dopo aver presentato il pensiero di Ikeda nel suo
insieme, partendo dalla sua filosofia della pace, così come esposta da Olivier
Urbain, esporremo le sue riflessioni in merito ai diritti umani, mettendole in
relazione con le questioni del dibattito contemporaneo emerse nei capitoli
introduttivi.
politici, accademici e “costruttori di pace” di fama mondiale (per esempio Mikhail Gorbaciov,
Henri Kissinger, Arnold J. Toinbee, Aurelio Peccei, Linus Pauling, Elise Boulding, Adolfo
Pérez Esquivel, Herbie Hancock, Wayne Shorter e molti altri. La lista completa dei dialoghi
pubblicati si trova in questo sito http://www.daisakuikeda.org/sub/books/books-by-
category/full-list-of-published-dialogues.html).
1
PRIMA
PARTE
3
Capitolo
1
INTRODUZIONE
AI
DIRIT TI
UMANI
I have a dream that one day this nation will rise up, live
out the true meaning of its creed: “We hold these truths
to be self-evident, that all men are created equal.”
Martin Luther King Jr.
3
Parlare di “diritti umani” in questo periodo storico è abbastanza comune, se non
altro, per esempio, per gli appelli quasi quotidiani affinché vengano rispettati
nella gestione dell’“emergenza” immigrati. All’ampia diffusione, soprattutto sui
media, però, non corrisponde una altrettanto adeguata conoscenza,
probabilmente anche a causa del fatto che il tema dei diritti umani, oltre ad
essere in sé alquanto problematico, è multidisciplinare: investe, infatti, molti
ambiti di studio delle cosiddette scienze umane (antropologia, sociologia,
psicologia, pedagogia, diritto, politica), nonché delle scienze storiche e
filosofiche. Anche le religioni, ovviamente, sono state coinvolte nel dibattito.
In questo capitolo faremo una breve introduzione per capire meglio di cosa
stiamo parlando, evidenziando quali siano i punti più accesi del dibattito
internazionale, senza però soffermarci troppo, non essendo questo il focus del
nostro lavoro.
Iniziamo con il dire che già il concetto di “diritti umani” è di per sé complicato
(cosa sono i “diritti”? Come definiamo l’essere “umano”?
4
), così come la sua
3
Martin Luther King Jr., “I have a dream…”, discorso alla “Marcia di Washington”, 28
agosto 1963, p. 4.
4
Per questo rimandiamo a Donnelly, Universal Human Rights in Theory and Practice,
e a Ferrone, Storia dei diritti dell’uomo.
4
origine
5
(religiosa, filosofica, culturale
6
). Quello su cui ci sembra si sia
d’accordo è che la dottrina dei diritti dell’uomo ha le proprie radici nella
tradizione occidentale, in particolare nella fiducia nella razionalità come
strumento d’indagine, nel formalismo giuridico, nell’individualismo, nel
liberalismo. Il principale punto di riferimento rimane la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani
7
adottata dalle Nazioni Unite nel 1948, che
appunto si professa “universale”. Essa, infatti, può essere considerata una pietra
miliare in quanto stabilisce i parametri di base del significato dei “diritti umani”
sia nelle relazioni internazionali contemporanee, sia nelle discussioni all’interno
delle singole nazioni.
8
Cenni
storici .
In breve, dal punto di vista storico-filosofico possiamo dire che i diritti umani si
strutturano nell’epoca moderna e nella società europea, come una specificazione
della dottrina del diritto naturale che, pur avendo le proprie origini e un proprio
sviluppo nel pensiero classico e medioevale, ottiene un particolare rilievo e
fondamento nel tardo Rinascimento e nel giusnaturalismo del XVII e XVIII
secolo
9
.
Usando un’espressione di Cassese
10
, gli archetipi della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani sono quei grandi documenti politici che hanno
5
Si veda Viola, Le origini ideali dei diritti dell’uomo e Ferrone, Storia dei diritti dell’uomo.
6
Per questo si veda anche Harrison, I fondamenti antropologici dei diritti umani.
7
Adottata e proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 217
A (III) del 10 dicembre 1948.
8
Cfr. Donnelly, Universal Human Rights in Theory and Practice, p. 26.
9
A partire dall’Antica Grecia (Sofocle, i sofisti, ma soprattutto gli stoici, per i quali la natura
è retta dal Logos, un’immanente legge razionale), passando per San Tommaso (che riconduce
l’origine della ragione a Dio) per arrivare a Grozio, l’iniziatore del giusnaturalismo e gli altri
esponenti: Hobbes, Spinoza, Locke, Puffendorf, Thomasius, Wolff, Vattel e infine Rousseau.
Si possono considerare tardi sviluppi del giusnaturalismo anche il pensiero di Kant e di
Fichte. Cfr. Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Dizionario di filosofia – Treccani on-line,
voce “Giusnaturalismo”.
10
Cfr. Cassese, I diritti umani nel mondo contemporaneo, p. 26.
5
aperto l’era moderna, portando a maturazione quella concezione dell’uomo e
della società nata nel Rinascimento: tralasciando gli inglesi Magna Charta del
1215 e Bill of rights del 1689, tali documenti politici basilari sono i Bills of
rights di molte Colonie americane del 1776-1789 e la Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino (Déclaration des droits de l’homme et du citoyen),
votata dall’Assemblea nazionale francese nel 1789.
Questi testi sono tutti accomunati dallo stesso clima culturale dell’epoca,
dominato dal giusnaturalismo e dal contrattualismo, che sostengono 1) che gli
individui originariamente vivono liberi ed eguali, soggetti al solo diritto naturale
(perciò stesso razionale), in uno “stato di natura”, il quale è antecedente al
sorgere dello Stato; 2) che lo Stato nasce sulla base di un “patto”, o “contratto”;
3) che lo Stato “civile” fonda delle proprie istituzioni giuridico-politiche e
formula delle leggi civili che sostituiscono quelle naturali, però modellandosi su
di esse.
11
Non tutti i filosofi furono d’accordo con questa difesa dei diritti umani: per
esempio, correnti come l’utilitarismo, lo storicismo e il marxismo, pur con le
loro specificità, posero l’individuo in secondo piano rispetto alla società. Prese
nel loro estremismo, queste idee portarono, direttamente o indirettamente, ad
alcune ideologie totalitarie della prima parte del XX secolo, che ignorarono
completamente i diritti umani.
12
Gli orrori della Seconda Guerra mondiale, con
gli atroci delitti compiuti e i milioni di morti, rinnovarono l’interesse nei loro
confronti.
Si fece dunque strada il concetto che, se si voleva evitare il ripetersi delle
sciagure provocate dal nazismo, bisognava prendere coscienza dell’importanza
del binomio pace-diritti umani e operare, nel dopoguerra, perché questo
11
Cfr. Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Dizionario di filosofia – Treccani on-line, voce
“Giusnaturalismo”.
12
Cfr. Lewis - Skutsch, The Human Rights Encyclopedia, vol. 3, voce “Human Rights,
Ethics, and Morality”, p. 750.