4
milanese, facendo definitivamente cadere l�idea di stabilit� del cosiddetto
�nocciolo duro�, nonch� riportando alla luce tutte le lacune del sistema di
privatizzazioni degli ex monopoli di stato.
A rendere la vicenda ancor pi� complicata, sono le intricate manovre
politiche tipiche del Bel Paese, che hanno diminuito la gi� �appannata�
trasparenza delle numerose fasi dell�operazione. Vengono infatti coinvolte le
pi� alte cariche dello Stato, che rivestono senza dubbio un ruolo centrale
nell�Opas, subendo anche le critiche dei fautori del laissez fair per il
comportamento poco chiaro e deciso.
Ma la scalata non ha coinvolto solo il nostro paese, essa ha avuto portata
globale, coinvolgendo molte realt� economiche europee, nonch� operatori
finanziari sparsi in quasi tutto il mondo. Proprio quest�aspetto � estremamente
importante, perch� dovrebbe far capire al �Bot people� che nel terzo millennio
tutte le vicende che si svolgono nel nostro paese, a livello economico e
politico, si riflettono immancabilmente sulla nostra immagine a livello
mondiale, dando agli altri Stati, segnali di efficienza ed affidabilit� o meno.
Queste considerazioni sono all�origine dell�idea sulla quale si basa la
presente tesi, che ha come obiettivo di fondo, quello di voler analizzare in
dettaglio i vari aspetti del fenomeno takeover. In pratica attraverso questo
lavoro ho provato a sintetizzare tutte le numerose sfaccettature di un
takeover, prendendo come esempio la vicenda Olivetti-Telecom, attraverso la
quale ho potuto focalizzare l�attenzione su alcuni particolari aspetti di maggiore
interesse. In particolare, nell�analisi ho soffermato l�attenzione sulla operativit�
degli intermediari finanziari moderni nelle operazioni di acquisizione. Attraverso
la descrizione dell�Opa Telecom, infatti, ho avuto modo di osservare le
modalit� operative e la centralit� degli intermediari finanziari italiani ed esteri,
potendone apprezzare la capacit� di supportare in vario modo un imprenditore
in una delle decisioni strategiche pi� complesse.
Lo schema della tesi segue un percorso logico che permette di affrontare
i vari argomenti in modo sequenziale.
Nel primo capitolo, infatti, sono illustrati in modo sintetico tutti gli aspetti
teorici inerenti un takeover, cercando di mostrare i punti di legame tra finanza,
5
economia aziendale ed organizzazione aziendale. Viene mostrata anche
l�importanza dei takeovers all�interno dei sistemi di corporate governance,
sottolineando le peculiarit� della nostra realt� nazionale. Sempre nel primo
capitolo sono analizzate le principali tecniche di difesa attuabili dal
management attaccato. Di seguito vengono esposte le difficolt� incontrate
dalle autorit� di controllo e dalle commissioni parlamentari, nel definire una
regolamentazione equilibrata capace di soddisfare contemporaneamente
esigenze di flessibilit�, tutela solida delle minoranze e certezza.
Nel secondo paragrafo del primo capitolo vengono sintetizzati tutti gli
aspetti rilevanti della normativa in materia di offerte pubbliche d�acquisto. Tutti
gli aspetti giuridici vengono delineati cercando di soffermarsi maggiormente su
quegli elementi che sono stati oggetto di diatribe in sede di Opas Telecom. In
questa parte viene data una descrizione completa della disciplina, prendendo
in esame gli articoli specifici contenuti nel Testo Unico della finanza (D.L.
58/98), nonch� i regolamenti Consob in materia di Opa, inserendo dove
opportuno le ultime decisioni della Commissione interpellata, tratti dagli
interventi della Consob o dagli articoli apparsi sui maggiori quotidiani
finanziari.
Nell�Appendice I, alla fine del primo capitolo, sono state inserite due
analisi empiriche che hanno l�obiettivo di approfondire alcuni aspetti gi�
affrontati dal punto di vista teorico. Nella prima sezione dell�appendice, infatti,
viene descritta la situazione del mercato per il controllo societario, e vengono
riportati i dati aggiornati sulle offerte pubbliche effettuatesi negli ultimi anni,
nonch� alcuni dati relativi alla struttura del controllo societario in Italia. Lo
scopo di questa analisi �, in pratica, quello di evidenziare l�evoluzione del
fenomeno dei takeovers negli anni nel nostro paese, e contemporaneamente
cercare di capire come il market for corporate control � stato influenzato
dall�introduzione di una determinata normativa.
La seconda parte della prima appendice, invece, contiene un�analisi
empirica che ha l�obiettivo di mostrare il tipo di offerte pubbliche d�acquisto
realizzate su societ� quotate nel 1999 in Italia, ma anche lo scopo di tentare di
mostrare alcune evidenze circa gli effetti di una scalata ostile sulla quotazione
6
azionaria del titolo. A tal fine sono state analizzate tutte le operazioni svoltesi
in Italia nel 1999, delle quali viene data una breve descrizione. Di seguito
sono stati analizzati da un punto di vista qualitativo, i trends degli ultimi
mesi (12-24 mesi) dei prezzi dei titoli azionari delle imprese target
oggetto di scalata. Attraverso una comparazione, simile ad una event
analysis, sono stati descritti alcuni comportamenti simili che accomunano
le varie operazioni, cercando di darne plausibili spiegazioni, anche alla
luce delle teorie pi� accreditate sull�argomento.
Nel secondo capitolo, viene affrontato il problema del ruolo degli
intermediari finanziari nei takeovers, dapprima da un punto di vista
teorico, riportando le motivazioni che la comunit� scientifica ha dato alla
nascita di intermediari specializzati nei sistemi finanziari. Viene poi
inserita una possibile classificazione degli intermediari per cercare di
focalizzare quale tipo di intermediario si occupa di operazioni di M&A.
Di seguito vengono analizzati alcuni aspetti essenziali sull�operativit�
delle investment banks americane, cercando di sottolineare gli elementi
che fanno di questi intermediari il punto di riferimento mondiale, nel
settore della consulenza in operazioni di fusione e acquisizione. Questa
parte � stata inserita per far comprendere al meglio il ruolo svolto dagli
intermediari americani nella scalata di Olivetti-Tecnost alla Telecom.
Nel paragrafo 2.3 del secondo capitolo vengono descritte alcune
caratteristiche del rapporto che si instaura tra impresa cliente e
intermediario finanziario nelle operazioni di fusione e acquisizione.
Vengono esaminati alcuni aspetti, che come verr� sottolineato nei
successivi capitoli, sono il fulcro della relationship che inevitabilmente
deve crearsi per riuscire in un takeover. Sempre nel secondo capitolo,
viene descritta la situazione italiana del settore dell�investment banking,
evidenziandone le carenze e i principali fattori che ne hanno limitato lo
sviluppo.
A chiusura del capitolo viene data una descrizione di alcuni aspetti
contabili relativi alla situazione economica e patrimoniale di un�ipotetica
investment bank.
7
La seconda parte della tesi rappresenta il vero centro del lavoro, in cui si
abbandonano gli aspetti teorici per addentrarsi nei problemi e nei tecnicismi
della pi� grande operazione finanziaria mai realizzata.
Nel terzo capitolo, verr� esaminata nel dettaglio l�offerta pubblica
d�acquisto e di scambio proposta da Colaninno sulle azioni Telecom, cercando
di darne una descrizione chiara, ma nello stesso tempo esaustiva.
La descrizione cercher� di illustrare con maggior dettaglio gli episodi pi�
interessanti della vicenda, tenendo sempre presente l�obiettivo di fondo della
tesi.
Nel paragrafo 1 vengono analizzate le cause principali che hanno spinto
l�Olivetti a realizzare il takeover e vengono descritte le carenze della societ�
target e i punti critici della gestione. Nel secondo paragrafo � riportata
un�analisi dettagliata della vicenda Telecom esposta attraverso una sorta di
cronistoria dei mesi caldi dell�Opas. Ho scelto questa forma per dare un ordine
logico al susseguirsi di eventi, in modo da rendere lineare la lettura. Nel
descrivere i fatti ho poi soffermato l�attenzione sugli aspetti pi� interessanti,
sui quali ho aperto una breve parentesi di approfondimento.
Per la descrizione degli avvenimenti sono state consultate diverse fonti
(quotidiani finanziari e politici, notizie e reports prelevati da internet) in modo
da confrontare le notizie riportate cos� da garantire la stesura di un quadro il
pi� fedele possibile alla realt�.
Nel paragrafo terzo sono stati inseriti alcuni approfondimenti relativi alla
situazione economico-finanziaria di Telecom Italia per completare il quadro
descrittivo dell�operazione. In questa parte vi sono alcuni dati contabili che
aiutano a capire l�entit� finanziaria della scalata e i termini economici
dell�offerta.
Il quarto paragrafo � dedicato all�esposizione delle principali
caratteristiche del piano industriale previsto da Colaninno per la gestione di
Telecom in caso di successo dell�Opas. Si tratta di una sintesi di tutti gli
interventi che saranno effettuati dal nuovo gruppo di controllo per migliorare la
gestione dell�azienda, al fine di sfruttare al meglio le risorse inutilizzate.
8
L�ultimo paragrafo del capitolo contiene una panoramica generale sugli
effetti del takeover sulla �nuova� Telecom. Un�analisi dei risultati
dell�operazione e una descrizione delle prospettive future della gestione
Colaninno, ad oltre un anno di distanza dal termine della vicenda. Nel dare un
giudizio personale sull�Opas ho cercato di essere assolutamente razionale
motivando il mio pensiero con dati concreti circa gli aspetti positivi e negativi
della scalata, sottolineando le difficolt� che si incontrano nel valutare
obiettivamente una situazione cos� complessa.
Il quarto ed ultimo capitolo della tesi � dedicato all�analisi dettagliata
delle quattro investment banks che hanno supportato Olivetti-Tecnost nella
operazione di acquisizione di Telecom Italia. L�idea alla base del capitolo �
quella di effettuare una descrizione delle caratteristiche principali dei quattro
intermediari, cos� da poterne effettuare un�analisi comparata.
Attraverso il confronto degli aspetti rilevanti, infatti, � possibile capire i
differenti modi di operare, le strategie pi� efficaci e i vantaggi competitivi.
Inoltre, tale analisi permette di verificare come i quattro advisors hanno
operato per permettere il successo a Colaninno, evidenziando i principali
servizi offerti sia dalle banche americane che da Mediobanca.
Il quarto capitolo � strutturato in modo da facilitare il confronto tra gli
intermediari, i primi quattro paragrafi sono dedicati alla descrizione degli
aspetti pi� interessanti riguardanti l�attivit� delle banche, mentre l�ultimo
paragrafo � interamente dedicato all�analisi comparata, e alla descrizione
dell�efficacia dei servizi offerti dai consulenti a Colaninno.
Nei quattro paragrafi dedicati alle singole banche ho cercato di
soffermarmi sugli aspetti operativi, riducendo al minimo particolari superflui
per raggiungere l�obiettivo prefissato. Ho inserito l�analisi dei principali
avvenimenti accaduti negli ultimi mesi, per evidenziare le trasformazioni che si
stanno susseguendo a livello mondiale nel settore dell�investment banking
(fusioni e acquisizioni, accordi strategici ecc.). Tali eventi quindi, da una parte
modificano gli assetti competitivi globali all�interno del settore, ma dall�altra
parte, rappresentano in modo chiaro le scelte strategiche delle pi� importanti
9
banche d�affari e dunque, aiutano a comprendere quali saranno gli scenari
futuri nell�investment banking e nei sistemi finanziari.
Nell�ultimo paragrafo della tesi � stata inserita un�analisi dettagliata del
complesso dei servizi offerti da DLJ, Lehman, Chase e Mediobanca ad Olivetti-
Tecnost nel takeover, cercando di sottolineare gli aspetti pi� importanti
dell�attivit� degli intermediari ai fini del successo dell�operazione. Nel paragrafo
sono elencati le funzioni principali delle banche d�affari, con un riferimento
anche a quegli aspetti dell�intervento degli intermediari, che non si
concretizzano in servizio tangibile, ma che rientrano nelle caratteristiche di
operatore professionale e qualificato, il quale riesce ad influire, attraverso
l�interazione con il mercato e gli altri operatori finanziari (e non), sugli esiti
della scalata.
All�interno del paragrafo inoltre, ci sono alcuni cenni riguardanti la
struttura economico-patrimoniale degli advisors. E� stato effettuato un
raffronto tra alcune voci contabili, utilizzando anche diversi indici, al fine di
approfondire la comprensione di alcuni aspetti della gestione degli
intermediari.
Nell�ultimo sottoparagrafo, inoltre, ho riportato l�analisi comparata tra i
siti ufficiali delle quattro banche d�affari, mostrando le caratteristiche principali
dei recapiti virtuali. L�obiettivo, anche in questo caso, � di individuare le
differenze pi� evidenti tra gli intermediari analizzati, e dunque comprendere
ancora pi� a fondo le qualit� e i fattori di successo di una investment bank
piuttosto di un�altra.
Il lavoro si chiude con una sezione dedicata alle considerazioni
conclusive, nella quale vengono riassunti un po� tutti gli aspetti trattati, dando
un giudizio complessivo sul fenomeno dei takeovers e sul fondamentale ruolo
degli intermediari finanziari a supporto dei soggetti coinvolti nell�operazione.
10
11
CAPITOLO 1
TAKEOVERS OSTILI: FUNZIONAMENTO E ASPETTI
ISTITUZIONALI
1.1 L’importanza dei takeovers: aspetti teorici.
Takeover � un termine generale che si riferisce al trasferimento del
controllo di un�impresa da un gruppo di azionisti ad un altro
1
. Normalmente,
un takeover specialmente verso un�impresa di grandi dimensioni viene
realizzato da un�altra azienda che viene definita impresa offerente (bidder).
L�offerente s�impegna a pagare in contanti o attraverso la cessione di altri
strumenti finanziari, il corrispettivo per ottenere le azioni o le attivit� dell�altra
impresa; se l�offerta viene accettata, l�impresa oggetto del tentativo di
takeover vede mutare il controllo sul suo capitale azionario e sulle sue attivit�.
Tuttavia, un takeover pu� essere realizzato non solo con la modalit�
dell�acquisizione (sopra esposta), ma anche tramite un proxy contest, o
un�operazione del tipo going private
2
. Il proxy contest � il fenomeno che si
verifica quando un gruppo di azionisti dissenzienti cerca di ottenere posti nel
consiglio di amministrazione, normalmente la maggioranza dei posti, tramite
l�esercizio del diritto di voto all�assemblea degli azionisti. In questa modalit�, gli
azionisti dissenzienti sollecitano tutti gli altri azionisti della societ� a conferire
loro la delega a rappresentarli in assemblea (proxy nella terminologia
americana sta proprio ad indicare il modulo rilasciato ad ogni azionista tramite
il quale pu� essere esercitato il diritto di delegare un altro azionista a
rappresentarlo in sede di assemblea).
1
Per controllo di un�impresa si vuol definire il fatto che un�azionista o un gruppo di azionisti
abbia la possibilit� di determinare con la maggioranza dei voti la composizione del consiglio di
amministrazione. In questo ambito il termine controllo viene volontariamente fatto coincidere
con il termine propriet�.
2
Per approfondimenti si veda S. A. Ross, R. W. Westerfield, J. F. Jaffe, Finanza Aziendale � Il
Mulino (1998, pp.935 e segg.).
12
Nelle operazioni di going private, l�intero capitale azionario disperso tra il
pubblico degli investitori viene acquisito da un gruppo pi� ristretto. Tale
gruppo include di solito membri del management della societ� e qualche
investitore esterno.
In realt� occorre distinguere fra due tipologie di situazioni: da una parte il
caso, abbastanza tipico in Italia, di imprese il cui pacchetto di maggioranza �
detenuto da un unico azionista o una �famiglia�; dall�altra il caso di imprese ad
azionariato ampiamente frazionato, in cui non esiste un azionista che detenga
la maggioranza di controllo, tipico della realt� americana.
Nel primo caso il passaggio del controllo avviene attraverso il
raggiungimento di un accordo tra acquirente e detentore della maggioranza, e
in caso di successo, l�offerente avr� acquistato il potere di controllo della
societ�. Nella seconda situazione invece, l�acquisizione della societ� �
realizzata attraverso un�offerta pubblica d’acquisto (tender offer), ossia
un�offerta rivolta al pubblico degli investitori per acquistare azioni di una
determinata impresa target (= bersaglio). L�offerta � comunicata agli azionisti
della societ� oggetto di offerta tramite annunci pubblici, ad esempio tramite
quotidiani o per mezzo di pubblicit� postale (di fatto tale soluzione risulta
spesso troppo onerosa). In Italia la legislazione attuale impone l�obbligo a
chiunque voglia acquistare il controllo di una societ� quotata di dare luogo ad
un�offerta pubblica d�acquisto
3
.
In generale un takeover pu� essere effettuato senza il consenso della
impresa bersaglio, in questo caso prende il nome di �ostile�, oppure pu�
avvenire in accordo con la target.
Il fenomeno dei takeovers ha visto una forte espansione negli ultimi venti
anni, in special modo nei mercati anglosassoni, a causa della capacit� dei
�corporate raider� di individuare nel listino borsistico un value gap, cio� una
differenza tra il valore delle azioni di un�impresa sul mercato ed il valore
3
Tutti gli aspetti giuridici verranno approfonditi nel par.1.2 del lavoro. La ratio legis di tale
normativa �, come si vedr� anche pi� avanti nel prossimo paragrafo, in primis la tutela degli
azionisti di minoranza in caso di cambiamento del gruppo di controllo, ed in secondo luogo
assicurare una corretta esecuzione dell�operazione, garantendo informazioni complete ed
esaustive.
13
potenziale implicito. Questa capacit� � in parte agevolata dall�elevato potere
segnaletico e dalla validit� delle informazioni presenti nei suddetti mercati. Un
value gap � spesso determinato da una cattiva gestione o comunque da un
management poco incline al rischio, all�innovazione ed allo sviluppo
4
.
Poich� oggetto dei takeovers ostili sono spesso imprese la cui gestione � svolta
da un management non efficiente o sub-efficiente, ci� permette di inserire le
tematiche connesse alle �scalate� (ostili), in un contesto pi� ampio riguardante
le problematiche di Corporate governance, che sono oggi pi� che mai le
variabili strategiche pi� critiche per il successo competitivo di un�impresa.
Il problema della Corporate governance ha assunto negli ultimi dieci anni
una rilevanza di primo ordine a causa di alcuni fattori che hanno
contraddistinto il panorama mondiale attuale. Da una parte, infatti, si sono
indeboliti alcuni elementi portanti del modello di finanza anglosassone: le
ondate di ristrutturazioni, l�uso aggressivo della leva del debito, la crescente
spregiudicatezza delle strategie aziendali con conseguenti clamorosi
�fallimenti�, l�attivismo degli investitori istituzionali, hanno minato il principio di
massimizzazione della ricchezza degli azionisti quale obiettivo di un�efficiente
gestione. Dall�altra parte il nuovo e pi� complesso scenario, caratterizzato dalla
globalizzazione dell�economia e della finanza e, quindi, il confronto competitivo
sempre pi� diretto tra sistemi paese, fattore che spinge verso la ricerca di
differenziazione anche nei diversi modelli di governance.
Proprio per questi motivi, si � reso necessario in Italia, un pi� innovativo
sistema di regole che vada a definire i principi guida dei sistemi di relazioni di
governo d�impresa, in modo tale da non ostacolare le nostre imprese nel
processo di globalizzazione
5
.
E� questo l�obiettivo che si � posto il legislatore con la nuova disciplina dei
mercati finanziari (�Legge Draghi�: Dlgs. 24/02/98 n�58 e successivi
regolamenti Consob), in particolare in questo lavoro andr� ad esaminare gli
aspetti rilevanti della disciplina in materia di offerte pubbliche d�acquisto.
4
Si veda V. Comito, Idee e capitali: mercati finanziari e decisioni d�impresa � Isedi (1994,
cap.1).
5
Cfr. sull�argomento: di G. Airoldi e G. Forestieri - Corporate Governance. Analisi e prospettive
del caso italiano ( Etas Libri � 1998).
14
Problemi di governance si vengono a creare nelle grandi imprese quando
vi � una separazione tra propriet�, in mano agli azionisti (con partecipazioni
pi� o meno frazionate) con lo strumento delle assemblee, ed il controllo della
gestione, delegato a managers professionisti. Il potenziale problema sta nel
fatto che gli obiettivi del management, in teoria, possono essere anche molto
diversi da quelli della massimizzazione del valore per gli azionisti (� un caso
specifico che rientra nelle ipotesi generali della teoria dell�inefficienza X
6
). In
effetti il management potrebbe essere motivato a raggiungere obiettivi che gli
permettano di massimizzare propri interessi come ad esempio la retribuzione,
lo status, il prestigio sociale, le proprie capacit� professionali ecc. Il risultato di
questo comportamento condurrebbe le imprese a massimizzare la crescita,
tacitando gli azionisti con un livello minimo di profitti e quindi di dividendi,
nonch� un livello di autofinanziamento di sicurezza, a tutela del posto di
lavoro
7
. All�interno della corporate governance queste distorsioni sono
affrontate sia attraverso il disegno di schemi contrattuali, relazioni
organizzative e meccanismi di incentivazione, sia attraverso gli effetti che
determinati mercati possono avere indirettamente sull�efficienza della
conduzione d�impresa. In questo punto entra in gioco l�importanza dei
takeovers: un market for corporate control, infatti, potrebbe rappresentare un
fattore di stimolo nell�azione del management e dunque un elemento che pu�
far tendere alla convergenza tra gli interessi dei vari stakeholders dell�azienda.
In un mercato in cui i prezzi sono indicativi, e cio� rispecchiano abbastanza
fedelmente quelle che sono le previsioni sul valore attualizzato dei flussi di
cassa futuri, i managers sono costretti a controllare il valore delle azioni cos�
da evitare che raiders approfittino della situazione (cio� une sottovalutazione).
6
Da G. Brusio, Economia e finanza pubblica (1996 pp.250 e segg.) (H. Leibenstein �Aspects
of the X-Efficiency of the firm� in �Bell journal of economics� - 1975 vol.6 pp.580-606).
Nella teoria dell�efficienza X si afferma che a causa di contratti di lavoro necessariamente
incompleti, per quanto concerne l�espletamento di un�attivit� lavorativa complessa si verificano
sempre delle divergenze tra gli obiettivi propri del lavoratore e quelli dell�organizzazione della
quale fa parte. Questo � dovuto secondo l�autore dalla presenza di una inevitabile libert� nello
svolgimento dell�attivit� quali, ritmo di lavoro, qualit�, tempo speso in questa attivit�. Questa
libert� pu� essere limitata con l�applicazione dei vari principi dell�Organizzazione Aziendale,
incorrendo tuttavia in elevati costi di controllo. Una soluzione proposta dall�autore � quella di
incrementare il livello di concorrenza interna cos� da costringere ad operare in condizioni di
efficienza.
7
Si veda V. Comito, Idee e Capitali. Mercati finanziari e decisioni d�impresa (1994 ISEDI).
15
Il rapporto tra azionisti e managers � stato teorizzato da vari autori, uno
dei contributi pi� efficaci � dovuto a due autori Jensen e Meckling, i quali in un
loro articolo del 1976 di capitale importanza hanno delineato la cosiddetta
teoria �dell�agenzia�
8
. Questi autori descrivono il rapporto tra azionisti e
managers come un contratto di mandato, nel quale una o pi� persone (il
mandante) acquista i servizi di un�altra persona (il mandatario) per svolgere
un�attivit� per suo conto, delegando al mandatario l�autorit� per certe
decisioni. Come gi� evidenziato sopra, anche questa visione sottolinea la
libert� decisionale del management di selezionare i vari obiettivi: questo �
anche empiricamente riscontrabile nella realt� americana dei passati decenni,
in cui molti manager hanno rinunciato ad investimenti rischiosi e a progetti con
un raggio di azione a lungo termine, immobilizzando liquidit� in eccesso,
proprio per garantirsi stabilit� e indipendenza dagli azionisti. Questo ha
provocato anche una modificazione nella struttura finanziaria delle imprese che
hanno sempre fatto ricorso al finanziamento mediante mezzi propri, piuttosto
che ricorrere a fonti di debito come avrebbe richiesto una strategia di
massimizzazione del valore, evitando affannose rincorse per far fronte agli
impegni finanziari. Alcuni autori, per giustificare tale comportamento, hanno
posto l�accento sull�influenza di un diverso ambiente finanziario nei vari paesi, il
quale potrebbe incidere in maniera anche rilevante sulle scelte gestionali del
management; � infatti noto come gli azionisti di Wall Street siano
estremamente legati ai risultati di breve periodo e dunque esercitino pressioni
sul management per raggiungere i propri obiettivi. Nella letteratura finanziaria
una simile fonte di finanziamento � nota come �capitale impaziente�.
Tra gli autori che ritengono i takeovers ostili una possibile soluzione ai
problemi di divergenza tra gli obiettivi degli azionisti e quelli del management,
emerge H. G. Manne
9
(1965) economista di impostazione neoclassica. Secondo
tale autore le scalate azionarie sono rappresentabili come uno scambio
8
M. C. Jensen, W. H. Meckling, Theory of the firm: managerial behavior, agency costs and
ownership structure in �Journal of financial economics� (1976).
9
H. G. Manne, � Mergers and the market for corporate control�, Journal of Political Economy
da G. Airoldi e G. Forestieri, Corporate governance. Analisi e prospettive del caso italiano,
(1998, pp.49 e segg.).
16
volontario (e pertanto mutuamente vantaggioso) tra gli azionisti della societ�
bersaglio (target) della scalata e il raider, cio� la parte che offre (o minaccia)
di prendere il controllo della societ�. Un cambio di controllo avviene quando il
raider � in grado di ottenere dalle risorse della societ� un valore maggiore
della parte che aveva prima il controllo (incumbent
10
): in tal caso secondo
Manne, entrambe le parti avranno interesse ad effettuare lo scambio di azioni,
dalla parte che attribuisce meno valore a tale bene (gli azionisti) a quella che
da al bene il valore maggiore (il raider). Il prezzo cui tale scambio verr�
effettuato si posizioner� ad un livello intermedio tra le due valutazioni, in modo
da lasciare entrambe le parti con un guadagno. Come tutti gli scambi volontari
anche le scalate azionarie sono da incoraggiare dal punto di vista neoclassico,
poich� accrescono l�efficienza allocativa. In questo caso specifico due sono i
tipi di efficienza raggiungibili:
a) Ex post: il controllo dell�impresa passa da un management
meno efficiente ad uno in grado di sfruttare meglio le risorse. Si tende
cos� alla massimizzazione del valore dell�impresa.
b) Ex ante: la sola minaccia di rimozione disciplina il
management, allineandone gli obiettivi a quelli degli azionisti della
societ�. I manager cercano di non discostarsi troppo dall�obiettivo di
massimizzazione del valore di impresa per non perdere i vantaggi della
propria posizione e la propria reputazione professionale.
Nella teoria di Manne � implicita l�ipotesi di efficienza del mercato dei
capitali, secondo cui il valore delle azioni riflette in modo non distorto il flusso
scontato atteso dei dividendi futuri: quindi un management che si discosta
dall�obiettivo di massimizzazione crea un value gap (vedi sopra) che permette
al raider pi� efficiente di acquistare le azioni della societ� e realizzare un
profitto effettuando scelte gestionali pi� remunerative.
La teoria neoclassica, supportata anche da evidenze empiriche, prevede
quindi che, in seguito ad un takeover, il valore delle azioni debba salire. Non
mancano per� le critiche alle ipotesi di Manne, alcune delle quali non
10
Si tratta del gruppo di controllo della target che solitamente viene estromesso dopo un
takeover concluso con successo.
17
concordano sugli effetti di crescita del valore delle azioni in seguito alla
scalata, che sarebbero da attribuire soltanto, probabilmente, ad inefficienze del
mercato borsistico, quali, errate valutazioni, eccessiva sfiducia nel
management precedente o eccessiva fiducia nel nuovo (overbidding). Altre
critiche riguardano proprio gli effetti delle scalate ostili sul sistema di corporate
governance, la minaccia di takeovers ostili, pu� anche generare conseguenze
negative per la gestione, poich�, il management pu� instaurare strategie volte
a garantire un determinato valore delle azioni, non effettuando investimenti
rischiosi o puntando ad obiettivi di breve periodo, e gestendo in modo
appropriato la liquidit� (short-termism). Dal punto di vista dell�offerente, �
anche possibile che l�impresa raider acquisti la target proprio per la presenza
di free cash-flows con l�obiettivo di massimizzare le dimensioni del gruppo
senza che vi siano, in effetti, ragioni di efficienza o la possibilit� di realizzare
sinergie tali da motivare l�investimento: in questo caso � oltremodo difficile che
il valore della target cresca molto.
A mio avviso, l�enorme sviluppo dei mercati finanziari, la presenza di
investitori istituzionali altamente professionali sempre pi� attenti alle
performances e di conseguenza alle analisi, l�aumento della turbolenza
ambientale, nonch� la maggiore informazione e cultura finanziaria dei
risparmiatori, rende pi� verosimile l�ipotesi che sotto la costante minaccia di
takeovers, il management tenda ad allineare i propri obiettivi con quelli degli
azionisti.
Naturalmente queste teorie sono applicabili e verificabili solo in sistemi di
imprese che rientrano nel modello delle public company: nel nostro paese
invece la maggior parte delle realt� economiche sono per lo pi� controllate da
piccoli gruppi di azionisti ed il rapporto azionista/manager � molto meno
rilevante, considerando anche il fatto che molte imprese sono un tipico
esempio di societ� a gestione �familiare� con tutte le relative conseguenze dal
punto di vista gestionale.