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1 Introduzione
1.1 Premessa
Ho scelto di intraprendere questo progetto di tesi per concludere il mio ciclo di studi in architettura rivolgendo
l'attenzione di tutta la ricerca ad indagare il quadro di innovazione tecnologica che ha interessato le tecniche
costruttive in legno. Costruire con il legno è una pratica condotta da sempre, ed è questione nota. Tuttavia il
settore ha ritrovato nuova luce in particolare negli ultimi anni dopo un lento abbandono a causa dei processi
industriali, della comparsa di nuove tecniche costruttive e soprattutto di nuovi materiali. Le emergenze e gli
allarmismi rispetto a quanto prodotto finora dalla massificazione industriale, dallo sfruttamento eccessivo di
fonti di energia non rinnovabili, dalle problematiche emerse a causa delle catastrofi naturali e soprattutto una
crescente attenzione alle tematiche legate ad uno sviluppo sostenibile, hanno condotto a riscoprire il legno
anche nel settore delle costruzioni. Certo, quanto prodotto dalla globalizzazione e dalle rivoluzioni industriali
e scientifiche, sono state assimilate in questo lento processo che ha interessato l’architettura lignea poiché è
proprio grazie alle nuove tecnologie sviluppatesi e di altre nuove alternative costruttive, diverse ma innovative
rispetto a quelle tradizionali, che si può parlare di nuova vita per il legno.
Questa vuole essere una prima premessa per introdurre tutta l’argomentazione su cui verte la tesi, integrando
quando detto, con la questione economica che necessariamente deve legarsi. Costruire con il legno ovviamente
implica costi di produzione, di smaltimento e di lavoro, ma implica anche una correlazione con il mercato e il
suo valore reale all’interno di un processo di cambiamento che ha interessato tutto il mondo. Se si guarda agli
ultimi dati rispetto al settore delle costruzioni in Italia, anticipando quanto verrà trattato in seguito nel dettaglio
con il “Rapporto case ed edifici in legno”, studio condotto dal centro Studi Federlegno Arredo Eventi, per
conto di Assolegno e pubblicato nel 2015, emergono numeri importanti ed incoraggianti per l’intero comparto
delle costruzioni in legno. A fronte infatti di un trend in costante crescita è aumentato sia in numero di interventi
(dal 2010 al 2014 si registra un + 7,7% con 3.025 realizzazioni), sia il volume di affari (nel 2014 il fatturato
relativo a questo settore, ammonta a 658 milioni di euro, come evidenzia il Rapporto), apportando così una
reale constatazione del potenziale economico che lega il legno al all’industria delle costruzioni e ai suoi
obiettivi economici. Ovviamente un aspetto che nel mondo attuale ricopre una posizione importante, e che
pone il nostro Paese a poter emergere in modo concorrenziale a livello europeo in termini di mercato con realtà
leader per tradizione nelle costruzioni in legno come Germania, Regno Unito e Svezia per citare le tre nazioni
europee che occupano le prime posizioni di una possibile classifica (in particolare queste hanno prodotto
fatturati che superano il milione di euro, e la nazione tedesca è addirittura giunta ad un guadagno che arriva a
toccare quasi il milione e ottocento mila euro), cui segue proprio l’Italia inquadrandosi al quarto posto
addirittura sopra Austria, Finlandia e Francia. Dati assolutamente incoraggianti che si devono necessariamente
collegare da una parte alla questione ambientale e di sostenibilità: se è vero che il legno è un materiale naturale,
questo non deve però perdere il suo valore di naturalità rientrando in un processo industriale che gli consente
di essere reimmesso nel ciclo con il suo utilizzo ed impiego, ma non deve essere il prodotto di un processo che
danneggia e rende vano quanto invece riesce per le sue qualità a fare un materiale così. Allora questa è la
premessa per inserire il settore delle costruzioni in legno in un processo produttivo di elementi e componenti
che non siano il risultato di una filiera di trasformazione lunga, ma l’intero cambiamento deve legarsi ad una
filiera corta, il più possibile locale.
Quanto emerso pone le basi per un’altra questione fondamentale: definire il ruolo delle imprese che si
occupano di costruzione in legno. Il trend di crescita non necessariamente ha implicato ed implica tutt’ora che
il volume di affari sia a beneficio di un’economia locale, ma la grande problematica del nostro Paese risulta
dalla sua forte dipendenza dall’estero, a scapito delle realtà locali e certamente per gli aspetti ambientali: non
basta avere dati con un segno positivo, bisogna anche dare un reale valore ad esso al di là dei numeri.
Nonostante tutto, comunque, l’inversione di tendenza nel settore delle costruzioni è una questione effettiva, un
dato di fatto. Tutti temi e argomentazioni questi, trattati nel corso della tesi in maniera più dettagliata e
specifica, facendo emergere pro e contro.
Per affrontare in maniera completa la trattazione dell’architettura come processo di filiera in ambito europeo
attraverso la valorizzazione e l’innovazione tecnologica della risorsa legno in edilizia, da cui prende il titolo
tutta la ricerca, si procede per gradi. In anzi tutto viene fatto un inquadramento dell’area alpina in cui tutto
questo risulta particolarmente sviluppato in Germania e Austria per quanto riguarda il settore sia delle
costruzioni sia della filiera legno correlata, forti di una morfologia che risponde adeguatamente e alla presenza
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di imprese di medie e grandi dimensioni che negli anni in particolare dagli anni Settanta, sono cresciute sia in
numero sia in capacità produttiva, immettendo come risultato sul mercato, presente e attivo, prodotti di
altissima qualità con riscontri in termini economici e occupazionali. Leadership frutto anche di una tradizione
culturale che ha saputo mantenersi viva negli anni e svilupparsi. Competitive in ambito europeo risultano anche
Svizzera e Francia, ed in particolare la prima si trova molto più vicina alla situazione riscontrabile nelle due
regioni prima citate, mentre la seconda solo negli ultimi anni si è avvicinata all’architettura di legno, e
attualmente non è ancora forte allo stesso modo, come emergerà nel corso del capito che segue questa prima
introduzione (capitolo 2, prima parte).
Dopo un primo inquadramento dei cosiddetti Holzcluster europei (letteralmente “rete” di legno), vengono
mostrate le ricadute che questi hanno prodotto nel mercato dei componenti in legno per l’edilizia ma non solo,
infatti rispetto a quanto prodotto e quanto presente in Svizzera, verrà anche mostrata l’innovazione che ha
prodotto sempre rispetto a componenti, in questo caso non di carattere strutturale, quanto relativo al materiale
isolante, ed in Francia dove invece emergerà un’innovazione ancora più di tipo culturale, cultura legata
all’edilizia in legno che non è stata presente da sempre sul territorio (capitolo 2, seconda parte).
Da qui l’attenzione si sposterà dunque alla nuova vita del legno, la sua ri-generazione (capitolo 3), in particolar
modo l’evoluzione innovativa in generale di elementi strutturali in legno per quanto riguarda dapprima i
componenti che dall’utilizzo esclusivo tradizionale di legno massello, con l’innovazione tecnologica diventa
prodotto ingegnerizzato con l’ottimizzazione sia dei processi di produzione che di lavorazione, andando ad
ottimizzarne le qualità e riducendo peso e spessore fino ad eliminare i naturali difetti; verranno poi analizzate
le innovazioni dei sistemi costruttivi strutturali sia pesanti sia leggeri, e l’ottimizzazione del materiale naturale
studiando possibilità per contrastare le problematiche relative alla naturalità della materia che risulta sensibile
agli attacchi fungini o di inseti oltre ai problemi di durabilità.
Da queste premesse su larga scala il focus si circoscriverà all’Italia, passando ad inquadrare la situazione in
materia di edilizia in legno. Viene prima presentata la situazione del settore orientale italiano dove la vicinanza
con le realtà europee è forte e l’influenza è sempre stata presente, oltre ad un diverso approccio culturale: si
parla in particolare della regione del Trentino Alto Adige. In seguito, da considerazioni di carattere generale
con un approfondimento rispetto allo studio prima citato condotto da FederLegnoArredo e la pubblicazione
del “Rapporto case ed edifici in legno 2015”, in cui emerge chiaramente come in Italia operino alcune aziende
quali falegnamerie ed imprese, per lo più piccole e medie, nate nei diversi territori regionali e molto spesso a
conduzione familiare, che tutt’ora lavorano secondo le tradizioni e maestranze locali, anche se in alcuni casi
vi è stata un’evoluzione seguendo il passo guidato delle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi produttivi, ad un
analisi più approfondita del tema legato al valore della creazione e presenza di filiere produttive corte, dalla
situazione nel Nord Italia, con un confronto con quanto presente in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli
Venezia Giulia, fino ad arrivare alla situazione della Regione Piemonte (capitolo 4).
Fatto questo inquadramento il focus verterà in maniera più consistente a quanto presente nel nostro territorio
in materia di edilizia in legno legata ad una filiera locale e la possibilità di costruire una rete del legno, un
Cluster Legno, fondamentale se si vuole costruire una trafila produttiva locale delle costruzioni in legno, anche
in Piemonte: quali sono state le tappe e qual è l’attuale situazione.
Sempre rispetto alla valorizzazione della materia prima autoctona si apre un’innovazione per l’Italia e la
produzione di filiera: l’esperienza friulana di Samuele Giacometti che ha prodotto un nuovo approccio per
l’industria e le imprese del legno (capitolo 5) con l’impresa condotta ormai quasi dieci anni fa di volersi
costruire una casa totalmente in legno, cui hanno seguito dapprima la nascita di SaDiLegno
®
, e poi le Reti di
Impresa 12 To Many.
Un approfondimento riguarderà poi il legno di filiera corta e certificata: cosa ha prodotto rispetto ai componenti
in legno nell’industria italiana, e anche in questo caso ci sarà uno sguardo a tutte le regioni alpine (capitolo 6).
Analizzando la situazione del Piemonte, in fase di ricerca e studio, è emersa una situazione nuova e diversa
nel Biellese, dove si sta cercando di attivare nel concreto un progetto che nel tempo ci si augura possa diventare
ciò che è ad oggi presente nel Pinerolese o nel Cuneese in parte, in materia di filiera locale e valorizzazione di
componenti in legno per l’edilizia di provenienza locale (capitolo 7).
Il capitolo 8 poi, va oltre i territori settentrionali spostandosi a mettendo in luce la situazione della Toscana,
regione italiana che nonostante non disponga di un patrimonio naturale come quello dei territori alpini, ha
cercato di innovare il settore delle costruzioni in legno cercando di attivare una filiera locale.
Infine verranno fatte le considerazioni finali cui seguiranno alcune specifiche rispetto alla difficile situazione
che da sempre ha interessato l’Italia da un punto di vista normativo, verranno poi riportati alcuni contribuiti
che personalmente ritengo fondamentali a conclusione di un percorso formativo, quali i confronti con alcuni
esponenti dei diversi settori in merito alla filiera legno; in fine ci saranno le conclusioni finali.
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1.2 La strada per la valorizzazione
In generale, questo lavoro ha lo scopo di mostrare la situazione relativa all’edilizia sostenibile che utilizza
componenti in legno. La scelta è stata dettata dai nuovi principi che negli ultimi anni hanno fatto la loro
comparsa sempre più importante, come anticipato: sostenibilità, efficienza energetica con costi ridotti e con
attenzione all’ambiente, senza tuttavia trascurare gli aspetti di economia e società. Si è sempre considerata
l’edilizia tradizionale, quella fatta in mattoni e cemento armato, come l’alternativa maggiormente idonea a
rispondere alla domanda dell’abitare perché legata ai processi di industrializzazione che negli ultimi secoli
hanno rivoluzionato il mondo: ma non ci si può più permettere di continuare su questa strada che tende ad
attingere a fonti non rinnovabili per produrre alla fine un rifiuto. Osservando l’ambiente che ci circonda
possiamo osservare come la natura da sempre abbia messo a disposizione dell’uomo una grande quantità di
risorse che, dalla rivoluzione industriale alle nuove tecnologie, le nuove economie e le conseguenti nuove
domande, hanno sempre di più trascurato e, anzi, talvolta le hanno apportato un contributo negativo, in seguito
a cui sono emerse con prepotenza, necessità nel dover invertire il senso di marcia, come noto negli ultimi anni,
e come si sta impegnando tutto il mondo, questioni già ribadite nelle premesse.
Un’importante risorsa è fornita all’uomo dalle foreste e dai boschi che ricoprono una quota consistente della
superficie terrestre, apportando tutti i benefici noti. Queste sono popolate da innumerevoli specie di piante,
alberi dal cui fusto può essere ricavato il materiale che fin dall’antichità è alla base della vita dell’uomo che
<<a un certo punto decise di alzarsi e camminare (…). E in quel momento iniziò a fare uso del legno partendo
da una clava. Poi scoprì il fuoco. (…) iniziò a bruciare legna. Per scaldarsi, e più tardi per arrostire selvaggina
o danzarci attorno. Sortì dalla caverna e, sempre con il legno, costruì una capanna per ripararsi>> (cfr. M.
Corona, Portare un po’ di bosco in casa, presentazione; in S. Giacometti. Come ho costruito la mia casa di
legno, Arezzo, Compagnia delle Foreste, 2011, pag. 5). Se da una parte emerge la versatilità del legno e dei
suoi utilizzi, dall’altra intrinsecamente il legno ha un potenziale importante legato ad una questione
fondamentale per la situazione globale attuale: i crediti di carbonio. Infatti legare l’architettura delle costruzioni
in legno con la filiera di produzione è determinante visto il beneficio ambientale che i boschi che per crescere,
naturalmente catturano anidride carbonica come noto; la valorizzazione di questo potere naturale deve anzitutto
guardare al primo anello della trafila, cioè la selvicoltura e la gestione forestale che permettono di attingere ad
un materiale naturale di alta qualità, e destinarlo a trasformazioni successive diffondendo prodotti in legno.
Questi hanno un potenziale in termini di riserva di carbonio (carbon sink), che le politiche ambientali hanno
tenuto in grande considerazione perché <<la cattura di carbonio va sfruttata mediate tecniche che potenzino i
“bacini di assorbimento del carbonio” in agricoltura e silvicoltura e mediante l’uso di prodotti derivati dal
legno per le azioni domestiche e industriali>> (Sesto programma di azione per l’ambiente
1
, pag. 27);
<<mediante la certificazione è possibile mostrare ai consumatori che il legno o i prodotti provengono da zone
boschive il cui sfruttamento commerciale è effettuato all’insegna della sostenibilità e delle buone prassi
ambientali. Devono essere incoraggiati regimi di certificazione credibili>> (Sesto programma di azione per
l’ambiente, pag. 36) (cfr. C. Piccardo, Sostenibilità degli edifici in legno. Indirizzi per la progettazione,
Francoangeli, 2015, pag. 42). Ecco emergere il valore ambientale di creare filiere produttive locali per
valorizzare il bene naturale e potenziarne le qualità, che se reimmesso nel ciclo viene certificata offrendo in
tal senso una garanzia.
Ebbene, osservando il panorama europeo certo vi sono nazioni e regioni che hanno una cultura e una tradizione
del legno favorita dall’abbondanza di materia prima e, come detto all’inizio di questa presentazione, sono state
aiutate dalla propria morfologia: Austria e Germania nella parte centrale, per arrivare fino ai paesi nordici della
penisola scandinava quali Svezia, Danimarca, Norvegia. L’interrogativo sorge spontaneo: qual è la situazione
italiana? ebbene qui di seguito verrà presentata la filiera del legno, strada da intraprendere in tutte le sue parti
per valorizzare e contribuire positivamente allo sviluppo dei territori che devono rivolgersi in questo senso alle
risorse locali. Bisogna cercare dunque di perseguire comunemente l’obiettivo di valorizzazione della filiera
bosco-legno, ed in particolare quella relativa al bosco-legno-edilizia. E’ necessario accorciare le filiere stesse
perché solo in questo modo vi possono essere ricadute positive per i territori: utilizzare legno locale significa
1
Sesto programma comunitario di azione per l'ambiente, su decisione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo, "Ambiente
2010: il nostro futuro, la nostra scelta" copre il periodo compreso tra il 22 luglio 2002 e il 21 luglio 2012. Pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale dell’Unione Europea, 10.9.2002
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contribuire a mantenere vivo il bosco, alla società e alle piccole e medie imprese, ed in generale all’economia
locale.
Dal quadro generale della situazione italiana, si passerà a mettere in luce le strategie e le politiche che le
istituzioni e le autorità politiche, nonché i professionisti del settore devono mettere in atto e quali invece sono
già state portate avanti nella Regione Piemonte in particolare. Dal confronto con le altre regioni alpine verrà
messo in evidenza il forte contributo positivo e avanguardistico di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli
Venezia Giulia. Le considerazioni in merito alla Regione Toscana sono dettate dall’impegno che ultimamente
è stato assunto, e dalle importanti novità in merito alla valorizzazione e alla gestione sostenibile, nonché
all’impiego di materiale provenite da boschi locali. Il Piemonte verrà confrontato anche a livello internazionale
non solo con Austria e Germania, ma inquadrando anche il panorama transalpino e richiamando le regioni di
Francia e Svizzera, dove già da parecchi anni sono state adottate importanti strategie. Verranno fatte alcune
analisi rispetto anche alle realtà di Slovenia e Croazia, dove, tuttavia emergerà una certa arretratezza nel settore
dell’impiego di legname per l’edilizia e uno sviluppo più importante del settore del mobile e dell’arredamento.
Infine obiettivo sarà collegare le imprese al mercato attraverso il modello di Rete di Imprese, che la Regione
Piemonte ha portato avanti e firmato e, verranno descritti i principali componenti per l’edilizia che utilizzano
legno locale o di provenienza regionale e certificato, diventati a tutti gli effetti un prodotto riconosciuto
istituzionalmente: sono infatti caratterizzati dalla registrazione di marchio che ne determina la garanzia di
qualità.
L’ultimo capitolo di analisi, “Una realtà locale in Piemonte: il caso
di Biella”, vuole chiudere l’ampio panorama trattato tornando nei
luoghi dove tutto è nato perché è il mio territorio, inquadrando la
situazione locale. Emergerà in particolare un progetto interessante
e affascinante, che ho avuto il piacere di incontrare direttamente e
che mi piacerebbe vedere concretizzato. Questo incentrato sulla
valorizzazione del legno di castagno locale per la produzione di un
sistema costruttivo a telaio, ma anche la valorizzazione delle
maestranze locali del sapere e dei mestieri, e rendersi promotori
delle risorse del territorio; un po’ come fece Mazzucchetti
2
che
<<Mantenne uno stretto rapporto con il luogo natale. Fu promotore
dello sviluppo delle scuole tecniche di Campiglia Cervo e di
Rosazza di cui fu presidente e che divennero una fucina di tecnici
edili, contribuendo anche a migliorare le condizioni di vita di
numerosi abitanti della zona; fu, inoltre, membro della
Deputazione provinciale per il mandamento di Andorno per oltre
venti anni; fu infine fondatore della Banca di Campiglia, che servì
a sostenere l’attività di molti piccoli impresari edili della valle
(Commemorazione, in “La Gazzetta piemontese”, 19 aprile
1894)<<. (Cfr. Alessandro Mazzucchetti in “Enciclopedia
Treccani”).
Edilizia sostenibile, utilizzo di fonti rinnovabili come il legno,
gestione sostenibile dell’bosco, valorizzazione e incentivi verso la
promozione della filiera sempre più corta. Filiera a km 0, o quasi, è questo l’obiettivo non solo di questo lavoro,
ma l’obiettivo che tutti gli amanti dell’architettura in legno dovrebbero tenere a mente e che è necessario
diffondere e impegnarsi a fondo: far conoscere ai più il potenziale del legno, insegnare alle imprese e alle
istituzioni che il legno è il futuro, va valorizzato e creare un collegamento tra questi in modo che vi sia un
lavoro collaborativo continuo e costante verso il comune obiettivo. L’immagine rende chiara la situazione: i
boschi ricoprono gran parte della superficie italiana. Le Alpi e gli Appennini corrono lungo tutta la penisola,
c’è il bisogno di valorizzare le risorse naturali per contribuire al mantenimento attivo ed efficiente di questo
importante patrimonio che la natura ci ha messo a disposizione.
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Alessandro Mazzucchetti (San Paolo Cervo, 22 luglio 1824 – Torino, 18 aprile 1894) ingegnere italiano. Autore della Stazione
ferroviaria di Torino Porta Nuova.
Fig. 1 L’Italia vista al tramonto dal satellite.