INTRODUZIONE
L’obiettivo del mio lavoro è quello di analizzare l’opera Martín Ojo
de Plata (2011) della scrittrice spagnola Matilde Asensi. Il suo è una sorta
di progetto che comprende i due romanzi Tierra Firme (2007) e Venganza
en Sevilla (2010), e che ha assunto, recentemente, la forma di una trilogia
in quanto, nel maggio del 2012, l’autrice ha completato la saga con la
pubblicazione di un ultimo libro: La conjura de Cortés .
Il mio studio, strutturato in quattro capitoli, si focalizzerà sui primi
due romanzi.
Nel primo capitolo viene offerta una panoramica generale sul romanzo
d’avventura, prima in Europa, e poi in Spagna, prendendo in
considerazione i primi scritti appartenenti al genere, ma anche alcuni
esempi più moderni.
Il secondo capitolo è, invece, dedicato alla figura della scrittrice
Matilde Asensi, alle sue pubblicazioni e ai numerosi riconoscimenti
letterari ottenuti.
Il terzo capitolo riporta, oltre alle trame dei due romanzi, anche una
sorta di introduzione a Martín Ojo de Plata , nella quale viene illustrato il
punto di vista della scrittrice sul fenomeno del colonialismo e
dell’imperialismo.
Nel quarto capitolo, dopo l’analisi dello spazio e del tempo, una breve
parentesi è, invece, dedicata al motivo de la mujer disfrazada de hombre , in
quanto la protagonista del romanzo è costretta a travestirsi da uomo
assumendo un’identità maschile. Segue l’analisi del personaggio femminile
in questione facendo, in particolar modo, attenzione alla sua evoluzione,
per poi passare all’analisi degli altri personaggi.
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CAPITOLO 1
1. 1 IL ROMANZO D’AVVENTURA IN EUROPA
Non è affatto semplice formulare una definizione chiara e precisa che
spieghi cosa sia il romanzo d'avventura . Lo studioso José María Bardavío
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definisce il romanzo d'avventura “un género ambiguo” la cui ambiguità
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deriva dalla mancanza di limiti. Nel voler tentare un approccio a questo
genere letterario ci si ritrova dinanzi ad uno scenario senza frontiere.
Tantissimi sono i romanzi d'avventura scritti nel corso dei secoli e
alcuni di essi sono oggi considerati dei grandi classici. Letti e apprezzati in
tutto il mondo da un pubblico eterogeneo in termini di età e di estrazione
sociale, questi romanzi, seppur apparentemente molto differenti tra loro,
hanno in comune alcuni ingredienti basici: l'azione, la scoperta, la capacità
dei protagonisti di mettersi alla prova superando se stessi attraverso le
vicende e l'incertezza del futuro. Dalla sua apparizione nell' Odissea di
Omero, passando per il romanzo bizantino, il Don Quijote di Miguel de
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Per le notizie bibliografiche sul romanzo d’avventura in Europa e in Spagna cfr: José María Bardavío,
La novela de aventuras, Madrid, Sociedad General Española de Librería, 1977; Roland Bourneuf, Réal
Oullet, L’universo del romanzo , Torino, Giulio Einaudi editore, 2000; Ian Watt, Miti dell'individualismo
moderno, Roma, Donzelli, 1998; Juan Ignacio Ferreras, La novela en el siglo XIX , Madrid, Taurus, 1987;
Franco Moretti, Atlante del romanzo europeo, Torino, Einaudi, 1998; Gérard Genette, Figure III.
Discorso del racconto , Torino, Einaudi, 1956 ; Francisco Rico, Il romanzo picaresco e il punto di vista,
Milano, Mondadori, 2001; Jean Canavaggio, Historia de la literatura española, Barcelona, Ariel, 1994;
Salvador Vázquez de Parga, Las novelas de aventuras en 250 portadas, Barcelona, Glénat, 2003;
Salvador Vázquez de Parga, Héroes de la aventura , Madrid, Planeta, 1983; Paolo Bertinetti, Storia della
letteratura inglese, Torino, Einaudi, 2000; Amalia Billi di Sandorno, Literatura española , Torino,
Mondadori, 1960; Lazarillo de Tormes , Madrid, Ed. Espasa Calpe, 1997; Miguel de Cervantes, Don
Quijote de la Mancha , a cura di Francisco Rico, Barcelona, RAE, 2005; Miguel Panadero Moya, “El
espacio geográfico del Quijote”, in Revista de estudios geográficos , LXV, 2004, pp. 471-494; H. R.
Romero Flores, “ Biografía de Sancho Panza, filósofo de la sensatez ”, Barcelona, Aedos, 1952; Eduardo
Urbina, “Sancho Panza a nueva luz: ¿tipo folklórico o personaje literario?”, in Anales Cervantinos , 20,
1982, pp. 93-101; Ezama Gil Ángeles, “Los relatos de viaje de Gertrudis Gómez de Avellaneda”, in
Anales de Literatura Española , 2011, pp. 323-351.
2
José María Bardavío, La novela de aventuras, Madrid, Sociedad General Española de Librería, 1977,
p.18.
2
Cervantes e Robinson Crusoe di Daniel Defoe, fino ad arrivare al Tarzan di
Edgar Rice Burroughs, il racconto d'avventura adotta il romanzo come
mezzo di espressione.
Lo studioso Juan Ignacio Ferreras, sebbene difenda questo tipo di
romanzo definendolo “lo más viejo e indestructible”, aggiunge che “la
novela de aventuras ha escoltado siempre, muy poco respetuosamente, a la
verdadera novela” .
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Al di là della querelle teorica riguardante questo genere narrativo, che
ha goduto, in alcuni momenti, del favore di una gran fetta della critica, il
fatto di essere maggiormente gradita dal pubblico giovanile ne ha
provocato un'ingiustificata svalutazione. L'avventura è infatti “la esencia
misma de la ficción, la irrupción del azar o del mismo destino en la vida
diaria, produciendo cambios radicales, de ahí que sea la preferida por el
joven o incluso por el niño” .
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Prima del Romanticismo, movimento propizio all'avventura, in
Francia, nel 1694, Fénelon, pseudonimo di François de Salignac de La
Mothe-Fénelon, inizia a scrivere Les Aventures de Télémaque, fils d'Ulysse .
Il libro, interamente basato sull' Odissea di Omero, offre per la prima
volta al pubblico giovanile un seguito del poema greco in francese e dà la
possibilità allo scrittore di mostrare “la ricchezza e la poeticità della propria
lingua” . L'opera, vista come una satira dell'epoca, fa grande scalpore.
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Pubblicata interamente solo nel 1717, dopo la morte di Fénelon, è il
romanzo più letto e tradotto della letteratura francese.
Il romanzo che, poco dopo, leggono i giovani europei è Robinson
Crusoe (1719), considerato il capostipite del moderno romanzo di
3
Juan Ignacio Ferreras, La novela en el siglo XIX , Madrid, Taurus, 1987, p 77.
4
Ibid., p. 85.
5
Franco Moretti, Atlante del romanzo europeo, Torino, Einaudi, 1998, p. 101.
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avventura e, da alcuni critici letterari, del romanzo moderno in generale.
Daniel Defoe basa il suo racconto sulla reale vicenda del marinaio
scozzese Alexander Selkirk nell'isola del Pacifico Juan Fernández.
Robinson Crusoe, desideroso d'avventura, decide a diciotto anni di
abbandonare gli agi di una vita borghese e s'imbarca. Naufraga a Yarmout.
Nuovamente imbarcato, è catturato da un pirata turco. Riesce a fuggire
e raggiunge il Brasile dove acquista una piantagione. Riparte verso la
Guinea per la tratta dei Neri e naufraga ancora, approdando, unico
superstite, su un'isola deserta presso le foci del fiume Orinoco. Gli attrezzi
e le provviste, recuperati dalla nave arenata, gli consentono la
sopravvivenza. Con abilità e intelligenza organizza un'esistenza accettabile,
ma col trascorrere del tempo avverte il peso della solitudine, riscopre il
sentimento religioso e si dedica alla lettura della Bibbia. Salva da un
gruppo di cannibali un prigioniero che diviene suo servitore e compagno e
che egli educa e chiama Friday. Giunge infine una nave inglese con
l'equipaggio ammutinato. Robinson libera il comandante e gli ufficiali. Con
loro, dopo ventotto anni, due mesi e diciannove giorni, il 19 dicembre
1686, lascia l'isola e torna in patria. Qui ha modo di arricchirsi per poi
ripartire e tornare sull'isola ormai aperta alla colonizzazione.
Le difficoltà nelle quali si imbatte l'eroe sono un'eco di quelle
incontrate dall'autore nel mondo contemporaneo. Il successo dell'opera è
immediato così come i suoi adattamenti e le imitazioni che ne derivano:
basti ricordare The Swiss Family Robinson (1813) di Johann Rudolf Wysse
e L'École des Robinsons (1874) di Jules Verne.
Pochi anni dopo Robinson Crusoe , Jonathan Swift scrive Gulliver's
Travels (1726). L'opera, destinata inizialmente ad un pubblico adulto,
l'unico in grado di comprenderne l'implicita satira verso la politica inglese
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dell'epoca, è ben presto ampiamente apprezzata anche dai più giovani che
la fanno propria prendendo in considerazione solo la parte per loro più
interessante: l'avventura. Il romanzo, che coniuga fantasia e satira, è scritto
da Swift sotto lo pseudonimo di Dr. Lemuel Gulliver.
Nel libro, suddiviso in quattro parti, l'autore fa il resoconto di alcuni
viaggi. Lemuel Gulliver, medico inglese, si trova, a causa di diversi
naufragi, a scoprire terre fino ad allora inesplorate e popolazioni così strane
da rendere i suoi viaggi qualcosa di veramente eccezionale. Con l'acutezza
che gli deriva dalla sua cultura e dalla naturale disposizione a studiare gli
usi e costumi della gente che incontra in giro per il mondo, egli procederà
alla scoperta di individui giganteschi o piccolissimi, o di altri ancora che
sono dominati da animali sapienti, in un viaggio che è una stupenda
metafora del mondo.
Sarà nel XIX secolo, epoca romantica di espansione e consolidamento
coloniale, che il romanzo d'avventura si imporrà come genere ormai
affermato e consolidato soprattutto nella letteratura rivolta ad un pubblico
giovanile.
L'adolescente, nel percorso di crescita che ne vede l'ingresso nel
mondo reale, abbandona la fantasia sviluppando un atteggiamento attivo
che prende il posto della mera passività immaginativa. Da qui
l'impostazione e la tendenza del romanzo d'avventura ad essere sempre più
attivo e coinvolgente. Dal momento che il lettore tende sempre ad
identificarsi con il protagonista, e che il romanzo d'avventura presenta un
eroe che lotta per vincere le avversità, questo tipo di racconto esercita un
grande fascino soprattutto sui giovanissimi.
Seguendo la scia di Robinson Crusoe , nell '800 escono The Coral
Island (1857) di Robert Michael Ballantyne e Treasure Island (1883) di
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Robert Louis Stevenson.
Nel primo romanzo, tre ragazzi, Ralph Rover, Jack Martin e Peterkin
Gay, sono gli unici sopravvissuti di un naufragio sulla barriera corallina in
una grande isola polinesiana. Il loro incontro, prima con dei polinesiani e
successivamente con dei pirati, permetterà loro di vedere e conoscere tutti
gli aspetti della vita dell'isola, tra cui il popolare sport del surf così come le
pratiche del cannibalismo e dell'infanticidio.
Treasure Island invece è ambientato nell'età d'oro della pirateria e
narra di una vecchia mappa del tesoro ritrovata da un ragazzo, Jim
Hawkins, nella valigia di un ospite della locanda del padre. Jim mostra il
ritrovamento ad alcuni amici che comprendono che si tratta della mappa
che condurrebbe al leggendario tesoro del Capitano Flint. Formata la
ciurma, Jim e i suoi compagni partono alla volta dell'isola del tesoro.
Le avventure di Jim riproducono la forma archetipica del viaggio di
ricerca: un viaggio in un luogo strano e pericoloso, in questo caso l'Oceano
e il Mar dei Caraibi, alla ricerca di qualcosa di prezioso, durante il quale
l'eroe incontra vari personaggi e s’imbatte in prove di "crescita" che deve
superare con forza e intelligenza. L'età molto giovane del protagonista fa sì
che la ricerca del tesoro sia, allegoricamente, anche una rappresentazione
del suo cammino spirituale verso l’età adulta; non a caso, la narrazione si
apre con l'evento fortemente simbolico della morte del padre.
Se nel XIX secolo diverse sono le cause che favoriscono lo sviluppo e
il consolidamento del romanzo d'avventura, nel XX secolo, con il
risvegliarsi dei sentimenti nazionalisti, liberali e con l'avvento delle grandi
invenzioni e dello spirito modernista, si assiste al moltiplicarsi di questo
tipo di produzioni.
Il protagonista del romanzo d'avventura è solitamente un/a fanciullo/a
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o un/a giovane che intraprende un viaggio verso l'ignoto, alla ricerca di
qualcosa che è di vitale importanza: un tesoro, il padre o la madre, una
donna, una vendetta o semplicemente il proprio posto nel mondo o la
propria realizzazione. Egli deve superare gli ostacoli che incontra sul suo
cammino vincendo le proprie paure e affrontando situazioni a lui
sconosciute. Tutto ciò gli permetterà di maturare e di diventare una persona
totalmente diversa da quella che era all’inizio del viaggio.
Il protagonista del romanzo d'avventura subisce, infatti, nel corso della
narrazione, una trasformazione, un'evoluzione profonda che cambia per
sempre il suo modo di essere.
I luoghi che fungono da scenari a questa tipologia di romanzi sono
variegati ma hanno un elemento in comune: l'esotismo. L'avventura implica
pericolo, viaggio, mistero, nuove esperienze e abbandono della routine,
trascinando il protagonista in un vortice di emozioni, paure, illusioni,
solitudine, curiosità e libertà.
Uno degli elementi più importanti nell’analisi di un romanzo o di un
racconto in generale è il narratore. Gérard Genette, critico letterario e
saggista francese, pone, attraverso il suo complesso di opere di critica, le
basi della moderna analisi narratologica. Per Genette, il narratore è l’istanza
cui compete la produzione del discorso narrativo: mentre l’autore reale
scrive, il narratore narra; di conseguenza, non bisogna mai sovrapporre e
confondere l’autore reale con il narratore; anche quando coincidono (come
per esempio in un racconto autobiografico), rimangono sempre due istanze
distinte .
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Quando il narratore coincide con il protagonista dell'azione, e racconta
i fatti dal suo punto di vista, si ha una narrazione in prima persona. In
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Roland Bourneuf, Réal Oullet, L’universo del romanzo , Torino, Giulio Einaudi editore, 2000, pp. 81-90.
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questo caso si parla di narratore omodiegetico. Attraverso le sue parole il
lettore conosce i suoi sentimenti e le sue impressioni su ciò che egli vive e
sperimenta.
Quando invece il narratore è assente dalla storia narrata, e racconta
l'azione senza partecipare direttamente, come se fosse semplicemente uno
spettatore della stessa, si ha una narrazione in terza persona. In questo caso
si parla di narratore eterodiegetico che, oltre a raccontare lo svolgimento
dell'azione, presenta anche i personaggi descrivendo il loro aspetto fisico e
il loro modo di agire e di pensare.
Molte volte però queste descrizioni sono anche soggette a profondi
stravolgimenti: come è stato precedentemente detto, capita spesso nei
romanzi d'avventura che i personaggi principali subiscano un'evoluzione
nel corso della storia mutando quindi il loro comportamento e il loro modo
di pensare; è necessario quindi tenere conto della possibilità che la
descrizione iniziale dei personaggi si modifichi alla fine del romanzo.
L'azione di questi romanzi si svolge in un'epoca e in un ambiente
geografico reali. Permette di conoscere gli usi e i costumi di società più o
meno lontane nel tempo e nello spazio, ma comunque esistenti. Il lettore
viene a contatto con luoghi poco familiari, seguendo i personaggi nelle
loro peripezie e nelle loro decisioni. I personaggi protagonisti si
distinguono per l’intraprendenza, per il coraggio e per la capacità di essere
artefici del proprio destino; essi agiscono e scelgono intraprendendo un
viaggio che li condurrà verso l'ignoto.
Lo studioso José María Bardavío ha classificato i romanzi d'avventura
in questo modo : le “aventuras del mar” che includono romanzi come The
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Pilot di James Cooper, Moby Dick di Herman Melville e Il corsaro
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José María Bardavío, op. cit., 1977, p. 44.
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