Introduzione
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INTRODUZIONE
Oggetto di lavoro
Sebbene l’uso di terapie complementari nella cura della malattia possa
indurre al pensiero di un recente “mutamento” dell’approccio al Paziente, quasi come
volesse “violare” i pilastri dell’odierna medicina, esso è, piuttosto, qualcosa di
ancestrale; erbe, oli, pratiche energetiche o varie forme di massaggio, sono tutti
metodi di cura vecchi ormai decine e decine di secoli. Basti pensare alla millenaria
esperienza della cultura cinese che, anche oggi, cura determinate patologie come per
esempio quelle gastrointestinali, con “farmaci di origine minerale” (caolino o zolfo)
o di origine vegetale (rabarbaro), associando tali terapie all’uso dell’agopuntura. E
ancora, gli antichissimi papiri medici ritrovati in Egitto
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evidenziano un ampio uso di
“farmaci vegetali”, somministrati in pillole, compresse, supposte, unguenti, gocce,
bagni e clisteri
2
.
Studiando, poi, la storia delle “Scholae Medicorum” dell’Impero Romano, si
riscontrano rimedi che si avvalgono delle virtù medicamentose delle piante: l’uso
dell’asfodelo per le ragadi al piede, la senape per gli avvelenamenti da funghi, i semi
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Per esempio, nel papiro Ebers e nel papiro Berlin 3038, si legge di metodi anticoncezionali a base di
“certe sostanze” mescolate a miele; sostanze come derivati dal coccodrillo, salnitro, ecc... Rif.:
Matthiae P, Levi MA, Bresciani E, Pellizzari A, Giorcelli S. Dalla preistoria all’antico Egitto, in La
Storia, I. Roma: Gruppo editoriale L’Espresso SpA – Divisione La Repubblica; 2004. p. 726.
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Magliano R. Breve storia della diverticolosi del colon: tra scienza, empirismo e credenze popolari.
Milano: Mediamed Edizioni Scientifiche; 2003. pp. 7-8.
Introduzione
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di lino per le lentiggini, un infuso di viole per l’infiammazione, i lupini bolliti
nell’aceto per la cura delle cicatrici, e tanto altro ancora
3
.
Chiaramente, oggi, non si può procedere nell’impiego di cure simili
fidandosene ciecamente, senza prima aver condotto ricerche che ne aumentino la
probabilità di efficacia. Certamente, la “probabilità” di efficacia... perchè, come si
vedrà più avanti, la medicina è una scienza e, come tutte le scienze, ciò che è vero
oggi potrebbe non esserlo più domani
4
; ciononostante, bisogna sempre lasciare
spazio al senso critico: laddove oggi la medicina ufficiale
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non riesce a risolvere
determinati problemi, potrebbe trovare aiuto nella medicina complementare,
integrandosi in un unica scienza mirata esclusivamente alla cura della Persona,
prescindendo dal “come” ciò avvenga.
L’unico strumento che permette di valutare l’efficacia ed il rapporto
“costo/beneficio”, derivante dall’utilizzo di terapie “non convenzionali” è costituito,
quindi, dalla ricerca o dall’analisi delle evidenze scientifiche già esistenti in
letteratura.
Dell’Équipe d’Assistenza, l’Infermiere è la figura che dedica al Paziente il
tempo maggiore, che si relaziona in modo più diretto con l’Assistito e che, quindi,
deve mettersi particolarmente e continuamente in discussione e, se le evidenze ne
danno conferma, deve avvalersi anche di metodi terapeutici complementari, non
dimenticando la “natura olistica” dell’Assistenza Infermieristica.
A supporto di quanto detto, lo scopo della tesi è indagare, attraverso una
metodologia di ricerca basata sulle evidenze, se esistono terapie complementari che
siano realmente efficaci e quali sono, e i targets di Popolazione interessati.
A tal fine, è stata compiuta un’analisi delle pubblicazioni inserite dal 1993 in
poi, su 30 riviste infermieristiche accreditate e indicizzate sul CASPUR.
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Bernardi A, Carpanetto D, Bosisio A, Fasoli G, Comba R, Fumagalli V, et al. Dall’Impero Romano a
Carlo Magno, in La Storia, 4. Roma: Gruppo editoriale L’Espresso SpA – Divisione La Repubblica;
2004. pp. 406-7.
4
.Antiseri D, Federspil G, Scandellari C. Epistemologia, clinica medica e la «questione» delle
medicine «eretiche». Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubettino Scientifica; 2003. p. 5.
5
.La medicina ufficiale, o convenzionale, è definita anche medicina allopatica, dal greco “halos”
(opposto) e “pathos” (sofferenza). Rif.:
Ripa P, Baffi E. Le cure complementari e l’Infermiere. Roma: Carocci Faber; 2004 (collana La
Professione Infermieristica). p. 17.
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Motivazione
Secondo un’indagine ISTAT
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, effettuata in Italia, nel 2001 circa 9 milioni di
Persone, ovvero il 15% della Popolazione (il doppio rispetto al 1991), hanno fatto
uso di terapie complementari. Tale incremento non è un fenomeno limitato soltanto
all’Italia, ma altresì, agli Stati Uniti, al Regno Unito, ecc (British Medical
Association, 1993)
7
. Più dettagliatamente, in Cina, il consumo di erbe equivale a
circa il 30-50% del consumo di farmaci. Il Giappone ha il primato mondiale di
consumo pro capite di fitofarmaci. Negli Stati Uniti,
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/
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della Popolazione ha usato
almeno una volta trattamenti alternativi e, già da tempo, esistono centri specializzati
esclusivamente in terapie complementari, integrate con la medicina ufficiale, come
per esempio lo “UPMC Center for Integrative Medicine”
8
. In Belgio e in Olanda, la
percentuale di Persone che usano tali terapie, sale al 60% circa. Per concludere, in
Italia, sono sempre di più gli ospedali che adottano interventi terapeutici non
convenzionali, per esempio: l’Istituto Tumori e il San Raffaele di Milano, il
Fatebenefratelli e il Forlanini di Roma, le ASL di Reggio Calabria e Catania, la
Fondazione Maugeri di Pavia
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e il Di Cristina di Palermo (che adotta la “pet therapy”).
L’interesse scientifico verso le cure complementari è legato sia alla presenza
sempre maggiore, soprattutto in Italia, di Etnie abituate ad usare terapie non
convenzionali, sia alla considerazione che forse, in determinate situazioni, alcune
patologie possano far ricorso a terapie alternative, innocue, e a minor prezzo, a
condizione comunque che la loro efficacia sia scientificamente provata e che tali
terapie non siano sostitutive della medicina ufficiale.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un Rapporto Tecnico del
1996, dichiara che “il Personale Infermieristico deve essere preparato a guidare i
Clienti nella scelta tra i differenti approcci assistenziali complementari e quelli
tradizionali”
10
.
6
.Rankin-Box D. Terapie complementari: il manuale dell’Infermiere. 2a ed. Milano: McGraw-Hill;
2002. p. XXV.
7
Idem. p. 1.
8
University of Pittsburgh Medical Center: Center for Integrative Medicine. Rif.:
http://complimentarymedicine.upmc.com/Default.htm
9
Ripa. pp. 25-6.
10
.D’Innocenzo M, Massai D, Rocco G, Sasso L, Silvestro A, Valerio G, et al. Linee guida per un
percorso di alta formazione: Infermieristica e cure complementari. Roma: IPASVI; 2002. cit., p. 7.
Introduzione
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In controtendenza si assiste, però, ad una sorta di “resistenza” da parte della
medicina ufficiale, certamente aggravata dall’influenza delle case farmaceutiche: se
una cervicalgia è curabile con la digitopressione, perchè acquistare farmaci antalgici?
Dato il crescente interesse per la “medicina non ufficiale”
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, questo lavoro
vuole essere esclusivamente un altro piccolo invito a mettere continuamente in
discussione il “sapere umano”; solo una è la domanda che muove il progresso:
“perchè?”...
Obiettivo e struttura
L’obiettivo dello studio è quello di osservare se, e dove, nell’ultimo decennio
c’è stato un incremento di interesse nella ricerca di evidenze nel campo delle terapie
complementari, di valutare l’attendibilità di tali studi, classificandoli secondo la
Piramide delle Evidenze, e di analizzare i risultati ottenuti; in secondo luogo, si
andranno a valutare le tipologie di terapie maggiormente studiate e i targets di
Popolazione interessati.
La prima parte, strutturata in 6 capitoli, sarà costituita dal “supporto teorico”
allo studio.
Nel primo capitolo, un percorso attraverso la filosofia della scienza, illustrerà
il “perchè” bisognerebbe integrare le terapie complementari alla medicina ufficiale.
Quindi, verrà analizzato il concetto di “verità” in medicina, per poi provare a capire
come si evolvono le teorie scientifiche, fino a smentire i paradigmi esistenti e
riformularne di nuovi, sempre più completi, che possano dare risposte a quesiti
ancora “aperti”. Il capitolo si concluderà con una panoramica sul come dovrebbe
essere gestita l’integrazione tra le due medicine.
Il secondo capitolo darà alcune definizioni dell’altra medicina, cercando poi
di classificare le terapie complementari. Successivamente, si esaminerà quali sono le
terapie non convenzionali di pertinenza infermieristica, e il perchè deve esistere una
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Da un indagine sulle conoscenze del Personale Infermieristico in tema di Assistenza complementare
e alternativa, condotta in Missouri e in Oregon (Stati Uniti) nel 2002, su un campione di 151
Infermieri, risulta addirittura che l’83% degli Infermieri raccomanda ai propri Pazienti l’adozione di
terapie complementari e alternative. Rif.:
http://www.performed.it/infermieristica/elenco_arg.asp?dove=4_22
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distinzione da quelle di pertinenza medica. In ultimo, verrà analizzato perchè un
Paziente ha diritto a scegliere anche trattamenti complementari.
Nel terzo capitolo non poteva mancare un’analisi delle implicazioni di tipo
politico, etico, legale, economico e inerenti alla pratica infermieristica; cosa
comporterebbe un eventuale “cambiamento” da un approccio esclusivamente
tradizionale ad un approccio integrato?
Il quarto capitolo analizzerà due modelli teorici dell’Assistenza
Infermieristica, ovvero, il “modello del sole nascente” di Madeleine Leininger, e il
“modello degli esseri umani unitari” di Martha Rogers; in entrambi i modelli
vengono citati concetti tipici dell’approccio olistico dell’Assistenza.
Il quinto capitolo riassumerà i fondamenti di alcune terapie complementari,
quali: il tocco terapeutico, la riflessologia, lo shiatsu, il training autogeno, lo
snoezelen e la sorriso terapia; la scelta di tali terapie è stata fatta in funzione di
alcune delle keywords utilizzate per la ricerca degli articoli scientifici.
Concluderà la parte teorica della tesi, il sesto capitolo, illustrando
brevemente, i concetti chiave dell’Evidence Based Nursing e le tipologie di studio
più utilizzate dai Professionisti Sanitari.
La seconda parte, in un unico capitolo, si occuperà, invece, dello studio vero e
proprio, dell’analisi dei risultati, della loro rappresentazione mediante grafici, ed
infine, delle conclusioni.