1
Introduzione
Iraq, 2016. Gli attentati terroristici non fanno più neanche tanto clamore, la corruzione è
ormai parte del sistema, gli scontri settari tra sunniti e sciiti non sono mai stati così intensi.
Uno dei motivi di questa situazione catastrofica può essere considerato il programma di armi
di distruzione di massa iracheno. Un piano che il ra'is Saddam Hussein ha perseguito sin dal
suo arrivo al potere e che ha poi intensamente sviluppato, fino a portare di fatto l'Iraq, assieme
a molti altri fattori, allo stato di caos attuale.
Pertanto questa tesi si sviluppa attraverso un excursus storico-politico della realtà irachena,
aprendosi con i primi accordi con gli Stati e le aziende occidentali per avviare un programma
nucleare civile che diventerà in seguito militare. La costruzione del reattore Osirak ad opera
della Francia, struttura che verrà bombardata e gravemente danneggiata da un raid
dell'aviazione israeliana nel 1981, dato che per il Mossad Osirak rappresentava la più grande
minaccia per l'esistenza di Israele.
L'elaborato prosegue con un'analisi degli anni '80 caratterizzati dalla sanguinosa guerra con il
vicino Iran per il predominio nella regione del Golfo Persico. Un conflitto profondamente
segnato dall'impiego massiccio di armi chimiche da entrambe le parti e la nuova alleanza di
Baghdad con Washington. Una guerra che vide nel suo ultimo anno una delle pagine più buie
della storia irachena, ovvero il massacro di Halabja compiuto con armi chimiche da parte
delle forze di Baghdad, che provocò la morte di migliaia di civili curdi.
Gli anni '90 iniziarono con la Seconda Guerra del Golfo, provocata inizialmente dall'invasione
di Hussein del Kuwait, rivendicato come provincia storica irachena, e portata avanti con
l'operazione Desert Storm a cui partecipò una coalizione di 35 Stati, guidati dagli Stati Uniti.
Dopo la netta sconfitta, con Saddam ancora al potere, l'Iraq dovette attenersi alle Risoluzioni
delle Nazioni Unite, che prevedevano la distruzione delle armi chimiche ancora presenti in
Iraq, la creazione dell'UNSCOM, che avrebbe vigilato sulla produzione e uso di armi
chimiche, e l'imposizione di un embargo che mise in ginocchio la popolazione irachena,
privandola di medicinali e beni di prima necessità. Gli anni '90 proseguirono quindi con le
ispezioni dell'UNSCOM fino al 1998. L'anno successivo, con la risoluzione 1284 del
Consiglio di Sicurezza, venne creata l'UNMOVIC per continuare il lavoro dell'UNSCOM e
per portare a termine il mandato di disarmo dell'Iraq.La situazione non migliorò con l'inizio
del nuovo millennio. Nel 2003, in un mondo scosso dagli attentati al World Trade Center e al
Pentagono dell'11 settembre 2001, l'Iraq divenne il principale bersaglio dell'amministrazione
Bush, ufficialmente accusato di possedere ancora armi di distruzione di massa e di avere
legami con Al-Qaeda. Nonostante queste accuse non siano mai state provate, l'Iraq subì una
nuova invasione da parte delle forze anglo-americane che, violando il diritto internazionale,
intrapresero la guerra e rovesciarono il regime baathista di Hussein. Questa “guerra sporca”
non portò altro che morte e distruzione in Iraq che, ancora oggi subisce le tremende
conseguenze di quella sconsiderata invasione.
Nella conclusione ho voluto evidenziare come anni di giochi di potere, politiche sbagliate,
conflitti armati e cambi di alleanze abbiano ad oggi influenzato e provocato lo stato di caos
che regna in Iraq. Inoltre i clamorosi errori compiuti dagli Stati Uniti nella gestione del potere
nel dopoguerra hanno certamente in parte deteriorato ulteriormente la situazione di uno Stato
che solo fino a 25 anni fa poteva essere considerato il più avanzato di tutto il Medio Oriente
soprattutto per la qualità dell'istruzione, della sanità e dell'uguaglianza di genere. Un paese
2
che da una posizione di prestigio nel contesto del terzomondismo durante gli anni '70-'80 si
trova oggi a combattere per la propria integrità e sopravvivenza.
3
Capitolo 1
L’evoluzione degli accordi strategici e dei programmi nucleari
iracheni.
Nel 1956, con la partecipazione e il sostegno degli Stati Uniti d’America, nacque sul territorio
Iracheno lo “IAEC” (Iraq Atomic Energy Commission). Questo progetto consisteva di un ente
incaricato di promuovere la ricerca nel campo dell’Energia Nucleare, valutandone i possibili
impieghi all’interno di diverse materie scientifiche e mediche
1
.
La creazione dello IAEC fu chiara testimonianza dei rapporti bilaterali di amicizia esistenti tra
Iraq e USA. Tali rapporti perdurarono nel tempo fino a subire una rottura, causata dal colpo di
Stato, avvenuto il 14 Luglio 1958, che portò alla fine della Monarchia Hashemita per mano
dei cosiddetti “Ufficiali Liberi”, guidati da ‘Arif e Qassim
2
.
Con la caduta della Monarchia venne meno il principale interlocutore nel dialogo tra lo Stato
Iracheno e gli USA, assenza che provocò un deterioramento immediato della collaborazione
tra i due Governi, lasciando spazio a una nuova rete di Relazioni strategiche.
1.1 I rapporti tra Baghdad e Mosca.
Il 17 Agosto 1959 i Governi di Mosca e Baghdad posero le basi per un Accordo bilaterale
riguardante la cooperazione pacifica sull’utilizzo dell’energia Atomica che divenne effettivo il
30 Settembre dello stesso anno
3
.
Durante questo periodo, iniziato con la firma dell’Intesa pacifica, e terminato alla fine degli
anni Settanta, l’Iraq attraversò una fase di rapporti internazionali privilegiati con l’URSS,
dovuti alla volontà del Governo Sovietico, di riuscire a inserire all’interno della propria sfera
d’influenza, lo Stato Iracheno. Nel corso del 1958, l’Iraq raggiunse un importante obiettivo:
fu infatti inserito all’interno dell’International Atomic Energy Agency, IAEA.
Secondo quanto previsto dall’Accordo del 1959, nel 1968, dopo anni di ricerche e sviluppo
dei prototipi energetici, venne costruito ad Al-Tuwaitha, il reattore nucleare IRT-2000, a
energia termica con potenza pari a 2 MW. Grazie al sostegno dell’Urss, il Governo Iracheno
riuscì a costruire un intero complesso nucleare ad Al-Tuwaitha, comprensivo di un laboratorio
in grado di produrre Isotopi radioattivi e diversi laboratori di Fisica all’avanguardia. Al fine
di garantire una prosecuzione e controllo diretto da parte del personale Iracheno, un centinaio
di studenti di Baghdad vennero mandati in URSS per conseguire gli studi necessari alla
corretta gestione degli impianti.
1
U. Bar-Joseph, M. Handel, A. Perlmutter, Two minutes over Baghdad, London/Portland,Or, Frank Cass
Publishers, 2003, p. 37.
2
R. Redaelli, A. Plebani, L’Iraq contemporaneo, Roma, Carocci Editore, 2013
3
http://dspace.ucalgary.ca/bitstream/1880/47373/11/Treaty_List_Volume_05.pdf , p. 595.
4
Nel frattempo, nel 1968, l’Iraq firmò il Trattato di Non Proliferazione, con cui accettava i tre
principi dell’accordo: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare; anche se poi,
come vedremo, si comporterà in tutt’altra maniera.
Al-Tuwaitha, nel corso degli anni successivi divenne a tutti gli effetti il principale sito
nucleare iracheno, lo stesso sito che nei primi anni ’80, venne utilizzato da Saddam per la
produzione di Armi di distruzione di Massa, sfruttate durante la guerra contro l’Iran.
Nel 1975 Iraq e URSS firmarono un nuovo accordo di cooperazione che sostituì quello del
1959. In precedenza Saddam aveva chiesto a Mosca di costruire una nuova centrale di energia
atomica. Mosca avrebbe approvato solo se la centrale fosse stata regolata dall’IAEA, ma
l’Iraq rifiutò, dimostrando la propria insoddisfazione. Il progetto nucleare sovietico infatti non
era sufficiente per il regime ba’athista, che iniziò quindi a guardare ad Occidente per
soddisfare le proprie ambizioni. In tale ottica, attraverso contratti con aziende italiane e
francesi, l’IAEC costruì strutture aggiuntive a Tuwaitha che, se rese operative, avrebbero reso
possibile la produzione di plutonio al fine di utilizzarlo all’interno dello sviluppo di armi.
Avvalendosi della sua posizione di grande esportatore di petrolio, l’Iraq si rivolse quindi a
Occidente, contando sul fatto di avere buone possibilità di acquistare le istallazioni nucleari
necessarie al proprio programma.
1.2 Gli accordi con gli Stati Occidentali.
Gli Stati occidentali, in particolare Francia e Italia, avevano dal punto di vista iracheno due
grandi vantaggi rispetto all’URSS. Prima di tutto erano pronti a fornire all’Iraq tutta la
strumentazione necessaria, in secondo luogo la loro tecnologia nucleare era molto più
avanzata rispetto a quella sovietica, soprattutto nel campo della manifattura, dell’uranio
arricchito e del plutonio
4
.
Il 7 Aprile 1975, durante una conferenza scientifica a Baghdad, a cui parteciparono scienziati
provenienti da tutto il Mondo Arabo, ma anche dagli USA e dall’Europa, alcuni esponenti
Iracheni ebbero contatti con i Dirigenti del Comitato Italiano per l’Energia Nucleare. È
possibile ricondurre a tale evento, l’inizio degli sforzi iracheni nel costruire un arsenale
atomico per affermarsi come prima potenza del Bacino del Golfo Persico, erigendosi a Stato
leader del terzomondismo. La creazione di una bomba atomica avrebbe fatto raggiungere a
Saddam proprio questo prestigioso obiettivo, oltre a poter minacciare sia l’Iran, che Israele
per la supremazia in Medio Oriente.
1.3 Osirak e la collaborazione con Parigi.
La vera svolta arrivò però il 18 Novembre 1975, a seguito della firma di un accordo Iraq-
Francia, sottoscritto da Saddam Hussein e Jacques Chirac, allora Primo ministro.
Tale documento sanciva una collaborazione in campo di ricerca e sviluppo in ambito
nucleare, tanto da portare Parigi, nel 1976, a vendere 72 kg di uranio all’Iraq e a finanziare la
costruzione di un reattore nucleare identico al reattore Osiris di Saclay, nello stabilimento di
Al-Tuwaitha, che prese il nome di Osirak, da parte francese e di “Tammuz” da parte irachena,
4
Op. cit. U. Bar-Joseph, M. Handel, A. Perlmutter, p.38.