5
Introduzione
La tesi che viene presentata qui di seguito è sperimentale e assume come modello di
partenza il “Modello di acculturazione” di J. Schumann, focalizzando particolare
attenzione sulla definizione di “distanza sociale”, considerata un ostacolo
all’apprendimento di una lingua straniera o seconda
1
.
L’intento della seguente tesi è di considerare l’insieme dei fattori che possono ostacolare
l’apprendimento di una lingua straniera e in particolare di descrivere l’influenza che
hanno questi ultimi sulla competenza linguistica di ogni soggetto.
Ho scelto questa tesi perché ho trovato da sempre affascinante e interessante capire il
perché alcune persone siano più propense all’apprendimento di una L2
2
, mentre altre
tendano ad essere più restie, e il perché una permanenza in Germania ventennale non
garantisca ad alcune persone l’acquisizione della L2.
Quali sono, quindi, i fattori che influenzano l’acquisizione di una seconda lingua?
In via preliminare, ci sembra utile asserire che i fattori coinvolti nell’apprendimento di una
lingua straniera sono molteplici, ed è dunque impossibile offrire un quadro panoramico di
tutti i fattori coinvolti.
Il seguente lavoro, però, verte in particolare sulla descrizione degli otto fattori socio-
culturali, elaborati da Schumann, i quali giocano un ruolo fondamentale nel processo di
acquisizione di una L2. I fattori socio-culturali sono i fattori legati all’ambiente culturale, al
ruolo sociale dell’apprendente, alle relazioni interpersonali dell’apprendente nella
comunità dei parlanti, e alla frequenza e alle modalità di esposizione alla seconda lingua.
L’intento, dunque, è quello di condurre uno studio applicativo, mediante la
somministrazione di test sociolinguistici e l’elaborazione di alcuni task, che avvalorino e
fungano da supporto alla teoria di Schumann.Per la realizzazione di questo lavoro, sono
stati selezionati tutti soggetti provenienti dall’Italia e, poi, successivamente emigrati in
Germania.
Ai soggetti testati è stato chiesto di compilare un questionario sociolinguistico,
riguardante la propria esperienza linguistica e sociale in Germania, e di prendere parte a
una conversazione implicante l’utilizzo della L2 tedesca, al fine di verificare l’eventuale
1
Si parla di L2 per indicare la lingua appresa nell’ambiente in cui questa stessa lingua costituisce anche il
codice linguistico nella comunicazione quotidiana. La LS indica invece una lingua straniera appresa,
soprattutto in ambito formale, in un ambiente in cui si parla una lingua diversa per le comunicazioni
quotidiane.
2
L2 fa riferimento alla seconda lingua, ovvero una lingua appresa successivamente alla L1 (lingua materna).
6
presenza dei fattori socioculturali della distanza sociale e di relazionare questi ultimi alla
competenza linguistica che è emersa nelle conversazioni di ogni soggetto. La mia tesi
consta di due parti: nel primo capitolo si parte da un inquadramento teorico dei
meccanismi di acquisizione della seconda lingua con particolare attenzione sul modello di
Schumann, ovvero sulla definizione degli otto fattori coinvolti nell’acquisizione di una L2
che determinano la distanza sociale. Sono descritti, poi, le teorie sullo studio della
seconda lingua e i fattori coinvolti nel processo di acquisizione della L2, opponendo la
distinzione tra i fattori individuali e socio-culturali. Al termine del primo capitolo, vi è la
sezione dedicata alla descrizione della distanza sociale e distanza psicologica, rilevanti al
fine di comprendere le cause del successo o dell’insuccesso dell’apprendimento di una L2.
Il secondo capitolo è incentrato sull’analisi e commento dei dati raccolti dai test
somministrati e sulla valutazione dell’interlingua emersa dai task realizzati dai due gruppi
di studio, che condurranno a dimostrare quanto affermato da Schumann nel suo modello
dell’acculturazione. In questo capitolo vengono fornite descrizioni dettagliate delle varie
competenze (comunicative, fonetiche- fonologiche, morfosintattiche ecc.)
dell’informante. Infine, per ogni apprendente, viene descritta la relazione tra il profilo
linguistico e la distanza sociale, rilevabile nei test sociolinguistici.
7
CAPITOLO 1
ACQUISIZIONE SECONDA LINGUA (SLA)
Una delle abilità che l’uomo sviluppa nella sua vita è quella di usare il linguaggio
verbale per comunicare con gli altri. Il bambino, infatti, già sin dai suoi primi anni di vita,
impara la lingua materna, ovvero la prima lingua attraverso cui egli apprende il linguaggio
umano. La lingua materna, o madrelingua, o prima lingua è chiamata L1.
Ci sono, poi, dei casi in cui il bambino è esposto sin da piccolo anche a una seconda
lingua, per cui apprenderà contemporaneamente due lingue, mostrando le stesse
competenze linguistiche in entrambe. In questo caso il bambino sarà bilingue, ovvero avrà
il possesso di due lingue, considerate entrambe materne. La lingua madre è, quindi, la
lingua che viene appresa spontaneamente in famiglia.
1.1 I PRIMI STUDI ACQUISIZIONALI
Con la Seconda lingua (L2) si fa riferimento a una lingua che l’individuo impara dopo
che la prima lingua si è stabilizzata. Con il termine seconda lingua si fa riferimento a una
lingua appresa spontaneamente in un contesto in cui si parla la L2(il caso degli immigrati),
mentre con il termine ”lingua straniera (LS)”si fa riferimento a una lingua appresa fuori
dal contesto in cui viene abitualmente usata la L2 (contesti scolastici).La disciplina che si
occupa dello studio dell’acquisizione di una seconda lingua è una sotto-disciplina della
linguistica applicata. Ma nello studio della SLA (second language acquisition) sono
coinvolte anche altre discipline come la psicologia e la psicologia cognitiva.
L’inizio dello studio della SLA non può essere datato, poiché iniziò come un campo
interdisciplinare. Ma due documenti, in particolare, sono considerati i pilastri su cui si
fonda la SLA: Pit Corder nel 1967 con il suo saggio “The significance of learners 'errors”, e
nel 1972 l'articolo di Larry Selinker “Interlanguage” .
Per analizzare l’acquisizione della L2 conviene, infatti, partire dal concetto di “interlingua”
proposto nel 1972 da Selinker per definire la lingua d’arrivo parlata da un apprendente.
L’interlingua è un sistema linguistico dinamico, ovvero una lingua in evoluzione verso la
L2.Essa è caratterizzata, infatti, da una serie di stadi, che progrediscono verso la lingua
d’arrivo, ovvero la L2.
8
<<Il punto di arrivo desiderato, è la L2.Il punto di partenza però non è solo la L1
specificamente. È anche tutto quell’insieme di conoscenze linguistiche generali che
abbiamo già come parlanti di almeno una lingua >>
3
L’interlingua è un sistema caratterizzato da regole provenienti sia dalla L1 che dalla L2.
Ma per costruire la propria interlingua, l’apprendente deve essere esposto a una serie di
input, ovvero una serie di stimoli linguistici estrapolati dalla lingua che l’apprendente
impara, al fine di produrre poi un output, termine con cui si indica la produzione orale o
scritta dell’apprendente, ovvero ciò che l’apprendente ha incamerato dall’input ed è ora
in grado di produrre. L’ interlingua si caratterizza oltre che per il suo aspetto sistematico
ed evolutivo, anche per le forme di fossilizzazione (Selinker, 1972), ovvero per gli effetti
stagnanti dell’apprendimento, che solitamente vengono segnalati dalla presenza di errori
stabili. Il processo di acquisizione della seconda lingua è lungo, in quanto l’apprendente
attraversa stadi di competenza linguistica diversi che si avvicinano sempre più alla “lingua
target(L2)”. Questi diversi stadi formano l’interlingua.
1.2. TEORIE SULLO STUDIO DELLA SECONDA LINGUA
Le teorie elaborate circa l’apprendimento di una L2 sono numerose, e contrastanti tra
loro. Esse tentano di spiegare i meccanismi di acquisizione della seconda lingua.
Nonostante i numerosi studi, nessuna teoria attualmente è affermata.
Le teorie elaborate finora sono:
• il contrastivismo;
• il generativismo;
• il funzionalismo;
• l’interazionismo;
1.2.1 IL CONTRASTIVISMO
Il contrastivismo è la prima teoria che vuole spiegare l’acquisizione della seconda
lingua. Questa teoria parte dal presupposto che ogni apprendente acquisisce una lingua
tramite un processo di formazioni di abitudini.
3
Ivi, pag. 9
9
<<L’apprendente riceve lo stimolo dall’ambiente e reagisce: se con la reazione non
consegue il successo voluto, desiste; se lo consegue, persevera, e con la ripetizione, la
reazione diventa abitudine>>
4
.
Quando l’apprendente impara la L2, le abitudini della L1 influenzano positivamente o
negativamente l’apprendimento della L2, rispettivamente in base alla similarità o
diversità delle due lingue.
Se la L1 e la L2 sono lingue simili, l’apprendente avrà meno difficoltà ad adattare le
“abitudini” della L1 alla L2.Se invece le due lingue sono differenti dal punto di vista
tipologico, l’apprendente mostrerà di avere, invece, difficoltà.
Il contrastivismo si fonda proprio sul concetto di confronto delle due lingue e sulla
possibilità di poter prevedere gli errori interlinguistici.
Nel confronto italiano-tedesco, ci sono strutture che sono basate sulla similarità e sulla
netta corrispondenza letterale tra la L1 e la L2, mentre altre strutture sono basate sul
contrasto, per cui la struttura della L1 sarà diversa da quella della L2.
Un esempio italiano-tedesco basato sulla corrispondenza letterale è la frase:
“Giselle è molto bella”- “Giselle ist sehr schon”,
in cui si può notare una corrispondenza letterale delle due strutture.
Un esempio italiano-tedesco, che si basa sul contrasto è, invece, la frase:
“Giselle ha vent’ anni”- “Giselle ist zwanzig Jahre alt”,
in cui si nota l’utilizzo del verbo avere per indicare l’età nel caso della lingua italiana, e
l’uso del verbo essere in tedesco.
Pertanto, nel caso sopracitato in cui c’è similarità tra le due strutture linguistiche,
l’apprendente di lingua tedesca con L1 italiana, tenderà ad usare la giusta struttura nella
sua interlingua, senza commettere errori. Quindi, già nella sua interlingua dirà:
“Giselle ist sehr schon”,
4
Ivi, pag.173
10
poiché imiterà la struttura utilizzata nella sua L1.
Nel secondo caso, invece, non c’è similarità tra le strutture delle due lingue, per cui
l’interlingua dell’apprendente sarà caratterizzata da errori e l’apprendente tenderà, nella
sua interlingua, a dire:
„Giselle hat zwanzig Jahre alt“,
apportando una traduzione letterale dall’italiano e commettendo ,quindi ,un errore.
Anche Weinreich nel suo “Languages in Contact” del 1953, descrive il modo in cui si
paragonavano le strutture della L1 e della L2 per ricercare similarità o differenze che
avrebbero potuto spronare o bloccare l’apprendimento. Quest’analisi si basava sul
confronto tra lingue. Weinreich affermò che se le due lingue erano molto differenti fra
loro, l’apprendente avrebbe impiegato più tempo per apprendere.
1.2.2 LA GRAMMATICA UNIVERSALE
Il generativismo nasce nella seconda metà del Novecento, elaborato da Naom
Chosmky.
Il punto cardine del generativismo è il concetto di “Grammatica Universale, ovvero la
predisposizione genetica dell’uomo all’apprendimento del linguaggio.
La Grammatica Universale è un “sistema di principi, condizioni, e regole che sono
elementi o proprietà di tutti i linguaggi umani” (Chomsky 1981). Questa “grammatica
universale”, è un modello astratto delle strutture cognitive del bambino, prima che egli
abbia una qualsiasi esperienza linguistica.
La grammatica universale comprende gli universali linguistici, che possono essere scissi in:
parametri e principi innati.
I principi sono generali e sono validi per tutte le lingue: sono quindi universali.
I parametri costituiscono le variazioni strutturali fra le lingue e hanno un valore diverso da
una lingua all’altra. Un esempio tipico di parametro è il “parametro prodrop”, che
riguarda la possibilità di poter omettere il pronome soggetto. Le lingue prodrop sono le
lingue che tollerano l’omissione del pronome soggetto (es in italiano).
It “Essi vanno a scuola”/ Vanno a scuola.
11
Le lingue che non sono prodrop (es inglese, francese, tedesco) non ammettono
l’omissione del pronome soggetto per cui il pronome soggetto avrà un valore negativo, in
quanto è obbligatorio. In tedesco si dirà:
”Sie gehen in die Schule” e non “Gehen in die Schule“.
Un esempio, invece di principio è quello della “dipendenza dalla struttura”, il quale
afferma che in tutte le lingue le relazioni sintattiche si fondano su una struttura astratta e
non solo sulla semplice successione delle parole.
Ci sono quattro ipotesi circa l’importanza della Grammatica universale nell’acquisizione
della seconda lingua e sono:
1. Ipotesi dell’inaccessibilità: ovvero la grammatica universale non è coinvolta
nell’acquisizione della L2, in quanto, a causa dell’esistenza del periodo critico, si
atrofizzerebbe in seguito all’apprendimento di una L1 e questo spiegherebbe il
perché non si impara mai una L2 con lo stesso successo con cui si impara la L1.
2. Ipotesi della piena accessibilità: ovvero vi è una non accettazione dell’esistenza del
periodo critico, per cui la grammatica universale agisce nell’apprendimento di una L2
allo stesso modo in cui ha agito per la L1.I due processi di apprendimento sono
infatti, uguali.
3. Ipotesi dell’accessibilità indiretta: la grammatica universale non è direttamente
coinvolta, ma vi si accede tramite la L1.Una fissazione dei parametri già ci è stata per
la L1 e non è possibile un’altra fissazione di parametri. Quindi il punto di partenza è la
L1
4. Ipotesi dell’accessibilità parziale: ovvero la grammatica universale è accessibile solo
parzialmente. Possono, per esempio essere accessibili i principi e non la fissazione di
alcuni parametri.
1.2.3 IL FUNZIONALISMO
Il funzionalismo è la teoria opposta al formalismo.
Laddove il formalismo conferisce piena valenza alle qualità formali della lingua, il
funzionalismo ritiene: