4
1
LINGUE SPECIALI
Il complesso delle conoscenze umane, data la sua ampiezza e il suo costante sviluppo, è
convenzionalmente suddiviso in settori specifici denominati domini, il cui numero,
secondo un sistema di classificazione ufficialmente riconosciuto in ambito comunitario,
sarebbe pari a quarantotto
1
. I domini sono a loro volta suddivisi in un numero variabile di
sottocategorie
2
e, al fine di facilitare lo scambio di informazioni pertinenti tra i loro
rispettivi operatori, necessitano di adeguati strumenti linguistici che permettano una
comunicazione chiara e priva di ambiguità. Tale esigenza è soddisfatta attraverso l’impiego
di varietà funzionali della lingua comune proprie di ogni singolo settore, conosciute come
lingue speciali
3
. Sulla base dei diversi gradi di specificità e rigore richiesti, nonché dei
rispettivi utenti, esse vengono generalmente distinte in due categorie: lingue specialistiche
e lingue settoriali
4
.
Le lingue specialistiche sono impiegate nelle discipline ad alto livello di
specializzazione, quali ad esempio le scienze matematiche e naturali, perciò sono
generalmente caratterizzate da elementi linguistici altamente univoci e da una fascia di
utenti ristretta agli esperti. Questi, negli scambi di informazioni che li vedono coinvolti,
devono tassativamente rispettare i seguenti requisiti delineati da Scarpa (2008, pp. 20-22):
a) precisione: consiste nell’utilizzo di termini tecnici definiti e richiede la massima
coerenza dei contenuti;
b) oggettività, ovvero distacco emotivo nei confronti del messaggio da trasmettere;
c) economia: comporta un impiego delle strutture linguistiche all’insegna della
concisione e della condensazione delle informazioni, allo scopo di raggiungere un
ideale equilibrio tra i risultati della comunicazione e le risorse impiegate;
d) chiarezza, ossia assenza di ambiguità all’interno della comunicazione, garantita in
modo direttamente proporzionale all’adattamento della forma del messaggio al
rispettivo contenuto.
1
EuroTermBank Consortium. 2006. Towards Consolidation of European Terminology Resources:
Experience and Recommendations from EuroTermBank Project. Riga, Tilde, pp. 21-23. Consultabile
all’indirizzo
http://www.eurotermbank.com/download/EuroTermBank_Towards_Consolidation_of_European_Terminolo
gy_Resources.pdf
2
Per una panoramica completa dei domini e sottodomini ufficialmente riconosciuti, si veda il seguente
documento: Dipartimento Lingue - Fondazione Scuole Civiche Milano. 2007. Elenco completo dei domini
Lenoch. Consultabile all’indirizzo www.term-minator.it/glossa/contenuti/guida/Lenoch_multilingue.rtf
3
Scarpa, F. 2008. La traduzione specializzata: un approccio didattico professionale. Milano, Hoepli, p. 1.
4
Anon. 2011. “Lingue speciali”, in Accademia della Crusca. Consultabile all’indirizzo http://www-
old.accademiadellacrusca.it/lingue_speciali_eng.shtml.html
5
Lo specialista è comunque chiamato a rivolgersi anche ad altre categorie di destinatari,
con scopi che Gotti distingue tra di datti ci e divul gativi
5
. Nel primo caso, l’obiettivo è
presentare le conoscenze del rispettivo settore in modo tanto specifico quanto accessibile ai
più, come accade ad esempio nei manuali di studio. Nel secondo caso, invece, si cerca di
semplificare al massimo i contenuti attingendo diffusamente alla lingua comune, come
avviene per gli articoli di carattere scientifico pubblicati sui quotidiani. Specialmente in tali
circostanze, il rispetto del principio di economia di cui sopra può quindi rivelarsi
controproducente ai fini della chiarezza del messaggio, poiché un’eccessiva concisione
tende a ostacolare l’effettiva comprensione del contenuto.
Le lingue settoriali, pur mantenendo elementi distintivi, consentono una maggiore
sovrapposizione con il linguaggio generale e una struttura testuale più libera rispetto a
quelle specialistiche. Per questa ragione, tale sottocategoria linguistica è propria
dell’ambito giornalistico, così come di altri settori caratterizzati da un basso livello di
specializzazione che si rivolgono a un pubblico largo e indifferenziato. Il linguaggio
calcistico, sul quale verterà la parte pratica di questo elaborato, rientra pertanto a pieno
titolo tra le lingue settoriali laddove sia inteso come descrizione e commento di tutto ciò
che ruota intorno ad un evento sportivo, ma costituisce altresì un esempio di lingua
specialistica qualora si faccia riferimento al complesso di regole, strumenti e gesti tecnici
caratteristici del gioco.
A prescindere dall’appartenenza al ramo specialistico o settoriale, è opinione comune di
molti esperti che ciascuna lingua speciale si differenzia dalle altre e, allo stesso tempo, da
quella comune, prima di tutto dal punto di vista lessicale. A sostegno di questa tesi,
Trimble segnala infatti come le lingue speciali includano, seppure in misura diversa a
seconda del livello di specializzazione e delle finalità comunicative, vocaboli tecnici
altamente specifici del dominio in questione, così come altri elementi di tipo subtecnico,
attinti cioè dalla lingua comune
6
. Essi acquisiscono così un significato specifico all’interno
di un particolare settore, oppure possiedono la medesima accezione in diversi campi di
applicazione ben definiti. La presenza di questi elementi testimonia come le lingue speciali
non siano sistemi chiusi poiché, al contrario, i loro vari settori di riferimento sono spesso
protagonisti di un ampio interscambio di materiale linguistico.
Se il lessico riveste un ruolo rilevante nella differenziazione delle varie lingue speciali,
non costituisce però l’unico punto di contatto tra esse e la lingua comune. Come
puntualizzato da Osimo, infatti, anche le lingue speciali non possono prescindere
5
Scarpa, La traduzione specializzata, p. 15.
6
Scarpa, op. cit., p. 50.
6
dall’utilizzo di elementi sintattici e connettivi che soltanto il linguaggio generale può
fornire, pena l’impossibilità di formulare enunciati di senso compiuto
7
. Sulla base di tale
osservazione, si può pertanto constatare come le lingue speciali e quella comune
interagiscano in modo maggiormente costante sul piano sintattico rispetto a quello
lessicale, in quanto quest’ultimo risulta più strettamente legato al dominio di pertinenza,
nonché alle possibili variazioni funzionali illustrate nella pagina precedente.
1.1 CENNI STORICI
Già in occasione dei primi scambi commerciali, i soggetti coinvolti hanno compreso
l’importanza dell’adozione di strategie comunicative comuni per poter interagire con
successo e, quindi, trarre maggiore beneficio da tale attività. Nel tentativo di soddisfare
quest’esigenza, ha così preso idealmente avvio la tradizione delle lingue speciali. Esse
hanno però incominciato ad assumere un contorno più definito soltanto a partire dal XVIII
secolo, quando la comunità scientifica ha manifestato la necessità di uniformare gli
strumenti comunicativi attraverso cui catalogare ed esporre il proprio ingente patrimonio di
conoscenze nella maniera più chiara e priva di ambiguità possibile
8
. L’introduzione da
parte di Linneo della nomenclatura binomia in campo botanico e zoologico è emblematica
di quanto appena descritto.
La rivoluzione industriale del secolo successivo e la sempre più marcata
internazionalizzazione delle scienze hanno quindi contribuito alla proliferazione di grandi
quantità di nuovi prodotti, strumenti, idee e procedimenti
9
, c o n r e l a ti v a e s i g e n z a d i
elaborare modalità di identificazione e denominazione uniformi. A tale scopo, negli anni
’30 del secolo scorso, un ingegnere austriaco di nome Eugen Wüster si propose di
determinare e regolamentare sistematicamente le unità linguistiche proprie dei vari domini
mediante una disciplina da egli appositamente concepita, denominata terminologia. In
questo modo, è stato possibile dare vita a sistemi di denominazione univoci con riferimento
a concetti unanimemente riconosciuti
10
.
Il grande boom tecnologico verificatosi nel secondo dopoguerra ha comportato una
progressiva transizione a una società post-industriale, basata sull’affermazione del
7
Osimo, B. 2004. Manuale del traduttore: guida pratica con glossario. Milano, Hoepli, p. 132.
8
Soglia, S. 2002. “Origine, sviluppo e tendenze della terminologia moderna”, in Magris, M./Musacchio, M.
T./Rega, L./Scarpa, F. (a c. di), Manuale di terminologia: aspetti teorici, metodologici e applicativi, pp. 9-25.
Milano, Hoepli.
9
Cabré, M. T. 1999. Terminology: Theory, Methods and Applications. Amsterdam/Philadelphia, John
Benjamins Publishing Company, p. 196.
10
Cabré, M. T. 2000. La terminologia tra lessicologia e documentazione: aspetti storici e importanza
sociale. Roma, Ass. I. Term, p. 12. Consultabile all’indirizzo http://www.assiterm91.it/wp-
content/uploads/2010/10/cabr%C3%A9-2000-testo-italiano.pdf
7
consumismo quale ragione di vita e, soprattutto, motore dell’economia
11
. In tale contesto,
la rilevanza assunta dalla comunicazione ha contribuito all’ascesa del ruolo dei media,
assurti così a veicolo privilegiato di informazioni e messaggi volti ad influenzare le scelte
delle masse. Ciò ha fatto sì che anche specialisti e ricercatori maturassero l’esigenza di
ampliare il proprio pubblico
12
, con l’obiettivo di istruirlo e sensibilizzarlo maggiormente
riguardo ai risultati del loro operato. Alla luce di ciò, si assiste a un impiego sempre più
consistente di modalità espressive comuni nella presentazione di tematiche specialistiche e,
allo stesso tempo, a un crescente utilizzo di vocaboli specifici al di fuori dei loro ambiti
originari.
L’avvento dell’informatica ha infine rivoluzionato l’attività degli specialisti incaricati di
gestire la creazione e la regolamentazione delle risorse linguistiche da impiegare nei vari
settori. La ricerca e l’organizzazione delle informazioni funzionali a tale processo sono
state infatti ottimizzate dalla possibilità di realizzare immense banche dati, facilmente
accessibili e consultabili grazie innanzitutto a Internet. L’importanza di tale innovazione,
oltre che per una mera questione pratica, emerge soprattutto in virtù del fatto che il
generale e incessante incremento delle conoscenze impone l’impiego di dati costantemente
aggiornati
13
ai fini di uno sviluppo delle lingue speciali quanto più coerente e al passo con
l’evoluzione dei rispettivi settori.
11
Cabré, Terminology, pp. 2-3.
12
Scarpa, La traduzione specializzata, p. 23.
13
Soglia, S. 2002. “Origine, sviluppo e tendenze della terminologia moderna”, in Magris, M./Musacchio, M.
T./Rega, L./Scarpa, F. (a c. di), Manuale di terminologia: aspetti teorici, metodologici e applicativi, pp. 9-25.
Milano, Hoepli.
8
2
TERMINOLOGIA
Come si può evincere dai paragrafi precedenti, le lingue speciali non sono frutto di
iniziative isolate e casuali, ma di interventi mirati da parte di specialisti nel campo della
linguistica, in collaborazione con esperti dei vari settori. In questo modo si favorisce una
gestione uniforme delle risorse linguistiche attraverso cui è possibile convogliare
informazioni specialistiche nelle diverse situazioni comunicative. Nel perseguire tale
scopo, le varie categorie di professionisti coinvolti si muovono entro i confini della già
citata terminologia.
Secondo Sager
1
, la parola in questione possiede molteplici sfaccettature. In primo
luogo, essa indica il complesso delle argomentazioni teoriche volte a definire le relazioni
che intercorrono tra i vari concetti esistenti e le unità lessicali che li rappresentano, così
come i metodi adottati nella raccolta, descrizione e catalogazione di queste ultime. In
seconda battuta, il riferimento è al vocabolario proprio di ciascun dominio e, quindi, alle
lingue speciali. Di conseguenza, come evidenziato da Soglia
2
, la terminologia ha come
oggetto il lessico attraverso il quale si propone di stabilire modalità di identificazione
comuni per ogni elemento della realtà universalmente riconosciuto.
Dal momento che, come già segnalato, gli specialisti in ambito terminologico si
avvalgono dell’ausilio di esperti dei vari settori, Cabré reputa che la terminologia sia al
servizio di questi ultimi
3
, con le seguenti finalità
4
:
a) produzione di conoscenza specialistica: consiste nella definizione della
terminologia, intesa come insieme di vocaboli di un determinato dominio, in
relazione alle conoscenze già consolidate tra i gruppi professionali di riferimento;
b) trasmissione di conoscenza specialistica: riguarda specialisti, quali professori e
ricercatori, che si fanno portatori del sapere di cui dispongono a scopo didattico o
divulgativo, così come traduttori e interpreti, spesso chiamati a mediare tra soggetti
con diverso grado di competenze specifiche;
1
Alberts, M. 2001. “Lexicography versus Terminography”, in Lexikos n. 11, pp. 71-84. Consultabile
all’indirizzo http://www.ajol.info/index.php/lex/article/viewFile/51295/39960
2
Soglia, S. 2002. “Origine, sviluppo e tendenze della terminologia moderna”, in Magris, M./Musacchio, M.
T./Rega, L./Scarpa, F. (a c. di), Manuale di terminologia: aspetti teorici, metodologici e applicativi, pp. 9-25.
Milano, Hoepli.
3
Cabré, M. T. 1999. Terminology: Theory, Methods and Applications. Amsterdam/Philadelphia, John
Benjamins Publishing Company, p. 9.
4
Cabré, M. T. 2000. La terminologia tra lessicologia e documentazione: aspetti storici e importanza sociale.
Roma, Ass. I. Term, pp. 7-8. Consultabile all’indirizzo http://www.assiterm91.it/wp-
content/uploads/2010/10/cabr%C3%A9-2000-testo-italiano.pdf