Dedicata alla mia famiglia
e a tutte quelle persone
che si prodigano per valorizzare
le montagne Lombarde
In collaborazione con:
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE DI BERGAMO
“ANTONIO LOCATELLI”
Una casa per la montagna
Provincia di Bergamo – Settore Agricoltura, Caccia e Pesca
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Premessa
Il progetto è nato dall’idea personale di poter sfruttare parte della rete
sentieristica esistente sulle prealpi bergamasche, per creare in una zona di
montagna facilmente accessibile, un modello di percorso didattico
innovativo, che valorizzi in ogni aspetto il territorio locale, essendo allo
stesso tempo fruibile dal maggior numero di tipologie di utenti.
Fondamentale per iniziare è stato l’immediato interessamento del CAI di
BERGAMO e della PROVINCIA DI BERGAMO, che hanno da subito
apprezzato la mia proposta, anche se non avessi ancora scelto una zona
ben precisa per realizzare questo progetto. Comunque hanno deciso di
sostenermi, mettendo a disposizione tecnici e strumenti per collaborare
alla fase di progettazione.
Anche la successiva scelta della Valcanale, in Alta Valle Seriana, come
sede del progetto non è stata casuale, ma è stata dettata da attente
valutazioni. E’ stata scelta perchè luogo potenzialmente interessante e
perchè tradizionale meta escursionistica dei bergamaschi che frequentano
le Orobie e perché di facile accessibilità.
Inoltre, la valle aveva già alcune utili strutture presenti, tra cui un
rinomato Rifugio CAI, l’”Alpe Corte Bassa”, utilizzabile come punto di
ristoro o per le emergenza e l’”Alpeggio Sperimentale” della Provincia di
Bergamo, con strutture moderne e adatte all’educazione ambientale.
Per tutta la durata del tirocinio (un anno), il mio principale obiettivo è
stato quello di realizzare un modello base di percorso, facilmente
esportabile in altre valli e zone alpine, che non si limitasse alla sola
fruizione escursionistica, ma fosse l’occasione per riscoprire il territorio
montano, con la sua storia, la sua cultura e le sue attività tradizionali,
prima di tutte l’alpeggio.
Cabini Emanuele
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Capitolo 1
FASI PROGETTUALI
Il progetto è stato impostato fin dall’inizio come qualcosa di
multidisciplinare, ovvero sfruttando il metodo dell’”Associazione di idee”,
si è pensato a tutti quei temi, che anche se non strettamente collegati
all’agricoltura, potessero essere legati al territorio e alle popolazioni che ci
risiedono.
Essendo un percorso destinato in primo luogo all’educazione è stato
fondamentale concepirlo in modo che potesse essere sfruttato per trattare il
maggior numero possibile di temi, da quelli storico-culturali a quelli
scientifici.
Un percorso didattico del genere, già di per se abbastanza innovativo,
perché normalmente i percorsi sono monotematici (es. percorsi solo
botanici, solo geologici…), ha lo scopo di migliorare la qualità della vita
delle persone che lo attraversano, recuperando i rapporti tra uomo e
territorio, ridando allo stesso tempo identità e riconoscibilità a luoghi
compromessi o abbandonati, come gli alpeggi.
Fondamentale per concretizzare il lavoro progettuale è il coinvolgimento
della popolazione locale al momento delle decisioni, in modo da creare il
maggior consenso possibile.
Inoltre, per ripartire il più possibile l’investimento finanziario
bisognerebbe coinvolgere tutti i livelli di amministrazione pubblica, nel
nostro caso il Comune di Ardesio, la Comunità Montana Valle Seriana
Superiore, la Provincia di Bergamo e il Parco delle Orobie Bergamasche.
∆ Fasi preliminari
In questa fase riveste grande importanza il colloquio con il committente
(che può essere privato o come in questo caso pubblico), per mettere in
evidenza alcuni aspetti, tra cui:
- lo scopo del progetto;
- chi userà o dovrebbe usare il sito;
- quando il sito verrà generalmente usato
(periodo del giorno/settimana/mese/anno);
- per cosa il sito verrà generalmente usato;
- dimensione del sito;
- richieste “particolari” del cliente;
- il budget totale e i tempi previsti (progettazione e realizzazione);
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- particolari esigenze di manutenzione.
Il confronto deve terminare con l’identificazione dei “problemi-chiave” e
con la determinazione della fattibilità, sia dal punto di vista tecnico, che
economico.
Una volta approvato l’intervento è necessario stabilire un metodo di
progressione, schematizzandolo in:
1. Definizione dell’area di studio e della potenziale utenza
2. Analisi territoriale
3. Definizione degli interventi
4. Divulgazione e promozione
5. Possibili progetti di espansione
NOTA: In questo elaborato non è stata prevista una analitica analisi
economica dell’investimento, perché sarà oggetto di un lavoro
futuro in caso gli enti interessati approvino il progetto teorico.
Comunque ai fini di una simulazione è stata redatta un’analisi
economica che ipotizza la gestione del percorso a carico di una
cooperativa privata (vedere Simulazione – Capitolo 4).
1. Definizione dell’area di studio e della potenziale utenza
Nel caso in esame lo studio riguarda il recupero e la valorizzazione di un
elemento lineare già esistente, cioè una rete sentieristica.
L’area di studio è in gran parte già definita perché il territorio è ben
delimitato, essendo la Valcanale una piccola valle laterale a fondo chiuso.
L’unico accorgimento è pensare da subito alle possibili connessioni con
altri percorsi, in modo da poter inserire il nuovo percorso in un più ampio
sistema di mobilità naturalistica, con l’ambizioso obiettivo di non limitare
la fruizione al solo ambito locale.
Per giustificare un investimento di questo tipo, soprattutto quando si lavora
con le amministrazioni pubbliche, diventa indispensabile fare un analisi
preventiva che ipotizzi quale sarà la possibile utenza. La valutazione deve
essere specifica per le singole categorie di utenti (vedere Simulazione –
Capitolo 4).
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2. Analisi territoriale
E’ una delle fasi più importanti dove è stato necessario identificare e
descrivere a priori il contesto territoriale, sia generale riferito a una
macrozona (Provincia o Comunità Montana) e sia in dettaglio,
raccogliendo tutte le informazioni possibili sulla sola area d’interesse.
Nell’analisi dell’area d’interesse deve essere valutata in dettaglio la
topografia, l’idrografia, il suolo e il sottosuolo, il clima, le risorse naturali e
storico-culturali, la vegetazione, la popolazione (statisticamente), i
regolamenti e la vincolistica (vedere leggi locali), gli edifici e le
infrastrutture presenti, il paesaggio e la qualità visuale (giudizio estetico).
La raccolta delle informazioni è stata ripartita in vari modi, tra cui:
Ricerche ed analisi bibliografiche, cartografiche ed iconografiche
con la raccolta dei più svariati tipi di documenti, storici ed attuali;
Visita agli enti istituzionali che possono essere interessati al progetto
o che attivamente già operano sul territorio;
Incontri ed interviste con soggetti che conoscono il territorio o
argomenti di nicchia, per esperienza personale o perché studiosi in
materia;
Rilievi diretti sul territorio per verificare le informazioni raccolte;
I sopralluoghi sono stati numerosi ed effettuati in diverse stagioni. Per
fortuna l’area occupata dal percorso è limitata ad un singolo comune, ed è
Figura 1: Archivio di Stato di Bergamo
(CABINI - 2006)
Figura 2: GPS portatile usato per i rilievi
(CABINI - 2006)
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stato possibile lavorare mediante rilievo diretto, facendo delle escursioni a
piedi e rilevando mediante GPS la sentieristica esistente e le possibili
varianti. I sopralluoghi invernali sono stati effettuati con gli sci da
alpinismo per agevolare i movimenti sulla spessa coltre nevosa.
Questi rilievi in ambiente oltre ad identificare con precisione l’itinerario,
hanno permesso di identificare tutti i punti d’interesse, i luoghi dove
installare l’arredamento e la cartellonistica, gli edifici esistenti e i punti di
ristoro (georeferenziazione).
L’esatta rilevazione dei punti di ristoro è una delle informazione che sarà
essenziale per la futura utenza del percorso.
Il passo successivo è stato classificare i vari segmenti rilevati in base:
alla tipologia (carrabile, sentiero, mulattiera, pista, traccia…);
al tipo di fondo (asfalto, sterrato, lastricato…), evidenziando eventuali
tratti pericolosi;
all’accessibilità per le diverse classi d’utenza (pedoni, ciclisti, cavalieri,
disabili…).
Le caratteristiche devono essere riferite a singoli tratti omogenei e non alla
media del percorso, in modo che sia anche possibile rilevare analiticamente
le parti da migliorare.
Figura 3: Nuova fontana presso l'Alpe
Neel di Mezzo (CABINI - 2006)
Figura 4: Il rifugio CAI Alpe Corte Bassa è un ottima
struttura da adibire a ristoro (CABINI - 2006)
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⌂ La rappresentazione informatizzata del territorio
L’analisi territoriale è stata terminata con la creazione di mappe tematiche
sufficientemente precise e di facile lettura.
Grazie alle nuove tecnologie tutte le informazioni derivate dall’analisi
territoriale inserite all’interno di un software GIS (ad esempio ArcView®),
uno strumento informatico che consente di gestire tutti i dati riguardanti
una superficie terrestre, rielaborandoli per ottenere informazioni di sintesi,
sia in forma grafica georeferenziata, sia in forma banca dati.
Anche le informazioni territoriali riguardanti il “Percorso didattico Alpe
Neel” sono state rielaborate sfruttando le proprietà di sovrapposizione
tematica (“Overlay” topologico) dei GIS (Geografic Information System).
Questo è stato possibile utilizzando come base una cartografia digitale
adeguata, come ad esempio la Carta Tecnica Regionale (CTR) al 10:000 è
una soluzione ottimale (disponibile gratuitamente già georeferenziata) e
può essere facilmente integrata con tavole delle Carte Tecniche Comunali
al 1:200, per lavorare su zone di maggiore dettaglio.
Figura 5: I software GIS sono il più moderno e comodo sistema per gestire la pianificazione
territoriale (Vista Arcview del Percorso Didattico Alpe Neel) (CABINI - 2006)
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Il risultato finale è stata la creazione di tre allegati cartografici, che
rispettivamente:
1. rappresentano la sentieristica esistente;
2. il nuovo anello CAI n. 218A;
3. l’organizzazione finale del percorso;
Figura 6: Il LAYOUT è la fase finale dell'elaborazione GIS (Layout Arcview del Percorso Didattico
Alpe Neel) (CABINI - 2006)
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