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INTRODUZIONE
Le imprese, in quanto “sistemi sociali aperti e dinamici”
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, ovvero insiemi di
elementi integrati ed interdipendenti che convergono verso obiettivi
comuni, si trovano oggi a dover fronteggiare un livello di complessità di
gran lunga superiore a quello di qualche anno fa.
All’interno di un “mondo globale”, in continua evoluzione, diventa sempre
più difficile, per un’azienda, prevedere i possibili sviluppi futuri, anche
quelli relativi all’immediato futuro.
La crescita esponenziale della velocità con la quale invecchiano
tecnologie, processi, prodotti e competenze, sollecita costantemente le
aziende a considerare il cambiamento come un elemento strutturale del
sistema e non più come un elemento occasionale e sporadico a cui far
fronte
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.
Detto in termini commerciali, la velocità di erosione del vantaggio
competitivo da parte della concorrenza è drasticamente aumentata e le
aziende devono essere in grado di intervenire in modo efficace e
tempestivo per non lasciarsi inghiottire da questo vortice e, dunque,
scomparire dalla scena.
Il successo e la capacità di “rimanere a galla” nella tempesta di
sollecitazioni che giungono dal macro e microambiente nel quale le
aziende operano, dipende dalla capacità di queste ultime, e delle risorse
umane che collaborano al loro interno, di prevedere e gestire
efficacemente i cambiamenti più o meno drastici e pervasivi che si
rendono necessari per la loro sopravvivenza nel mercato.
Per fare ciò, occorre mettere continuamente in discussione le proprie
strategie, la propria cultura, le proprie azioni e comportamenti, talvolta
mettendo in dubbio ciò che fino al giorno prima ha portato risultati
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AA.VV, Lezioni di economia aziendale, Giappichelli Editore, 1996, pag.4
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J. P. Kotter, Guidare il cambiamento. Rinnovamento e leadership, Etas libri, Milano,
1998, p. 15.
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eccellenti o che, comunque, negli anni, era stato considerato un punto di
forza.
La risposta delle risorse umane al cambiamento dipende, in larga misura,
dalla volontà di abbandonare lo status quo e dalla capacità del
management di trasmettere le ragioni alla base della necessità del
processo di cambiamento.
Le motivazioni devono essere portate in superficie dal vertice aziendale in
modo partecipativo e ciascun attore deve acquisire piena comprensione
della necessità del mutamento.
Tutto ciò può avvenire solo se viene messo in atto un piano strategico di
comunicazione che sarà parte integrante del processo di change
management, non solo un appendice di esso.
Si rende, dunque, necessaria una educazione al cambiamento attraverso
un efficace processo di comunicazione, messo in atto prima che il
processo di cambiamento venga avviato, mediante il quale motivare ed
orientare le risorse umane fino al punto da renderle protagoniste del
cambiamento, anziché vittime impotenti di esso.
Trattando di un tema che coinvolge sì i processi aziendali ma anche e
soprattutto le risorse umane, che ne sono i protagonisti, l’analisi che mi
accingo a compiere si muove, inevitabilmente, su un terreno
interdisciplinare caratterizzato dal contributo, oltre che della scienza
dell’organizzazione aziendale, anche di diverse discipline umanistiche
quali: la psicologia, la sociologia, la semiotica, lette però da una
prospettiva economico-aziendalistica
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.
Con il presente lavoro di tesi mi pongo l’obiettivo di analizzare più da
vicino il processo di cambiamento aziendale osservandolo non da una
prospettiva tecnica e strutturale ma da una prospettiva umana, cercando
di far emergere l’impatto che tale processo, quale che sia la sua portata,
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“La gestione del cambiamento, interessando direttamente le persone deve tenere
assieme “testa” e “pancia”, individualità e relazioni sociali, strumenti di analisi,
trasparenza e correttezza“. Tratto da R. Cesaria, rivista Sviluppo & Organizzazione,
articolo La gestione del cambiamento Fasc.200/03.
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può avere sulle risorse umane, le possibili reazioni di queste ultime e le
azioni che il management dovrebbe intraprendere per governarle.
Cercherò di mettere in luce gli aspetti del processo di cambiamento che
richiedono il supporto della comunicazione interna che, quale leva
strategica, può determinarne il successo od il fallimento.
Intendo, inoltre, sottolineare come la comunicazione interna assume un
ruolo chiave non solo quale strumento in grado di attenuare e,
possibilmente, annullare gli effetti negativi del cambiamento ma addirittura
quale mezzo per anticipare, facilitare, supportare ed integrare il processo
di cambiamento in azienda.
Le fonti dalle quali ho tratto spunto per la realizzazione di questo
elaborato, le più recenti possibile, sono costituite da monografie e da una
ricca raccolta di articoli scritti da autorevoli voci del management e
dell’organizzazione aziendale, sia italiane che straniere, come Kotter,
Mintzberg, Lewin, Invernizzi, Bodega, Rebora, tutti autori che hanno dato
un grosso contributo alla formazione della moderna letteratura sul tema
del change management, con un approccio molto pragmatico, mettendo a
disposizione i risultati di anni ed anni di ricerche empiriche sul campo.
Nel primo capitolo, dopo un breve cenno al significato del cambiamento
ed ai suoi molteplici aspetti, verrà delineato lo scenario del macro e micro
ambiente in cui le aziende si trovano oggi ad operare, in quanto “sistemi
sociali aperti e dinamici”, ricevendo continue sollecitazioni a mutamenti
adattativi.
Si passerà, poi, a descrivere i principali driver del cambiamento per poi
giungere alla conclusione che ogni progetto di cambiamento va progettato
accuratamente in modo strategico per far sì che questo diventi, per
l’impresa, un’occasione di crescita del suo valore piuttosto che un vincolo
da subire.
Si getterà, infine, un breve sguardo alle tre principali distinzioni tra
cambiamento radicale, incrementale e transazionale affinchè si
comprenda che la portata del cambiamento determina l’intensità del
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fabbisogno comunicativo e le caratteristiche del piano strategico da
mettere in atto.
Il secondo capitolo sarà dedicato all’approfondimento del change
management ed al suo impatto sulle risorse umane, vero motore pulsante
dell’azienda, prendendo spunto dai modelli di gestione del cambiamento
proposti da due autorevoli autori, Lewin e Kotter.
Analizzeremo, poi, quali sono i fattori critici che determinano il successo
del processo di cambiamento soffermandoci, ovviamente, su quelli che si
ritengono avere un ruolo chiave, in primis, la comunicazione interna, per la
gestione delle resistenze e per la formazione di una cultura del
cambiamento indispensabile, quest’ultima, per affrontare con maggiore
flessibilità il futuro.
Seguirà, poi, un accenno all’importanza di una buona leadership e del suo
ruolo chiave nella formazione di una nuova cultura aziendale.
Il terzo capitolo è incentrato sulla comunicazione, ritenuta da molti il primo
pilastro del change management.
Se il fattore umano può essere definito il motore dell’organizzazione, la
comunicazione rappresenta, senz’altro, il suo combustibile poiché
alimenta ogni forma di interazione, a due vie, all’interno
dell’organizzazione aziendale contribuendo a creare, in azienda, quella
motivazione e quel clima di fiducia indispensabili per portare a termine,
con successo, qualsiasi progetto di cambiamento.
Dopo qualche breve accenno al processo di comunicazione ed agli
sviluppi avuti nel tempo, si introdurrà il tema della comunicazione interna e
della sua evoluzione storica, parallelamente alle trasformazioni
organizzative avvenute all’interno delle aziende nel secolo scorso.
Infine, si passerà ad approfondire il tema centrale di tutta la tesi, ossia il
ruolo chiave della comunicazione interna nei processi di change
management, cercando di rispondere alle domande: quali sono gli
strumenti più idonei per svolgere efficacemente tale ruolo?, Quali sono le
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insidie e qual é il piano strategico comunicazionale per affrontarle e
superarle nella maniera più efficace ed efficiente?
Capitolo 1
Il Cambiamento
“Change is the law of life and those who
look only to the past or present
are certain to miss the future."
(John F. Kennedy)
1.1 Cos’è il cambiamento?
Il cambiamento è un fenomeno universalmente presente nell’esperienza
umana, sia come singolo individuo, sia nelle sue più svariate forme di
aggregazione.
Già Eraclito, filosofo greco del ‘500 a C., osservava che “tutto fluisce”, che
“niente è stabile”. E’ sua la famosa frase: "Non possiamo fare il bagno due
volte nello stesso fiume"
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con la quale intendeva esprimere il concetto che
tutto cambia, tutto scorre e niente permane statico ed immutato; le cose
sono sempre in processo verso il cambiamento, che è l'essenza della
realtà.
In tutte le scienze umane, la definizione di cambiamento è sempre stata
ritenuta un’operazione complessa.
Per quanto concerne, in particolare, il cambiamento all’interno
dell’organizzazione aziendale, occorre sottolineare che la moltitudine di
definizioni presenti in letteratura, di cui riporto qui di seguito qualche
esempio, evidenziano come sia difficile rispondere in maniera univoca alla
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Tratto da B. Herreros, rivista elettronica di management Gemini Europa, , n.11, articolo Il
significato del cambiamento, sito www.caosmanagement.it