INTRODUZIONE
“L'emozione che un giocatore prova quando fa una scommessa è pari
alla somma che potrebbe vincere moltiplicata per le probabilità di
vincerla”. Con questa breve ma eloquente formula, il filosofo e matematico
francese Blaise Pascal ci permette di cogliere l'aspetto più intimamente
irrazionale dell'uomo che, fin dai tempi remoti, ha legato lo sviluppo
delle società civili all'evolversi del fenomeno dei giochi e delle scommesse.
La passione dell'uomo a sfidare la sorte rappresenta da sempre un tratto
caratteristico ed ineliminabile del suo comportamento, le cui motivazioni
possono essere ricondotte al desiderio di vivere uno stato di appagamento
emozionale o alla speranza di vedere cambiate le proprie condizioni
economiche e sociali. Il gioco può rappresentare un'attività sociale
e competitiva in quanto c’è sempre un avversario contro cui ci si deve
confrontare, che può essere rappresentato da un altro giocatore, da
un organizzatore, dallo Stato o dal destino. Nelle attività di gioco, quindi,
si possono ritrovare anche alcuni valori che svolgono un ruolo importante
nella nostra società, quali il valore dell’audacia, della competitività, della
capacità di approfondire situazioni e di assumersi rischi con responsabilità.
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Visto sotto tali aspetti il fenomeno dei giochi e delle scommesse può,
dunque, rappresentare un'attività umana non molto dissimile rispetto
ad altre attività ritenute non ludiche, quali ad esempio le attività
di commercio e di finanza. Bisogna, peraltro, riconoscere come la facilità
di accesso a tali attività ed il coinvolgimento emozionale che esse
provocano siano fattori potenzialmente idonei a determinare anche effetti
nocivi, destinati a riflettersi sui singoli e sull'intera collettività.
La stessa storia dello sviluppo dei giochi e delle scommesse ci ha mostrato
come il valore giuridico ad essi attribuito, sia stato spesso influenzato
dai contrapposti interessi di protezione sociale e di vantaggio economico.
Le Autorità governative hanno da sempre affrontato il fenomeno
con atteggiamenti altalenanti, diretti da un lato a condannarlo sulla base
di aprioristiche considerazioni, dall'altro ad incentivarlo per mere
finalità finanziarie.
Ciò che ne emerge, è la semplice constatazione che si è di fronte
ad un'attività che, autorizzata o proibita, mantiene una costante
domanda sociale che sarebbe opportuno controllare in modo equilibrato
affinchè essa non degeneri in situazioni tali da compromettere
quegli interessi posti alla base di una sicura e salubre convivenza sociale.
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Ad oggi, questo fenomeno sociale può dirsi trasformato soprattutto
in un fenomeno economico in forte espansione, trainato da rilevanti
interessi finanziari che coinvolgono tanto le imprese private quanto
gli Stati. Uno dei principali fattori propulsivi alla crescita del settore
è rappresentato dal vincente connubio che si è venuto ad istaurare,
negli ultimi decenni, tra tecnologie informatiche ed attività di gioco.
Con l'avvento di Internet si è assistito ad una vera esplosione in ascesa
del settore su scala mondiale, legata alle nuove possibilità che la rete
ha messo a disposizione degli operatori per poter veicolare l'offerta verso
il pubblico. Attualmente, è possibile per chiunque partecipare a giochi
o prendere parte a scommesse servendosi unicamente dei propri mezzi
di telecomunicazione, quali il computer, il telefono o la televisione
interattiva. Così, le attività che un tempo richiedevano la presenza
di un contesto fisico sul territorio, oggi possono essere facilmente
distribuite e fruite mediante infrastrutture digitali, idonee di per sé
a collegare offerta e domanda in modo istantaneo e senza limiti territoriali.
La rivoluzione tecnologica ha portato alla crescita ed al consolidamento
di un mercato mondiale che, secondo le stime della Transparency Market
Research, ha realizzato nel 2011 entrate pari a 30 miliardi di dollari
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con previsioni di crescita per il 2015 fino a 118 miliardi di dollari.
Si tratta di cifre considerevoli che, nonostante il periodo di dura recessione
economica, non vedono le prospettive di crisi presenti in altri settori.
Nel mercato del gaming on line l'Italia recita un ruolo da protagonista,
essendo nota la passione e la prediposizione dei nostri concittadini al gioco.
Secondo gli ultimi dati forniti dall'AAMS, organo delegato alla gestione
dell'intero comparto, la raccolta delle giocate attraverso il canale a distanza
ha raggiunto nei primi otto mesi del 2012 la modica cifra di 10 miliardi
di euro, cifra che ha fruttato entrate per l'Erario pari a 122 milioni di euro.
In tale panorama, lo Stato italiano ha inteso assumere un ruolo determinante
manifestatosi tanto nella disciplina della materia, quanto nelle prerogative
di controllo che intende mantenere sulla gestione delle relative attività.
La legislazione italiana distingue principalmente due forme in cui le attività
di giochi e scommesse possono svolgersi.
La prima forma è rappresentata dalle attività semplici ed occasionali
di gioco e scommessa che possono intercorrere tra i privati nell'ambito
di gare ed eventi che la stessa legge riconosce, purchè non siano da essa
vietate. Si tratta di semplici rapporti di diritto privato, dai quali possono
derivare obbligazioni civili riconosciute o mere obbligazioni naturali.
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La seconda forma è rappresentata da tutte le attività di gioco e scommessa
caratterizzate dalla presenza di una struttura organizzativa che ne consente
il loro esercizio. La presenza di tale elemento fa ricadere le attività
in questione all'interno di una specifica disciplina pubblicistica che,
per motivi di interesse pubblico, le rende legali a condizione di una loro
espressa autorizzazione. Tutte le attività di gioco e scommessa organizzate
ed espressamente autorizzate dallo Stato fanno parte di quella categoria
denominata “gioco pubblico”. All'interno di questa categoria il legislatore
ha ritenuto opportuno far rientrare, sin dalla loro comparsa, tutte le attività
di giochi e scommesse gestite ed esercitate attraverso le reti a distanza.
La disciplina pubblicistica, che vige in materia, prevede un'espressa
riserva originaria in capo allo Stato sia dei poteri di regolamentazione
delle attività che si intende rendere lecite, sia dei poteri di gestione
ed esercizio delle stesse. Sotto questo secondo profilo, l'ordinamento
giuridico attribuisce allo Stato il potere esclusivo di gestire il comparto
sotto forma di monopolio al fine di garantire che il gioco pubblico possa
esser attuato in un contesto sicuro, controllato, e basato su regole e
processi di produzione e distribuzione ben precisi. La riserva statale
sarebbe giustificata dall'esigenza di tutelare quegli interessi pubblici
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generali ritenuti di preminente importanza nell'ambito di queste attività.
Secondo quanto si desume dall'ordinamento e dalla giurisprudenza
nazionale, il regime di riserva si fonderebbe sulla necessità di canalizzare
le attività di gioco pubblico in circuiti controllati, capaci di garantire
il perseguimento degli obiettivi di tutela dell'ordine pubblico e sociale,
della sicurezza pubblica e di tutela dei consumatori. La presenza di questi
interessi generali ha portato a configurare le attività di gestione
ed esercizio del gioco pubblico alla stregua delle attività di prestazione
di servizi dotati di preminente interesse pubblico. In forza di tale
qualificazione giuridica, è stato predisposto dall'ordinamento un apposito
regime restrittivo che esclude la libera iniziativa economica dei privati
nel settore de quo. Questa esclusione, tuttavia, non pregiudica la facoltà
dello Stato di poter affidare a soggetti privati il diritto di svolgere le attività
ad esso riservate, possibilità che è stata largamente attuata mediante
un tipico meccanismo amministrativo. Si tratta del duplice sistema
concessorio ed autorizzatorio di pubblica sicurezza. Il sistema concessorio
è lo strumento amministrativo per mezzo del quale lo Stato italiano
si riserva di affidare in concessione ai privati il diritto di svolgere le attività
di giochi e scommesse da esso autorizzate. La concessione rappresenta,
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dunque, l'atto pubblico con il quale lo Stato si riserva di conferire propri
diritti a soggetti terzi, secondo modalità prestabilite che gli consentono
di indirizzare e controllare un'attività economica verso i fini che persegue.
Il sistema autorizzatorio di pubblica sicurezza, invece, costituisce
un mezzo amministrativo di controllo successivo, attraverso il quale
lo Stato mira a garantire che le attività, da esso concesse, siano svolte
da soggetti incesurati o, comunque, dotati di precisi requisiti di affidabilità
ed onorabilità. Questo duplice meccanismo amministrativo rappresenta
il fulcro dell'intera disciplina normativa, manifestandosi in esso i risultati
concreti della politica legislativa intrapresa in materia dal nostro Paese.
Il rispetto di tale regime è presidiato da una specifica normativa penale
volta a sanzionare chiunque svolga un'attività di gioco e scommessa
non conforme alla disciplina pubblicistica. Per rafforzare i presidi penali
il legislatore ha ritenuto opportuno introdurre, inoltre, particolari misure
amministrative indirizzate a conseguire, anche con forme indirette,
un efficace contrasto contro i fenomeni di gioco irregolale diffusi,
in particolar modo, nell'ambito dell'attività di offerta transfrontaliera.
Il sistema nazionale si è dovuto confrontare, specialmente nell'ultimo
decennio, con le problematiche di compatibilità rispetto alla normativa
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derivante dal diritto dell'Unione Europea. Il raffronto si è intensificato
dal momento in cui gli operatori europei del settore hanno iniziato
ad investire sull'offerta transfrontaliera, ponendo, così, in risalto tutti
quei limiti protezionistici imposti dal nostro Stato con il solo fine
di mantenere il rigido controllo sul comparto. In ambito europeo
la materia dei giochi e delle scommesse on line non risulta attualmente
armonizzata in quanto, per scelta politica, si è preferito lasciare ai
singoli Stati membri la prerogativa di regolare autonomamente il settore
secondo normative più attente agli specifici obiettivi nazionali perseguiti.
L'assenza di una comune disciplina non ha, peraltro, impedito che
alla materia venissero applicati i principi generali del diritto europeo.
Nello specifico, sono stati riconosciuti come applicabili i principi
di libera prestazione dei servizi e di libertà di stabilimento, principi
che sono andati a scontrarsi con i canoni restrittivi previsti dai singoli
Stati a tutela dei propri interessi nazionali. Tale situazione ha condotto
ad una verifica, da parte delle istituzioni europee, circa la compatibilità
delle concrete misure di tutela nazionale rispetto a quelle ammesse
dallo stesso diritto europeo. In tale ambito, la normativa italiana è risultata
più volte sottoposta ad un'attenta analisi di compatibilità, stante le evidenti
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misure stringenti adottate dal nostro legislatore. Ciò ha dato luogo
ad un fitto dialogo giurisprudenziale, istauratosi tra la Corte di Giustizia
dell'UE ed i Giudici nazionali, che si è andato ad incentrare sulla reale
corrispondenza tra gli interessi pubblici nazionali, evocati a difesa
delle restrizioni imposte, rispetto alle concrete modalità della loro
attuazione alla luce dei principi del Trattato. Da tale confronto
sono emerse una pluralità di censure, ricadute principalmente
sulle modalità attuative del nostro sistema concessorio, considerate,
in più pronunce, discriminatorie nei confronti degli operatori stranieri.
Grazie al contributo dei giudici europei, la normativa italiana sui giochi
e sulle scommesse on line si andata progressivamente a conformare
ai principi interpretativi elaborati, portando così ad una maggiore apertura
verso l'Europa. Il settore dei giochi e delle scommesse on line rappresenta
un importante banco di prova nel processo di graduale armonizzazione
tra gli ordinamenti europei. Questo processo di avvicinamento, favorito
in specie dalla Corte di Giustizia, costituisce un fondamentale passaggio
in vista di un futuro quadro normativo comune in materia che, nonostante
le resistenze politiche, appare necessario ed auspicabile al fine di abbattere
quelle ingiusticabili barriere alla creazione di un mercato comune.
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Attraverso questo elaborato ci si prefigge l'obiettivo di comprendere
le peculiarità di un fenomeno sociale, economico e giuridico, quale è
il fenomeno oggetto della tesi, cominciando da un'indagine sul suo sviluppo
storico per poi passare ad un'attenta analisi sulla normativa che
lo disciplina. L'esame svolto verterà, in particolare, sulla disamina
dell'incessante evoluzione normativa che ha caratterizzato la materia
dal momento in cui questa si è dovuta confrontare con i cambiamenti
reali portati dalla rivoluzione tecnologica. La tecnologia ha messo
in particolare evidenza i limiti degli ordinamenti nazionali, spingendo
le legislazioni ad un rapido adeguamento, che spesso, si è scontrato
con vecchi schemi ed ingiustificate prerogative protezionistiche.
Verrà infine dedicata una parziale attenzione all'interessante situazione
normativa negli Stati Uniti, Paese in cui il legislatore non è ancora
riuscito a dare un concreto ordine alla materia.
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CAPITOLO PRIMO
CENNI SULL'EVOLUZIONE STORICA
DEL GIOCO E DELLA SCOMMESSA
La propensione al fenomeno del gioco rappresenta una delle più tipiche
manifestazioni del comportamento umano, legata ad istinti da sempre insiti
nell'uomo. Roger Caillois, sociologo francese dell'età contemporanea,
propose infatti una suddivisione dei giochi sulla base di quattro principali
caratteri, ognuno dei quali corrispondente ad una precisa pulsione umana:
1. l’Agon, la ricerca della competizione.
2. l’Alea, l'ambizione a sfidare il caso e le forze che sfuggono al controllo
umano.
3. l’Ilinx, il piacere della vertigine scaturita dall'altalenarsi delle emozioni.
4. La Mimicry, la tendenza all'evasione dalla propria realtà verso contesti
artificiosi.
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1 Cfr. R. CAILLOIS, I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine, Bompiani, Milano, 1981.
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