LA LOTTA
La "lotta", sotto una forma o sotto un'altra, la si ritrova
sui cinque continenti. E' uno dei due sports universali,l'altro è la
"corsa". Corrisponde con la danza, a una delle prime manifestazioni
socio culturali dell'umanità.
Tuttora si conoscono circa 200 varietà di lotta, ma gli sti
li attualmente praticati e riconosciuti a livello internazionale sono
quattro:
- il "judo" regolamentato dalla F.l.J. Onternational Judo Federation),
il "sarnbo",
- la "greco-romana",
- lo "stile libero", questi tre regolamentati dalla F.l.L.A. (Federa-
tion Internationale des Luttes Amateurs).
Questi stili escluso il "sambo" fanno parte del programma
delle Olimpiadi Moderne.
L.a lotta "greco-romana", fu ammessa a far parte della pri
ma Olimpiade, quella di Atene del 1896; in essa è formalmente proibi
to afferrare l'avversario al di sotto delle anche, fare lo sgambetto
e utilizzare attivamente le gambe nell'esecuzione di qualsiasi azio
ne.
La lotta "stile libero" fu inserita nel programma Olimpico
per la prIma volta nel 1904, data della terza Olimpiade,quella di
Saint-L.ouis; in essa, invece, è permesso afferrare le gambe dell'av
versario, effettuare gli sgambetti e utilizzare attivamente le gam
be nell'esecuzione di qualsiasi azione.
Il presente lavoro è rivolto in particolare a questi due
stili, ma può benissimo essere utilizzato per qualsiasi forma di
lotta.
1
PARTE PRIMA: TEORICA-ESPOSITIVA
2
1) INTRODUZIONE
Da qualche anno le pratiche sportive di "combattimento" sembrano SUSCI tare un reale interesse presso i giovani e presso gli insegnanti educatori fisici.
La teoria che la lotta non è adatta ai fanciulli è ormai tramontata;
secondo parecchi professionisti dell'attività fisica, essa è raccomandabile a li
vello di programmazione scolastica.
Gli esperti restano sempre stupiti di fronte alla spontaneità del bam
bino a contatto con q'uesto sport.
In molti paesi in Europa e nel Mondo la lotta è inserita nei program
mi scolastici )dalle elementari alle scuole secondarie; qualche esempio:
in Svezia, nella Repubblica Federale di Germania, in Bulgaria, in Svi,zzera, in
Francia, in Giappone : nei Colleges e nelle scuole superiori Americane sta rapid2."
mente diventando il maggior sport per numero di praticanti dopo il "football" ed
il "track" in inglese la "pista".
In Italia dal 1984 gli alunni delle Scuole Elementari e gli studenti
delle Medie inferiori possono partecipare come lottatori ai "Giochi della Giove~
tù", gli studenti delle Scuole Superiori possono partecipare ai Campionati Stu
denteschi che si tengono ogni anno.
Ma se gli specialisti sono entusiasmati dalle disposizioni naturali
dei bambini e dei giovani alla lotta, non è lo stesso per il grande pubblico e
nelle Scuole Italiane la lotta si può considerare sconosciuta. Questo disintere~
samento è dovuto ad una mancanza d'informazione, cosi come, a volte, all'immagi ne brutale e violenta che molti hanno di questa disciplina.
Con questo lavoro, voglio tentare di dimostrare che la lotta non è uno
sport brutale, nè pericoloso, se lo si è preparato e conosciuto dall'infanzia,
ma anzi contribuisce alla formazione fisica, caratteriale e intellettuale dei
. .
glovam .
3
2) A CHI E' DESTINATA QUEST'OPERA
L'educazione fisica si sforza d'assicurare nella Scuola lo sviluppo a~
monlOSO di tutte le componenti della personalità del ragazzo: intellettuali, af
fettive e corporee.
Gli insegnanti di educazione fisica per raggiungere questo obbiettivo
dispongono di tutta una gamma di attività e di esercizi.
Vorrei far conoscere a tutti loro la possibilità di utilizzare la lot
ta durante le ore di ginnastica.
Personalmente pratico la lotta da più anni e, benché non sia ad alti
livelli tecnici, per me è facile parlarne. Questo programma è comunque a livello
di tutti gli insegnanti. Tutti gli esercizi e i giochi sono descritti grafica
mente e metodicamente. Non si tratta di un'opera per specialisti, nè un fatto di
tecnica.
Le diverse situazioni proposte (esercizi, giochi, ... ) vogliono permet tere all'insegnante di dar vita ad una lezione diversa dal solito,stimolante,
che riscuoteràconsenso e partecipazione da parte degli allievi, i quali a loro
volta avranno modo di divertirsi utilizzando tutto il loro corpo .
Quest'opera potrà comunque essere utilizzata con profitto oltre che
dagli insegnanti scolastici, da animatori che hanno a che fare con qiovani. da
allenatori e istruttori di lotta che operano nei Centri di Avviamento allo Sport.
neqli Enti di Promozione SDortiva. nelle Società sportive.
l qiochi Drooosti si adattano benissimo anche ad adulti che ootranno
rendere oiù vivace l'allenamento e soezzarne la monotonia conservando l'effetto
;:111enante.
(Bambini Bretoni imparano la lotta "Gouren".)
4
3) NEL CORSO DEI SECOLI: IL POSTO DELLA LOTTA NELLA EDUCAZIONE
Non è per caso che questo sport sia stato praticato da numerosi grandi
uomInI, come: Socrate, il filosofo greco Platone, gli illustri sapienti Avicenna
e Pytagora, Aristotele, il presidente americano Abraham Lincoln, il presidente
Yugoslavo Tito, il patriota bulgaro Vasil Levski, e scrittori e pittori di rino
manza mondiale come: Lev Tolstoi, Aleksander Kuprine, Wiener, Aleksander Pouchkin
Rabindranath Tagore, Albrecht DUrer.
La lotta ha sempre avuto un posto di prestigio nella formazione dei
giovani:
- civiltà Egizia:"la lotta nell'antico Egitto non solo era molto diffu
sa, ma le veniva attribuita anche una grande importanza. In genere gli eredi al
trono e tutti gli altri "figli reali" venivano allevati in un ambiente di intensa
attività sportiva, guerriera e culturale: e in sport ed armi, maestro e superbo
modello e modellatore era lo stesso genitore. l fanciulli venivano istruiti nella
scrittura e nei calcoli, nelle esercitazioni ginniche e nelle armi; nella lotta,
nella scherma, nell'arco, in lunghe e ripetute corse quotidiane; in cacce freque~
ti. L'educazione fisica, in Egitto, in fusione con l'intellettuale, deve essere
stata determinante ai fini di una civiltà che ancora oggi suscita ammirato inte
resse. Il saggio Amenemapt, uno dei ministri dell'agricoltura che si sono succe
duti nella XVIII
A
dinastia (Nuovo Regno, 1567-1085 a.C.) dice in un suo passo:
" .. rendi il tuo corpo forte e felice e cura te stesso in omaggio al Signore
dell'Universo." (Sisto Favre "L'~rte e lo Sport nell'antioo Egitto). Il più anti
co esempio di lotta è stato trovato in un sepolcro a Saqqara, tomba di Ti, alto
funzionario della VADinastia (2470-2320 a.C.), un bassorilievo con sei coppie di
giovani che lottano.
5
- civilt~ Celtica: la lotta ebbe un posto di primo piano nei
"Tailtean Games" come riporta il libro di Leinster, in vecchio irlandese; questi
giochi furono fondati nel 1829 a.C. e durarono fino al 554 della nostra era. La
lotta fu una delle 7 nobili arti dell'aristocrazia guerriera celtica, che control
lò un tempo l'Europa dalla Bulgaria alla Scozia. Questa cultura fu poi distrutta
dai Romani, ma sopravvive nella Bretagna, in Scozia, Galles e Irlanda.
- civilt~ Indiana: nei Veda scritti in sanscrito nel XVllo-XVlllo sec.
a.C. la lotta è citata come utile esercizio per la gioventù; di essa esaltano la
virtù educativa anche le leggende sulla creazione della terra dette "Purana"
scritte in sanscrito circa un secolo prima di Cristo e che sono fra le migliori
opere della letteratura Indù.
- civilt~ Greca: l'istruzione e l'educazione avveniva soprattutto nei
"Ginnasi" dove venivano insegnate: la musica, l'oratoria, la grammatica, la fil,Q.
sofia Jnella "palestra" che costituiva la parte principale del ginnasio veniva
praticata la lotta. Del resto, la parola "pale", da cui ha avuto origine l'espre~
sione palestra, indica "la lotta"; e così "palaistra" era il luogo ove si eserci
tava e si imparava la lotta; "palaistes" era il lottatore, "palaistike" l'arte
della lotta, ed il verbo "palaio" significava lottare. l greci elevarono il com
battimento tra due opponenti a livello di scienza ed arte. Fece parte dei giochi
dalla XVIII~Olimpiade (708 a.C.) ed i giovani furono ammessi dalla X)(XVII~ Olim
piade nel 632 a.C. a lottare. l lottatori ebbero le maggiori attenzioni da parte
dei poeti più in auge: Simonide, Bacchilide e Pindaro. Filosofi, sovrani e sta
tisti la tenevano in grande onore. Senofonte (poligrafo, 430-354 a.C.) poteva
asserire che i greci avevano appreso la loro proverbiale furberia dall'esercizio
della lotta; ed Antyllo (chirurgo, Il° sec. d.C.) disse che essa apporta so
prattutto miglioramenti spirituali.
- fu tra le discipline preferite dagli Etruschi e ciò lo dimostrano le
numerose pitture murali delle tombe di Tarquinia e di Chiusi.
- civilt~ Romana: i romani popolo guerriero diedero ai loro figli una
educazione specialmente militare. Al ginnasio essi sostituirono il "Campo di
Marte" dove il giovane veniva addestrato all'arte militare e formato nella mora
lit~ e nel rispetto delle leggi.; tra le attività fisiche: il lancio del gia
vellotto, l'uso del "gladius", la corsa,il nuoto e la lotta. Inoltre nei
"Collegia Juvenum" istituiti nell'epoca augustea, diffusi in tutto l'impero, che
disponevano di stadi, di palestre, bagni, con istruttori per ogni disciplina la
lotta era uno degli sport più praticati. Coelio Aureliano (politico romano della
fine del IV sec. d.C.) asseriva che questa attivit~ acuisce la sensibilit~, ac
cresce la memoria, riporta vigore sessuale. Per Galeno ed Ippocrate essa era in
grado di curare molte malattie. Anche l'Imperatore Adriano fu un appassionato
lottatore.
6