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Introduzione
Il rispetto dei Diritti Umani (Seuring and Müller, 2008), la riduzione delle emissioni di
CO2, la conservazione della biodiversità (e.g., Hall, 2000) sono solo alcune tra le sfide
con cui l’impresa si confronta ogni giorno, e che rientrano in uno scenario in cui la
sostenibilità ambientale e sociale risulta essere una tematica di sempre più spiccata
rilevanza.
La crescita della consapevolezza della sostenibilità etica, sociale ed ambientale fa in modo
che tutti gli attori della società civile, come i consumatori, gli enti governativi e le imprese
di grandi e piccole dimensioni, si sentano partecipi di un piano d’azione per la
salvaguardia dell’ambiente e del sociale. In particolar modo per le imprese, tale attenzione
consente di influenzare positivamente le scelte nell’ambito di decisioni di acquisto,
maggiormente volte alla tutela di questi valori, determinando allo stesso tempo benefici
per l’impresa stessa, l’umanità e l’ambiente.
Tuttavia la complessità della tematica richiede chiarezza di informazioni che in molti casi
non sono facilmente reperibili; la mancanza di funzioni aziendali quale il CSR(Corporate
Social Responsibility) e risorse dedicate alla responsabilità sociale d’impresa, rendono
difficoltosa l’implementazione di azioni correttive.
In questo contesto le organizzazioni non governative (NGO), definite come stakeholder
secondari (e.g., Easley and Lenox, 2006) o anche stakeholder sociali che operano a stretto
contatto con l’impresa (Darnall et al., 2010), i consumatori e gli enti governativi, sono
diventati importanti e influenti attori, e generano sempre più interesse. Le NGO
solitamente promuovono cambiamenti positivi all’interno della società e per questo
vengono definite ‘bussole morali’ dei governi e del capitalismo, che sembrano non
interessarsi in maniera sufficiente al benessere del pianeta (Argenti, 2004). Le
organizzazioni non governative hanno acquisito negli ultimi anni sempre maggiore
credibilità, e supportano le imprese che desiderano acquistare responsabilmente,
spingendole ad intraprendere azioni correttive, seguendo la logica sostenibile per
soddisfare le aspettative sociali (Argenti, 2004). Questo è il compito sempre più centrale
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affidato alle NGO, attraverso la diffusione delle informazioni, la condivisione e
trasferimento della conoscenza all’impresa, l’instaurazione di partnership a lungo periodo
o di relazioni spot. Le organizzazioni non governative, infatti, si differenziano per diversi
fattori (Darnell et al., 2010). Tuttavia ad oggi non è chiaro quante diverse tipologie di
NGO esistano, e nemmeno quali dimensioni permettono di definirle. In secondo luogo,
non è chiaro quali siano le motivazioni che guidano le NGO e le imprese a lavorare
insieme. Differenti sono le ragioni per cui le aziende sempre più si rivolgono ad attori
esterni per implementare azioni correttive e progettualità (Pagell and Wu, 2009), ma ad
oggi non è ben chiaro cosa renda la collaborazione tra NGO e imprese facilmente
perseguibile.
Il primo importante obiettivo di questa tesi è sviluppare una tassonomia di NGO, che ne
definisca le principali caratteristiche, ed identifichi le variabili che permettono di
definirne il ruolo, oltre alle variabili che lo influenzano. Infine, un ulteriore importante
obiettivo è ricercare i fattori motivanti, abilitanti e ostacolanti la relazione tra impresa e
ciascuna delle tipologie di NGO identificate. A tal fine uno strumento di categorizzazione
è stato creato sulla base di un attenta revisione della letteratura. Lo strumento è stato poi
validato attraverso una serie di interviste sul campo che hanno coinvolto un numero
soddisfacente di NGO operanti in Italia e all’estero. Tali interviste hanno permesso di fare
luce sulle diverse tipologie di NGO ad oggi esistenti, ma anche sui fattori motivanti e
abilitanti non che sulle barriere alla relazione tra l’impresa e NGO appartenenti alle
diverse tipologie. Questo strumento non solo colma alcune “zone d’ombra” presenti nella
letteratura, ma potrebbe essere utilizzato dalle imprese per selezionare futuri partner e
facilitare lo sviluppo della relazione con gli stessi, che permette alle imprese di meglio
comprendere il mondo delle NGO e meglio affrontare/sviluppare la collaborazione con
le stesse.
Lo studio si sviluppa a partire dall’attenta revisione della letteratura scientifica sul tema
della sostenibilità nella società di oggi e in particolare nelle imprese. Nello specifico si
pone l’attenzione sul tema delle sfide della sostenibilità di un’impresa globale, che da una
parte si trova a far fronte alle pressioni esterne provenienti dal mercato e dalle legislazioni,
la crescente esigenza di responsabilità etica che si traduce in strategie reattive o proattive,
dall’altro a barriere interne, come la carenza delle risorse, i costi elevati e lo scarso
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impegno del top management, e barriere esterne, ossia le regolamentazioni, lo scarso
impegno dei fornitori e gli ostacoli caratteristici di un particolare settore. A conclusione
del primo capitolo, verrà introdotta la metodologia di ricerca adottata, al fine di
raggiungere l’obiettivo precedentemente descritto. In questa ricerca di natura esplorativa,
si è deciso di condurre studi di caso multipli, investigando tramite interviste e analisi di
reportistica, le principali NGO presenti sul territorio italiano ed esterno, che si dedicano
alla sostenibilità ambientale, sociale ed etica. Questo approccio è adeguato quando la
letteratura esistente non è sufficientemente avanzata da descrivere con completezza un
fenomeno. Nel terzo ed ultimo capitolo, sono state condotte le analisi. L’analisi si divide
principalmente in tre sezioni: nella prima è stato costruito uno strumento di
categorizzazione grazie al quale sono state definite le variabili che indentificano una
NGO, partendo da quelle presenti in letteratura e dalle informazioni raccolte dai casi
studio; nella seconda sezione è stata condotta un’analisi di caso, in cui ogni NGO è stata
descritta singolarmente; nella terza parte l’analisi è stata sviluppata in termini
comparativi, cioè analizzando i casi per variabile; infine, i casi sono stati confrontati con
una serie di fattori, motivanti, abilitanti e ostacolanti la collaborazione NGO-impresa, al
fine di verificare una correlazione tra quest’ultimi e la tassonomia. Diverse considerazioni
emergono dalla ricerca effettuata, che verranno in seguito illustrato sotto forma di
limitazioni e suggerimenti per le ricerche future.
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Capitolo 1. Analisi della letteratura
Il capitolo ha l’obiettivo di descrivere lo stato attuale della ricerca scientifica riguardo
all’esigenza sempre più evidente che le organizzazioni hanno di inserire la sostenibilità
ambientale e sociale tra le proprie priorità, assegnando alle tre P, “profit, people e plant”,
lo stesso livello di importanza.
In particolare verranno introdotti i concetti di sostenibilità nel senso più ampio del
termine, e che considera al suo interno la sostenibilità d’impresa, e da un lato le relative
sfide allo sviluppo sostenibile che ad oggi le imprese si trovano a dover affrontare,
dall’altro il ruolo sempre più centrale delle organizzazioni non governative (NGO), con
le loro funzioni e definizioni, che interagiscono con differenti modalità e livelli, in base
alle esigenze dell’organizzazione.
1.1 Sostenibilità e la sua crescente importanza
Il termine sostenibilità rimanda al concetto di durevolezza e un’azienda, una società o un
ecosistema possono essere definiti sostenibili solo quando hanno in sé la capacità di
mantenersi nel tempo, ossia di generazione in generazione, senza perdere la propria
qualità. La sostenibilità richiede la sua costante attenzione su tre fronti: economico,
ambientale e sociale, in cui nessuna delle tre istanze sia più importante delle altre. Il
concetto di sostenibilità può essere rappresentato tramite tre cerchi concentrici, in cui nel
più esterno si trova l’ambiente, e a seguire la società e l’economia, con l’idea che non può
esistere una economia senza una società, e non può sopravvivere nessuna società senza
un’ambiente naturale.
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Fig.1 Le tre aree della sostenibilità
In ambito imprenditoriale, la sostenibilità è definita come la considerazione esplicita delle
tematiche ambientali e sociali (Elkington, 1997; Dyllic & Hockerts, 2002; Bensal, 2005)
che vengono implementate tramite standard e pratiche nell’impresa (Gimenz &
Tachizawa, 2012). Esistono molti casi (Parmigiani, Klassen, & Russo, 2011) in cui le
aziende si trovano ad affrontare scandali su temi legati all’ambiente e ai diritti umani
scaturiti nella propria filiera produttiva. In Pakistan, le comunità rurali dicono che la
Nestlé sta imbottigliando e vendendo acqua vicino a dei villaggi che non hanno accesso
ad acqua potabile. Nel 2009, la Kraft (oggi Mondelez) è stata accusata di acquistare carne
bovina da fornitori brasiliani implicati nel disboscamento delle foreste pluviali
dell’Amazzonia per far il pascolo del bestiame. Coca-Cola si trova a dover affrontare le
accuse di sfruttamento del lavoro minorile nella sua catena di produzione nelle Filippine.
Oppure si ricordi il caso Apple e i casi di suicidio per le condizioni di lavoro disumane
verificatisi presso il suo fornitore Foxconn. Accaduto ancora più recente, Ottobre 2014,
Enel viene indagata per aver ricevuto cinque carichi di carbonio a Civitavecchia, La
Spezia e Venezia da parte di un fornitore colombiano, La Drummond, una società
coinvolta in una causa civile negli Stati Uniti, in quanto accusata nel 2009 di aver ordinato
torture e omicidi di molti leader sindacalisti in Colombia utilizzando gruppi paramilitari
come Autodefenas Unidas de Colombia (Auc) per svolgere servizi di security nelle
miniere e lungo le linee ferroviarie che gestiscono il trasporto del carbone; organizzazione
armata iscritta dal 2002 nella lista dei terroristi dagli Stati Uniti e dall’Europa. Enel ad
oggi, si rifiuta di dare ancora spiegazione sull’accaduto (Corriere della Sera, Ottobre
2014). O ancora, Novembre 2014, Moncler, l’azienda tessile specializzata
nell’abbigliamento invernale di lusso, viene accusata da una campagna pubblica per lo