SINTESI
Nel presente lavoro viene presentata l’interazione di vari fattori coinvolti
nell’acquisizione di una seconda lingua. Esistono vari componenti che influiscono sulla
qualità e rapidità dell’apprendimento. Più specificamente si tratterà dei fattori
extralinguistici, i quali hanno un effetto indiretto sull’acquisizione. Così, possiamo vedere
come i fattori esterni all’individuo incidono sull’apprendimento stesso, e più in specifico,
quelli interni faranno la differenza tra l’apprendimento da individuo a individuo. Si pone
un forte accento quindi sulla discussione dei fattori interni all’individuo, che riguardano
soprattutto le caratteristiche psicoaffettive dell’apprendente, e come esse influiscono
sull’apprendimento stesso. Così si parlerà della motivazione, dell’ansietà, della personalità,
dell’attitudine e dell’età. Particolare attenzione viene prestata al fattore dell’età anche dal
punto di vista neurobiologico, in quanto è stata molto discussa la teoria del periodo critico
secondo la quale esiste un periodo ben definito che favorisce l’acquisizione linguistica.
Inoltre, si discuterà sul ruolo dell’elaborazione interna durante l’acquisizione, alla quale dà
una forte enfasi anche il modello del Monitor, il quale pone un forte accento sul ruolo dei
fattori interni all’individuo.
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“Ahány nyelvet tudsz, annyi ember vagy”
“Quante lingue conosci, altrettante persone sei”
(Proverbio ungherese, traduzione mia)
INTRODUZIONE
È ampiamente condivisa l’idea che l’acquisizione di una nuova lingua nel contesto
naturale sia la situazione di apprendimento ideale, perché c’è un’interazione molto più
frequente con i nativi rispetto alle possibilità che uno studente può avere, per esempio,
durante una lezione scolastica nel proprio paese. È proprio l’ambiente naturale, con tutti i
suoi fattori, come la propria cultura, le tradizioni, i suoi modi di dire nel suo complesso,
che contribuisce in un modo molto favorevole al processo di acquisizione. Nell’epoca
moderna, la globalizzazione ci ha aperto delle frontiere verso mercati nuovi, causando
spesso un benessere sproporzionato e flussi migratori in ricerca di prosperità. Sia dunque
per motivi culturali che per fattori economici, la conoscenza di altre lingue è diventata
fondamentale. Progetti scolastici lanciati dall’Unione Europea, come per esempio
l’Erasmus o il progetto Leonardo, sono nati riconoscendo proprio l’importanza del contesto
naturale durante l’acquisizione della seconda lingua. Nonostante non ci sia sempre la
possibilità di acquisire una lingua nell’ambiente di origine, ci sono dei fattori che
influiscono sul processo di acquisizione a prescindere del contesto di apprendimento.
L’ispirazione di questo lavoro deriva soprattutto da una curiosità personale, nello
specifico dalla ricerca dei fattori che hanno ostacolato il mio apprendimento della lingua
italiana a livello nativo, benché nei primi anni di vita io sia stata bilingue (in italiano e in
ungherese) e abbia poi negli anni perduto questo bilinguismo iniziale.
L’acquisizione di un’altra lingua è stata molto studiata da diversi punti di vista
nell’ultimo secolo. È soprattutto dagli anni sessanta e settanta che nascono teorie nuove su
tale fenomeno. Possiamo menzionare la teoria innatista di Chomsky (cfr. par. 1.1.2) che
sostiene che ognuno di noi nasce con una predisposizione per una grammatica universale,
quindi con una predisposizione genetica della mente umana all’apprendimento del
linguaggio che si sviluppa successivamente attraverso l’interazione con l’ambiente.
Vari studiosi hanno mostrato l’importanza di altri fattori che influiscono
sull’acquisizione della seconda lingua e che ci permettono di capire meglio le differenze
nella qualità e nella rapidità di apprendimento delle persone. Si è ugualmente evidenziata
l’ipotesi secondo cui l’acquisizione di una seconda lingua costituisce un percorso ben
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diverso rispetto all’acquisizione della madre lingua. È importante notare, che quando si usa
il termine “seconda lingua” o L2, si intende che la lingua che si acquisisce è parlata dalla
società in cui si vive, nell’ambiente naturale e la si apprende per lo più in modo inconscio.
Tuttavia, nel presente lavoro, con tale termine ci riferiamo sia all’acquisizione in un
contesto naturale che a quella attraverso l’istruzione formale, poiché i fattori che verranno
analizzati contribuiscono in entrambi i modi di acquisizione in un modo conforme.
Si svolgono sempre più ricerche che rendono evidente l’importanza dei fattori interni
all’individuo, soprattutto nella psicolinguistica; tali ricerche ci presentano un’insieme di
variabili che agiscono indirettamente durante il processo di acquisizione. Così si pone
l’accento sull’importanza dell’età e del cosiddetto periodo critico nel quale l’acquisizione
sembra essere favorita (cfr. par. 3.1). Inoltre, gli studiosi ci spiegano l’importanza della
motivazione, della personalità, dell’attitudine, dell’ansietà e dello stile cognitivo della
persona e quanto tutto ciò può determinare il progresso di acquisizione.
In questo lavoro descriveremo e discuteremo le nozioni principali sull’acquisizione
della seconda lingua, come per esempio la differenza tra i concetti di “seconda lingua” e di
“lingua straniera”, e come procedono le fasi di acquisizione. Si parlerà dell’esistenza di
una interlingua durante il continuum dell’acquisizione, e delle varietà linguistiche usate dai
nativi nei confronti degli apprendenti, come il Foreigner talk, il Baby talk, e, benché si
tratti di un caso diverso, di Pidgin. Inoltre, si cercherà di evidenziare l’importanza dei
fattori extralinguistici, più specificamente quelli interni all’individuo, i quali
contribuiscono notevolmente al processo dell’acquisizione. Si parlerà inoltre delle
caratteristiche neurobiologiche coinvolte nella determinazione di una “finestra temporale”
(età favorita) di facilitazione per l’acquisizione delle lingue. Oltre a ciò, si parlerà del ruolo
dell’elaborazione interna, che secondo alcuni contribuisce in gran misura alla qualità e alla
rapidità dello sviluppo linguistico.
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I
IMPARARE UNA SECONDA LINGUA
1.1 Nozioni sull’acquisizione di una seconda lingua
Nel presente capitolo si introdurranno i concetti fondamentali per comprendere meglio
la disciplina che riguarda l’acquisizione di una seconda lingua.
Innanzi tutto si spiegherà la differenza tra il termine “seconda lingua” e “lingua
straniera”, entrambi i quali sono spesso utilizzati erroneamente come se fossero sinonimi.
Inoltre, verrà chiarito il contrasto tra due modalità differenti attraverso cui si impara una
lingua: l’acquisizione e l’apprendimento. Oltre a ciò, si discuterà del processo di
acquisizione di una seconda lingua, che spesso si crede sia uguale a quello
dell’acquisizione della madre lingua.
Quando non possiamo parlare ancora di una seconda lingua acquisita completamente,
ma neanche di una lingua del tutto sconosciuta allora possiamo parlare di interlingua, una
vera e propria varietà linguistica provvisoria con strutture proprie. In questo capitolo
parleremo quindi di interlingua, ma anche di altre varietà linguistiche come il Foreigner
talk, usato nei confronti degli stranieri, oppure quelle varietà usate con i bambini, il Baby
talk o il Pidgin, una varietà linguistica che serve per fini di comunicazione tra persone che
non condividono una lingua in comune.
1.1.1 Differenza tra seconda lingua e lingua straniera
Entrambi i termini si riferiscono a una lingua che si sta imparando ed è diversa dalla
lingua materna (L1). Tali termini si possono usare per un indeterminato numero di lingue
imparate dopo la L1.
Con il termine seconda lingua (L2) ci riferiamo a una lingua che viene acquisita in un
contesto dove essa è usata naturalmente come mezzo di comunicazione fra gli abitanti di
tale contesto, come per esempio l’acquisizione della lingua inglese da parte di un italiano
in Inghilterra. L’acquisizione della L2, che avviene attraverso l’interazione con i parlanti
nativi, costituisce una modalità inconsapevole di acquisizione. Apprendiamo la L2 senza
che ci venga insegnata, ma attraverso l’uso spontaneo con parlanti nativi. Tale situazione
permette un minor “grado di focalizzazione sul compito acquisizionale” (Chini 2005: 12).
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Bettoni (2004: 3) distingue tre criteri fondamentali che differenziano la L2 dalla L1:
la cronologia (in quanto la L1 viene acquisita prima della L2);
la competenza (perché si conosce meglio la propria L1 rispetto alla L2);
l’uso (di solito si ha meno possibilità di usare la L2 rispetto alla L1).
Bisogna ricordare, però, che questi criteri sono intesi in senso generale, in quanto in alcuni
casi può succedere proprio il contrario per vari motivi. Può succedere che qualcuno
apprenda contemporaneamente sia la L1 che la L2 perché è bilingue. Oppure, per ragioni
di una lunga permanenza all’estero, la propria L1 può arrugginirsi e magari ci si può
trovare ad acquisire la L2 ad un livello molto alto, tanto quanto la propria madrelingua.
Sempre per ragioni di lunga permanenza all’estero, può capitare che uno abbia più contatti
con parlanti della L2 e che non abbia opportunità di usare la propria L1.
Dall’altro canto, con il termine lingua straniera (LS) ci riferiamo invece a una lingua
che si impara di solito in un contesto scolastico nel proprio paese, con la guida di un
docente, e in modo conscio (cfr. par. 1.1.2). In questo caso, si hanno meno possibilità di
interagire con nativi ma l’esposizione strutturata alla grammatica da parte di un docente
può influire in un modo positivo sul processo di apprendimento.
Come abbiamo visto, la differenza principale tra L2 e LS è di tipo socio-contestuale,
quindi la differenza consiste soprattutto nel contesto in cui la lingua si apprende. Inoltre,
come scrive Chini (2005):
La differenza principale fra L2 e LS sta infatti nelle caratteristiche qualitative e quantitative
dell’input linguistico cui l’apprendente è esposto, normalmente più abbondante e ricco in L2 che per
LS (Chini 2005: 12).
È un fattore importante che la L2 si possa apprendere piuttosto in un modo inconscio,
senza alcuna spiegazione esplicita e l’apprendente può “affidarsi” al proprio intuito. Nel
caso dell’apprendimento della LS, l’apprendente è esposto alla struttura della lingua in
modo conscio, e c’è un programma predefinito col quale viene insegnata la lingua.
1.1.2 Contrasto tra acquisizione in contesto naturale e apprendimento guidato
I termini di acquisizione e di apprendimento sono strettamente collegati alle
differenze spiegate nel precedente paragrafo. In effetti, quando si cerca di evidenziare la
differenza verso il modo in cui la lingua si sta imparando, con il termine L2 si suole usare
la parola “acquisizione”. Invece, quando si parla di LS, si usa piuttosto “apprendimento”.