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INTRODUZIONE
La ricerca prende corpo a partire dai miei pensieri sulla vecchiaia, come passaggio di vita che spero
di affrontare nei prossimi anni. Come donna nata negli anni '60, faccio parte della generazione più
numerosa del Dopoguerra, e immagino che presto ci ritroveremo anziane e anziani tutti insieme.
Dalla mia esperienza di vita e nello scambio con le mie coetanee osservo come il sistema della
famiglia tradizionale, che ha finora garantito la cura tra le generazioni all'interno dei legami di
parentela, è stato profondamente modificato dai cambiamenti culturali e dal mutato ruolo sociale
delle donne. Mi sono spostata dalla mia città di origine, dove ancora risiedono mio padre, mia
sorella e i miei due fratelli, ho divorziato, mia figlia è adulta e abita lontana. Ho vissuto
recentemente la perdita di mia madre, e prima quella di entrambi i nonni paterni di mia figlia. Tra le
persone che frequento, vicine di casa, compagni di viaggio, studentesse, amiche, colleghi di lavoro,
negli anni sono diventate numerose quelle che provengono da altri paesi e che hanno vissuto
l'esperienza della migrazione. Questi vissuti individuali mi avvicinano ad altre donne e uomini della
mia generazione, in un orizzonte comune che, attraverso il processo di ricerca, diventa più ampio,
apre domande verso questioni impersonali
1
e di valenza politica, quali il sistema dello stato sociale,
le diseguaglianze economiche tra parti del mondo, le migrazioni di cura, la marginalità sociale e
mediatica di alcuni gruppi sociali.
1
Uso qui il termine impersonale facendo riferimento al pensiero di Simone Weil. Cfr. Ziccardi, Maria
Giovanna. “Soggetto, Diritto, Lavoro, Nel Pensiero Di Simone Weil (1909-1943).” Università di
Trento, 2012.
6
Il mio interesse è centrato sulle costruzioni simboliche e sulle soluzioni pratiche che abbiamo creato
recentemente, in continuità e in contrasto con modalità precedenti. Sviluppare questa ricerca in
ambito educativo mi vede nel tentativo, a partire da esperienze uniche e da vissuti individuali, di
elaborare una conoscenza che promuova una comprensione contestuale, che costruisca pensiero,
che permetta di scambiare sapienza tra diverse generazioni a appartenenze.Le domande che hanno
guidato le ipotesi di studio si riferiscono al presente e insieme al tempo dei prossimi anni, a come
possiamo, generazioni sempre più longeve, immaginare lo scambio intorno alla cura dei corpi, le
relazioni di sostegno, le forme di convivenza tra esseri umani di origini diverse. Attualmente stiamo
utilizzando l’aiuto delle donne migranti per garantire alle persone anziane una buona qualità di vita,
anche in condizioni di precarietà fisica. Stiamo sfruttando la differenza economica tra paesi poveri e
paesi ricchi per rispondere al bisogno di cura che emerge al cambiamento delle forme dei nostri
gruppi domestici. Ricercare sui temi della vecchiaia e delle relazioni di cura significa per me
lavorare sui quesiti, aperti e urgenti, che mi interrogano nella vita, e per i quali sento che non esiste
una risposta semplice, univoca o risolutiva. Le esperienze delle donne anziane e delle badanti
migranti, che condividono la vita domestica, si presentano oggi come situazioni in cui si incontrano
bisogni e risorse, contesti capaci di fornire elementi di riflessione educativa e di progettazione
politica. Nella complessità dei sistemi e delle congiunture storiche, le riflessioni delle partecipanti
sulle esperienze della vecchiaia, della cura, delle migrazioni, generano i m m a g i n i e s t o r i e ,
definiscono aspettative e stereotipi, compongono soluzioni creative, si soffermano sui dettagli, in
una prospettiva dialogica, modulata a più voci.
Incontri
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CORNICI
Scelgo la parola cornici per indicare l'area dei riferimenti teorici e di pensiero: consapevole delle diverse
accezioni attribuite al termine nelle scienze sociali, tengo come interpretazione quella proposta da Marianella
Sclavi, che a partire dall’accezione psicologica di Gregory Bateson, invita alla pratica di “uscire dalle proprie
cornici” nell’osservazione delle relazioni umane.
2
1. Incontri
in cui evidenzio la genealogia di pensiero in cui mi situo
Come donna adulta, che vede avvicinarsi il passaggio verso l'età anziana, osservo e ascolto altre
donne della mia età, provenienti da altri paesi, e donne più vecchie che hanno bisogno delle loro
cure. Il mio punto di vista, che delinea l’orizzonte dell’indagine, vorrebbe rimanere fedele ad un
ricerca incarnata, in ascolto del corpo, delle emozioni, dell'agio e dei disagi incontrati nella vita.
Faccio riferimento allo sguardo e al pensiero femminile, che invita a costruire sapere a partire da sé:
l'ho approfondito, all’Università di Verona, grazie all'incontro con Letizia Comba
3
, che lo ha
declinato attraverso un'attenzione inedita verso le esperienze e le narrazioni delle donne di altre
epoche e di altre culture. Il suo insegnamento invita ad un rigoroso ascolto delle parole, a chiamare
le cose con il loro nome, a non separare la realtà in opposizioni solo apparentemente chiarificatrici,
2
Sclavi, Marianella. Arte Di Ascoltare E Mondi Possibili. Milano: Bruno Mondadori, 2003.
3
Letizia Comba nasce a Torre Pellice nel 1932 e muore nel febbraio del 2000. Laureata in filosofia nel
1954, consegue nel 1956 un master in psicologia sperimentale presso la Cornell University negli
U.S.A. Dal 1960 al 1966 dirige la scuola per bambini spastici “Rosanna Stazzeri” di Roma. Lavora con
Ernesto De Martino e cura le edizioni italiane degli scritti di D. Laing. Fa parte dell’equipe delle
istituzioni psichiatriche di Gorizia dal 1966 al 1969, con Franco Basaglia, e di Reggio Emilia dal 1969
al 1973, con Giovanno Jervis. Negli anni '70 partecipa attivamente al movimento femminista: prende
parte, inoltre, ad iniziative teatrali con L. Flaszen e J. Grotowski. Dal 1971 insegna Psicologia
all'Università di Urbino e dal 1985 Psicologia dell'Arte e della Letteratura all'Università di Verona.
Note biografiche ricavate da: Comba, Letizia. Tessere. Scritti, 1967-2000. Edited by Manuela Vaccari,
Alberto Sacchetto, Caterina Spillari, and Gabriella Baiguera. Milano: Il Saggiatore, 2009.
Incontri
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ad accettare le contraddizioni, a cercare nelle storie, nei media e nei miti le chiavi di lettura delle
trasformazioni umane. Letizia Comba propone di soffermarsi sulle immagini, osservandole nella
cornice dei contesti storici e comunicativi, nel quadro delle tradizioni culturali che le hanno
costruite; dal suo pensiero pedagogico emerge la necessità e la consapevolezza di saper dire ai più
giovani, alle più giovani, dove si è, non dove si vorrebbe essere
4
. Anche la scelta di una scrittura
che non ricalchi i modelli accademici scientisti afferma una posizione epistemologica che toglie la
ricerca dalla presunta neutralità dei ricercatori e dall'oggettivizzazione astorica delle esperienze di
cui ci si pone in ascolto. A partire dal suo insegnamento, le cornici teoriche mi si mostrano come
relazioni significative con persone e pensieri, che mi hanno aperto interpretazioni del mondo
potenti, capaci di risignificare i miei vissuti e approfondire le mie conoscenze.
Lo studio e l'amore per altre culture, per le rappresentazioni e i sistemi originali che si creano
nell'incontro di appartenenze, è per me rappresentata anche dall'opera e dall'esperienza etnoclinica
di Francois Fleury
5
, intimamente legata a quella di Letizia Comba. É attraverso i suoi lavori che mi
sono avvicinata a testi di antropologi provenienti da diverse aree culturali: la mediazione di Fleury
mi ha aperto all'approccio transculturale e relazionale, costruito attraverso lo scambio e il
coinvolgimento nel corso delle sue conferenze italiane
6
. Il suo apporto è stato significativo nella
definizione del tema di ricerca, che incrocia le differenze tra le generazioni e le appartenenze
all'interno dei gruppi famigliari. Devo a lui anche l'incontro con Rosanna Cima
7
, che segue in
4
Comba, Letizia (a cura di). Donne Educatrici. Torino: Rosenberg & Sellier, 1996.
5
François Fleury, nato nel 1947, ha studiato all’Università di Psicologia e Medicina a Grenoble e si è
formato come etnoterapeuta, psicoterapeuta,ergoterapeuta. Ha lavorato come assistente in psicologia
dell’educazione e dell’arte all’Università di Urbino e di Verona, e consulente in etnopsichiatria a
Lausanne. É cofondatore dell’associazione Appartenances a Lausanne, dove lavora come consulente in
etnopsichiatra, fin dalla sua fondazione, 18 anni fa. Tiene corsi di formazione e supervisione sul tema
della salute mentale dei migranti, dell’interpretariato, della mediazione culturale e dell’etnopsichiatria.
Lavora come docente presso diverse Hautes Ecoles Sociales: insegna alla scuola di Formation Continue
dell’Università di Lausanne e di Genève e alla Fondazione Cecchini Pace a Milano. Ha inoltre
partecipato in Svizzera alla ricerca e alla realizzazione di progetti di valutazione sulla prevenzione del
virus HIV nelle popolazioni migranti. Da più di 20 anni anima un atelier di video arte, al momento
presso la cattedra di Activités Communautaire, nell’ambito della psichiatria comunitaria a Lausanne.
Tiene corsi di formazione all’Atelier di Genève e insegna formazione in arteterapia a Istanbul. Note
biografiche ricavate da: www.activites-communautaires.ch/ bio, www.letagename
6
Francois Fleury collabora con la Fondazione Cecchini Pace di Milano, all’interno della scuola di
etnopsichiatria, con seminari e lezioni di cui ho curato la traduzione. Tra questi: 12 settembre 2012:
Seminario di Francois Fleury « Sogni : individualità e culture », Fondazione Cecchini Pace, Milano,
non pubblicato.
7
Rosanna Cima, insegna Educazione delle Adulte e degli Adulti; Pedagogia della mediazione culturale
Incontri
9
qualità di tutor questa mia ricerca: la sua attività di studio si è focalizzata sull'età di vecchiaia, con
un lavoro decennale radicato nel territorio e centrato sulla memoria, a partire dalla raccolta delle
storie di donne ospiti delle case di riposo. É attingendo alla sua pratica pedagogica che ho posto al
centro la narrazione, pensata come oggetto attivo, come azione sociale e simbolica, insieme
personale e collettiva, come testimonianza che descrive il nostro tempo e mette in moto
trasformazioni a più livelli.
Il mio ritorno in Università a Verona, dopo anni di vita nell'hinterland milanese e di attività di
insegnamento nella scuola elementare e superiore, ha riattivato relazioni antiche e creato nuovi
scambi di pensiero e di ricerca, che hanno coinvolto altri referenti e fornito nuove f on ti di
arricchimento. La definizione dell'impianto teorico si configura come un percorso, attraverso un
insieme di incontri, nello scambio interdisciplinare con professori, ricercatrici e ricercatori, che
riconosco come gli artefici dell'approfondimento delle mie conoscenze e della precisazione del
quadro epistemologico del lavoro di ricerca. Sullo sfondo c'è un fitto tessuto di relazioni: sono
arrivata ad ogni incontro attraverso la mediazione di un'altra donna, in una catena di occasioni e
disponibilità che hanno costruito la trama, i limiti e la forma che ha progressivamente assunto il
lavoro. Grazie a Rosanna Cima, la mia tutor di ricerca, mi è stato possibile entrare in uno scambio
di parole e di pensiero-con tre donne di riferimento: Giannina Longobardi
8
, Delfina Lusiardi
9
e
e Pedagogia Sanitaria all’Università degli Studi di Verona. Centro di interesse della sua ricerca sono i
processi di cura e di accompagnamento di donne, uomini, famiglie migranti e di coloro che sono in età
di vecchiaia. Da anni ricerca, con alcune Associazioni e Organizzazioni Non Governative dell’Africa
Sub-Sahariana, sui dispositivi educativi e di cura tra immigrazioni urbane ed emigrazioni agricole. È
membro dei seguenti centri di ricerca: “Politesse – Politiche e Teorie della sessualità”; "CREAa –
Centro di Ricerche Etnografiche e di Antropologia applicata Francesca Cappelletto"; “CESDEF -
Centro Studi Differenza Sessuale Educazione Formazione” e fa parte del comitato scientifico della
Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Tra le sue pubblicazioni: Pratiche narrative per una
pedagogia dell’invecchiare, Milano 2012; Incontri possibili, mediazione culturale per una pedagogia
sociale, Roma 2009; Abitare le diversità, pratiche di mediazione culturale: un percorso fra territorio e
istituzioni, Roma 2005; Tempo di vecchiaia: un percorso di anima e di cura tra storie di donne, Milano
2004; Dentro le storie. Educazione e cura con le storie di vita (con altri autori) Milano 2000. Note
biografiche ricavate da: www.perlungavita.it
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Conversazione del 29 gennaio 2013.
Giannina Longobardi. É nata a Venezia nel 1947. Negli anni del liceo e dell'università ha fatto parte
di un gruppo di studenti che si riuniva intorno a Massimo Cacciari. Laureata in filosofia a Padova (con
una tesi su K.Marx), sposata, si è trasferita a Verona e ha insegnato nelle scuole superiori per più di
trent'anni. A partire dall'83 incontra il pensiero della Libreria delle donne di Milano. Insieme a Betti
Zamarchi, Luisa Muraro ha dato vita a Diotima, Comunità Filosofica Femminile con sede a Verona..
Con Annmaria Piussi ed altre amiche insegnanti partecipa alla elaborazione della Pedagogia della
Differenza; con Vita Cosentino, Letizia Bianchi, Guido Armellini fonda un movimento, di donne e
uomini, di “autoriforma della scuola”, del quale è uscito il volume collettivo Buone notizie dalla
Scuola. Fatti e parole del movimento di autoriforma. In seguito ai seminari di Letizia Comba, amplia
Incontri
10
Letizia Bianchi
10
. Sono pensatrici che contribuiscono in ambito accademico, politico, sociale, alla
costruzione di pensiero sui temi della cura, delle differenze, delle relazioni; sono anche donne in
un'età vicina alla vecchiaia, con uno sguardo più vicino alle esperienze di vita che la ricerca
analizza. In qualità di esperte, ricche di expertise e di esperienza, hanno fornito indicazioni di
lettura, riferimenti metodologici e di scrittura, mediazioni preziose verso altre persone che hanno
partecipato alla ricerca. Le conversazioni che ho intrattenuto con loro hanno rappresentato momenti
di raccolta di informazioni sui temi della cura, dell’invecchiamento, delle relazioni tra donne di
generazioni e di origini diverse, legati alle loro esperienze personali; ma sono anche divenuti
passaggi di riflessione su llo stato della ricerca in corso, occasioni di pensiero sul senso del mio
lavoro, da cui sono emerse piste interpretative. La ricerca è avanzata attraverso la pratica
dell’incontro in presenza
11
, facendo conto sullo scambio con donne di cui riconosco l'autorità, alle
quali ho fatto riferimento in modo ricorsivo come fonti di ispirazione. Devo alla loro disponibilità e
l'orizzonte di interessi verso le antiche tradizioni e le culture altre. Nel 2001 con alcune amiche ha dato
vita a Verona ad un luogo d'incontro di donne provenienti da diversi paesi, Isthar, e nel 2004 ha
contribuito all'apertura di Casa di Ramia, spazio interculturale del Comune di Verona. Note biografiche
tratte da: www.diotimafilosofe.it
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Conversazione del 5 marzo 2013.
Delfina Lusiardi É nata e cresciuta in un piccolo centro agricolo della pianura cremonese. Negli anni
'70 partecipa al femminismo e al movimento politico delle donne. A Brescia, la città dove decide di
abitare, contribuisce alla nascita di luoghi della libertà femminile: i collettivi nei primi anni Settanta e,
nel 1987, l’Università delle donne "Simone De Beauvoir". Alla fine degli anni Ottanta incontra Diotima
e il pensiero della differenza. Insegna filosofia e storia ai giovani di un liceo, ai quali si propone di
insegnare a pensare. Oggi è fuori della scuola e si dedica a cercare una lingua felice (perché a contatto
con la verità soggettiva) e ad aiutare altre (altri) in questa ricerca. Note biografiche tratte da
www.diotimafilosofe.it
10
Conversazione del 23 maggio 2013
Letizia Bianchi è nata a Cogoleto (Genova), nel gennaio del 1943. Ha insegnato per più di quaranta
anni, la maggior parte dei quali come docente di Sociologia della famiglia, presso la Facoltà di Scienze
della Educazione dell’Università di Bologna. Ha fatto parte del Movimento delle Donne fin dagli anni
’70 e fa parte del gruppo di riflessione politica Lavinia Fontana che opera a Bologna dagli anni ’80.
Nella sua attività di studiosa, ricercatrice, docente e formatrice ha coniugato la sua esperienza di donna
e l’approccio del pensiero femminista con i temi della famiglia, del lavoro di cura, dei maltrattamenti
nella relazioni di intimità, della relazioni tra figure che in posizione familiare e professionale si fanno
carico del benessere delle nuove generazioni. Un altro incontro fondamentale per la sua elaborazione
sull'opera materna e la politica, sulla cura dei viventi e del mondo, è stato l’incontro con le Madres
Argentine de Plaza de Mayo di cui ha promosso la laurea honoris causa conferita loro dall’Università di
Bologna nel 2008. Note bio-bibliografiche tratte da Mag, Libera Università dell'Economia Sociale,
Verona
11
Comba, Letizia. “Da bocca a orecchio”, in Tessere. Scritti, 1967-2000. (a cura di) Manuela Vaccari,
Alberto Sacchetto, Caterina Spillari, and Gabriella Baiguera. Milano: Il Saggiatore, 2009.
Incontri
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alle loro capacità di approfondimento molte sollecitazioni importanti, che mi sono servite come
punti di attenzione, come chiavi di lettura per individuare le questioni centrali. Alle prese con i
contenuti emersi dal basso, che affioravano dall’incrocio di numerosi sguardi, la difficoltà era
quella di trovare una configurazione soddisfacente e modalità euristiche che mi permettessero di
andare oltre quello che già sapevo, che colmassero lo scarto tra i testi che andavo accumulando e
quello che restituivo attraverso la scrittura. Agli incontri con queste testimoni significative, e
insieme ricercatrici, ho attribuito la funzione di orientare la riflessione: ho tenuto le loro parole
come riferimenti autorevoli per definire alcuni dei temi centrali, intorno ai quali hanno trovato
collocazione le narrazioni e i materiali raccolti. Ho considerato le fonti a cui attingevo con evidente
asimmetria, attribuendo ad alcune questioni, suscitate dai dialoghi, una centralità che non dipende
dalla quantità delle ripetizioni: alcuni scambi hanno fornito elementi organizzatori di senso capaci
di dare un ordine, di mostrare le ambivalenze, di orientare il pensiero politico e le riflessioni
educative.
Mentre il lavoro di raccolta procedeva, il processo di analisi già entrava nel percorso, attraverso
l’organizzazione e il confronto per argomenti dei testi raccolti, all’interno di una cornice descrittiva
e fenomenologica. I dialoghi con le donne di riferimento si sono alternati in modo ricorsivo alle
altre conversazioni e hanno rappresentato momenti a cui ho attribuito un valore più decisamente
ermeneutico
12
, che si rifà al pensiero femminista e alla scelta di nominare la genealogia di pensiero
a cui attingo
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. Sul progetto di lavoro ha agito il mio desiderio di far conto sulle relazioni tra donne,
di riconoscere il valore dei percorsi di vita e di studio, di attivare lo scambio educativo tra le
generazioni, che è entrato anche a dare forma all'impianto teorico. In questa scelta mi ha guidato il
riferimento al “pensiero dell'esperienza”, come autorizzazione a pensare e a parlare, nel riferimento
dialogico alle altre che si sono confrontate con me:
L'accesso delle donne all'esperienza del pensiero passa attraverso il loro accesso alla dimensione
dialogica. La più grande innovazione del movimento delle donne alla fine del XX secolo è la
reciproca autorizzazione a pensare che si sono date attraverso la parola e l'azione (volo ut sis, voglio
che tu sia, Agostino citato da Arendt), ognuna autorizzando l'altra e autorizzandosi a essere, a
pensare e a parlare, che fosse nell'accordo o nel disaccordo, perché lo stesso disaccordo conferma
12
Cortesão, Luiza, Rosário Silva, Francisco Neves, and Clara Vieira. “Identity(ies), Citizenship(s) and
Migration: A Complex Relationship.” Encyclopaideia 33 (2012).
13
Collin, Françoise. “Pensiero Dell’esperienza, Esperienza Del Pensiero.” Il Manifesto. August 30, 2006.
Incontri
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l'importanza attribuita all'altra. Il pensiero dell'esperienza è innanzitutto il pensiero di questa
esperienza che consiste nel riconoscere l'altro/a come agente del divenire del pensiero, come
depositario/a di un momento della verità.
14
Nella pratica ho cercato di approfondire il pensiero attraverso lo scambio in presenza con persone
che riconosco più avanti di me
15
; nella scrittura ho voluto dare centralità ai legami che hanno
contribuito a costruire il campo di ricerca, ai luoghi fisici e simbolici in cui è situato, agli incontri
che lo hanno accompagnato.
14
Collin, Françoise. “Pensiero Dell’esperienza, Esperienza Del Pensiero.” Il Manifesto. August 30, 2006.
15
Tra le relazioni che hanno contribuito alla realizzazione della ricerca, è stato importante lo scambio con
la sociologa Bice Mauri, co-fondatrice della Libreria delle Donne di Milano, che fa parte del gruppo di
riflessione sulla vecchiaia, attivo dal 2012 alla Libreria. Le conversazioni con lei e la sua lettura del
mio scritto mi hanno fornito numerosi rimandi critici e costruttivi.