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1 Introduzione
Il poeta José Ángel Valente ad Almería
Questa tesi mira a provare l’esistenza di alcune affinità fra il pensiero e le opere del poeta
galiziano José Ángel Valente e quelli di alcuni artisti. In particolare, lo scritto verterà sul tentativo di
dimostrare la convergenza di vedute su qualche aspetto delle arti tra Valente i pittori Antoni Tàpies
ed Antonio Saura e lo scultore Eduardo Chillida.
La trattazione si impernierà sull’esame di parte delle loro riflessioni e teorizzazioni sulle arti,
nonché su dei testi di commento e critica ad esse. Inoltre, cercheremo di esaminare le opere nate
dalla collaborazione tra questi artisti e quelle realizzate a partire da influenze reciproche o univoche.
L’insieme di tali osservazioni avrà il fine, come già sostenuto in precedenza, di provare la
sussistenza di analogie artistiche tra Valente, da una parte, e Tàpies, Chillida e Saura, dall’altra.
Antoni Tàpies Eduardo Chillida Antonio Saura
5
2 Genesi della creazione artistica
In molte delle creazioni del poeta galiziano José Ángel Valente è presente un’acuta riflessione
sulle arti e sul loro significato. Tale meditazione è riconducibile alla volontà di ripensamento
dell’attività artistica manifestatasi più volte nel corso della storia ed acuitasi con l’avvento del
romanticismo.
1
La volontà di ridefinizione delle arti si ravvivò in svariate occasioni nel corso del XX secolo,
soprattutto con la venuta delle avanguardie storiche
2
e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
3
In questi due periodi, l’intero mondo della cultura avvertì l’impellente necessità di rifondare le sue
basi: ciò dette inizio ad un dibattito trasversale tutt’oggi aperto.
4
Coloro che animano la discussione
sul riesame dell’espressione artistica, fra i quali Valente, ne rifuggono la tradizionale suddivisione
accademica in generi o arti indipendenti ed incomunicabili.
Il poeta di Orense propone una sua teoria sull’origine dell’opera artistica in numerose circostanze
e, principalmente, all’interno di interviste con altri artisti ed opere dedicate al fare artistico. Questa
volontà teorizzatrice da parte dell’orensano è ascrivibile in primo luogo alla sua ammirazione verso
artisti e grandi teorici dell’arte quali Klee, Mondrian, Malevic e Kandinsky.
5
A queste importanti
personalità del primo Novecento il galiziano dedica alcuni componimenti poetici e saggistici.
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1
CUSATELLI, GIORGIO, “Il marmo e la parola” in Gotthold Ephraim Lessing, Laocoonte. Ovvero sui limiti
della pittura e della poesia, a c. di Giorgio Cusatelli e Teresina Zemella, Milano, Biblioteca Universale
Rizzoli, 1994, passim
ZEMELLA, TERESINA, “Introduzione” in Gotthold Ephraim Lessing, Laocoonte. Ovvero sui limiti della
pittura e della poesia, op. cit., passim
2
BOZAL, VALERIANO, “1. Los primeros diez años. Ya no, pero todavía no” in Valeriano Bozal, Los primeros
diez años: 1900-1910, los orígenes del arte contemporáneo, Madrid, Visor, 1993
2
, pp. 15-26
3
ARGAN, GIULIO CARLO, “Capitolo Settimo. La crisi dell’arte come scienza europea” in Giulio Carlo Argan
e Achille Bonito Oliva, L’arte moderna, Firenze, Sansoni, 1999, 2 voll., passim
BOZAL, VALERIANO, “El arte de la posguerra” in Valeriano Bozal, Pintura y escultura españolas del siglo
XX (1939-1990), Madrid, Espasa-Calpe, 1992, passim
4
BOZAL, VALERIANO, “El muro y el monstruo” in Valeriano Bozal, El tiempo del estupor: la pintura
europea tras la segunda guerra mundial, Madrid, Siruela, 2004, pp. 123-127
ARGAN, GIULIO CARLO, “Capitolo Settimo. La crisi dell’arte come scienza europea” in Giulio Carlo Argan e
Achille Bonito Oliva, op. cit., passim
BOZAL, VALERIANO, “El arte de la posguerra” in Valeriano Bozal, Pintura y escultura españolas del siglo
XX (1939-1990), op. cit., passim
BOZAL, VALERIANO, “El final de la posguerra” in Valeriano Bozal, Pintura y escultura españolas del siglo
XX (1939-1990), op. cit., passim
5
IGLESIAS SERNA, AMALIA, “La escritura es una aventura absolutamente personal. Entrevista con José Ángel
Valente” in José Ángel Valente, Palabra y materia, a c. di Amalia Iglesias Serna, Madrid, Círculo de Bellas
Artes, 2006, 2007
2
, p. 57
6
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL, “Homenaje a Klee” in José Ángel Valente, Obras Completas: poesía y prosa, a c.
di Andrés Sánchez Robayna, Madrid, Galaxia Gutemberg: Círculo de lectores, 2006, 1 voll., pp. 326-327
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL, “Cinco fragmentos para Antoni Tàpies” in José Ángel Valente, Obras Completas:
poesía y prosa, op. cit., p. 387
6
Paul Klee, Paesaggio con uccelli gialli, 1923, Piet Mondrian, Albero grigio, 1912, olio su tela,
lamina, 40 x 30 cm, collezione privata 78,5 x 105,7, Gemeentemuseum, L’Aia
Kazimir Malevic, Croce nera, 1920, olio su tela, Vassily Kandinsky, Orientale, 1909, olio su tela,
8 x 6 cm, Museo Russo, San Pietroburgo 69,5 x 96,5 cm, Galleria “Stadtische”,
Monaco di Baviera
Kazimir Malevic Paul Klee Piet Mondrian Vassily Kandinsky
Uno dei più importanti dibattiti sulle arti ai quali partecipa Valente si crea in occasione di una sua
visita al taller barcellonese del pittore Antoni Tàpies nel 1995. Durante l’amichevole e disteso
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL, “Paisaje con pájaros amarillos” in José Ángel Valente, Obras Completas: poesía y
prosa, op. cit., pp. 497-502
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL, “Cuatro referentes para una estética contemporánea” in José Ángel Valente, Obras
completas: ensayos, a c. di Andrés Sánchez Robayna e Claudio Rodríguez Fer, Madrid, Galaxia Gutemberg:
Círculo de lectores, 2006, 2 voll., pp. 545-554
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL, “Sobre la unidad simple” in José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit.,
pp. 498-502
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dialogo che segna l’incontro, il poeta compie ripetute teorizzazioni “avanguardiste” riguardanti
l’esistenza di un elemento aggregante tra le varie arti. Esso è costituito dalla cosiddetta materia
oscura, ovvero l’agente imprescindibile nella creazione di qualunque realizzazione artistica.
Ocurre que la materia original sobre la que trabajamos todos es la misma. Es esa materia en la
que uno no sabe muy bien qué va a encontrar, esa materia oscura.
Succede che la materia originale sulla quale lavoriamo tutti è la stessa. E’ questa materia nella
quale non si sa molto bene quello che si trova, questa materia oscura.
1
Una volta delineato il suo pensiero circa la genesi dell’opera d’arte, il poeta di Orense illustra a
Tàpies il modo in cui dalla comune materia o raíz artistica iniziale si creino, a suo dire, svariate
“ramificazioni”. Tali ineluttabili divergenze dalla “radice” originaria scaturiscono in parte dai
differenti strumenti di volta in volta impiegati nella creazione delle singole opere. Difatti, il
cambiamento dell’attrezzo sfruttato implica spesso l’intervento di un diverso saper fare artistico.
Quest’ultima variante, ovvero la differente attitudine alla creazione da parte di ciascun artista, è
proprio quella che il gallego considera basilare nella distinzione tra l’operato di un pittore e quello
di un poeta, tra l’intervento di un musicista e il lavorio di uno scultore.
2
J. Á. V: De ella cada uno saca algo con los instrumentos de cada arte particular.
J. Á. V.: [Parlando con Tàpies della materia unica] Da essa ognuno tira fuori qualcosa con gli
strumenti di ogni arte particolare.
3
Durante questo scambio di opinioni con l’amico catalano, Valente percepisce appieno quanto
Tàpies condivida la sua necessità di ripensare le arti al pari dell’intero sapere umano.
4
Tuttavia,
come peraltro asserisce Xavier Antich in La escritura de Antoni Tàpies, il pittore di Barcellona non
sente mai né durante questo colloquio, né tantomeno nel corso della sua lunga carriera artistica,
l’esigenza di “supportare” la sua velleità rinnovatrice delle arti con una teoria compiuta.
La verdad es que Tàpies nunca ha pretendido elaborar, en sus escritos, una teoría del arte
articulada, coherente, sistemática ni cerrada: “Una teoría del arte, en mis manos, la acabaríamos muy
pronto”.
1
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras Completas: ensayos, op. cit., p. 536; trad. in italiano a c. di Giulio Bartolini
2
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit., ibid.
3
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit., ibid.
4
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit., pp. 535-538
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La verità è che Tàpies non ha mai preteso elaborare, nei suoi scritti, una teoria dell’arte articolata,
coerente, sistematica né chiusa: “Una teoria dell’arte, nelle mie mani, la finiremmo ben presto”.
1
Ciò, pur non impedendogli un raffronto costruttivo con Valente ed una parziale adesione ad
alcuni dei suoi principi artistici, lo differenzia dall’orensano. Quest’ultimo infatti, in particolar
modo negli ultimi due decenni della sua attività artistica, si dedica fortemente alla critica dell’arte
come testimoniano i numerosi scritti e poesie dedicati all’argomento.
2
Di contro il pittore di
Barcellona è più incline a dare soltanto giudizi “estetici”
3
sull’espressione artistica, lasciandone la
vera e propria definizione ai teorici:
Lo que Tàpies ha practicado en su escritura, más que la crítica de arte, es el juicio estético, en el
más riguroso sentido kantiano: “La representación de la imaginación que provoca a pensar mucho, sin
que, sin embargo, pueda serle adecuado pensamiento alguno, es decir, concepto alguno, y que, por lo
tanto, ningún lenguaje expresa del todo”. Tàpies, a su manera, formulará lo mismo: “La eficacia de las
obras de arte, como saben los mejores teóricos, se inicia por el hecho de que son formas materiales
sensibles, ya que estas formas son las que pueden asumir de manera más directa el orden profundo de la
realidad, el cual difícilmente puede ser transmitido por medio del lenguaje corriente y de los conceptos
intelectuales”.
Quello che Tàpies ha praticato nella sua scrittura, più che la critica dell’arte, è il giudizio estetico,
nel più rigoroso senso kantiano: “La rappresentazione dell’immaginazione che stimola a pensare molto,
senza che, tuttavia, possa esserle adeguato pensiero alcuno, cioè, concetto alcuno, e che, pertanto,
nessun linguaggio esprime del tutto”.
4
Tàpies, a modo suo, formulerà la stessa cosa: “L’efficacia delle
opere d’arte, come sanno i migliori teorici, scaturisce dal fatto che sono forme materiali sensibili,
giacchè queste forme sono quelle che possono assumere in modo più diretto l’ordine profondo della
realtà, il quale difficilmente può essere trasmesso per mezzo del linguaggio corrente e dei concetti
intellettuali
5
”.
6
1
ANTICH, XAVIER, “La escritura de Antoni Tàpies” in Antoni Tàpies, En blanco y negro, op. cit., p. 13; trad.
in italiano a c. di Giulio Bartolini
2
SÁNCHEZ ROBAYNA, ANDRÉS, “Introducción” in José Ángel Valente, Obras completas: poesía y prosa, op.
cit., pp. 39-54
3
TÀPIES, ANTONI, “Introducción” in Antoni Tàpies, El arte contra la estética, a c. di Joaquim Sempere,
Barcelona, Editorial Ariel, 1974, 1978
2
, pp. 7-8
[Parlando dei testi della raccolta El arte contra la estética] Advertimos (una vez más) al lector que
esta nueva colección de textos no pretende ser ninguna “teoría del arte”, lo que se podría imaginar como
“nuestra teoría del arte”. La mayoría de ellos son simplemente reacciones espontáneas ante... ¿ideas?,
¿actitudes?, ¿modas?..., con las cuales hemos topado de vez en cuando en los últimos años, y respecto a
las cuales hemos creído, o se nos ha dicho, que sería provechoso, -quién sabe si para el autor, en primer
lugar- dar nuestra opinión. Tal vez haya quien descubra en ellos toda una posición estética latente, claro
está; pero, en todo caso, ésta no ha sido la intención inicial.
TÀPIES, ANTONI, “Pensar en el arte” in Antoni Tàpies, El arte contra la estética, op. cit., p. 10
[...] la estética no ha de razonar considerando el arte como una finalidad o un ideal que no se
puede realizar a no ser que se someta a su teoría.
4
KANT, IMMANUEL, Crítica del juicio, ed. a c. di Manuel García Morente, Madrid, Espasa Calpe, 1977,
1981
2
, p. 220; trad. in italiano a c. di Giulio Bartolini
5
TÀPIES, ANTONI, “Valor del arte” in Antoni Tàpies, En blanco y negro, op. cit., p. 247
6
ANTICH, XAVIER, “La escritura de Antoni Tàpies” in Antoni Tàpies, En blanco y negro, op. cit., pp. 16-17
9
Nello svolgimento del dibattito con Valente, Tàpies si limita perlopiù a confermare la plausibilità
e condivisibilità di parte delle asserzioni valentiane.
1
L’amico galiziano invece formula molteplici
speculazioni su come, a suo dire, le singole manifestazioni artistiche originino da una raíz común.
2
Incontro tra Antoni Tàpies e José Ángel Valente nel taller barcellonese dell’artista catalano
La visione della genesi delle arti propugnata da Valente è derivata dal romanticismo, epoca a
partire dalla quale si iniziò a parlare con insistenza di “sintesi” delle arti, e, parimenti, dalla
meditazione su alcuni scritti teorici dei suddetti avanguardisti. Nel caso specifico, il poeta gallego è
“mosso” a teorizzare la riformulazione delle arti e dei generi da interrogativi del tutto simili a quelli
che arrovellavano Piet Mondrian all’inizio del XX secolo.
Gli scritti di Mondrian pongono quindi la questione dell’autonomia e della specificità dell’arte e/o
delle arti, ma al tempo stesso affermano la necessità dell’oltrepassamento dell’arte: essi appaiono, a
volte, come un complesso organico di indicazioni, quasi una sorta di prontuario, sui modi di costruzione
dell’opera… altre volte, parlano invece della finitezza dell’opera, del suo significato limitante,
sostanzialmente surrogatorio rispetto ad un altro valore che stà al di là dell’opera, al di là dell’arte e
delle arti e che appartiene all’uomo, alla sua condizione individuale e sociale, alla sua stessa esistenza
quotidiana.
3
L’artista olandese e, come vedremo in seguito, Valente meditano circa lo “sconfinamento”
dell’arte nella vita e la suddivisione tradizionale delle arti e dei generi. Entrambi ricusano
decisamente l’ipotesi proposta sin dall’epoca neoclassica
4
dell’estinzione definitiva dell’arte.
[…] L’arte è prossima alla sua fine? In ogni caso, non c’è di che preoccuparsi. Che cos’è infatti
questa fine, ancora abbastanza lontana, dell’arte se non la liberazione dell’umanità dal dominio della
materia e del fisico, e di conseguenza l’avvento così desiderato di un’epoca in cui trionferà l’equivalenza
“MATERIA-SPIRITO”?
5
1
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit., ibid.
2
VALENTE, JOSÉ ÁNGEL; TÀPIES, ANTONI, “Conversación entre Antoni Tàpies y José Ángel Valente” in
José Ángel Valente, Obras completas: ensayos, op. cit., ibid.
3
MENNA, FILIBERTO, “Per una cultura dei rapporti equivalenti” in Piet Mondrian, Tutti gli scritti, a c. di
Harry Holtzmann e Filiberto Menna, Milano, Feltrinelli, 1959, 1975
3
, p. 15
4
AA. VV., “Il Novecento. Tra avanguardie e continuità espressiva” in AA. VV., Manuale di storia dell’arte,
a c. di Luigi Maffini e Clara Calza, Milano, Electa/Bruno Mondadori, 1988, 2000
13
, 2 voll., p. 284
5
MONDRIAN, PIET, “L’arte puramente astratta” in Piet Mondrian, Tutti gli scritti, op. cit., p. 224