2
degli operatori, sia attraverso l’istituzione di borse regolamentate, sia
con prodotti negoziabili anche fuori borsa (over the counter) tra
operatori e controparte bancaria o finanziaria .
In questo contesto si sono sviluppati e diffusi a ritmi imponenti gli
strumenti finanziari cosiddetti derivati, il cui successo è stato
determinato essenzialmente dai seguenti fattori:
- instabilità ed elevata volatilità delle variabili finanziarie;
- globalizzazione ed integrazione dei sistemi finanziari;
- atteggiamento attivo degli operatori stessi nei confronti del rischio.
In particolare, la possibilità di oscillazione dei cambi, l’accresciuta
volatilità dei tassi d’interesse, le spinte inflazionistiche e il carattere di
globalità assunto dai mercati finanziari, hanno contribuito in modo
determinante ad accrescere la sensibilità degli operatori economici
verso i rischi finanziari, favorendo così il passaggio da una gestione
passiva dell’instabilità e dell’incertezza al financial risk management,
quale modalità di gestione dei rischi finalizzata alla protezione della
redditività e del valore aziendale.
Proprio la progressiva affermazione del financial risk management ha
comportato un rapidissimo processo di diffusione dei derivati,
utilizzati principalmente come strumenti atti a modificare
l’esposizione degli operatori nei confronti del rischio finanziario, ed in
particolare del rischio merce, d’interesse, di cambio e sistematico.
3
Nel seguente lavoro verrà trattato un particolare utilizzo dei derivati
vale a dire il loro utilizzo nell’ ambito di una strategia di
ristrutturazione del debito preesistente. Infatti, come si vedrà nei
prossimi capitoli, per la realizzazione di alcuni obiettivi della funzione
finanza per la creazione del valore (come l’ ottimizzazione dei flussi
di cassa relativi alla gestione operativa, la minimizzazione del livello
di rischio aziendale, la minimizzazione del costo delle fonti di
finanziamento) la ristrutturazione del debito già esistente rappresenta
un’operazione necessaria. Nell’ ambito di tale strategia i derivati sono
uno strumento utilissimo grazie alla loro flessibilità. I derivati, infatti,
permettono di creare passività sintetiche che meglio corrispondono
alle esigenze della finanza aziendale, senza modificare le condizioni
contrattuali dei finanziamenti preesistenti. Si deve considerare che,
inoltre, la crescente standardizzazione dei contratti derivati, la
quotazione di molti di essi in mercati regolamentati e la possibilità di
liquidare solo il differenziale tra posizione attiva e passiva che si viene
a determinare, ne hanno aumentato la liquidità e l’ economicità e
ridotto il rischio di credito legato al loro impiego. I derivati
rappresentano quindi una valida alternativa alla rinegoziazione delle
condizioni applicate al debito preesistente e al rimborso anticipato del
debito preesistente e ricorso a nuove fonti di finanziamento che, al
momento, sono le uniche altre strade percorribili dagli “uomini” della
finanza nell’ ambito di una strategia di ristrutturazione del debito.
Nelle prossime pagine, dopo una parte generale dedicata agli
strumenti derivati e alla strategia di ristrutturazione del debito
preesistente, si puntualizzerà il discorso sui principali strumenti
derivati, vale a dire futures, options, e swap, illustrandone le
4
possibilità di impiego operativo nell’ ambito di tale strategia. A
corredo del presente lavoro verrà, infine, esaminato un caso pratico, il
caso dell’ azienda “Alfa S.p.A.”.
5
PARTE PRIMA
Caratteristiche generali degli strumenti finanziari derivati e della
ristrutturazione del debito
1
GLI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI
1. Le caratteristiche generali degli strumenti finanziari
derivati
In generale con il termine strumenti derivati si fa riferimento ad un
vasto insieme di strumenti finanziari
1
il cui valore o prezzo dipende
(deriva) da quello di un’attività sottostante (underlying asset), di
natura finanziaria o reale, solitamente oggetto di scambio sul mercato
a pronti.
L’attività sottostante di un derivato può assumere le configurazioni
più diverse: esistono contratti derivati su titoli di Stato, su
obbligazioni, su titoli azionari, su tassi d’interesse, su valute, su indici
di borsa, su merci ecc.
Lo schema negoziale di base di tali strumenti prevede generalmente
l’acquisto o la vendita dell’attività sottostante ad una data futura e ad
un prezzo prefissato ovvero il regolamento, sempre ad una data futura,
del differenziale tra il tasso d’interesse, di cambio o di altro indicatore
determinato nel contratto e il medesimo ad una data prestabilita.
1
In generale per strumento finanziario si intende qualsiasi contratto che dia origine ad un’attività o
passività finanziaria oppure ad uno strumento rappresentativo di patrimonio netto .
Gli strumenti finanziari si distinguono in :
- strumenti finanziari negoziabili (azioni, obbligazioni, titoli di stato, certificati di deposito,
accettazioni bancarie);
- strumenti finanziari non negoziabili (conto corrente, libretti bancari e postali,
finanziamenti/anticipazioni a scadenza fissa).
Al riguardo si veda Metelli F., Il rischio finanziario. Origine e strumenti derivati, Milano, Il Sole
24 Ore, 1995, pag. 32 e ss.
Gli strumenti finanziari derivati
7
In particolare, gli elementi tipici di tale schema negoziale sono:
1. la data di negoziazione: è la data alla quale le parti concludono il
contratto. In funzione del valore che a tale data assumono le
variabili di riferimento, viene stabilito il prezzo, il tasso d’interesse
o di cambio contrattuale dello strumento derivato;
2. l’attività o strumento finanziario sottostante: rappresenta la
grandezza da cui deriva il valore dell’operazione. Alcuni strumenti
derivati ne prevedono la consegna ad una data o entro una data
prevista nel contratto (per esempio, i contratti di opzione); altri
prevedono solo il regolamento di un differenziale di prezzo, tasso
di interesse o di cambio determinato in base ad essa (per esempio,
le operazioni di swap): in questo caso, il valore di tale grandezza è
denominato capitale nozionale o capitale di riferimento.
3. il differenziale, che si può configurare come:
™ differenziale di tasso di interesse, derivante da variazioni del
tasso d’interesse corrente rispetto al tasso stabilito
contrattualmente, applicato al capitale di riferimento previsto nel
contratto;
™ differenziale di tasso di cambio, derivante da variazioni del tasso
di cambio corrente rispetto al tasso stabilito contrattualmente,
applicato al capitale di riferimento previsto dal contratto;
Gli strumenti finanziari derivati
8
™ differenziale di prezzo, derivante da variazioni del prezzo
corrente rispetto al prezzo stabilito contrattualmente, riferito alla
grandezza finanziaria prevista nel contratto.
4. la data di scadenza o estinzione del contratto: coincide
rispettivamente con la data, prevista nel contratto, alla quale le
parti devono adempiere alle obbligazioni assunte, o con la data alla
quale esse liquidano la propria posizione, anticipatamente rispetto
alla scadenza contrattuale. A tale data il differenziale di prezzo,
tasso di cambio o di interesse è da considerarsi realizzato.
Tali strumenti sono nati e si sono sviluppati principalmente come
strumenti di copertura (hedging), ossia finalizzati a modificare
l’esposizione degli operatori nei confronti del rischio finanziario, e
successivamente come strumenti speculativi (e di arbitraggio)
2
,
al fine
di conseguire profitti da negoziazione pura (trading)
3
.
In particolare, la convenienza all’utilizzo di tali strumenti nelle
operazioni di hedging deriva principalmente dalla loro liquidità ed
2
Un operazione speculativa (o di trading) consiste in una vendita o in un acquisto di uno
strumento finanziario, al fine di anticiparne i movimenti di prezzo. In tal caso il trader, sulla scorta
delle proprie valutazioni, assume una posizione aperta sul mercato - esponendosi così al rischio di
un’evoluzione sfavorevole dello stesso - con l’unico scopo di trarre un profitto da tale operazione.
Le operazioni di arbitraggio consistono invece nella ricerca e nello sfruttamento di disallineamenti
di prezzo fra strumenti analoghi negoziati in differenti mercati. L’attività dell’arbitraggista si
differenzia da quella del trader in quanto egli non si espone all’andamento futuro del mercato con
un’operazione aperta, ma sfrutta solamente le anomalie dei prezzi, aprendo e chiudendo
contemporaneamente una posizione su due mercati al fine di conseguire un profitto. In merito a
tale distinzione si veda KPGM, Gli strumenti derivati, Milano, Edibank, 1995, pag.14 e ss.
3
In particolare si parla di strumenti negoziati a scopi di negoziazione, per gli intermediari
finanziari, e speculativi per le imprese non finanziarie.
Gli strumenti finanziari derivati
9
economicità e dal basso livello di rischio creditizio
4
che il loro
impiego comporta.
In effetti, la negoziazione della maggioranza di tali prodotti in mercati
regolamentati assicura in ogni momento la possibilità di smobilizzare
l’investimento effettuato. Inoltre, il versamento effettivo di somme
proporzionalmente molto ridotte o addirittura nulle rispetto agli
importi nominali dei contratti – caratteristica comune alla quasi
totalità dei prodotti derivati – consente di costituire posizioni in modo
economicamente efficiente; di conseguenza, anche il rischio di
credito, proprio in quanto si riferisce ad importi relativamente limitati,
ne risulta notevolmente ridotto.
Tali strumenti svolgono inoltre due funzioni di rilevante importanza
nell’ambito del sistema finanziario complessivo, favorendo l’aumento
del livello globale di efficienza dello stesso.
5
In primo luogo, essi contribuiscono ad incrementare l’efficienza di
piena assicurazione del mercato in quanto ne aumentano il grado di
completezza
6
; in secondo luogo, riducono l’entità dei costi di
transazione necessari per realizzare un’operazione finanziaria e,
4
Il rischio creditizio può essere genericamente definito come la possibilità di subire perdite a
seguito dell’inadempienza della controparte. Quando la perdita si manifesta a causa dell’eccessiva
esposizione rispetto al capitale disponibile, nei confronti di singole controparti o gruppi di
controparti connesse, si parla di rischio di concentrazione. Al riguardo si veda Matta L., Imprese
industriali: la gestione e il controllo dei rischi finanziari, in “Amministrazione & Finanza”,
n.1/1997, pag. 33.
5
La teoria economica ha articolato il concetto di efficienza applicato ai mercati finanziari in
diverse dimensioni: allocativa, informativa, strutturale, di piena assicurazione, operativa e
sistemica.
6
Per completezza di un sistema finanziario si intende l’attitudine dello stesso ad offrire agli
operatori una vasta gamma di strumenti in grado di consentire il soddisfacimento delle esigenze
più diverse.
Gli strumenti finanziari derivati
10
conseguentemente aumentano il grado di efficienza operativa del
mercato
7
.
Alla luce di queste prime considerazioni, è abbastanza agevole
comprendere il perché della rapida diffusione, registratasi in
particolare negli ultimi decenni, degli strumenti finanziari derivati a
fini non solo di copertura, ma anche di speculazione e di arbitraggio.
Proprio quest’ultime finalità hanno contribuito in modo determinante
ad ampliare, anche grazie alla versatilità e flessibilità dei derivati
stessi, il mercato degli operatori e degli utilizzatori finali di questi
prodotti.
La gamma delle strutture contrattuali potenzialmente utilizzabili
nell’ambito delle operazioni di finanza derivata è assai ampia.
Tenendo conto delle principali tipologie di tali strumenti (future,
swap, option) e delle più comuni configurazioni di underlying assets
(titoli, valute, tassi d’interesse, indici, merci), è possibile costruire una
matrice di sintesi in cui vengono individuate, sulla base delle
combinazioni “attività sottostante – tipologia di strumento”, le singole
fattispecie contrattuali (si veda Tabella 1.1).
Nei paragrafi successivi si provvederà a delineare le caratteristiche
principali di tali strumenti, ed in particolare dei contratti di swap,
option e future, prescindendo da un esame dettagliato delle varie
strutture contrattuali che possono configurarsi in relazione alla
tipologia di attività sottostante, che saranno trattate in modo
approfondito nei capitoli successivi.
7
In questo senso si veda Petrella G., Gli strumenti derivati. Aspetti tecnici, profili contabili e
regime fiscale, Milano, Egea S.p.A, 1997, pag. 10-11.
Gli strumenti finanziari derivati
11
Tab. 1.1. Principali strumenti finanziari derivati
ATTIVITA’ SOTTOSTANTE
STRUMENTO
DERIVATO
Titoli Valute Tassi
d’interesse
Indici Merci
Future Btp-future Currency
future
Interest
rate future*
Stock
index
future
Commodity
future
Swap Currency
swap
Interest
rate swap
Equity
index
swap
Commodity
swap
Option Stock
option
Currency
option
Cap, Floor.
Collar
Stock
index
option
Commodity
option
*Agli interest rate future negoziati in mercati regolamentati si affiancano
solitamente i contratti di forward rate agreement, tipici strumenti over the
counter, che sono in grado di svolgere le medesime funzioni.
2. Le operazioni di swap
In prima approssimazione uno swap può essere definito come
un’operazione di natura finanziaria con la quale due operatori si
accordano per scambiarsi una serie di flussi monetari di varia natura
per un certo periodo di tempo e secondo regole predeterminate.
Gli strumenti finanziari derivati
12
La caratteristica che accomuna le svariate tipologie di swap
riscontrabili nella realtà è dunque rappresentata dallo “scambio di una
serie di flussi di cassa”: scambio che generalmente avviene tra due
operatori con esigenze contrapposte e per i quali è conveniente
invertire le rispettive posizioni.
Al contrario, l’elemento che le differenzia è costituito dalla “natura”
stessa di tali flussi , in relazione alla quale si distinguono:
- swap di interessi (interest rate swap o Irs) in cui è previsto lo
scambio di flussi di cassa aventi la natura di interesse, determinati
in relazione ad un capitale nozionale
8
;
- swap di valute (currency swap o Cs) con il quale i contraenti si
impegnano a scambiarsi due capitali e due serie di pagamenti
relativi ai connessi flussi d’interesse, denominati in divise diverse
9
;
8
Sulla base delle modalità tecniche di determinazione dei flussi d’interesse è possibile distinguere
le due più diffuse tipologie di Irs:
1. i coupon swap o plain vanilla swap, in cui una parte si obbliga a versare un flusso finanziario
calcolato sulla base di un tasso fisso (fixed rate payer), mentre l’altra è obbligata a pagare un
flusso determinato in base ad un tasso variabile (floating rate payer);
2. i basis swap o floating/floating swap, in cui entrambi i flussi di cassa scambiati fra le parti
sono calcolati sulla base di tassi d’interesse variabili.
9
In base alle modalità di determinazione dei flussi d’interesse l’operazione di currency swap può
assumere la forma di :
- fisso contro fisso (straight currency swap o fixed rate currency swap), in cui entrambi i flussi
d’interesse sono calcolati sulla base di tassi fissi predeterminati;
- variabile contro variabile (currency basis swap o floating to floating rate swap), in cui i
pagamenti nelle due divise sono effettuati in base a tassi d’interesse variabili;
- fisso contro variabile (cross currency interest rate swap o fixed to floating rate swap o coupon
currency swap), in cui un flusso di interessi a tasso fisso in una certa valuta viene scambiato
con un flusso a tasso variabile di una valuta differente.
Gli strumenti finanziari derivati
13
- swap su indici (equity index swap) in cui lo scambio tra le
controparti ha per oggetto un flusso monetario la cui
determinazione riflette l’andamento di un certo indice bi borsa
10
;
Tipico di tali operazioni è inoltre il c.d. regolamento per differenziale,
in forza del quale non si procede al trasferimento dei flussi di cassa
integrali, ma si provvede alla liquidazione dei soli importi
differenziali, in modo da ridurre considerevolmente l’esposizione di
ciascuna controparte al rischio di credito; pertanto tali flussi verranno
generalmente determinati in relazione ad un capitale di riferimento o
nozionale (notional amount), che non viene realmente scambiato tra le
parti.
Di regola, le modalità concrete di determinazione dei flussi di cassa
oggetto di scambio vengono definite in maniera specifica per le
singole transazioni, in modo da adeguare le caratteristiche contrattuali
dell’operazione alle esigenze proprie dei contraenti: possibilità questa
garantita dal fatto che tali operazioni vengono generalmente concluse
in mercati non organizzati ossia mercati over the counter.
Quest’aspetto, insieme all’attitudine dello swap a consentire la
modificazione in via sintetica
11
delle caratteristiche tecniche di attività
10
“In generale nell’equity index swap lo scambio tra due controparti avrà per oggetto un flusso
monetario basato su un tasso d’interesse del mercato monetario (Libor, tasso interbancario) e un
flusso monetario la cui determinazione riflette un certo indice di borsa” . Al riguardo si veda
Avanzo A., Gli “Equity derivatives” in “Amministrazione & Finanza”, n.15/1992, pag. 909.
11
Con l’utilizzo degli swap, infatti, è possibile modificare il profilo dei flussi di cassa di un’attività
(asset swap) o di una passività finanziaria (liability swap), adeguando così sequenza degli stessi
alla dinamica finanziaria complessiva dell’impresa. Si parla in tal caso di operazioni sintetiche
ossia derivanti dalla combinazione di strumenti diversi.
Gli strumenti finanziari derivati
14
e passività finanziarie, è una evidente manifestazione della flessibilità
operativa di tale strumento.
In particolare, la possibilità di effettuare operazioni sintetiche
consente di utilizzare gli swap come strumenti di Asset Liability
Management
12
(ALM) in grado di consentire all’impresa di ottimizzare
il proprio cash flow, riducendo il costo dell’indebitamento o
incrementando il rendimento degli impieghi: in quest’ottica essi
possono essere impiegati sia nell’ambito di strategie di copertura dai
rischi finanziari sia nell’ambito di strategie speculative e di
arbitraggio.
Più specificatamente, nell’ambito delle strategie di copertura, l’ipotesi
più comune è quella di discordanza delle scadenze (mismatching) di
attività e passività finanziarie, la quale espone l’impresa ad un forte
rischio di interesse.
Infatti, l’evoluzione sfavorevole - ossia diversa dalle proprie
aspettative - dei tassi potrebbe comportare effetti negativi sul margine
d’interesse (dato dalla differenza tra tassi attivi e passivi) e rendere
quindi conveniente, al fine di immunizzare l’impresa da tale rischio,
concludere un contratto di interest rate swap con specifiche
caratteristiche (ad esempio un coupon swap).
Analoghe considerazioni valgono per i currency swap e per gli equity
index swap, che consentono rispettivamente la copertura dal rischio di
cambio e dal rischio sistematico
13
.
12
L’ASSET LIABILITY MANAGEMENT o gestione integrata attivo/passivo è una metodologia di
gestione delle poste finanziarie finalizzata ad instaurare una migliore corrispondenza temporale tra
i flussi monetari delle attività/passività aziendali, al fine di stabilizzare l’equilibrio finanziario e
ridurre il livello di rischio dell’impresa. In questo senso si veda Metelli F., op.cit.,pag. 685 e ss. e
Petrella G., op. cit., pag. 89 e ss.
13
Per un esame più dettagliato delle varie tipologie di rischio si rimanda al paragrafo 1.5.
Gli strumenti finanziari derivati
15
L’impiego degli swap, e specificatamente degli interest rate swap, in
strategie di arbitraggio – al fine di ridurre il costo dell’indebitamento,
nel regime di interesse desiderato, rispetto alle opportunità offerte
dalle forme di finanziamento direttamente attivabili – è invece
subordinato all’esistenza di specifiche situazioni di mercato.
In particolare tali situazioni (dette di asimmetria valutativa) si
presentano quando la segmentazione dei mercati creditizi comporta
sensibili differenze nella percezione del rischio e nella valutazione del
credit standing: in tal caso, infatti, vi è l’opportunità di effettuare
convenienti arbitraggi sui meriti di credito di aziende/operatori con
differente capacità creditizia
14
.
L’utilizzo degli swap in strategie speculative è invece giustificato dal
solo fine di ottenere un profitto da negoziazione pura; in questa ipotesi
la conclusione di un contratto di swap equivale semplicemente ad
assumere una posizione rialzista o ribassista nei confronti di alcune
variabili finanziarie sulla cui evoluzione gli operatori si sono formati
determinate aspettative.
14
In merito a tale problematica si veda Gourlaouen J.P., I nuovi strumenti finanziari. Swap,
futures, option e altri prodotti derivati, edizione italiana a cura di M. Faroni, Milano, Etas Libri,
1993, pag. 93 e ss. e Pizzo M., L’interest rate swap nei conti e nei bilanci d’impresa, Padova,
Cedam, 1990, pag. 14 e ss.