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Introduzione
Il Lifelong Learning rappresenta nel presente, un punto di riferimento importante
nel processo di integrazione sociale, economico, politico e culturale dell’Unione
Europea. Il processo di lifelong learning, espressione che identifica qualsiasi
forma di educazione continuativa, rappresenta una priorità fondamentale per
l’Unione Europea, in un ampio processo di riforma che riguarda il sistema
dell’istruzione e della formazione. Facendo riferimento alla terminologia tecnica,
definiamo il Lifelong Learning come una pratica sociale da generalizzare,
tendente a promuovere uno specifico comportamento individuale: quello
dell’apprendimento lungo tutto il corso della vita, cioè una formazione
permanente. Nonostante il tentativo di definire il campo d’azione, il concetto di
lifelong learning denota contorni ancora non ben definiti, sia perché chiama in
causa diversi soggetti e agenti formativi, sia perché le trasformazioni della vita
culturale e sociale portano conseguentemente alla stessa trasformazione dei
modelli di apprendimento, di vita e di lavoro. Vista la problematicità o comunque
la difficoltà a dare una precisa descrizione del concetto di lifelong learning,
possiamo dire che questo include tutte quelle opportunità formative, in particolare
per adulti che per ragioni diverse, hanno dovuto interrompere i percorsi formativi
senza conseguire titoli di studio, e che possono invece rientrare nei percorsi
formativi o d’istruzione con offerte didattiche specificatamente organizzate e
rispondenti ad esigenze particolari, come lo studiare e contemporaneamente
lavorare, corsi di istruzione per immigrati e adulti che vogliono accrescere le loro
competenze culturali generali o professionali.
Promuovere la cultura del Lifelong Learning è di importanza cruciale, aumentare
e stimolare la naturale curiosità soprattutto tra i giovani e sensibilizzare le nuove
generazioni verso quello che è l’interesse ad apprendere, per conoscere meglio e
di più e poter condurre dunque una vita migliore. In tale scenario dobbiamo
considerare il ruolo decisivo della Pubblica Istruzione e in particolare delle
Istituzioni scolastiche che come agenzie educative e formative devono avere tra i
loro scopi principali anche quelli di stimolo al bisogno di nuove conoscenze, che
2
non può limitarsi alla scuola dell’obbligo o dei percorsi di scuola superiore, ma
che deve continuare ed alimentarsi lungo l’esistenza tutta dell’individuo.
Un simile discorso assume una importanza cruciale in un quadro storico sociale
come quello odierno, dove l’accesso alle informazioni e la capacità di sfruttarle al
meglio, costituiscono fattori fondamentali per rafforzare la competitività in cui il
singolo, protagonista attivo della propria formazione, cerca nell’istruzione,
requisito fondamentale per comprendere e affrontare nuove sfide. L’espressione
lifelong learning si integra con il neologismo lifewide learning, istruzione e
formazione che abbraccia tutti gli aspetti della vita, e mette in luce la
complementarietà delle tre categorie fondamentali dell’apprendimento: formale ,
non formale, informale.
Data la molteplicità e la differenziazione della domanda e dell’offerta, anche le
scelte in materia di istruzione formazione ed educazione, devono procedere nella
stessa direzione e con le stesse finalità, nella comune volontà di ricomporre
identità in una trama di relazioni e rapporti. In quest’ottica la scuola ha il compito
principale non solo di istruire ma anche di insegnare ai suoi allievi “l’imparare ad
imparare”; gli insegnanti diventeranno consulenti, mediatori e tutori; vengono
riconosciuti saperi personali attraverso i crediti formativi e tutte le opportunità di
apprendimento permanente. Lo scopo del Lifelong Learning è permettere ad ogni
individuo di essere artefice unico della propria vita, capace di compiere scelte
costruttive e consapevoli finalizzate alla prefigurazione di un futuro coerente con
le proprie aspirazioni. A partire dalla scuola e nella vita di tutti i giorni attraverso
l’esperienza, gli individui devono avere la possibilità di mettere a frutto il proprio
potenziale, migliorarsi come persone socialmente e culturalmente per ritrovarsi
sempre a proprio agio nella società in continua trasformazione. La prima parte del
seguente lavoro segue un approccio teorico e storico: il primo capitolo presenta e
contestualizza il lifelong learning, rispetto ad altre forme dell’educazione, in
particolar modo all’educazione degli adulti; vengono prese in considerazione le
sue dimensioni fondamentali, decodificabili a partire da una serie di elementi o
componenti di forte matrice pedagogica che riguardano le caratteristiche del
mondo contemporaneo identificato nell’espressione società della conoscenza.
3
Vengono ancora analizzate modelli e strategie di politiche educative che
permettono l’accesso all’istruzione e alla formazione e ai possibili modelli
operativi orientati al mondo dell’adulto e utilizzati tenendo conto del vissuto, delle
motivazioni, degli stili di apprendimento e delle esigenze espresse dall’adulto
stesso. Il secondo capitolo espone le principali riforme e tappe normative che
hanno condotto al sistema attuale politico normativo dell’istruzione in età adulta
con particolare riferimento alle normative europee e la riforma dell’istruzione
secondaria di secondo grado. Quest’ultima viene in particolare trattata con
specifico riferimento ai corsi serali per adulti, con le ultime recenti innovazioni
riguardanti l’organizzazione dei corsi, gli accorpamenti disciplinari, il quadro
orario per materie. Il terzo capitolo in maniera approfondita analizza dal punto
metodologico didattico l’organizzazione dei corsi serali, dell’istruzione secondaria
di secondo grado: a partire dall’analisi dell’utenza dei corsi serali in base alla loro
domanda di istruzione, si presenta l’assetto organizzativo dei corsi partendo
dall’orientamento e dall’accoglienza per arrivare all’offerta formativa e al profilo
professionale ed educativo a conclusione del ciclo di studi. Il quarto capitolo
presenta una ricerca completa del corso serale dell’Istituto Professionale per i
Servizi Sociali “Pertini” di Cagliari, per la formazione dei Tecnici dei servizi
sociali e socio –sanitari, analizzandolo dalla sua istituzione fino all’attuale
presente, con particolare riferimento alle varie trasformazioni che lo hanno
caratterizzato soprattutto sul piano didattico e programmatico.
4
Capitolo Primo
Lifelong Learning: teoria e modelli
1.1 La dimensione teorica
Il concetto di educazione permanente nella sua dimensione teorica viene definito
lifelong learning. L’analisi epistemologica del lifelong learning evidenzia nei vari
documenti sia l’aspetto filosofico dell’educazione, sia quello economico.
Richiamando il Libro Bianco, nella “Decisione” n.° 1720 del 2006
1
, si delineano
infatti i tratti e gli scopi dell’istruzione e della formazione; la funzione del lifelong
learning appare indispensabile affinché la persona apprenda lungo tutto l’arco
della vita favorendo l’interiorizzazione di valori quali “solidarietà”, “tolleranza”, e
favorendone la partecipazione ai processi decisionali democratici.
Nel 1993 il Consiglio d’Europa adotta il cosi detto “Piano Delors”
2
, che sancisce
ufficialmente il concetto di lifelong learning society, in cui quello che fa la
differenza è “imparare ad imparare lungo tutto il corso della vita”; nelle politiche
europee questo principio diventerà orizzonte valoriale e idea guida per i sistemi
educativi e tutti i contesti di apprendimento. Il compito dei sistemi educativi è
quello di aprire a tutti i cittadini l’accesso ad una cultura generale vasta e
approfondita, moltiplicare i contesti formativi e offrire a ciascuno di beneficiare di
tutte le opportunità di accesso al sapere e allo sviluppo delle competenze che gli
sono necessarie per fronteggiare e governare il cambiamento
3
, utilizzare i talenti
disponibili, combattere l’esclusione sociale, offrire alle ragazze e alle donne una
ampia gamma di scelte professionali e contribuire alle disparità regionali
4
, risulta
essere l’obiettivo a cui dovrebbe tendere il lifelong learning. È un processo che
intende prolungare l’istruzione scolastica e la formazione professionale iniziale,
1
Commissione Europea, Decisione n° 1720/2006/CE del Parlamento e del Consiglio che
istituisce un programma d’azione nel campo dell’apprendimento permanente, Bruxelles, 2006
2
Commissione Europea, Libro Bianco, Crescita, competitività, occupazione, Le sfide e le vie da
percorrere per entrare nel xxi secolo, Bruxelles, 1993, p.
3
Ivi, p. 18
4
Decisione n° 2/2493/CE del parlamento Europeo e del consiglio 23/10/1995, che proclama il
1996 anno europeo dell’istruzione e della formazione durante l’intero arco della vita, Gazzetta
Ufficiale L. 256, del 26/10/1995, p. 2
5
tenendo conto delle nuove esigenze del mondo del lavoro, e della società. Il
lifelong learning è strettamente collegato all’evoluzione demografica che ha
allungato la durata della vita modificando la piramide delle età e sviluppando il
bisogno di formazione nell’arco di tutta la vita
5
.
La formazione nell’arco di tutta la vita si qualifica come possibilità di avere
libero accesso alle nuove conoscenze e relative nuove competenze. “Insegnare ad
apprendere” coglie il significato più profondo del lifelong learning, che consiste
nella capacità di modificare il sistema dell’Istruzione e della Formazione
attraverso strategie, metodologie e filosofie innovative, e riflette sul fatto che tali
sistemi talvolta si cristallizzano nel tracciare una volta per tutte gli iter
professionali: esistono troppe rigidità, troppe barriere tra i sistemi di istruzione e
formazione, non vi sono abbastanza interconnessioni, possibilità di cogliere nuovi
metodi di insegnamento nell’arco di tutta la vita.
6
Nel Memorandum
7
il concetto
di istruzione e formazione permanente non rappresenta più semplicemente un
aspetto della formazione generale e professionale, ma diventa il principio
informatore dell’offerta e della domanda, in qualsiasi contesto di apprendimento.
Per l’Unione Europea lo sviluppo dell’istruzione e della formazione, sono un
obiettivo fondamentale da perseguire, per il suo percorso verso una società e una
economia basta sulla conoscenza, e per la comunità politica e sociale, dove la
persona, per realizzare la propria vita, interagisce con la società. Gli aspetti
formali, non formali e informali dell’apprendimento permanente vengono
analizzati nel Memorandum, che individua nel lifelong learning sia
l’apprendimento formale che quello informale: si distinguono tre diverse categorie
fondamentali di apprendimento finalizzato:
Apprendimento formale: che si svolge negli istituti di istruzione e
formazione e porta all’ottenimento di diplomi e qualifiche riconosciuti;
5
Cresson Padraig Flynn E., Insegnare ad apprendere. Verso la società conoscitiva, Libro Bianco
su Istruzione e Formazione, Commissione Europea, Bruxelles,1995, p. 9
6
Ivi, p. 51
7
Commissione delle Comunità Europee, Memorandum sull’Istruzione e la Formazione
Permanente, Bruxelles, 2000, p. 8
6
Apprendimento non formale: che si svolge al di fuori delle principali
strutture di istruzione e formazione e di solito non porta a certificati
ufficiali. L’apprendimento non formale è dispensato sul luogo di lavoro o
nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi nella società civile
(associazioni di categoria – associazioni giovanili ecc.). Può essere
fornito anche da organizzazioni o servizi istituiti a completamento dei
sistemi formali ( corsi di istruzione artistica – corsi di strumento musicale
– corsi sportivi );
Apprendimento informale: è il corollario naturale della vita quotidiana,
esso non è necessariamente intenzionale e può pertanto non essere
riconosciuto a volte dallo stesso interessato, come apporto alle sue
conoscenze e competenze
8
.
Mentre l’istruzione formale ha sempre caratterizzato i modelli di istruzione,
formazione e l’idea generale di apprendimento, quella non formale è raramente
percepita come una formazione vera e propria, per cui i suoi risultati non hanno
un valore riconosciuto sul mercato del lavoro, poiché impartita fuori dalla scuola
genericamente intesa. Comuni alle tre determinazioni sopra proposte vi sono due
ottiche per le quali utilizziamo la terminologia anglosassone ormai in uso.
L’espressione lifelong learning utilizzata in tutti i paesi, ha una definizione troppo
vaga e vasta per risultare incisiva: non si dà essere vivente o umano che non
apprenda comunque qualcosa fino a che resta in vita. Posta in questo modo col
termine “lifelong learning” ci riferiamo più ad un movimento di pensiero, legato a
diversi obiettivi pedagogici e sociali che ad una teoria educativa specifica. In un
senso più stretto l’attenzione è posta sulla crescita auto – diretta, sull’investire
nella consapevolezza personale e nella costruzione di senso e significato per la
propria ed altrui esistenza.
9
Il concetto di lifelong education si riferisce invece agli sforzi adeguati a fornire
strumenti e risorse perché una persona possa diventare artefice di se stessa
8
Commissione delle Comunità Europee, Memorandum sull’Istruzione e la Formazione
Permanente, Bruxelles, 2000, p. 9
9
Mariani A.M. – Santerini M., Educazione adulta. Manuale per una formazione permanente,
Edizioni Unicopli, 2002, p. 112
7
tramite autoformazione, individualmente o insieme ad altri. Il primo è dunque un
atteggiamento che deve caratterizzare ogni soggetto che non accetti di essere
“finito”, prima ancora che venga la fine; il secondo è un principio che deve
ispirare l’organizzazione di un sistema formativo, difatti i vari Rapporti della
Comunità europea sulla Istruzione e Formazione, vi dedicano ampio spazio
10
. Gli
obiettivi concreti proposti dagli Stati Membri in “Gli Obiettivi futuri”, raccordano
l’apprendimento permanente con il rinnovamento dei sistemi di istruzione e
formazione, quando si legge che questi stessi hanno una prospettiva d’insieme nel
contesto dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, pertanto è ovvio che i
due esercizi (lifelong learning e lifewide learning: istruzione e formazione
permanente e istruzione che abbraccia tutti gli aspetti della vita) siano
strettamente collegati.
11
È evidente dunque che l’apprendimento permanente diventa un obiettivo concreto
da perseguire utilizzando al meglio le risorse: “i sistemi di istruzione devono
adattarsi ad un apprendimento che dura tutto l’arco della vita”; anche se in un
certo numero di Stati Membri ciò comporta seri problemi per quanto riguarda il
contenuto dell’istruzione ed il suo contributo alla lotta contro l’esclusione sociale,
la coerenza interna e la capacità di attrazione nei confronti dei giovani e degli
adulti. L’evoluzione nella piramide demografica, con la più bassa proporzione di
giovani nella società, mai registrata, non fa che rafforzare l’importanza di
proseguire l’apprendimento per i gruppi di persone in età più avanzata”
12
. Ne
consegue che per tutti gli Stati Membri diventa fondamentale modificare i sistemi
di istruzione in rapporto alle esigenze delle persone di tutte le età, attraverso una
progettualità tale da coinvolgere nel processo di apprendimento, per rispondere
alle trasformazioni del mondo del lavoro, sviluppare la capacità di decodificare
l’informazione e stimolare il desiderio continuo di apprendere. E’ necessario
10
Commissione Europea, Libro Bianco, Crescita , competitività, occupazione. Le sfide e le vie da
percorrere per entrare nel xxi secolo, Bruxelles, 1993, p. 23
11
Commissione Europea, Istruzione e formazione in Europa: sistemi diversi,obiettivi comuni per
il 2010. Programma di lavoro sugli obiettivi futuri dei sistemi di istruzione e formazione,
Bruxelles, 2002, p. 6
12
Ivi, p. 8
8
privilegiare la crescita umana insita nel concetto di apprendimento permanente,
apprendimento da considerare come una qualsiasi attività di apprendimento
avviata in diversi momenti della vita, volta a migliorare conoscenze, capacità e
competenze in una prospettiva personale, civica sociale ed occupazionale.
Questa definizione appare ampia nel delineare le attività di apprendimento
formale, informale e non formale, e permette di individuare le caratteristiche
fondanti l’apprendimento permanente: il ruolo centrale del discente, le pari
opportunità, in termini di integrazione della parità tra le donne e uomini, sia di
accessibilità reale all’apprendimento per tutti senza discriminazione e
l’importanza dell’alta qualità e della pertinenza dei contenuti. Infatti investire
tempo e denaro nell’apprendimento non può risultare redditizio senza eccellenti
condizioni ambientali e senza un implicito piano strategico connesso a sistemi di
alta qualità
13
. Ogni attività di apprendimento che si intraprende in qualsiasi
momento della vita, racchiude situazioni di tipo istituzionale, esperienziale e
informale; ogni fase dell’esistenza diventa una possibilità di apprendimento in
ogni sua espressione, sia essa professionale, ludica, lavorativa, istituzionale,
familiare, personale.
Il concetto di apprendimento permanente è da ascriversi certamente, per la sua
pervasività, alle teorie della pedagogia dell’innovazione, il cui fine è leggere
l’esperienza educativa in ogni dimensione umana secondo nuove prospettive e
metodologie innovative. In effetti l’ambito di ricerca dell’apprendimento
permanente è caratterizzato da un vasto spazio d’azione: alfabetizzazione
primaria, formazione e riqualificazione professionale, pari opportunità, riduzione
delle sacche di povertà e l’educazione in contesti multiculturali. L’apprendimento
permanente non è dunque una semplice adesione del saper fare, ma una forma di
educazione estesa in ogni ambito del vivere civile e in ogni momento della vita,
volta a rimuovere le barriere in ambito sociale e politico che ne impediscono la
piena realizzazione
14
.
13
Conferenza dei Ministri Europei dell’Istruzione Superiore,Realizzare lo Spazio Europeo
dell’Istruzione superiore, Berlino, 19 settembre 2003, p. 10-11.
14
Caracciolo R., op. cit., 2012, p. 49.