“Costruirò un’automobile per le masse. 
Sarà abbastanza grande per la famiglia, ma 
abbastanza piccola perché possa soddisfare 
le esigenze di un singolo individuo. Sarà 
costruita con i materiali migliori, dagli 
uomini migliori che si possano trovare sul 
mercato, seguendo i progetti più semplici 
che la moderna ingegneria possa 
elaborare. Ma avrà un prezzo così basso 
che ogni uomo con un buon salario potrà 
comprarsene una e godere con la sua 
famiglia la benedizione di ore piacevoli nei 
grandi spazi aperti di Dio”. H. Ford 
	
  
	
   	
  
 
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
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Introduzione 
Il seguente elaborato ha per oggetto un progetto studiato durante uno stage presso 
l’azienda Siderpiombino S.p.a., svolto tra giugno 2013 e gennaio 2014. Tale 
progetto riguarda lo sviluppo, la realizzazione e commercializzazione di un 
innovativo veicolo fuoristrada creato per il mercato africano, la “Savana”.  
Il mezzo è stato ideato dal presidente della società, il sig. Bruno Pietrini, della 
progettazione e della realizzazione è stato incaricato lo studio “Debenedetti e 
Fiordi designers”. Da questa collaborazione è nato il prototipo della Savana e 
partendo da questo abbiamo iniziato a teorizzare possibili scenari futuri con 
l’ausilio del top management della società. Durante la parte iniziale dello stage 
ho assorbito la business idea ed usando questa come base ho iniziato a studiare il 
prodotto ideato al fine di capirne l’essenza. Una volta definite le caratteristiche 
principali del veicolo, sono passato ad analizzare l’ambiente in cui il prodotto 
doveva (e poteva) penetrare: l’Africa. Ho iniziato quindi lo studio della 
frammentata situazione africana, concentrandomi prima sugli aspetti generali 
economici e sociali, fino ad arrivare a studiare il mercato dell’automobile. 
Mettendo a sistema i vari dati ho creato una possibile divisione del mercato, al 
fine di evidenziare il target per poi cercare di capire come fosse strutturato il 
mercato automobilistico nel segmento evidenziato. Dopo aver analizzato il 
mercato, mi sono concentrato sullo studio della strategia da adottare e delle 
possibili scelte operative, calandomi nella realtà eritrea per poter meglio capire 
l’operato dell’azienda nel paese, al fine di analizzare le scelte compiute ex ante 
dalla società. Parallelamente a un lavoro teorico, seguendo le istruzioni del top 
management della società, ho studiato la composizione meccanica della vettura 
per sondare l’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la 
realizzazione dell’auto e in accordo con la società abbiamo predisposto l’acquisto 
di materiale per la realizzazione di altri due prototipi. A tal fine ho allacciato 
rapporti commerciali con vari fornitori orientali, trattato con loro le varie parti 
meccaniche allo scopo di avere una visione chiara su quelli che potevano essere i 
costi di approvvigionamento per predisporre un piano industriale dettaglio e 
funzionale per la società riguardo questo progetto.
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Una volta individuati e selezionati i vari fornitori, abbiamo interpellato una 
società di spedizioni internazionali e attraverso tale collaborazione abbiamo 
predisposto la logistica per l’approvvigionamento delle materie prime necessarie. 
Anche questo step è servito per chiarificare il sistema di approvvigionamento in 
termini di tempi e costi. Al momento stiamo aspettando di ricevere la merce che 
è stata sdoganata al fine di poter ultimare la realizzazione degli ultimi prototipi. 
Durante lo sviluppo del progetto mi sono trovato di fronte non solo allo studio 
della strategia da perseguire o della segmentazione del mercato automobilistico 
africano, ma a dover teorizzare la struttura dei costi relativa al progetto del 
veicolo, al fine di predisporre un piano  capace di ipotizzare scenari di sviluppo 
della società nascente in un orizzonte temporale di cinque anni.  
Mettendo a sistema i vari elementi affrontati siamo stati in grado di redigere un 
business plan del progetto al fine di verificare la sostenibilità dello stesso. 
 
Il Business Plan 
Vorrei quindi chiarificare al lettore cosa sia il business plan e quale sia la sua 
funzione, ponendo l’accento sulla realizzazione del business plan relativo ad una 
start up come quella che abbiamo preso come oggetto di studio. Il Business Plan 
è “un documento che descrive l’idea imprenditoriale, ne esamina i fattori di 
successo nel lungo periodo e consente di valutarla”.  
Questo va sostanzialmente ad assolvere due tipologie di funzioni. La prima è che 
il Business Plan è uno strumento che permette all’azienda di razionalizzare ed 
esplicitare la business idea. La sua redazione impone, infatti, l’identificazione dei 
fattori di successo e delle lacune del progetto consentendo di focalizzare l’idea 
imprenditoriale nei suoi dettagli. Spesso ciò porta ad aggiustamenti dell’idea 
originaria dovuti all’individuazione di impedimenti più o meno gravi; qualora il 
Business Plan evidenziasse la carenza delle condizioni, interne ed esterne 
all’impresa, per il successo del progetto, esso viene abbandonato, evitando così 
gravi perdite future. Invece, quando il Business Plan evidenzia la fattibilità 
dell’idea imprenditoriale, gli elementi in esso contenuti definiscono la strategia 
da seguire nella fase successiva di realizzazione del progetto.
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In secondo luogo questo documento consente di valutare da parte dei terzi 
l’iniziativa economica, le sue potenzialità, i rischi a essa connessi.  
In pratica, il Business Plan ha lo scopo di coinvolgere altri soggetti nella 
realizzazione dell’idea imprenditoriale. Nel nostro caso è quindi un utile 
strumento di supporto informativo sia interno, ma anche esterno, come per la 
presentazione della documentazione da allegare alle domande di finanziamento 
rivolta a banche e/o organi istituzionali. Le banche e gli altri istituti finanziari, 
prima di concedere un fido per l’ottenimento di un qualsiasi finanziamento, 
richiedono all’imprenditore di sottoporre documenti quali il bilancio dell’ultimo 
esercizio, le posizioni debitorie aperte nei confronti di altri finanziatori terzi 
all’azienda ed eventuali garanzie. Tuttavia, la banca può sì basarsi su questi 
documenti ma che hanno un grave difetto: quello di descrivere il passato e non il 
futuro. Il bilancio, come sappiamo, è un documento che viene redatto alla fine di 
un determinato esercizio, ovvero dopo che i fatti di gestione si sono già compiti. 
Da esso si espongono le posizioni di debito nei confronti di altri finanziatori e da 
esso è possibile sapere se negli anni passati l’azienda è stata in grado di restituirli 
nei termini prescritti dai contratti precedentemente stipulati.  
Da tali informazioni però l’istituto finanziario non è in grado di sapere se 
effettivamente l’azienda che ha presentato la domanda di fido sarà nelle 
condizioni nel prossimo futuro di restituire il finanziamento. Invece, l’analisi di 
un Business Plan, una volta verificata la fattibilità dell’idea imprenditoriale, 
permette alla banca di capire se effettivamente l’azienda potrà rispettare gli 
impegni presi.  
La banca allora si concentrerà sull’analisi del fabbisogno finanziario per vedere 
se effettivamente l’azienda necessita del finanziamento e in che misura, poi andrà 
a valutare i flussi di cassa prodotti per vedere se essi sono positivi e sufficienti 
per coprire le uscite finanziarie dovute alla restituzione del prestito.  
Di conseguenza il Business Plan deve essere redatto in modo chiaro e deve 
descrivere in modo completo l’idea imprenditoriale. Per questo motivo la parte 
introduttiva relativa alla descrizione del piano deve essere esauriente ed anche 
essere convincente, in modo da coinvolgere il soggetto che dovrà effettuare il
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proprio investimento1 o finanziamento. Esso deve quindi essere redatto tenendo 
in considerazione il fondamentale aspetto economico patrimoniale e finanziario 
ma anche quello descrittivo, che meglio permette ai lettori di analizzare 
l’iniziativa imprenditoriale e quindi valutarne l’effettiva possibilità di realizzo.  
Generalmente il Business Plan è costituito di tre parti. 
La prima è volta, specie nel caso delle start up come la nostra, alla descrizione 
dell’idea imprenditoriale mentre, nel caso in cui l’attività di impresa sia già 
esistente, a quella dei vantaggi ottenibili dalla realizzazione di un determinato 
progetto nel caso in cui, invece,. In questa parte si analizzano le caratteristiche 
dei prodotti e dei servizi e la loro capacità di poter soddisfare i sogni del mercato 
e quindi in che modo l’azienda riuscirà ad ottenere dei vantaggi competitivi 
rispetto alle altre aziende, le tecnologie utilizzate e i punti di forza e di debolezza 
dell’impresa.  
Nella seconda parte, invece, si va ad effettuare lo studio di fattibilità dell’idea 
imprenditoriale in relazione all’ambiente esterno, inteso generalmente come 
mercato, fornitori, clienti, competitor, ed interno, ossia con riferimento alle 
risorse dell’azienda (finanziarie, tecnologiche e di know-how) e la sua 
organizzazione.  
Infine, la terza parte riguarda la valutazione economica, finanziaria e 
patrimoniale dell’iniziativa. E’ in questa fase che entra in gioco il piano 
aziendale, articolato nelle parti di cui abbiamo trattato nel seguente capitolo, 
ossia il piano degli affari, degli investimenti, quello economico, dei flussi 
finanziari, dei finanziamenti e patrimoniale. Si tratta quindi di esporre l’idea 
imprenditoriale precedentemente descritta in numeri. 
 
 
Business	
  Idea	
  
Coerenza	
  con	
  
ambiente	
  esterno	
  
Piano	
  aziendale	
  
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A monte di qualsiasi organizzazione, sia esso profit o no profit, ci deve essere un 
documento strategico in grado da fare da guida per seguire il percorso che porterà 
l’attività al raggiungimento degli obbiettivi che si era prefissata. Tale documento 
è il Business Plan, che diventa in un’accezione più ampia non solo uno strumento 
per calcolare attraverso delle previsioni la fattibilità economica di un’ “idea 
imprenditoriale”, ma la bussola che indica la strada da seguire per il successo 
non solo all’imprenditore ma a tutta la struttura aziendale. Qualsiasi business sia 
esso di piccole o grandi dimensioni ha bisogno di un Business Plan che 
rappresenta l’output di un processo di pianificazione che partendo da vision e 
mission definisce e pianifica gli obbiettivi da raggiungere, come raggiungerli e 
con che mezzi , facendo emergere così il vantaggio competitivo che la differenzia 
dai concorrenti. Partendo da questo concetto iniziale, in questo lavoro, andrò ad 
esporre il percorso seguito durante lo stage riproponendolo tramite i passi 
caratteristici del business plan: definizione della business idea, analisi 
dell’ambiente esterno e prova di coerenza della idea e redazione di un piano che 
possa sostenere i dati degli step precedenti. 
 Tratterò quindi il Business Plan nella sua accezione più ampia che vuole 
considerarlo come un documento contenente parole, numeri, tabelle e grafici 
concepito e definito dalla direzione con l’ausilio di tutte le aree aziendali che 
analizza il contesto interno ed esterno all’impresa, definisce gli obiettivi, detta le 
linee giuda da seguire e si prevede anche l’andamento economico finanziario che 
si dovrebbe verificare attuando il piano.  
Il Business Plan è un moderno strumento di simulazione della dinamica 
aziendale, proiettata nel medio-‐ lungo termine, costituito da una serie di 
documenti nei quali è rappresentata, in termini qualitativi e quantitativi, la 
business idea. 
Il Business Plan viene solitamente concepito come lo strumento da utilizzare per 
le decisioni di avvio di una nuova impresa. Tuttavia, limitare la sua funzione a 
questo obiettivo, che pure è di grande importanza e di grande interesse ,è 
estremamente riduttivo. Infatti, il Business Plan rappresenta un supporto sia nelle