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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si propone di analizzare comparativamente le sovrastrutture delle tombe
della necropoli menfita di Saqqara, datate al Nuovo Regno, al fine di realizzare una
dettagliata analisi tipologica dei monumenti funerari presenti nel sito.
Le tombe del Nuovo Regno ad oggi note, sono concentrate nel settore attorno alla piramide
di Teti, nella falesia del Bubasteion e nella zona Sud della via processionale della piramide
di Unas. Esse appartengono a tre tipologie: le tombe-tempio, le tombe-pozzo e le tombe
ipogee. Si tratta di monumenti funerari appartenenti a personaggi illustri, legati alla casa
reale, e ai più importanti funzionari amministrativi.
La tesi è articolata in quattro capitoli, dedicati rispettivamente alla necropoli di Saqqara e
alle tre tipologie di sepoltura oggetto di studio.
Il primo capitolo è introdotto da una breve storia (§1) del sito, dalle origini al periodo della
dominazione copta, con un accenno alla capitale del regno Menfi, di cui Saqqara era la
necropoli principale. Il secondo paragrafo (§2) tratta la storia delle esplorazioni del sito e
riassume le scoperte più rilevanti avvenute nel corso di due secoli di indagine su campo. Il
terzo (§3) è inerente la descrizione geografica e topografica del sito; infine il quarto
paragrafo tratta della necropoli del Nuovo Regno e presenta una suddivisione areale delle
zone archeologiche che ospitano la maggiore concentrazione di tombe.
I capitoli successivi (II, III, IV) si occupano delle tre tipologie di sepoltura, oggetto di
studio. Le informazioni sulle tombe sono state tratte principalmente dal database
A.D.E.D.
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, elaborato dal professor Roberto Buongarzone, relatore di questa tesi, e da Emad
1
BUONGARZONE R., Archaeological Documentation and Egyptological Database, in The North
Saqqara Archaeological Site, Handbook for the Environmental Risk Analysis, Pisa 2003.
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Khater, nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale denominato "Risk Map
for North Saqqara Site", e successivamente ISSEMM (Institutional Support to Supreme
Council of Antiquities for Environmental Monitoring and Management – 2000-2009), ed
hanno consentito di individuare tre gruppi di monumenti funerari: le tombe-tempio, le
tombe-pozzo e le tombe ipogee. Ad una breve introduzione generale, segue il catalogo
corredato da schede dettagliate sui singoli monumenti.
Per ogni tomba si forniscono indicazioni tipologiche, cronologiche e geografiche; si
delinea poi, la storia della scoperta. Riguardo al proprietario vengono fornite informazioni
genealogiche ed inerenti la titolatura; si descrive l’architettura della sovrastruttura e della
sottostruttura. Il tutto è corredato da un dettagliato elenco delle pubblicazioni fino ai più
recenti aggiornamenti.
I dati raccolti sono confluiti in due tabelle, poste rispettivamente alla fine dei capitoli III e
IV, che sintetizzano i risultati finali, permettono la deduzione di modelli interpretativi e
consentono quindi di trarre delle conclusioni di carattere generale.
Il capitolo finale si propone di riassumere le caratteristiche architettoniche delle
sovrastrutture delle tombe in esame, con metodologia comparatistica e a partire dagli studi
pubblicati sull'argomento.
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CAPITOLO I. LA NECROPOLI DI SAQQARA
§ 1. Breve storia di Saqqara
Sulla riva occidentale del delta del Nilo, trenta chilometri a Sud del Cairo, sorge il
moderno villaggio egiziano di Saqqara, dal quale prende il nome l'antica necropoli di
Menfi. Il paesaggio del pianoro, che copre un'area di novecento ettari, è costituito
essenzialmente da rocce calcaree affiancate a piste di sabbia, interrotte da una serie di
wadi. La valle al di sotto di esso, risulta invece, essere una terra fertile e pianeggiante.
L'area scelta come luogo di sepoltura dall'elite egiziana, sin dal primo periodo dinastico, si
contraddistingue per la posizione elevata delle tombe che le ha preservate fino ai giorni
nostri dal rischio delle inondazioni del Nilo.
Il sito, scoperto nel 1850 da Auguste Mariette, si estende per circa 8 km di lunghezza e 3 di
larghezza e conta una quindicina di monumenti funerari che coprono il periodo compreso
tra la prima dinastia e il periodo finale.
Narmer, forse il primo sovrano dell’Egitto unificato, la cui tomba si trova ad Abydos, è
noto anche a Saqqara; il suo nome è infatti, inciso su una coppa di porfido scoperta in uno
dei magazzini sotterranei della piramide di Djoser. Molti dei primi sovrani dinastici,
sembra abbiano avuto monumenti funerari sia a Saqqara che ad Abydos. La zona, utilizzata
come necropoli reale a partire dalla II dinastia, continuò ad essere il luogo di sepoltura per
gli alti funzionari e i notabili, oltre che per i tori Api sacri a Ptah.
Le più antiche mastabe di Saqqara risalgono al tempo di Aha (I Dinastia) e formano una
linea quasi continua lungo il margine orientale del vasto altopiano che si estende fino al
moderno villaggio di Abusir.
La decorazione esterna delle tombe, costituita dalla ripetizione del motivo della porta
monumentale affiancata da torri detto "a facciata di palazzo", conferiva un aspetto
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grandioso a tali sepolture. Le sovrastrutture erano in mattoni crudi, ospitavano la camera
sepolcrale in posizione centrale e altre stanze secondarie; mentre, dal nucleo della mastaba,
erano ricavate delle camere per il corredo funerario; queste ultime furono scoperte da W.
B. Emery nel corso delle campagne di scavo condotte tra il 1936 e il 1956.
Appartengono alla II dinastia due tombe reali e quella sotto Meryneith (forse però non è
regale), che si trovano ad Est della piramide di Unas. Non vi è traccia di resti della
sovrastruttura che era presumibilmente in mattoni crudi. Le mastabe continuarono ad
essere costruite ad Ovest delle grandi tombe della I dinastia. All'inizio dell'epoca tinita, le
tombe private sono così modeste che non si può parlare di una vera e propria architettura
funeraria.
Durante la III e la IV dinastia, le sovrastrutture delle tombe reali continuarono ad essere
costruite in mattoni crudi.
A Saqqara si distinguono in tutto 15 piramidi, la maggior parte delle quali adesso, è ridotta
a colline artificiali.
Intorno al 2680, Djoser edifica la prima piramide; dopo di lui, tutti i re che restarono al
potere abbastanza a lungo, eccetto Shepesekaf, seguirono il suo esempio. Il regno di Djoser
inaugura un periodo di grande espansione e soprattutto lo sviluppo dell’architettura in
pietra, caratterizzato dal complesso dell’imponente piramide di Saqqara; questo faraone,
rompendo con la tradizione dei suoi predecessori, costruisce la prima piramide all’interno
di un maestoso complesso. Il monumento, cominciato come una grande mastaba, viene
terminato come una piramide a sei gradoni che ricopre la tomba regale; tra questa e la cinta
muraria sorge il complesso funerario che ospita numerosi edifici cultuali. L’utilizzo della
pietra da taglio richiese una notevole e qualificata manodopera. Questo magnifico
monumento, costruito dal suo capo sacerdote Imhotep (il cui nome e i suoi titoli sono incisi
sulle statue di Djoser), architetto e medico, conferma il grado di autorità, l'organizzazione e
il potere del governo egiziano del tempo nella persona del faraone. Il successore di Djoser,
Sekhemkhet, iniziò la costruzione del suo monumento funerario nelle vicinanze, ma
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l'abbandonò poco dopo ed è oggi conosciuta come la “piramide sepolta” (battezzata così da
Zakaria Ghoneim, l'archeologo che per primo è entrato nella camera funeraria).
In seguito, l'area fu abbandonata e la maggior parte dei re della IV dinastia si rivolse a
Meidum, Dashur e Giza per i loro luoghi di sepoltura, fino al regno di Shepseskaf (fine
della IV dinastia), il cui monumento funerario, costruito a Saqqara Sud, non è una
piramide, ma una grande mastaba.
Userkaf, fondatore della V dinastia, sotto l'influenza del culto eliopolitano torna alla forma
piramidale, che era stata accantonata dal suo immediato predecessore e fa innalzare una
piramide nell'angolo Nord-Est della cinta di Djoser; i suoi successori lasciarono Saqqara
per Abusir. Isesi si fece erigere una piramide in un’area desertica immediatamente a ovest
dell’attuale villaggio di Saqqara e a sud della cinta di Djoser, inaugurando così la necropoli
di Saqqara sud. L'ultimo sovrano della V dinastia, Unas, scelse la zona Sud-Ovest della
cinta della piramide di Djoser; nel suo monumento per la prima volta si trovano incisi sulle
pareti dell'anticamera e su quelle della camera sepolcrale i "Testi delle Piramidi", una
raccolta di formule che avevano lo scopo di aiutare il defunto, nell'aldilà, a raggiungere il
cielo settentrionale per mezzo dei riti osiriaci.
Nella zona Nord di Saqqara, fu innalzata la piramide di Teti, mentre Pepi I, Merenre e Pepi
II scelsero la zona meridionale. Nel 1965, grazie al lavoro di J. Leclant e J. Ph. Lauer,
furono portate alla luce e studiate le decorazioni di questi monumenti.
I complessi funerari reali dell'ultima dinastia dell'Antico Regno divennero uniformi
(piramide di Teti, Pepi I, Merenre e Pepi II); subentrarono però, due importanti
cambiamenti: la totale scomparsa dell'ordine di colonne floreali o vegetali e il ritorno ai
semplici pilastri di granito. Durante la VI dinastia tutte le piramidi ebbero le stesse
dimensioni, ciò forse a causa dell'impiego del triangolo sacro. Sotto Teti, furono fondate
molte e importanti mastabe destinate a regine, principesse e visir; quelle più illustri sono la
mastaba del visir Kagemni e Mereruka detto Mera. Alla fine della VI dinastia, l'architettura
funeraria nella regione menfita decade e la pietra viene sostituita con il mattone crudo.