Introduzione
Una definizione di Psicodramma data dal professor Roberto Losso è la
seguente:” Lo psicodramma è un metodo psicoterapeutico, generalmente di
gruppo, che utilizza le drammatizzazioni, oltre alle tecniche verbali, come mezzo
per esprimere, per comunicare, per esplorare e per elaborare i diversi problemi
degli individui, delle coppie, delle famiglie o dei gruppi. Psicodramma proviene
dal greco psykhê (anima) e drâma (azione). Vale a dire, l'anima in azione, la
manifestazione in azioni dell'anima. E in ogni azione (dramma) interagiscono
personaggi”. J.L. Moreno(1889-1974) fondò lo psicodramma a Vienna nei primi
del '900, lo definì come “una scientifica esplorazione della verità attraverso il
metodo drammatico”. Moreno (1953) osservò che fino ad allora ci fu scienza
senza religione e religione senza scienza. Già nel lontano 293 a.C, anno di
fondazione del primo Ascepilon, luogo di pratiche mediche e religiose,
l'attenzione era rivolta al corpo e all'anima. La cura era indirizzata anche verso
la psiche; infatti, Asclepio ordinava anche esercizi psichici, che consistevano nel
comporre odi, carmi, mimi comici, ecc. Sostanziale era il valore terapeutico dato
oltre che alla musica, alla parola. “Psicoterapia verbale” nella quale si
assegnava al paziente lo stesso ruolo di soggetto attivo, attribuendo ai suoi
discorsi, alla declamazione e alla recitazione una funzione terapeutica di
disturbi psichici. Moreno sotto questo punto di vista prendeva spunto dalle
usanze Greche e usava lo psicodramma come metodo di Psicoterapia di gruppo.
Egli aveva grande fiducia nel gruppo e quando scrisse “ Who Shall
Survive?”(Moreno, 1953) credo intendesse i “sopravvissuti” come coloro i quali
avessero cara ed usassero la loro spontaneità e creatività: queste persone
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“sopravviveranno” alle sfide del futuro in un gruppo. Negli anni successivi alle
teorizzazioni di Moreno, lo psicodramma è stato usato in diversi contesti: ad
esempio lo psicoanalista Didier Anzieu lo usava sia in contesto curativo per le
patologie psichiche sia in contesto formativo-professionale. (Anzieu, 1976)
Roberto Pani invece, nel suo libro “Psicodramma Psicoanalitico”(2000), cerca di
inquadrarlo in un ottica storica per poi svilupparlo al meglio in ottica di
curativo-patologica. Sono stati fatti diversi studi sulla classe come luogo di
apprendimento e sviluppo con l'utilizzo della metodologia dello
psicodramma(Sasso, 2008-2009). Giuseppe Rombola Corsini porta lo
psicodramma all'interno delle aule della facoltà di Psicologia a Firenze in
collaborazione con la Rappresentanza Studentesca(2012-2013), allo scopo di far
conoscere questa metodologia agli studenti; inoltre presso il centro di
Psicodinamica Erich Fromm di Prato è possibile partecipare a sedute di
psicodramma con fine formativo-professionale in ambito psicologico. Questi
sono alcuni dei tanti esempi da fare, però l' elaborato in particolare si
concentra sullo Psicodramma formativo-professionale. L'obbiettivo prefissato di
questo lavoro quindi, è cercare di inquadrare lo Psicodramma in un ambito più
generale per capirne meglio la sua importanza in un contesto formativo.
Attraverso una prospettiva storico-metodologica spiego l'importanza formativa
di questa particolare attività. Partire da concetti più generali per poi entrare
nello specifico: in questo modo la tesi cerca di avere una visione più completa
dell'argomento preso in questione.
L'elaborato è strutturato nella seguente maniera:
- Un’ introduzione generale storica relativa alle Terapie di gruppo (Psicoanalisi,
Psicoterapia di/in/mediante gruppo e una parte relativa alle psicoterapie di
gruppo non analitiche): trattando autori come Freud, Burrow, Bion, Foulkes,
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Berne, Moreno, Lewin, Bandura, Rogers, ecc. Una cornice storica alle terapie di
gruppo da un idea in che ottica nasce e si sviluppa lo Psicodramma;
- Una trattazione dello Psicodramma sia in maniera storica sia in maniera
metodologica. Partendo dalle radici profonde dello Psicodramma: già a partire
dal 293 a.C. con il culto di Asclepio usavano la parola e la messa in scena per
curare le malattie della psiche. Per poi passare dal pensiero di Moreno, la
Trattazione storica dettagliata di Roberto Pani e l'impostazione più
metodologica di Lewis Yablonsky;
-L'elaborato raggiunge il suo climax nel capitolo dedicato alle applicazioni dello
Psicodramma per attività di formazione, dove viene trattato il mio breve
contatto con lo Psicodramma Formativo presso il centro di Psicodinamiche Erich
Fromm di Prato, citando un autore cardine di questo argomento come Didier
Anzieu. Viene inoltre presa anche in considerazione l'importanza della musica
durante una seduta di Psicodramma;
-Infine, l'ultima parte prende in considerazione una breve prospettiva Neuro-
Scientifica sullo Psicodramma. Grazie alla “Neuro-psicoanalisi”, corrente nata
circa nel 2000, si crea un paradigma di ricerca che si situa nell'ambito delle
Neuroscienze e della Psicoanalisi al fine di coniugare alcuni modelli teorici di
entrambe le discipline per una migliore visione comprensiva di mente-cervello.
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Capitolo 1: La Storia delle
Terapie di Gruppo
1.1 Accenni Introduttivi sulla Terapia di gruppo
La terapia di gruppo, intesa in senso lato, nasce all'inizio del XX secolo, in
contesto sia medico che psichiatrico. Il lavoro pionieristico cui normalmente si
fa risalire l'origine di questo movimento è quello di Joseph Pratt, internista del
Massachussets General Hospital di Boston, che nel 1905 avviò un gruppo di
educazione/discussione per 15 pazienti ammalati di tubercolosi. Il gruppo aveva
prevalentemente un focus educativo (era basato su letture di gruppo), ma
prevedeva degli aspetti di supporto psicologico tra i vari membri: il metodo
delle classi, così chiamata la tecnica di Pratt, consisteva nel riunire
settimanalmente i pazienti al fine di analizzare la malattia non solo dal punto di
vista fisico, ma anche da quello psicologico, aspetto di per sé terapeutico, che
ha fatto considerare tali gruppi come i primi "gruppi di supporto"(Pratt, 1907).
L'applicazione della terapia di gruppo al contesto psichiatrico-psicoterapeutico
viene invece fatta risalire al lavoro di Edward Lazell (che nel 1919 iniziò a riunire
in gruppo e trattare con una "terapia della parola" pazienti psicotici), di Julius
Metzl (uno dei pionieri del lavoro di gruppo con pazienti alcolisti) e di Trigant
Burrow, il primo ad applicare la terapia di gruppo a pazienti nevrotici(Burrow,
1923-1930). Con i primi anni '20, anche Alfred Adler, un grande dissidente
psicoanalitico, iniziò a svolgere trattamenti di gruppo. Fu però all'inizio degli
anni '30 che un forte impulso alla teoria ed alla pratica della terapia di gruppo
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derivò dal lavoro di Jacob Levi Moreno, che oltre ad aver sviluppato la tecnica
del Sociogramma ebbe il merito di creare la prima forma di
Psicodramma(Moreno, 1918), ovvero una terapia di gruppo che si distingueva
da quelle classiche per essere una "terapia attiva" (espressiva) più che una
"terapia della parola". Nel corso degli anni '30 Rudolf Dreikus avviò i primi
gruppi terapeutici privati, e Sam Slavson i primi gruppi terapeutici con bambini.
A metà degli anni '40 alcuni psichiatri militari britannici con una formazione
psicodinamica (tra cui Wilfred Bion e S.H.Foulkes), impegnati a supportare le
truppe inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale, iniziarono a sperimentare,
nel Northfield Military Hospital, delle forme di intervento in piccolo gruppo per
i soldati traumatizzati. Sul lavoro successivo di Bion e Foulkes si fondò in seguito
il versante europeo della Gruppo-Analisi. Verso la fine degli anni '40, i contributi
e gli studi sulle dinamiche del piccolo gruppo (Small Groups Dynamics),
condotte da Kurt Lewin negli Stati Uniti, permisero ai ricercatori ed ai clinici di
evidenziare numerosi processi relazionali tipici dei gruppi, processi che vennero
presto strutturati all'interno dei programmi di intervento clinico e contribuirono
ad aprire la strada ai forti sviluppi successivi della terapia di gruppo, anche in
ambiti non psicodinamicamente orientati. Dagli Stati Uniti, ed attraverso la
mediazione degli approcci Gruppo-analitici, la terapia di gruppo si diffuse a
partire dagli anni '60 anche in Europa, e gradualmente iniziò ad emergere in
tutta la sua complessa differenziazione teorico-clinica attuale.
Oggigiorno esistono diverse tipologie di intervento svolte all'interno di un
contesto gruppale, fra cui i gruppi di tipo supportivo e quelli di tipo espressivo-
elaborativo(Pitzalis, Culcasi & Foschetti, 2013). Gli interventi di tipo supportivo
possono essere di tipo informativo-educativo, di sostegno, di supporto al
problem-solving ed allo sviluppo dell'assertività, di riavvio all'autonomia
funzionale in pazienti gravi, di condivisione tra pari (gruppi omogenei) di
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situazioni specifiche; sono frequentemente ad orientamento teorico cognitivo.
Nella maggior parte dei casi questi interventi gruppali hanno luogo in due tipi di
contesti: in quelli clinico-psichiatrici e riabilitativi (CSM, Comunità terapeutiche,
gruppi di sostegno per pazienti psichiatrici), o in quelli ambulatoriali per
problematiche di media-lieve entità (gruppi tematici). Gli interventi di tipo
espressivo-elaborativo, sono invece solitamente di orientamento dinamico, e
possono essere di tipo speciale/focalizzato (su aree o problematiche
particolari), oppure di tipo gruppo-analitico (con un focus più ampio). Quelli di
tipo speciale hanno luogo solitamente in contesti clinici strutturati (Comunità,
SERT, etc.), mentre quelli gruppo-analitici si implementano solitamente in
ambito privato. In generale, ci sono differenti modelli terapeutici di intervento
nei gruppi, ma la gruppo-analisi non solo è una tecnica di intervento, ma anche
una teoria della mente (TOM). La mente vista da un gruppo-analista non è
quella all’interno di ogni singola testa, ma è quell’intreccio di connessioni che
viene a crearsi in un gruppo e che porta ad osservare un pensiero di gruppo,
comune a tutti i partecipanti e non attribuibile ad un solo pensatore. A
differenza della maggior parte delle correnti teoriche nate nell’ambito
individuale, che ripropongono in un contesto allargato la propria teoria della
mente ed i propri strumenti di intervento, la gruppo-analisi prende come punto
di partenza il gruppo, e sviluppa a partire da esso la propria teoria e tecnica. La
Gruppo-Analisi nasce quindi, all'interno della vasta matrice della Terapia di
Gruppo, dal tentativo di integrare la teorizzazione psicoanalitica con l'analisi dei
processi dinamici di gruppo.
1.2 Il pensiero di Freud
Freud considera la formazione di un gruppo come la sostituzione dell'ideale
dell'Io comune a quello individuale. I sentimenti ambivalenti sono derivati dal
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