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Introduzione
L’obiettivo di questa tesi è di dimostrare quali siano state le radici storiche alla base dello stato
ucraino contemporaneo, fino alla rivoluzione del 2014 e alla conseguente guerra civile. Si
vuole qui evidenziare che per capire perché la popolazione ucraina si sia riversata per le
strade di Kiev alla fine del 2013, invocando a gran voce la destituzione del presidente
Janukovyč, è necessario analizzare meglio il passato. Al fine di compiere questa operazione è
stata studiata la formazione dello stato e delle sue divisioni interne, due processi che mostrano
quali siano gli elementi che hanno portato sino alla situazione attuale. Per capire meglio gli
eventi in evoluzione è stato necessario incominciare dal passato, quando né lo stato né le sue
divisioni erano ancora esistenti.
Nella letteratura non ci sono ancora molti studi a riguardo e spesso gli articoli e le trattazioni
possono apparire viziati dagli eventi ancora in corso e dall’orientamento verso una delle parti
chiamate in causa. Per quanto riguarda il mero studio della storia del paese, senza valutare le
interconnessioni che possono esistere con gli eventi di attualità, gli studi del governo sono stati
spesso troppo zelanti nella ricostruzione di un passato millenario per l’Ucraina, mentre in
questo lavoro si vuole sottolineare come il periodo più antico abbia piuttosto contribuito alla
formazione di divisioni che avrebbero attraversato intatte i secoli fino ad oggi, contribuendo
alla formazione e all’evoluzione dello stato attuale. Dall’altro lato il governo sovietico aveva
disincentivato uno studio approfondito della cultura ucraina, come di quella delle altre
nazionalità presenti nell’Unione e per questo e per l’inviolabilità dei confini nazionali fino alla
fine degli anni Ottanta, il materiale a disposizione è frutto soprattutto di opere e dibattiti
contemporanei. Oggi un approfondimento e una riflessione sulle questioni ucraine è condotto
da centri di ricerca come l’Ukrainian Research Institute dell’università di Harvard.
Altra valutazione è da dare alla cronaca degli eventi più recenti che patiscono della novità
degli avvenimenti, della mancanza di importanti opere al riguardo e della faziosità delle fonti.
I tradizionali canali di informazione sono per questo tema molto diversi da quelli a cui un
lettore europeo può essere abituato. I grandi giornali internazionali sono, infatti, meno
disposti a scrivere riguardo l’Ucraina di quanto ci si possa aspettare. A ricoprire in dettaglio
gli avvenimenti è invece la rete di informazione locale, formata dai media ucraini e russi,
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dalle fonti governative di Kiev e Mosca e dai notiziari provenienti direttamente dalle tende di
piazza Indipendenza durante e dopo Euromaidan. Ancora nel momento in cui si scrive,
inserendo parole chiave nei motori di ricerca sul web come “maidan” e “history”, è subito
evidente come quasi tutti i primi risultati riconducano a siti coordinati dai movimenti di
protesta o di approfondimento ucraini. La trattazione dettagliata della storia dell’Ucraina,
con il risalto delle divisioni interne, della cultura politica e dei processi che hanno contribuito
alla formazione dello stato nazionale, rimangono elementi originali di questa trattazione,
avvalorati dalle riflessioni di studiosi, come Lauren McLaughlin e dall’utilizzo di importanti
opere letterarie.
In questo lavoro si è cercato di utilizzare fonti il più possibile indipendenti e di sfruttare
talvolta le situazioni di partigianismo, per dimostrare come la questione trattata sia in effetti
molto controversa. La ricostruzione, per essere definita accurata, ha necessitato della
combinazione di quelli che sono i testi riguardanti la storia dell’Ucraina, dagli anni più
lontani del suo passato fino alla caduta del regime comunista, con articoli, dati e resoconti per
l’ultima fase storica del paese, che parte dalla sua indipendenza fino ad Euromaidan, la
rivoluzione che ha nuovamente sovvertito il potere nel paese, scoprendo i problemi di un
antico passato.
Il lavoro è stato distribuito su quattro capitoli, che separano la trattazione in altrettanti
momenti ben distinti della storia dell’Ucraina. La prima sezione parla delle origini nazionali e
l’evento che la collega alla seconda parte della trattazione è la prima indipendenza
dell’Ucraina nel 1917, durata solo pochi mesi. Il secondo capitolo è quello che descrive il
consolidamento del nascituro paese sotto il dominio comunista, con il dramma
dell’holodomor che lo ha trascinato verso gli anni bui della Seconda mondiale. Sono la fine di
questo periodo drammatico e l’apogeo dello stato sovietico a formare il confine con il
passaggio successivo, che descrive appunto la crescita e la caduta del regime governato da
Mosca. L’indipendenza è l’ultimo momento di passaggio dalla terza alla quarta sezione di
questo lavoro, con la definizione di uno scenario che sarebbe mutato solo apparentemente
con la rivoluzione Arancione ed Euromaidan, con l’immediato e inconsapevole avvio del
paese verso un periodo di forte instabilità dopo il 1991.
Il passaggio iniziale di questo studio riguarda il momento in cui nascevano le prime divisioni
del futuro stato ucraino. Per riuscire a ricostruire gli anni più lontani dai fatti contemporanei
è stato necessario affidarsi a numerosi testi che trattano non solo del percorso storico
dell’Ucraina prima della formazione statale, ma anche della nascita del nazionalismo e delle
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diverse culture dell’Europa Orientale. Libro da cui si sviluppa la discussione iniziale, che
accompagna il lettore durante tutta la narrazione, fino ai primi anni dell’indipendenza dopo il
crollo dell’Unione Sovietica, è il testo di Katrin Boeckh e Ekkhard Völkl, dal titolo
“Ucraina dalla rivoluzione rossa alla rivoluzione Arancione”. In modo da sviluppare il
discorso costruttivamente, mostrando quelli che sono anche gli aspetti meno noti e che è oggi
possibile scoprire, osservando anche i fatti contemporanei, sono stati utili titoli come
Introduzione alla storia dell’Europa Orientale di Domenico Caccamo, Le questioni nazionali
nell’Europa centro-orientale di Marek Waldenberg e L’altra metà del continente: l’Europa
centro-orientale dalla formazione degli Stati nazionali all’integrazione europea di Francesco
Guida. A questi sono stati aggiunti articoli di studiosi come Lauren McLaughlin, per
proiettare la visione storica su problemi contemporanei dell’Ucraina e quelli “di servizio”, atti
ad aggiungere importanti elementi utili alla narrazione. In questa tipologia sono raccolti
articoli dell’OSCE, della BBC, di Ukrmap.su e un quadro del pittore russo Mychajlo
Mychajlovyč Božij.
Il secondo capitolo segna una svolta sia per la storia dell’Ucraina, che per quella della
narrazione. Gli eventi successivi all’inizio del dominio prima russo, poi sovietico coincidono,
infatti, con una trattazione più ampia da parte della letteratura, interessata ai processi storici
legati alle realtà dei grandi stati e imperi europei, oltre che al dramma della Seconda guerra
mondiale. È stato quindi proseguito l’utilizzo del testo di Guida e dell’opera cardine di questo
studio, dei già citati Boeckh e Völkl, con la fondamentale aggiunta di racconti specifici che
trattano di questo periodo. A questo scopo sono stati selezionati testi che descrivono
approfonditamente la situazione nelle regioni definite come “terre di sangue” da Timothy
Snyder. È stato a proposito utilizzato il suo omonimo libro “Terre di sangue. L’Europa nella
morsa di Hitler e Stalin”, resoconto del periodo del dominio sovietico e nazista a cavallo delle
guerre mondiali. Gli altri titoli importanti per questa trattazione sono “Il continente
selvaggio” di Keith Lowe, che descrive l’Europa nel periodo immediatamente successivo al
termine della Seconda guerra mondiale e “Il tridente e la svastica. L’occupazione nazista in
Ucraina orientale” di Simone Attilio Bellezza.
Il terzo capitolo attraversa il consolidamento e il declino del regime sovietico. In quegli anni
l’Ucraina subì enormemente la forte influenza esercitata da Mosca e riuscì a reagire solo
limitatamente in prospettiva di una possibile indipendenza. Anche il ventaglio delle
trattazioni sul tema soffre di una scarsa considerazione, ma questo periodo viene comunque
ben sintetizzato nelle pagine del libro di Boeckh e Völkl, a cui sono stati aggiunti alcuni
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dettagli, con l’utilizzo del numero di dicembre 2014 della rivista “Limes” e del testo di Keith
Lowe, che ha accompagnato l’iniziale passaggio dall’immediato dopoguerra al regime
rafforzato dell’Unione Sovietica di Stalin.
L’ultimo capitolo dello studio è il banco di prova di quanto raccontato nelle parti precedenti.
Con l’indipendenza ottenuta passivamente dall’Ucraina sono usciti allo scoperto tutti gli
elementi che avevano contraddistinto ogni sua fase storica: dalle divisioni etnoculturali, al
regime politico maturato durante gli anni del comunismo, alla disomogenea coesione
nazionale contemporanea. Per raccontare e analizzare quest’ultima fase è stato necessario
sfruttare articoli di diversa provenienza, con un maggiore uso di dati per concedere maggiore
concretezza alla spiegazione. Sono state a questo proposito combinate le informazioni
presenti in diversi giornali e gli studi condotti da Freedom House e dall’OSCE. Il panorama
degli articoli utilizzati comprende, oltre ai già citati Limes e BBC, anche quelli delle versioni
online di The Guardian, Radio Free Europe, The Economist, World Affairs e le collezioni di
Internazionale.
Desidero ringraziare innanzitutto la Professoressa Audenino, che mi ha accompagnato nella
stesura di questa tesi, fornendomi insegnamenti e consigli preziosi. Inoltre ringrazio
sentitamente un esperto di relazioni internazionali che ho incontrato a Kiev, che mi ha
dedicato il suo tempo per parlare apertamente di quanto sta accadendo nel paese. Vorrei
esprimere anche la mia sincera gratitudine alle persone che mi hanno ospitato e che ho
incontrato durante il mio viaggio in Ucraina e in particolar modo Katya, che mi ha mostrato
tanto appassionatamente la città in cui vive. Un ringraziamento speciale va a Sarina, che mi è
sempre stata vicino e ai miei amici e alle persone speciali che mi hanno sopportato durante gli
anni dell’università e nel periodo in cui ho scritto questa tesi. Dedico il lavoro che leggerete
alla mia famiglia, che mi ha sostenuto in ogni modo durante questi anni di studio e in
particolar modo a mio fratello Ettore.