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INTRODUZIONE
Oggetto del presente lavoro è il criterio di valutazione contabile fair value e,
in particolare, il nuovo principio contabile IFRS 13 “Fair value
measurement”, introdotto dal primo gennaio 2013 nei principi contabili
internazionali IAS\IFRS. Principali destinatari della novità sono quindi le
società quotate sui mercati finanziari, italiani ed europei, che devono
applicare tali standard contabili per la redazione dei loro bilanci.
La sua introduzione s’inserisce all’interno del più ampio processo di
armonizzazione dei principi contabili a livello internazionale (in particolare,
tra i principi IASB e FASB), ma persegue anche l’obiettivo di mettere
ordine all’interno dei principi contabili IAS\IFRS stessi.
Infatti, numerosi e differenti erano i concetti di fair value presenti prima
dell’introduzione dell’IFRS 13 e numerose erano quindi le occasioni di
eterogeneità nelle valutazioni fatte secondo il criterio in oggetto, situazione
che non favoriva la comparabilità dei bilanci.
L’obiettivo del nuovo principio non è pertanto quello di prevedere nuovi
casi di applicazione delle valutazioni a fair value, bensì di attuare una
necessaria riorganizzazione e sistematizzazione della materia, stabilendo
una definizione unica di fair value, nonché di fornire indicazioni più precise
sulle tecniche di valutazione da adottare e di prevedere maggiori obblighi di
disclosure.
Si ritiene che l’argomento sia particolarmente attuale, non solo per via della
recente introduzione del principio, ma anche a causa della ribalta che il
metodo di valutazione secondo i fair value ha avuto a seguito della recente
crisi finanziaria. Da più parti, infatti, tale criterio è stato accusato di
riflettere in bilancio valori che hanno contribuito ad acuire la gravità della
situazione, specie con riferimento ai bilanci degli istituti bancari.
Al di là dei legami più strettamente riconducibili alle attuali vicende del
mondo economico e finanziario, l’argomento risulta particolarmente
interessante considerando la questione ancora irrisolta della capacità di tale
metodo di valutazione contabile di riflettere in maniera adeguata i valori
delle poste di bilancio. Tale considerazione è spesso accompagnata dai
confronti, specie in termini di attendibilità e significatività
dell’informazione di bilancio, che la dottrina propone tra il fair value e altri
criteri, primo fra tutti quello del costo storico.
Partendo da un’analisi dei principi contabili internazionali IAS\IFRS, il
presente lavoro illustra il criterio di valutazione al fair value alla luce dei
principi stessi, evidenziandone le modalità di applicazione prima e dopo
l’introduzione dell’IFRS 13. Ampio spazio sarà dato all’illustrazione delle
novità introdotte da tale principio contabile, all’analisi delle tappe della sua
elaborazione e dei suoi contenuti.
Tutto ciò non solo con l’intento di fare una mera analisi descrittiva
dell’argomento, ma anche e soprattutto con l’intento di rispondere ad alcuni
quesiti principali. In particolare, si cercherà di mettere in luce i vantaggi e
4
gli svantaggi che la valutazione a fair value comporta e di verificare se
l’introduzione dell’IFRS 13 possa effettivamente determinare un
miglioramento della misurazione dei fair value di bilancio, specie con
riguardo all’influenza della soggettività dei valutatori.
Si cercherà quindi di valutare l’impatto che l’introduzione delle nuove
disposizioni può avere sui dati di bilancio, sempre con l’intento di verificare
l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prestabiliti e l’effettivo
miglioramento delle informazioni contabili.
Quest’ultimo obiettivo è stato perseguito attraverso l’analisi delle relazioni
finanziarie semestrali di un campione di società quotate presso la Borsa
Italiana. Tale analisi è stata svolta con l’obiettivo di rispondere ad alcuni
quesiti, tra cui: in che modo le società quotate hanno affrontato le nuove
disposizioni in materia di valutazione col criterio del fair value? Hanno
applicato in maniera adeguata quanto richiesto dal nuovo principio
contabile? Che impatto hanno avuto tali nuove disposizioni sui risultati di
bilancio, sull’informativa e sul grado di comparabilità degli stessi? Si
cercherà anche di mettere in luce l’incidenza delle valutazioni che ricadono
ai vari livelli della gerarchia del fair value e quali sono le varie tecniche di
valutazione applicate, al fine di verificare in che misura le valutazioni sono
influenzate dalla soggettività dei valutatori.
Il Capitolo 1 fornisce un quadro di riferimento generale relativo ai principi
contabili internazionali IAS\IFRS, con particolare attenzione alle differenze
rispetto ai principi contabili italiani e alle diverse configurazioni di reddito
che derivano dalla loro applicazione. Sarà inoltre illustrato il criterio di
valutazione del fair value, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi derivanti
dalla sua applicazione e facendo particolare riferimento alla sua value
relevance.
Il Capitolo 2 si concentra sul principio contabile IFRS 13, illustrandone nel
dettaglio le tappe dell’elaborazione e i contenuti, con particolare attenzione
all’impatto che le nuove disposizioni possono avere sull’informativa
contabile delle società e procedendo anche a un’analisi critica delle nuove
disposizioni. Tale capitolo getta le basi per poter compiutamente rispondere
ai suindicati quesiti di ricerca.
Il Capitolo 3, infine, presenta i risultati dell’analisi svolta sulle relazioni
finanziarie semestrali di un campione di società quotate alla Borsa Italiana.
Sulla base di tali risultati, si cercherà di fornire le risposte ai quesiti di
ricerca di cui si è parlato appena sopra.
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CAPITOLO 1
PRINCIPI CONTABILI IAS\IFRS E FAIR VALUE:
QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE
1.1 Principi contabili IAS\IFRS
Il presente paragrafo è dedicato a un’illustrazione dei principi contabili
IAS\IFRS, con particolare riferimento alla loro evoluzione storica,
all’ambito di applicazione, al ruolo che svolgono nel processo di
armonizzazione contabile a livello internazionale e, soprattutto, agli effetti
che l’utilizzo di tali standard ha su alcuni aspetti ritenuti particolarmente
importanti. Si tratta della configurazione di reddito e della cosiddetta value
relevance dell’informativa di bilancio, che da tale applicazione deriva.
Gli acronimi IAS e IFRS indicano rispettivamente “International
Accounting Standard” e “International Financial Reporting Standard”. La
prima denominazione si riferisce ai principi contabili pubblicati prima
dell’aprile 2001; successivamente, a seguito dei cambiamenti organizzativi
dell’ente emanatore, la denominazione è stata modificata in IFRS.
I principi contabili di cui trattasi sono emanati dallo IASB (International
Accounting Standard Board). Si tratta del “braccio operativo” dell’IFRS
Foundation, un’organizzazione indipendente, privata e no-profit
1
che ha
come obiettivo, tra gli altri, proprio quello di sviluppare un corpo unico di
principi contabili accettati a livello globale.
L’insieme degli standard è attualmente composto di 13 IFRS, 28 IAS, 8
interpretazioni denominate SIC (Standard Interpretations Committee), 18
denominate IFRIC (International Financial Reporting Interpretations
Committee)
2
e un quadro concettuale di riferimento (il Framework). Occorre
tenere conto del fatto che i principi sono emanati o aggiornati dallo IASB
abbastanza frequentemente.
1.1.1 Evoluzione storica
L’evoluzione dei principi contabili IAS\IFRS è strettamente legata a quella
del fenomeno della globalizzazione dell’economia. Essa ha portato le
imprese a rivolgersi sempre più spesso ai mercati internazionali dei capitali;
conseguenza di ciò è stata la necessità di elaborare principi di redazione dei
documenti contabili che portassero a informazioni comparabili, facilitando
1
Secondo quanto riportato nel sito internet ufficiale della Fondazione, la stessa è definita
come “an independent, not-for-profit private sector organisation working in the public
interest”.
2
Anche l’organismo che si occupa di interpretare gli standard, così come quello emanatore,
ha subito un riassetto organizzativo nel 2001; pertanto con l’acronimo SIC si individuano le
interpretazioni pubblicate prima di tale avvenimento, mentre quelle successive sono
denominate IFRIC.
6
così la valutazione delle scelte d’investimento a livello internazionale,
grazie a una maggiore efficienza e trasparenza dei mercati finanziari
3
.
La necessità di ricorrere ai mercati finanziari internazionali ha, infatti,
richiesto per lungo tempo alle imprese di operare costosi processi di
riconciliazione dei documenti contabili, facendo lievitare i costi
amministrativi da sostenere per accedere ai mercati mobiliari internazionali.
L’allora IASC (International Accounting Standard Committee) è stato
costituito a Londra nel 1973 dalle associazioni professionali di varie
nazioni, proprio al fine di promuovere l’armonizzazione dei principi
contabili, di cui si tratterà più diffusamente in seguito.
Nel corso degli anni ha ricevuto molteplici riconoscimenti, acquisendo
autorevolezza a livello mondiale. A questo proposito, sono considerati
importanti gli sviluppi nei rapporti con lo IOSCO
4
e con il Comitato di
Basilea
5
. La prima, a seguito di un programma avviato nel 1995, ha espresso
nel 2000 parere favorevole all’adozione dei principi IASB; la seconda ha,
sempre nel 2000, approvato un insieme di principi con significativo impatto
sui bilanci degli enti creditizi.
Questi avvenimenti hanno portato lo IASC a mutare la propria
organizzazione, costituendosi in una fondazione che racchiudesse non solo i
rappresentanti del mondo della professione contabile, ma anche
rappresentanti del mondo accademico, analisti finanziari, investitori,
revisori e rappresentanti del mondo delle imprese. Tutto ciò, insieme anche
al progressivo ingresso nell’organizzazione di numerosi altri paesi
6
ha
determinato la necessità di una profonda ristrutturazione dell’organismo con
riguardo alla struttura organizzativa, agli organi e loro denominazione, ai
documenti e agli obiettivi, fino ad arrivare all’attuale organizzazione
strutturata, composta di diversi organismi racchiusi nell’IFRS Foundation
7
.
Di seguito si procede a una sintetica illustrazione di alcune delle principali
tappe storiche dell’attività dell’organismo.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, si svilupparono principi o pratiche
contabili propri di ciascuna nazione. A seguito della rapida crescita
economica che ha caratterizzato gli anni Cinquanta, i leader delle
professioni contabili iniziarono a vedere l’internazionalizzazione come la
nuova sfida su cui puntare
8
. È così che, dalla metà degli anni Sessanta,
inizia la collaborazione tra le rappresentanze delle professioni contabili delle
varie parti del mondo. Tra queste, spicca appunto lo IASC. Dopo la sua
costituzione, inizia subito a sviluppare alcuni progetti che si sostanziano
3
In questo senso si esprimono molti autori tra cui, senza pretesa di esaustività: Di Pietra, R.
(2007) “Omologazione degli IAS\IFRS, evoluzione legislativa e ruolo del Framework dello
Iasb” in “L’analisi degli effetti sul bilancio dell’introduzione dei principi contabili
internazionali IAS\IFRS”, RIREA, p. 72; Messaggi S. et al. (2012) “Evoluzione dei principi
contabili nel contesto internazionale”, Franco Angeli, pp. 38-39; De Angelis, L. (2013)
“Elementi di diritto contabile. Disciplina civilistica e principi contabili internazionali.”,
Giuffrè Editore, p. 59.
4
International Organisation of Security Commissions, organizzazione che raggruppa le
autorità di vigilanza dei mercati regolamentati di oltre cento paesi.
5
Organizzazione mondiale che raggruppa gli organi di vigilanza delle banche.
6
I membri dell’IFRS Foundation appartengono oggi a 129 diverse nazioni.
7
Tettamanzi P. (2008). “Principi contabili internazionali. L’adozione degli IAS\IFRS in
Italia. Una ricerca empirica”, Pearson Italia S.p.A., p. 18.
8
Zeff, S. A. (2012). “The Evolution of the IASC into the IASB, and the Challenges it
Faces”, The Accounting Review, Vol. 87, n. 3, pp. 808–809.
7
nella pubblicazione, nel 1975, dei primi due principi contabili (lo IAS 1 e
2).
Negli anni Ottanta riceve i primi riconoscimenti dalle altre associazioni
contabili internazionali come standard setter a livello globale. Nel 1989 si
ha l’importante pubblicazione del Framework, il quadro concettuale cui fare
ricorso nei processi di emanazione degli standard per raggiungere una
visione unitaria e organica. L’emanazione di tale documento segna il
tentativo, secondo alcuni ancora non appieno riuscito, di passare da un
impianto di tipo induttivo a uno di tipo deduttivo dell’elaborazione delle
regole contabili
9
.
Negli anni Novanta, anche a seguito del già citato programma stabilito tra
IASC e IOSCO, si hanno importanti avvenimenti quali la decisione da parte
dell’Unione Europea che le multinazionali europee avrebbero dovuto
seguire da quel momento in poi principi IAS (1995) e l’annuncio, da parte
della SEC
10
, che avrebbe sostenuto i progetti dello IASC (1996).
Durante questi anni prosegue naturalmente l’emanazione dei principi
contabili iniziata nel 1975, che si conclude nel dicembre 2000 con la
pubblicazione dello IAS 41 (Agricoltura) per quanto riguarda il vecchio
IASC. Nel frattempo, infatti, è iniziato il processo di riorganizzazione che
porta nel 2001 alla costituzione dello IASB, il quale riprende l’attività di
emanazione dei principi nel 2003 con la pubblicazione dell’IFRS 1 (prima
adozione degli IFRS).
Altri rilevanti avvenimenti, susseguitisi durante gli anni 2000, sono:
l’accordo concluso con il FASB
11
per sviluppare il processo di convergenza
tra i principi IAS\IFRS e gli US GAAP; e l’emanazione del Regolamento
CE n. 1606\2002, che ha sancito l’obbligo di adozione dei principi di cui
trattasi dal primo gennaio 2005 per la redazione dei bilanci consolidati delle
società quotate in un mercato regolamentato dell’UE.
Dal 2008, lo IASB ha avviato anche un processo di revisione degli standard
necessario a fronteggiare la crisi finanziaria, adeguando le statuizioni di
alcuni principi, specie lo IAS 39 riguardante gli strumenti finanziari.
Questo breve excursus evidenzia il lavoro portato avanti dalla IFRS
Foundation per affermarsi come standard setter a livello mondiale; nel
paragrafo successivo saranno illustrati i frutti di tale lavoro, consistenti
nell’ormai vasto numero di nazioni in cui gli standard sono obbligatori o,
quanto meno, consentiti.
9
Di Pietra, R. (2007) op. cit., p. 64. Sempre dello stesso autore, “Osservazioni critiche e
proposte di miglioramento del Framework dello IASB” in “L’analisi degli effetti sul
bilancio dell’introduzione dei principi contabili internazionali IAS\IFRS”, RIREA, p. 303.
10
Securities and Exchange Commission, organismo statunitense di vigilanza della borsa
valori (analogo all’italiana CONSOB).
11
È l’acronimo di Financial Accounting Standards Board, organismo indipendente con
sede nel Connecticut (USA) preposto alla emanazione, interpretazione e codifica degli US
GAAP, i principi contabili applicati negli Stati Uniti.