Introduzione
Nel primo capitolo viene sottolineato come lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione
abbia modificato lo stile di vita ed i bisogni della popolazione tanto da rendere centrale
l'utilizzo della rete internet in gran parte dei contesti urbani. Il flusso delle informazioni
generato dalle ITC potrebbe creare un valore aggiunto alla città che ha visto crescere a
livello globale sia il PIL che la popolazione. Le aree urbane dunque sono in continua
trasformazione economica, sociale ed ambientale. Questa crescita inarrestabile ha però
portato con sé diverse problematiche come lo smaltimento di rifiuti, il sovraffollamento del
mezzo pubblico e grande quantità di sprechi energetici. In questo senso devono migliorare
le infrastrutture sia a livello municipale che nazionale, ma anche mediante formule PPP
con un approccio che si avvicini alla città digitale: alla smart city.
In particolare vengono analizzati quali sono gli aspetti che rendono smart una città come:
smart economy, smart people, smart government, smart mobility, smart environment e
smart living. Questi devono essere visti come obiettivi primari da raggiungere, insieme ad
un piano tecnologico adeguato ed innovativo che sia al passo coi tempi.
L'attenzione viene successivamente posta sugli approcci teorico-statistici in merito alla
nascita della città digitale: dal trattato di Kyoto fino alla nascita della new economy e della
green economy. Si cerca di analizzare quali condizioni siano le più favorevoli all'aumento
del PIL e come le città del futuro seguano andamenti definibili “a tripla elica” fino ad
arrivare ad essere definite Transition Towns degne della terza rivoluzione industriale
teorizzata da Jeremy Rifkin.
I metodi e le tecnologie dell' informazione con il loro sviluppo hanno altresì portato il
ruolo della partecipazione attiva della popolazione e dell'economia stessa a mutare
portando ad una vera e propria transazione socio-economica.
In ultima istanza vengono presentati i progetti tecnologici ed innovativi che le
amministrazioni potrebbero considerare come soluzioni ad uno sviluppo urbano
sostenibile.
Nel secondo capitolo si prendono in esame le realtà smart: dalle città fondate ex novo fino
ai progetti in atto per rendere più intelligenti tessuti urbani più consolidati. Dopo le prime
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considerazioni sui vari tipi di smart cities legate al contesto di partenza nel quale sono
inserite, vengono analizzati tutti i continenti a partire dai modelli ultratecnologici asiatici
come Masdar e Songdo, fino ai grandi piani urbani della Cina e del Giappone. Viene poi
posta l'attenzione sul continente americano, in particolare sulle iniziative di alcune città
degli Stati Uniti e sul fenomeno della Silicon Valley. Anche Africa e Oceania presentano
progetti anche se di dimensioni più ristrette e concentrati su realtà specifiche. L'Europa
viene analizzata più approfonditamente sia sul piano delle iniziative a livello comunitario
che nella specificità dei progetti delle maggiori capitali considerando anche gli strumenti di
ranking statistici. Nella parte finale del capitolo viene fatta una comparazione tra i vari
contesti smart nel mondo per far emergere differenze e fattori comuni, ma anche le cause e
le variabili che determinano le decisioni prese in chiave smart.
Nel terzo capitolo si prende in esame nello specifico la realtà italiana: da una prima analisi
della situazione politico-sociale ed economica emergeranno alcuni dati che metteranno in
evidenza il risultato attuale delle decisioni prese negli ambiti smart. Successivamente
vengono valutate le prospettive per uno sviluppo sostenibile del Paese considerando i
progetti e le iniziative già in atto sia da parte del Ministero che delle maggiori associazioni.
L'attenzione si sposta successivamente su una prima comparazione tra tre città: una al nord,
una al centro e una al sud per poi passare all'analisi dei maggiori capoluoghi del centro-
nord fino alle considerazioni sui progetti attivi al sud.
Alla fine del capitolo viene analizzata l'iniziativa Expo Milano 2015 come spinta verso la
frontiera dell'innovazione, quindi in quale modo ne verrà arricchita la città di Milano dal
punto di vista smart, ma anche quali benefici saranno possibili a livello nazionale.
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1. Smart city
1.1 Analisi globale del contesto dal quale nasce l'idea di smart city
Smart cities, smart living, smart grid: questi concetti sono diventati parte integrante degli
ultimi dibattiti sul futuro urbano del mondo. Non sono soltanto etichette di marketing,
concetti accademici o termini che non corrispondono a realtà, sono delle vere e proprie
risposte a molte delle problematiche correnti e future con l'obiettivo di migliorare la qualità
della vita dei cittadini per aumentare sia i vantaggi legati al business sia quelli legati
all'interconnessione.
Alla base del concetto smart, a qualsiasi campo esso si riferisca, c'è il concetto di sviluppo
delle tecnologie di informazione e comunicazione (ITC) che giocano un ruolo chiave nello
sviluppo urbano. Negli ultimi decenni i nuovi media hanno sensibilmente modificato la
nostra concezione di reperibilità, molti aspetti del quotidiano ed anche l'approccio con la
tecnologia stessa: è cambiato il modo in cui si comunica gli uni con gli altri e c'è la
disponibilità di un ampio ventaglio di informazioni accessibili ed utilizzabili in maniera
smart per semplificare la vita quotidiana. Questo cambiamento non riguarda la questione di
possedere o meno il dispositivo di ultima generazione più costoso ed aggiornato o avere la
connessione più rapida, il vero cambiamento è dare questi ultimi per scontati. Le
tecnologie dell' informazione e della comunicazione, anche dette ITC, hanno in sostanza
fornito applicazioni e soluzioni innovative consentendo un utilizzo di Internet diverso da
quello primordiale. Sono molti i campi in cui le nuove applicazioni tentano di portare un
miglioramento e questi ultimi sono riconoscibili grazie alla lettera “e-” (electronic) seguita
dal termine inglese del campo di riferimento: e-government, e-health, e-mobility e così via.
L'epoca delle città costituite da edifici e strade è finita da tempo, l'interesse non si rivolge
più al singolo edificio ma a un territorio fatto di edifici che diventano cellule di un sistema
complesso. Anche la questione energetica sarà più vincolata dai network in futuro ma in
alcune città questo futuro è già il presente, si chiamerà smart grid ed i consumatori
diventeranno anche produttori di energia. La stratificazione di queste moderne
infrastrutture mette in moto un processo già in atto che cambierà il volto delle città ed il
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nostro modo di vivere nei rapporti fra cittadini e fra cittadino-istituzione. L'obiettivo delle
ITC è garantire il trasporto delle informazioni, sia su rete che via etere, gestendone i servizi
correlati. La smart city è una città dinamica, viva e produttiva nella quale i bit dello spazio
digitale interagiscono con le molecole dello spazio fisico attraverso un flusso continuo di
informazioni che si scambiano in modo bidirezionale; è una città che raccoglie dati e li
elabora con l'impegno di restituirli accresciuti col valore aggiunto dell' utilità, è quest'
ultimo passaggio che manca alle città attuali che sono già parzialmente digitali.
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Negli ultimi anni si è assistito inoltre ad una crescita della popolazione e del tasso di
urbanizzazione così che i governi abbiano dovuto affrontare nuove sfide sociali ed
ecologiche. Il processo di inurbamento viene identificato con la crescita inarrestabile del
PIL mondiale, è altrettanto evidente che l'uscita dalla crisi economica dell'ultimo periodo
imporrà l'affermazione di modelli di produzione, di consumo e di vita radicalmente diversi
da quelli odierni
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. Le aree urbane saranno il principale scenario dove avverranno le
trasformazioni. Le componenti che in genere portano ai cambiamenti urbani sono tre:
quella economica, quella sociale e quella ambientale.
La World Population Foundation ha registrato nel 2012 che la popolazione mondiale
stimata fino a Ottobre 2011 ha raggiunto i 7 miliardi di individui mentre in accordo con i
dati dell' UNFPA United Nations Population Fund del 2011, nei prossimi quaranta anni le
città subiranno in media un incremento di 2,9 miliardi di persone ed entro il 2050 il 69%
della popolazione mondiale vivrà nelle città. Quest' ultime verranno allargate e ne verranno
create delle nuove specialmente nei paesi emergenti o in via di sviluppo; tutt'oggi gli effetti
di questi incrementi si fanno sentire in zone metropolitane come quella tedesca Reno-Ruhr
dove sono stati stimati dai 100 ai 200 km di traffico, Pechino non ha concesso più di
240.000 immatricolazioni di veicoli nell'anno 2011 per evitare un collasso del traffico e
Tokyo ogni anno raggiunge il massimo della capacità di affluenza in metropolitana con 3
miliardi di passeggeri l'anno. In Spagna la produzione di rifiuti è aumentata negli ultimi
dieci anni del 39% pro capite, a Londra un terzo dell'acqua potabile viene persa a causa
delle tubature troppo vecchie.
1 L. Hatzelhoffer, Smart City in Pratctice, Jovis Verlag, Berlino, 2012
2 M. Vianello, Smart Cities Gestire la complessità urbana nell'era di Internet, Rimini, Maggioli Editore,
2013
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Akamai Technologies ha reso pubblico il rapporto “State of the Internet” nel redigere il suo
ranking e nell'attribuire nella sua graduatoria una collocazione a seconda del livello di
penetrazione di Internet e della velocità di connessione: la banda larga a disposizione di
tutti gli internauti continua a crescere. La velocità di connessione media tocca quota 4,6
megabit per secondo con un incremento del 21% nel 2014, mentre il picco medio arriva a
25,4 megabit al secondo, in crescita del 20%. A livello nazionale, la Corea del Sud
mantiene il primato con una velocità media di 24,6 megabit al secondo, anche se lo scettro
di città con picco medio più alto passa tra le mani di Hong Kong, con velocità registrate di
73,9 megabit per secondo. Gli incrementi registrati sono frutto, per gran parte, della
maggiore diffusione della banda larga ed ultralarga. Nel primo caso si registra una
maggiore penetrazione del 5,6%, mentre nel secondo le connessioni ultraveloci crescono
del 12%
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.
L'efficienza delle infrastrutture deve migliorare in molti dei campi di interesse urbano,
dalla mobilità all'inquinamento, dallo smaltimento di rifiuti fino alla distribuzione
dell'energia. Progetti di miglioramento di questo calibro necessitano un ampio numero di
persone competenti e collegate tra loro, integrati da un lato in schemi di sviluppo a livello
municipale e nazionale e dall'altro devono essere presi in mano da compagnie ed eseguiti
nella formula Public-Private-Partnerships (PPP). Mediante questa formula il settore
pubblico e quello privato collaborano alla realizzazione di progetti basati sulla
condivisione dei rischi e favorendo l'accrescimento del valore di quest' ultimi. Avere un
approccio di tipo PPP necessita avere obiettivi ed aspettative comuni senza competitività
tra singole parti, responsabilità e decision making trasparente, essere open coulture e
scegliere corretti ed efficienti canali di comunicazione
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. Secondo stime recenti, per quanto
concerne solo l' UE, dal 2008 ad oggi, a livello mondiale, non si è registrata la flessione
attesa in termini di investimenti totali PPP. In realtà il decremento del numero di PPP nelle
economie più sviluppate è stato controbilanciato dalla crescita nelle economie emergenti.
Nonostante questo, i mercati di riferimento per gli investitori rimangono comunque quelli
classici (Canada, Regno Unito e USA tra tutti), grazie anche alla possibilità di avere
maggiore trasparenza.
3 http://it.akamai.com/
4 Op. cit., L. Hatzelhoffer, Smart City in Pratctice...
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