xx
smisura. La rivoluzione industriale inoltre, rispetto a
quella neolitica, si Ł propagata con una velocit molto
superiore, tanto da riuscire a trasformare il volto de-
gli stati oggi industrializzati in meno di un secolo.
In Italia, negli anni dal 1950 al 1972, si assistŁ a
una fase di sviluppo economico particolarmente rapido,
con tassi medi di crescita del PIL. vicino al 6% annuo.
Questo anche grazie, in parte, alle opere di ricostru-
zione che si verific nel dopoguerra, in parte, alla do-
manda di infrastrutture, di cui un paese industriale
aveva bisogno, ma che risultavano ancora carenti nel no-
stro e in parte alla fase congiunturale positiva, che si
registrava un po’ in tutto il mondo. Questa crescita fu
accompagnata da profonde trasformazioni strutturali an-
che dei settori produttivi, in particolare, il peso de-
gli occupati in agricoltura, che in Italia era intorno
al 45% nel 1950, si ridusse nel 1972 al 17%(ISTAT,
1983).
Questo rapido declino della popolazione agricola
rappresenta il culmine di questa svolta epocale; l’uomo
cambia di nuovo mestiere, abbandona i panni del conta-
dino per iniziare attivit produttive nuove, di trasfor-
mazione o terziarie, con esso, il sistema di organizza-
zione della societ agricola tradizionale si disintegra,
sotto la spinta dei nuovi sistemi di vita, che questa
nuova societ utilizza.
xxi
Alla luce di questi fatti, mia prima intenzione, in
questo lavoro, Ł quella di cercare di ricostruire un’im-
magine del paesaggio agricolo e delle condizioni econo-
miche, di quella civilt contadina al tramonto, cos co-
me si doveva presentare prima della seconda guerra mon-
diale. Per fare ci , non mi sono limitato alla raccolta
dei soli dati, attraverso le fonti tradizionali, quali
sono i censimenti, ma ho raccolto informazioni, anche
attraverso la viva voce di chi, nato in famiglie conta-
dine, prima del 1940, ha vissuto in prima persona le vi-
cende di questa trasformazione epocale.
La prospettiva di ricerca sar di tipo microgeogra-
fico, e analizzer le strutture economiche della popola-
zione agricola in alcuni ambienti della provincia di
Lucca, in aree adiacenti, ma che si situano su fasce al-
timetriche diverse e quindi appartengono a regioni geo-
grafiche distinte. Ognuno dei tre territori, per motivi
"documentari", corrisponde ad un’unit amministrativa.
Precisamente la scelta Ł caduta su: il comune di Lucca,
il comune di Pescaglia e il comune di Porcari.
Il comune di Porcari, classificato comunemente, an-
che secondo il catasto agrario del 1929, nella regione
agraria di pianura, si colloca su valori altimetrici che
vanno prevalentemente dai 9 ai 16 m. e solo in alcuni
rari casi, scende fino ai 7 m. o sale sopra ai 16 m.
Il comune di Lucca, classificato secondo lo stesso
catasto, nella regione agraria di collina, Ł caratteriz-
xxii
zato da un territorio piø variegato, presentando al suo
interno ambienti di pianura e di collina, giungendo fino
ai 966 m. del monte Pizzorne. Effettuando una semplifi-
cazione, per , possiamo dividere questo territorio, in
due settori, che si presentano nella realt ben distin-
ti. Un ambiente di pianura, all’interno del quale si
trova anche il capoluogo di provincia, con i suoi 19 m
di altezza, e un ambiente di collina, che circonda a se-
micerchio la pianura, con altezze dei centri abitati ivi
posti, che si collocano prevalentemente, fra i 200 ai
300 m.
Il comune di Pescaglia, classificato nella regione
agraria di montagna, Ł quello che presenta l’orografia
piø tormentata, qui le uniche aree pianeggianti si tro-
vano lungo i fondo valle, mentre i centri abitati sono
posti ad altezze che vanno prevalentemente, dai 300 agli
800 m, mentre i rilievi delle montagne piø alte raggiun-
gono i 1252 m, donando a questo ambiente un aspetto che
nell’asprezza fa ricordare, a tratti, i paesaggi alpini.
Questi comuni si prestano pertanto per essere uti-
lizzati, come buoni laboratori, per analizzare i diffe-
renti tipi di strategie di sfruttamento del territorio
in relazione all’altezza o, detto in altri termini, i
differenti tipi di agricoltura in rapporto ai differenti
"ambienti altimetrici".
Completato questo tentativo di ricostruzione dei va-
ri paesaggi agrari e delle strutture economiche della
xxiii
popolazione che vi risiede, vorrei arrivare ad analiz-
zare, la grande crisi che investe l’agricoltura anche in
questo territorio, negli anni del miracolo economico,
con il conseguente fenomeno dell’esodo dalle campagne.
Tutto ci , per , visto con "occhio" rivolto a coloro che
hanno vissuto direttamente questi fatti. L’esodo dalle
campagne, ricordo, nei decenni passati, aveva raggiunto
toni di drammaticit , in tutta l’Italia, per lo spopola-
mento esteso, che si verificava dalle aree geografiche
piø marginali. Quali erano state le forze economiche che
avevano portato alla disgregazione di questo mondo o, in
altre parole, perchØ questa gente abbandon le campagne
e cambi attivit ? Al tentativo di dare una risposta a
questa domanda Ł dedicato in parte questo lavoro.
xxiv
tavola 1. Le aree amministrative dei comuni di Lucca,
Pescaglia e Porcari.
25
CAPITOLO 1
ASPETTI GENERALI DEL TERRITORIO E DELLA POPOLAZIONE
NEI TRE COMUNI ESAMINATI
1.1. Cenni preliminari sulle caratteristiche del territorio e della popolazione
nei tre comuni esaminati
Il territorio preso in considerazione Ł situato tra
i 10 30’e 10 70’di longitudine est e i 44 00’ e 43 45’
di latitudine boreale. Esso si estende su una direttrice
generale N-S,edŁdelimitato a N dalla catena delle Al-
pi ApuaneeaSdalmassiccio dei Monti Pisani, a est
confina con il comune di Borgo a Mozzano e di Capannori,
a ovest con il comune di Stazzema, di Massarosa edi
Vecchiano.
Il Comune di Pescaglia risulta, tra le tre aree am-
ministrative prese in esame, quello posto piø a nord.
Esso copre una superficie di 75 km quadrati e il centro
26
abitato piø importante, situato a 480 m, era nel 1936
proprio Pescaglia, capoluogo comunale, con 725 ab. Esso
Ł collocato quasi al centro di questo comune, che ri-
corda vagamente nella sua forma quella di un triangolo.
In questa area geografica, la maggioranza dei centri
abitati si situano all’interno della fascia altimetrica
che va dai 300 ai 600 m; vale a dire in quell’ambiente
che si colloca al di sopra di quello strato di aria
fredda che a causa dell’irraggiamento notturno, si
"deposita" durante la notte, lungo i fondovalle o nelle
pianure; nello stesso tempo per , rimangono al riparo
anche da quegli abbassamenti di temperatura che caratte-
rizzano le zone altimetriche elevate; soprattutto quando
avvengono irruzioni di aria fredda, nelle quali spesso
il gradiante termico di stato dell’aria risulta partico-
larmente elevato e a causa di ci la temperatura con
l’altezza pu scendere con valori che superano anche il
grado ogni 100 m.
L’altezza media dei centri dunque rientra, secondo
la classificazione geografica, piø fra le aree colli-
nari, che fra quelle montane; in realt per , al di la
dell’aspetto puramente altimetrico, il paesaggio, il ti-
po di insediamento e la morfologia del territorio hanno
caratteri di tipo montano. I centri abitati, infatti,
sono in grande maggioranza villaggi agglomerati, edifi-
cati in genere sui pendii e solo alcuni nei fondovalle,
come Pascoso e S.Martino.
27
Il rilievo del comune, in genere, Ł caratterizzato
da una pendenza media superiore al 30%, le formazioni
montuose hanno direttrice prevalente est-ovest, con pen-
denze elevate dei pendii di bac o, che variano normal-
mente tra il 30-60% e con pendenza meno elevate dei pen-
dii a solat o, che in media vanno dal 15-30%, risultando
quest’ultimi cos , anche morfologicamente, piø favore-
voli all’insediamento. I villaggi insediati sui pendii a
solatio, rispetto a quelli edificati sugli altri versan-
ti, o sui fondovalle, beneficiano di un microclima piø
mite, dovuto in parte, naturalmente alla maggiore inso-
lazione, ma in parte, anche al fatto che si trovano, co-
s , meglio riparati dai venti di tramontana. Evidente-
mente per questi motivi la quasi totalit dei centri,
nel comune di Pescaglia, sono posti sui versanti esposti
a sud e cos pure le aree coltivate. I pendii a bac o
sono invece quasi sempre lasciati a bosco, o a bosco ce-
duo (Pedreschi, 1950).
La popolazione di questi centri, risulta per , gi
dal censimento del 1951, in forte calo(tab.1). Dal 1961,
inoltre, il centro abitato piø popoloso passa a essere
S.Martino in Freddana, posto a soli 62 m. Questo centro
di pianura Ł in continua crescita, anche perchØ Ł qui
che si trova la piø grande area industriale del comune.
In questo secolo in effetti si Ł assistito, a un impor-
tante processo di spopolamento delle aree montane, che
ha portato in pratica a un dimezzamento della popola-
28
zione; processo sempre meno legato a flussi migratori,
spesso temporanei, diretti verso stati esteri, ma sempre
piø legato a uno spostamento definitivo della popola-
zione, soprattutto giovane, verso la pianura. In conse-
guenza di ci , in questa area si Ł verificata una con-
trazione delle nascite, che a sua volta ha provocato
un’accelerazione del tasso di crescita dell’et media,
fenomeno che gi era stato rilevato, qualche decennio fa
da Pedreschi (1961). Nel 1921 la densit demografica,
relativa al comune, era di 93 ab. per Km†,come ci si
aspetterebbe di rilevare in un’area geografica montuosa,
ma questo valore, da allora ad oggi, ha continuato a re-
gistrare una persistente flessione e nel censimento del
1991 la popolazione si Ł ridotta a 55 ab per Km†, valore
che Ł quasi un decimo di quello riscontrato nel comune
capoluogo di provincia e un terzo di quello medio della
Toscana.
A differenza di quanto Ł accaduto nell’area montana,
la popolazione nel comune di Lucca Ł invece aumentata;
prendendo in considerazione gli anni dal 1921 al 1991,
essa Ł passata da 78585 ab. a 87100 ab. All’interno di
questo periodo, per , si possono riconoscere grossolana-
mente due fasi distinte: una fase di "crescita" e una
fase di "calo". La fase di crescita, comprende il pe-
riodo che va dal 1921 al 1971; in detto periodo la popo-
lazione raggiunge il valore massimo di 92002 ab. Questo
aumento, come vedremo meglio anche piø avanti, Ł stato
29
causato prevalentemente dall’emigrazione dalle aree mon-
tane e collinari, verso le aree di pianura, quest’ultime
caratterizzate dalla presenza diffuse di attivit pro-
duttive. La fase calante inizia negli anni ’70 e negli
anni ’80 diviene ancora piø rapida. Evidentemente ces-
sata la fase di attrazione della citt , inizia a manife-
starsi il nuovo fenomeno della contro-urbanizzazione,
con il decentramento sia delle attivit produttive, sia
dei servizi; ma soprattutto della popolazione, che dalle
aree fortemente urbanizzate del centro e della periferia
si trasferisce verso aree lontane dalla citt (tab.1). Al
di l comunque di questo nuovo fenomeno, la densit abi-
tativa si Ł mantenuta, durante tutto questo periodo,
sempre su valori superiori ai 400 ab/Km†.
Il capoluogo di provincia Ł situato quasi al centro
di una piana, ed Ł contornato da un’area collinare, che
forma una mezza luna intorno ad esso. La piana come Ł
noto, Ł di origine alluvionale; l’opera di colmamento
della conca inizi nel Pliocene, a causa del solleva-
mento regionale e del progressivo ritiro del mare, pas-
sando cos da un regime marino ad un regime lagunare e
lacustre, fenomeno che fu favorito anche dallo svuota-
mento dei laghi della Garfagnana. L’opera di colmamento
prosegu poi durante il Pleistocene, con un processo al-
luvionale, che port al progressivo colmamento della
conca lucchese, che fu percorsa e modellata dal fiume
Serchio, per arrivare ad assumere un assetto vicino
30
all’attuale nel Quaternario (Nardi et al, 1987). Anche
in periodi storici, la zona Ł stata allagata e resa mal-
sana da questo corso d’acqua, che se non guidato, irrom-
peva regolarmente nella pianura. Esso fu bonificato a
piø riprese, ma definitivamente, solo nel secolo scorso
(Natali, 1994).
Il comune di Lucca contava, secondo il censimento
del 1951, 88302 ab, dei quali ben 63997 ab. vivevano
nell’area pianeggiante, ad una altitudine inferiore ai
100 m, mentre la rimanente popolazione risiedeva nei
piccoli, ma numerosi, centri situati sulle colline che
circondavano la citt . Se consideriamo per , che l’area
collinare copre una superficie di almeno 90 Km† dei 186
Km† del comune(fonte: mie elaborazioni), ci accorgiamo
che in realt la densit demografica in pianura doveva
essere di almeno 667 ab/Km†, mentre in collina risultava
di soli 266 ab/Km†. Ma nel 1951 il fenomeno dell’esodo
rurale doveva ancora compiersi, quindi Ł ragionevole
pensare che la densit della popolazione sulle colline,
almeno per i due decenni successivi, sia scesa ulterior-
mente, mentre in pianura sia continuata a salire. Il va-
lore naturalmente risulta cos elevato anche per la pre-
senza all’interno di questo territorio di un centro ur-
bano importante, come la citt di Lucca. In effetti la
densit demografica in comuni agricoli di pianura non
raggiungeva questi livelli, nell’area di Porcari ad
esempio, superava di poco i 300 ab/Km†.
31
Il Comune di Porcari Ł posto a est della citt di
Lucca, Ł anch’esso situato sulla piana alluvionale efa
parte di quell’area depressa della piana che, in epoca
passata, ha sofferto di inondazioni e di impaludamenti,
anche a causa della vicinanza all’alveo dell’antico lago
di Bientina, un tempo qui chiamato lago di Sesto.
L’area amministrativa di Porcari, fino agli anni
’30, risultava a "vocazione" prettamente agricola, con
il 75% circa della popolazione attiva occupata nel set-
tore primario. La densit abitativa nel 1936 era di 301
ab/Km†, valore comunque elevato se consideriamo che la
stragrande maggioranza della popolazione viveva dei co-
siddetti "frutti della terra".
Con il decollo industriale, nel dopoguerra, Porcari
si Ł convertito anche in area industriale e tra il 1961
al 1991 la sua popolazione Ł cresciuta del 30%
circa(tab.1). Queste cifre per non danno il giusto va-
lore dello sviluppo edilizio verificatosi in questo co-
mune, che piø dei suoi abitanti, ha visto crescere i
fabbricati di tipo industriale, soprattutto nei due ul-
timi decenni, attratti in parte dall’asse autostradale
della Firenze-mare(Regione Toscana giunta regionale,
1987).
32
Tabella 1. Popolazione residente nei tre comuni
dal 1921 al 1991.
Anno. Lucca.
Pop.
Variazione
Pop.%
Porcari.
Pop.
Variazione
Pop.%
Pescaglia
Pop.
Variazione
Pop.%
1921 78575 100 5310 100 6563 100
1936 81738 104 5442 102 6218 90
1951 89500 113 5564 104 5837 86
1961 88428 110 5476 103 4756 72
1971 92002 117 5961 112 3765 57
1981 91249 116 6699 126 3824 58
1991 87100 110 6827 128 3762 57
Fonte: ISTAT, Censimenti generali della popolazione,
1921, 36, 51, 61, 71, 81, 91.
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
1921 1936 1951 1961 1971 1981 1991
Pescaglia ab\km
Porcari ab\km
Lucca ab\km
Figura 2. Abitanti per Km† nei tre comuni dal 1921 al
1991.