5
originaria) gli ossidi di diversi elementi: dell'alluminio (Al
2
O
3
), del titanio (TiO
2
), del
ferro (FeO, Fe
2
O
3
), del manganese (MnO), del sodio (Na
2
O), del potassio (K
2
O), ecc..
La composizione chimica dei principali costituenti è riportata nella tab.1.1
Tabella 1. Composizione chimica della pomice di Lipari
Cristobalite: assente; Quarzo < 0.5 %
L'analisi chimica riportata in tab.1 rivela che la pomice di Lipari, a differenza della
pomice di altra provenienza geografica, ha una percentuale di silice (SiO
2
) superiore
al 70% (g/100g) ed è totalmente amorfa (assenza di quarzo ed altre fasi cristalline
significative), mentre quella proveniente da altri giacimenti contiene non più del 50-
60% (g/100g) di silice.
Composto
Pomice Peerlees
g/100g
Pomice Lapillo
G/100g
SiO
2
Al
2
O
3
TiO
2
Fe
2
O
3
FeO
MnO
CaO
MgO
Na
2
O
K
2
O
P
2
O
5
CO
2
SO
2
H
2
O
Ferro libero
71,75
12,33
0,11
1,98
0,02
0,07
0,70
0,12
3,59
4,47
0,008
0,10
0,18
3,71
0,014
70,90
12,76
0,14
1,75
0,64
0,09
1,36
0,60
3,23
3,83
0,15
0,04
0,21
3,88
0,17
6
La quantità di silice influisce notevolmente sulle qualità della pomice:
aumentando il tenore di SiO
2
, infatti, aumenta la durezza della pomice e la sua
resistenza agli agenti chimici perchè le catene silossaniche (-Si-O-Si-O-Si-), dotate di
bassa reattività ed elevata inerzia, risultano più lunghe e possono meglio schermare i
centri più attaccabili che sono rappresentati dagli ioni alcalini sodio e potassio .
1.2 I GIACIMENTI ITALIANI DI POMICE
L'Italia possiede grandi giacimenti di pomice concentrati nell'isola di Lipari e
solo piccoli giacimenti non coltivati in Toscana; nel mondo, invece, la pomice è
molto diffusa e in Europa è presente soprattutto in Grecia e in Turchia dove vi sono
ampi giacimenti che, intensamente coltivati, fanno concorrenza a livello
internazionale alle due aziende operanti a Lipari: la "Italpomice S.p.A." e la "Pumex
S.p.A.".
Fig.1.1 Giacimenti di Pomice a Lipari
7
I giacimenti di pomice dell’isola si estendono lungo la costa orientale e
settentrionale, fra i centri di Canneto e Acquacalda, per complessivi 88,4 Kmq (più
del 22% della superficie totale dell’isola); costituiscono inoltre la maggior parte del
Monte Pelato (m 476), del Monte Chirica (m 602), della Forgia Vecchia e in minor
misura del Monte Sant’Angelo (m 594).
I giacimenti di pomice maggiormente sfruttati sono quelli di Campobianco e del
Monte Chirica.
A causa degli alti costi della mano d'opera rispetto a quelle nei due Paesi
Europei concorrenti, però, le due società siciliane hanno perso da tempo la leadership
commerciale nel settore degli impieghi nell' edilizia, quello cioè tecnologicamente
meno avanzato e a minor valore aggiunto, mentre in quello degli abrasivi dolci, la
Pumex è riuscita a mantenere una buona posizione nelle vendite grazie al fatto che
solo da poco i concorrenti si sono affacciati su questo mercato, ma soprattutto per
l'alta qualità del suo prodotto ed in virtù di una rete commerciale capillare e diffusa in
tutto il mondo.
1.3 CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLA POMICE
La pomice per uso industriale viene classificata in: "pomice bianca" (o peerless)
e "pomice nera" (o lapillo); i due tipi differiscono lievemente nella loro
composizione chimica elementare.
La "pomice bianca", ricavata per macinazione da pezzi di pezzame puro (o
pietra pomice), di densità apparente inferiore a 500 g/l, contiene, come evidenziato
8
dalla tab.1.1, più silicio, sodio e potassio, e poco meno ferro, calcio, e magnesio della
pomice nera.
La "pomice nera" o "lapillo", presenta una densità apparente superiore a 500 g/l,
anche per il fatto che non si trova mai come pezzame macroporoso, ma come granuli
di medio-piccola dimensione. Contiene una frazione magnetica che, all'esame
macroscopico, appare costituita da granelli di colore nero opaco, mentre nell'esame
microscopico si evidenziano granelli di colore nero, rosso ruggine e verde. Parte del
ferro è presente sottoforma di magnetite o di altri ossidi allo stato libero e non è
legata al silicato.
Per quanto riguarda il contenuto di acqua, la pomice di Lipari contiene circa il
4% di acqua legata chimicamente o "acqua di struttura". La presenza di acqua
dimostra che, durante il processo di formazione della pomice, la viscosità del magma
è aumentata repentinamente (probabilmente a causa dell'improvviso abbassamento
della temperatura) rendendo impossibile la totale fuoruscita dell'acqua che pertanto è
rimasta legata al silicato allo stato solido.
Secondo Scholze, si possono distinguere tre tipi di acqua di struttura:
Tipo A: acqua proveniente da gruppi -OH liberi legati al silicio da un legame debole
e come tale allontanabile a temperature comprese tra 280 e 400°C.
Tipo B: acqua proveniente da gruppi -OH legati a due tetraedri della silice attraverso
un legame forte e allontanabile a temperature comprese tra 400 e 550°C.
Tipo C: acqua proveniente da gruppi -OH legati a due tetraedri della silice attraverso
un legame fortissimo e pertanto allontanabile a temperatura pari a 650°C.
9
L’allontanamento dell'acqua di struttura per trattamento termico, modifica in
parte la struttura chimica e fisica della pomice.Sebbene la pomice di Lipari sia
principalmente formata da silice amorfa (durezza Mohs = 7), e da allumina (durezza
Mohs = 9), la sua struttura (Fig.1.2) è determinata anche dalla presenza dei cationi
mono- e polivalenti: potassio (K
+
), sodio (Na
+
), calcio (Ca
2+
), titanio (Ti
+
),
magnesio (Mg
2+
), alluminio (Al
3+
), ecc., che si trovano diffusi nella silice in modo
disordinato e senza la minima regolarità, com'è appunto caratteristica delle strutture
amorfe.
Il silicio tetravalente ha un raggio ionico di 0,39A°; l'ossigeno bivalente ha un
raggio ionico di 1,32A°, mentre la distanza tra gli atomi dell'ossigeno e quelli del
silicio nella pomice è di 1,63A°, cioè minore della somma dei raggi ionici, il che
prova che nel legame tra silicio e ossigeno è presente un significativo contributo
covalente che lo rafforza.
La presenza in forte difetto rispetto alla silice degli ossidi K
2
O ed Na
2
O, crea
sporadiche interruzioni nelle catene silossaniche del reticolo come appresso indicato:
-Si-O-Si- + K
2
O → -Si-O-K + -Si-O-K
-Si-O-Si- + Na
2
O → -Si-O-Na + -Si-O-Na
e di conseguenza, diminuisce la resistenza meccanica e la resistenza agli agenti
chimici della silice. La stessa cosa fa il calcio, il cui legame è però più stabile e più
forte. Potassio, sodio, calcio, vengono chiamati "networkmodifier" (modificatori del
reticolo), il silicio ed il fosforo invece "networkformer" (formatori del reticolo). L'
10
alluminio, presente nella pomice in notevole quantità rispetto ai cationi precedenti,
può entrare a far parte della struttura sia come "networkmodifier" che come
"networkformer". Il gruppo AlO
4
può sostituire un gruppo SiO
4
se la valenza
positiva mancante dell’alluminio viene saturata da uno ione alcalino, ad esempio: dal
sodio o dal potassio o da mezzo ione alcalino terroso: Ca/2, Mg/2. Perchè ciò
avvenga e l'ossido di alluminio funzioni completamente da networkformer è
necessario che il rapporto molecolare tra K
2
O + Na
2
O + CaO + MgO ed Al
2
O
3
sia
uguale ad 1, e infatti nella pomice di Lipari tale risulta il rapporto molecolare:
KO
Al O
KO
Al O
CaO
Al O
MgO
Al O
K O Na O CaO MgO
Al O
2
23
2
23 23 23
22
23
0 040 0 052 0 024 0 015
0 125
1 048 1+++=
+++
=
+++
=≅
....
.
.
Da ciò si deduce che l’alluminio funge soltanto da networkformer nella pomice di
Lipari.
L'azione negativa esercitata dagli ioni alcalini sulla struttura chimica
(indebolimento del reticolo silossanico) viene pertanto compensata dalla funzione
dell'alluminio.
Per completare il quadro relativo alla chimica della pomice di Lipari, bisogna
ancora dire che questa è esente, secondo la norma DIN 4226 (test con soluzione di
idrossido di sodio al 3%), da composti organici, contiene meno dello 0,01% (g/100 g)
di composti solubili in tetracloruro di carbonio e, in base alla norma ASTM C 289-
71 (Standard method of testing the potential reactivity of aggregated), circa 200
mmoli di silice solubile per litro.
11
Da un punto di vista fisico, la pomice di Lipari può essere definita come una
schiuma solida a struttura sferica o pseudopoliedrica con pori delimitati da
sottilissimi strati di sostanza silicatica. Al microscopio a scansione (Fig.1.3), i
micropori appaiono con diametro irregolare, ed ogni granello è composto da piccole
lame taglienti ed elastiche.
Le caratteristiche fisiche principali della pomice di Lipari sono elencate nella
tabella seguente.
• Durezza Scala Mohs 5-6
• Colore grigio chiaro
• Frattura a schegge
• FORMA GRANULARE IRREGOLARE E SPIGOLOSA
• Densità assoluta 2310 - 2360 Kg/m
3
• Densità apparente 400-900 Kg/m
3
(DIN 1060)
• Densità dopo costipazione 450 -1200 Kg/m
3
• Temperatura di sinterizzazione 900°C
• Colore di sinterizzazione beige, marrone
• Resistenza meccanica 250 Kg/cm
2
12
Fig. 1.2 Struttura chimica della pomice
Una delle proprietà più importanti della pomice di Lipari, che permette il suo utilizzo
in agricoltura o per il trattamento delle acque, è la sua attitudine ad assorbire acqua
con un potere di assorbimento variabile, a seconda delle diverse granulometrie.
Fig.1. 3 Immagini al SEM della Pomice
13
La sua struttura fisica, infatti, presenta un'elevata macroporosità in
granulometrie superiori a 1500 µm, ma con un'alta percentuale di pori chiusi che, non
lasciando penetrare l'acqua, fanno galleggiare la pomice. La pomice "Peerless"
possiede un maggior grado di assorbimento nelle frazioni comprese tra i 150 e i 1500
µm, mentre granulometrie superiori assorbono meno acqua per unità di peso a causa
della presenza di un gran numero di pori chiusi.
Il "Lapillo" ha invece, a parità di granulometria, una densità apparente maggiore
che comporta un assorbimento di acqua inferiore di circa il 30%.
La pomice, opportunamente pretrattata con sostanze idrofobe, può assorbire
anche liquidi apolari, come ad esempio: lubrificanti e carburanti.
1.4 UTILIZZAZIONI DELLA POMICE
La Pomice è un materiale particolarmente idoneo all’uso come inerte leggero nel
settore delle costruzioni edili.
L’uso del granulato di pomice nell'edilizia risale ai tempi dell'Antica
Roma (ad esempio, nella costruzione del Pantheon, notissimo tempio realizzato
durante l'età Augustea nel I° sec. a.C.) ed è andato via via perfezionandosi nel corso
degli anni.
Oggi la pomice è molto apprezzata per le sue proprietà di resistenza meccanica,
elasticità, leggerezza, isolamento termo-acustico ed altre, proprietà che oltre a fornire
un notevole risparmio energetico, consentono di rispettare le esigenze della moderna
bioedilizia.
14
Per queste ed altre proprietà il granulato di pomice è molto usato nell'edilizia
ove, grazie alla sua leggerezza e, ciò nonostante, alla buona resistenza alla pressione,
dovuta alla parziale espansione del materiale e alla sua particolarissima composizione
chimica (circa il 72% di silice e il 12% di allumina), consente di ridurre lo spessore
delle pareti con un notevole risparmio dei costi.
La pomice ha anche un largo utilizzo nel campo dell’agricoltura, nell’ambito
ambientale e nel settore industriale.
♦ UTILIZZO IN AGRICOLTURA
La pomice tipo "5/12", "2/10" e "5/15" (i numeri indicano il rapporto tra i
diametri maggiore e minore dei granelli) è largamente utilizzata in agricoltura,
floricoltura e orticoltura.
L'uso della pomice in agricoltura riduce il peso e la compattezza dei terreni
argillosi, e consente di risparmiare sui sistemi di irrigazione, grazie alla notevole
capacità assorbente delle particelle di pomice nei confronti dell'acqua che poi
rilasciano gradatamente alle radici senza esagerata ritensione. Nelle coltivazioni in
serra, la pomice, trattenendo il calore, aumenta l'efficienza del sistema di
riscaldamento. Vivaisti e floricoltori usano da tempo la pomice poichè agevola la
radicazione delle piante ed il drenaggio dell'acqua, consentendo così un ciclo di
coltivazione ottimale (Fig.1.4).
15
Figura 1. 4. Esempio di utilizzazione in campo agricolo
♦ UTILIZZO IN CAMPO AMBIENTALE
I lapilli vulcanici possiedono caratteristiche peculiari che li rendono idonei al
risanamento ambientale, a bonifiche di siti improduttivi e alla realizzazione di
strutture subacquee, poichè non sono solubili al contatto con l’acqua, non si
degradano nel tempo, nè tantomeno rilasciano o formano sostanze chimiche
inquinanti. Il lapillo, essendo chimicamente inerte, non dà luogo a reazioni chimiche
indesiderate, ed è caratterizzato da un'elevata superficie specifica rispetto ai materiali
comunemente usati in questo campo (quali sabbie, ecc.), che gli conferiscono un
elevato potere assorbente in presenza di acqua.Contrariamente ai materiali di natura
argillosa, caratterizzati dall'inaccettabile fenomeno della "plasticizzazione" dovuto
alla presenza di materiali rigonfiabili quali la montmorillonite, l'illite e la caolinite, il
lapillo vulcanico è privo di materiali argillosi. La sua elevata rugosità, dovuta alla
16
morfologia esterna, e la presenza di pori non comunicanti, consente il raggiungimento
di elevati valori dell'angolo di attrito interno, anche in condizioni non drenante.
♦ Utilizzo Per La Finitura Di Tessuti
Per quel che riguarda il settore industriale, invece, uno degli usi che più si è
diffuso in questi ultimi anni è quello relativo allo “stonewashing” dei tessuti denim
(Fig.1.5), che consiste nel sottoporre i capi di abbigliamento a lavaggi in cui è stata
aggiunta pietra pomice per conferire al colore del tessuto un apparenza scolorita.
L'assenza di prodotti chimici dà sicurezza al prodotto finito e contribuisce
naturalmente alla salvaguardia dell'ambiente.
17
Fig.1. 5. Applicazione nello Stonewashing
♦ Utilizzo come Abrasivo
Gli abrasivi sono materiali di durezza relativamente elevata, il cui impiego risale
sicuramente a tempi antichissimi; è noto infatti che i giacimenti di smeriglio
dell’isola greca di Naxos e i giacimenti di pomici delle isole Eolie vengono sfruttati
da alcune migliaia di anni.
Questi materiali hanno una grande importanza nella tecnologia moderna:
diversamente supportati, vengono impiegati nelle operazioni di sgrossatura, pulitura e
levigatura delle superfici, taglio dei materiali, sbavatura, raccordo di saldature,
correzione delle dimensioni di oggetti, affilatura di utensili, produzione di lenti, di
materiali antisdrucciolevoli, nella composizione di detergenti per uso domestico, nei
dentifrici e nelle composizioni per lucidare. Gli abrasivi vengono impiegati nella
lavorazione di ogni genere di materiale: dai metalli ferrosi e non ferrosi, ai legnami,
alle rocce, ai vetri, alle pietre preziose, ai materiali refrattari e ceramici, al cuoio, alla
gomma ed infine ai materiali termoplastici e termoindurenti.