2
complementarità tra Europa e Turchia, in alternativa all'influenza
russa od iraniana
- la configurazione socio-demografica della Turchia e delle
nazioni turcofone, verificando le società attuali e la loro
transizione verso il modello caratteristico dei paesi in via di
sviluppo
- le immense potenzialità economiche (il petrolio kazako, il
cotone uzbeko), che richiedono risorse finanziarie e tecnologiche
per essere sfruttate intensivamente ed introdotte nei mercati
mondiali. La Turchia, con progetti di cooperazione regionale e
l'unione doganale con l'Europa, si pone in una posizione
privilegiata per svolgere il ruolo di intermediario.
L'evoluzione politica interna della Turchia, tra filo-occidentalismo
e filo-islamismo, la disgregazione delle vecchie identità,
l'influenza del panturchismo come cultura comune dei popoli
turcofoni, completano un quadro in costante evoluzione;
sintomatico delle problematiche esistenti nel sistema mondiale
anche ad altre latitudini.
3
C A P I T O L O 1
LA STORIA : ORIGINI COMUNI TRA LA TURCHIA E LE
NAZIONI TURCOFONE EX SOVIETICHE
Azerbaigian, Kazakistan, Kirghisia, Turkmenistan, Uzbekistan,
storicamente discendono da un ceppo etnico turco, che ha
plasmato queste nazioni turcofone. Una germinazione spontanea
di mille anni di storia comune le ha portate alla attuale
comunanza di intenti, concretata nella Dichiarazione di Istanbul,
ideologicamente basata su una cultura tipica dell'Eurasia che
non risponde né a quella occidentale né a quella orientale, ma ad
un'articolata elaborazione dei due patrimoni culturali. I concetti
fondamentali riportano alle origini comuni, alla lingua, alla
religione, alla cultura, ed ai rapporti di queste nazioni ex
sovietiche e turche con il colosso sovietico. La vocazione
corrente al panturanismo, con sconfinamenti verso il
panislamismo, rievocando le radici millenarie, sancisce
l'importanza odierna di una storia comune, il peso del fascino del
passato e di una nuova identificazione con il fiorente impero
ottomano. Nei loro confronti, rispetto alla Cina, alla Mongolia,
all'Iran, all'India, all'U.R.S.S. ed alle nazioni europee, la Turchia
ha avuto ed ha un peso superiore, derivato da una presenza
4
politica coerente, continua, e di leadership di lungo periodo dai
selgiuchidi agli ottomani. La modernizzazione, la coesione
sociale, i valori, gli stili di vita, rispondono a parametri
prevalentemente eurasiatici. Appare quindi opportuno valutare
singolarmente i differenti aspetti prima richiamati, per osservare
le varie sfaccettature che compongono culture simili che, con
periodiche accentuazioni, rievocano il sentimento ancestrale che
unisce le popolazioni turche e turcofone, componendo il mosaico
di una identificazione omogeneizzante, diversa dal sentimento di
nazionalità, ma vicina a questo per vari aspetti.
Fisionomia regionale odierna
1
1.1 ORIGINI E SVILUPPO DELL'INFLUENZA TURCA NELLE
NAZIONI EX SOVIETICHE
Pur nella difficoltà di analizzare e localizzare tribù
prevalentemente nomadi, le ricerche storiche convengono
nell'identificare i primi nuclei turchi in una aggregazione di genti
forse affini agli unni ed agli avari. Le loro più antiche iscrizioni sul
fiume Orkhon (Mongolia) recano i nomi degli oghuz, degli uiguri e
dei kirghisi, che alternativamente presero il potere formando a
1
Grande Atlante Geografico del Mondo, Novara, Istituto Geografico de
Agostini ,1995, pag. 19
5
propria volta nuovi regni più o meno effimeri. Come molti nomadi
della steppa, si sparpagliarono poi per tutta l'Asia
2
. La prima
presenza turca storicamente rilevante è nel 552 d.c. nell'Aq
Dagh, a nord di Kucha, la parte occidentale dall'Oxo al Mar
Caspio, ed il fondatore in Bu-Min (Tu-Men per i cinesi). Il fratello
di Bu-Min, Silzibul (Sinjibu) stringe con Cosroe I, il grande di
Persia, un'alleanza che provoca la distruzione degli eftaliti, e
stabilisce una frontiera comune tra l'impero turco e la Persia
sasanide
3
. Nel 682 d.c. il nuovo impero dei turchi orientali si
instaura in Mongolia, e tra il 699 ed il 711 d.c. il canato dei turchi
orientali comprende quello dei turchi occidentali. Nel 744 d.c. un
altro stato turco, quello degli uiguri, rovescia l'impero dei turchi
orientali, formando un proprio impero con capitale ad Ordu
Baligh, sul fiume Orkhon. Per oltre due secoli il loro impero,
sostenuto dalla Cina come baluardo contro gli arabi dell'Iran,
basato su una coesistenza relativamente pacifica delle nuove
religioni alle quali si sono convertiti i suoi abitanti (buddismo,
manicheismo e cristianesimo), vive un lungo periodo di
prosperità e di crescente influenza sulle tribù vicine
4
. Si delinea
l'adattabilità dei turchi e l'estensione della loro influenza sulle
2
Federico A. Arborio Mella , Gli Arabi e l'Islàm. Storia, civiltà, cultura, Milano,
Mursia,1981, pag. 207
3
Asia Centrale , inStoria universale volume16, a cura di Gavin Hambly,
Milano, Feltrinelli, 1970, pag. 62
4
Luca Pietromarchi, Turchia vecchia e nuova, Milano,Bompiani,1965, pag.27
6
tribù esistenti: gli uiguri assorbono elementi culturali dalla Cina e
li fondono in una cultura propria, duttile e capace di adattamento.
Nel 10° secolo ai raffinati uiguri si sostituiscono gli oghuz,
avventurosi e battaglieri, che si convertono all'Islam e,
sostituendo il califfato abbasside, impongono in Eurasia l'impero
turco al posto di quello arabo
5
. Noti per le capacità guerresche,
sono parte fondamentale dell'esercito dei samanidi, che poi
escludono progressivamente dal potere. I qarakhanidi, del ramo
oghuz, diventano padroni della Transoxiana, che diventerà
Turkestan orientale (a sud del lago Aral e tra i due fiumi Amu e
Sir Darya), occupano Buchara nel 993, segnando i confini
all'Oxo
6
. E' un primo segno tangibile dell'egemonia turca su
questa regione. I ghaznavidi con Mahmud (998-1030) occupano
l'Amu Darya, Corasmia compresa, il bacino dell'Indo con il
Punjab, il Gange, la Jumma fino a Kanang e la costa dell'Oceano
Indiano fino al Gujarat. Sotto Mahmud non ci fu immigrazione di
un popolo turco come tale, ma assunse rilevante importanza il
suo atteggiamento sunnita militante, in contrasto con la
tolleranza samanide
7
. L'egemonia turca, geografica e culturale, è
ormai diffusa in tutta l'area, suddivisa in quest'epoca tra gli
5
L. Pietromarchi, op. cit. pag.28
6
F.A. Arborio Mella, op.cit. pag. 211
7
Claude Cahen,"L'islamismo I. Dalle origini all'inizio dell'Impero ottomano", in
Storia universale volume14, Milano, Feltrinelli, 1969, pag. 240-241
7
oghuz, stanziati dal Sir Darya al Volga, i qarluq sul lago Balchas,
i cumani (o qipciaq) a nord ovest -ma anche più o meno
mescolati ai Bulgari nella grande Bulgaria (Medio Volga)- ed i
cazari, ormai stabiliti da parecchi secoli nella Russia meridionale
(dalla Crimea al Caspio) ed in molte zone del Turkestan
8
. Lo
scontro tra i clan turchi dei qarakhanidi ed i ghaznavidi portò al
successo un terzo clan turco oghuz, i selgiuchidi, che -
combattendo ora con l'uno ed ora con l'altro- finì per sopraffarli
entrambi ed a rimanere padrone incontrastato. I turchi dei giorni
nostri rivendicano volentieri allo stato ghaznavide il titolo di primo
vero stato turco
9
, in quanto non ci fu discontinuità tra questo
stato e quello dei selgiuchidi (il fondatore dei selgiuchidi, Salgiuq
ibn Duqaq era un oghuz, trasferitosi sul finire del 10° secolo in
Transoxiana e convertitosi all'Islam). Il 1040 sancisce l'inizio
della vera fortuna della cultura turca, con la vittoria del capo
selgiuchide Togrul Beg sul sultano ghaznavide Masud nella
battaglia di Dandanagan presso Merv. Nel 1055 arriva a Bagdad,
conquista Tiflis e, al di là del Caucaso orientale, le rive del Mar
Caspio, sino al valico di Bab al Abwab, le porte di ferro
dell'antichità. Nella seconda metà dell'undicesimo secolo i
selgiuchidi conquistano l'alta Mesopotamia (Mossul, Diyar,
8
C. Cahen, op. cit. pag. 282
9
C. Cahen, op. cit. pag. 240
8
Rabi'a, Diyar Bakr), sconfiggendo i fatimidi a Bagdad. Con
questa conquista il Sultano selgiuchide diventa il protettore del
Califfo, i turchi sentono di riassumere in sé le fortune dell'Islam, e
da allora identificano i loro interessi con quelli del mondo
musulmano al quale trasmettono una nuova, irresistibile, forza
d'espansione. Causano un mutamento profondo con l'afflusso,
nell'undicesimo secolo, di un insieme di popolazioni turche che si
stabilisce in paesi musulmani, modificandone la composizione
etnica ed introducendovi le proprie usanze e la propria
mentalità
10
. Pone le basi per l'impero islamico, contrapposto a
quello bizantino, l'abbrivio dell'impero ottomano e dell'egemonia
regionale turca. Non vi sarà, salvo l'Egitto, nessun paese
dell'oriente musulmano che non finisca per subire l'influenza
dell'impero selgiuchide. I turchi erano pastori nomadi, spinti
altrove da siccità od altri eventi che sfociavano in conseguenti
guerre ed espulsione od integrazione degli occupanti. Nella
battaglia di Manzicerta del 19/8/1071 il conquistatore selgiuchide
Alp Arslan sconfigge l'imperatore d'oriente Romano IV Diogene,
ed affida i nuovi territori al cugino Sulayman ibn Qutlumish, che
vi pone le basi del futuro sultanato di Rum, primo nucleo di ciò
che diventerà la futura Turchia.
10
C. Cahen, op. cit. pag. 281
9
Insediamenti selgiuchidi e ghaznavidi nel 1180 circa
11.
Il giorno della battaglia di Manzicerta suggellò il declino dell'Asia
cristiana e l'espansione dei selgiuchidi; di pari passo proseguì
l'islamizzazione
12
. L'autorità morale dei selgiuchidi sui popoli e la
loro avanzata in Asia è uno dei fattori scatenanti delle crociate. Il
Visir Nizam al Mulk organizza il regno, trasformando le orde dei
turchi in sudditi disciplinati, assegnando feudi e poderi ad ufficiali
e tribù ed ottenendo la transizione da nomadi ad agricoltori;
rende sicure le vie di comunicazione, stimola la vita culturale,
crea università, strade, moschee, monumenti, canali, pozzi
perdenti e nuove norme igieniche
13
. Tra le istituzioni dei
selgiuchidi riveste grande rilievo quella dell'Atabeg (Ata=padre),
personaggio al quale il Sultano affida l'incarico dell'educazione
dei figli in minore età, e che ne sposa la madre se il principe
muore. L'usanza si istituzionalizzò, a beneficio dei capi militari
turchi dei quali accrebbe il potere. Fu importante anche dal punto
di vista etnico e demografico, in Azerbaigian ancora oggi (da
allora) si parla il dialetto turco detto azeri. I turkmeni erano
l'origine della fortuna militare dei selgiuchidi, un esercito leggero
ma forte per le sue dimensioni, immediatamente mobilitabile e
poco costoso finché c'era da saccheggiare. I selgiuchidi lo
11
Il nuovo Atlante storico Garzanti, Milano, Garzanti, 1990, pag. 124
12
L. Pietromarchi, op.cit. pag. 30
13
F.A. Arborio Mella, op. cit. pag.214
10
integrarono con un esercito servile o mercenario turco,
raddoppiando o sostituendo le polizie o le milizie locali, ed
estendendo il sistema a tutto l'impero. L'intensificazione del
movimento islamico e la riorganizzazione in senso ortodosso
della società musulmana completa le basi turche nell'Asia
minore. Lo stato si presenta come una simbiosi di elementi
diversissimi, con i turkmeni quale elemento comune. Dopo le
crociate dell'undicesimo secolo furono isolati, ma Bisanzio non
riuscì ad assimilarli, e nel 1204, dopo la quarta Crociata,
recuperarono gli sbocchi marittimi. In seguito all'invasione di
Gengis Khan, i selgiuchidi nel 1242 divennero vassalli dei
mongoli, la cui inferiorità numerica, amministrativa e culturale li
porterà ad essere assimilati da turchi, iranici e cinesi. La
superiorità della civiltà turco-islamica è uno dei fattori principali
che porteranno all'assorbimento dei dominatori mongoli nel suo
ambiente etnico-linguistico e culturale. Ma vi sono altri aspetti da
considerare: la già avvenuta mescolanza di turchi e mongoli
prima della loro venuta in occidente, la presenza di turchi uiguri
al seguito dei mongoli invasori, il forte numero di turchi
conglobati tra le milizie mongole o trascinati dalla valanga
conquistatrice lungo il suo cammino. Lo storico arabo Ibn-al Atir
ritiene che i turchi costituissero più della metà della massa degli
invasori. Le conquiste mongole si risolsero in un rafforzamento
11
della presenza turca nell'Asia centrale, in Persia ed in Anatolia.
Intere regioni come l'Azerbaigian (già allora a Tabriz si parlava
turco), furono guadagnate definitivamente al mondo turco
14
. I
cumani turchi si fusero con i mongoli, con truppe turche e con i
kazaki, diventando tatari, con religione islamica predominante e
tataro come lingua franca. I tatari, oggi uniformemente
considerati di origine e razza turca, erano in effetti all'inizio in
predominanza mongoli
15
, il che conferma il potere duttile ed
egemonizzante dei turchi nell'area. L'Anatolia cresce in
prosperità, venendo a far parte dell'immenso territorio dei
gengiskhanidi, dotato della rete di strade che congiungeva i suoi
porti sull'Egeo e sul Mar Nero con la Cina, attraverso la Persia; la
severa polizia delle forze mongole vegliava
16
. Nel 1391
Tamerlano, mongolo ma nato nel 1336 da un emiro turco del
clan dei Barlas, attraversa le steppe della Russia meridionale ed
arriva a quelle dell'Ala Tau occupate da alcune tribù di origine
turco-mongola e lingua turca, che già a quel tempo venivano
chiamate collettivamente uzbeki
17
. Dalla dissoluzione dell'impero
selgiuchide hanno origine dieci principati indipendenti, tra i quali
14
Rossi Ettore, "I turchi", in Le civiltà dell'oriente. Storia, letteratura, religioni,
filosofia, scienze ed arte, direzione Giuseppe Tucci, Firenze, ediz. Casini,
1956, pag. 543-555
15
C. Cahen, op. cit. pag. 321
16
L. Pietromarchi, op. cit. pag.37
17
G. Hambly, op. cit. pag. 139
12
acquistano il predominio gli ottomani, tribù nomadi appartenenti
al tronco delle tribù oghuz, provenienti dal Turkestan. La genialità
della loro politica fu, invece di logorarsi in lotte con gli altri
principati turchi, di innalzare la bandiera dell'unità religiosa,
ingrossando le proprie schiere ed ergendosi a difensori della
fede contro il dominio bizantino. Colsero i frutti della vittoria di
Manzicerta, che era sfuggita ai selgiuchidi che orientavano la
loro politica verso la Siria
18
. Iniziano l'estensione verso i Balcani,
ma nel 1402 la sconfitta con Tamerlano porta loro quarant'anni di
oscurità; la potenza ottomana risorge nel 1453 con la presa di
Costantinopoli (che diventa Istanbul) sotto Mehmet il
conquistatore, che pone fine al millenario impero della Roma
orientale. La vittoria ottomana e l'ulteriore avanzata dei turchi
sono gli ultimi successi dei nomadi sul mondo civile
19
. Il Sultano
diventa il più autorevole sovrano del mondo islamico, capo della
lotta contro gli infedeli e dovunque riconosciuto dai musulmani
20
.
Avviene il ripopolamento di Istanbul, con etnie provenienti da
tutte le zone del mondo musulmano, che conferiscono alla città
atmosfera e cultura cosmopolite. Nel 1472-73 gli ottomani
18
L. Pietromarchi, op. cit. pag. 43
19
Gustav Edmund Von Grunebaum , "L'islamismo II. Dalla caduta di
Costantinopoli ai nostri giorni" in Storia universale volume 15, a cura di G.E.
Von Grunebaum, Milano, Feltrinelli, 1972, pag. 13
20
Stanford J. Shaw, L'islamismo II. Dalla caduta di Costantinopoli ai nostri
giorni, in Storia universale volume 15, a cura di G.E.Von Grunebaum, Milano,
Feltrinelli, 1972, pag. 51
13
sbaragliano gli avversari tatari, occupano Qaraman e Baskhent
(Otluk Beli), nel 1481 arrivano fino alle rive del Mar Nero e nel
1484 conquistando il porto di Kilia, che controlla una delle
bocche del Danubio e la foce del Dnestr. Il Sultano Selim I nel
1514 distrugge gli sciiti safavidi iraniani a Caldiran (sulle riva
orientale dell'Eufrate) occupando l'Azerbaigian
21
, e nel 1516-17
conquista l'Egitto, dal quale dipendevano le città sacre di Medina
e La Mecca. Il Sultano di Costantinopoli diventa il capo
riconosciuto di tutto l'Islam sunnita, al quale guardano come ad
un protettore tutti gli stati musulmani fino alla costa nord africana
21
S.J. Shaw, op. cit. pag.73