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PREMESSA
Una grande percentuale di persone sul nostro pianeta ha sempre pensato, nel corso
dei secoli trascorsi fino ad oggi, che la scienza e la religione debbano essere
necessariamente nemiche fra esse, viste per la maggiore sempre in guerra al fine di
conquistare il dominio della nostra cultura moderna. Io penso, invece, che al mondo
ci siano già troppe “guerre” da poter aggiungerne un’altra alla lista.
Difatti, l’incontro tra diverse religioni e differenti fedi, tra credenti e non credenti,
tra scienziati e teologi, non mira a soluzioni mediate ma a svegliare, attraverso
l’ascolto e il rispetto delle ragioni dell’altro, quella coscienza critica che illumina la
realtà in una dimensione di senso.
Il progresso scientifico apre sempre nuove e grandi dimensioni della conoscenza e
richiede un continuo adeguamento dei metodi d’indagine, con un compito
decisamente arduo quando si vanno ad esplorare “zone di frontiera” ove le categorie
concettuali sovvertono radicate strutture di pensiero. Proprio gli sviluppi della
ricerca che hanno comportato la determinazione di alcune problematiche culturali,
sociali ed etiche impongono una riflessione sull’Uomo, sul suo rapporto con il
mondo e sul significato dell’esistenza.
Il rapporto fra scienza e fede, a differenza di quanto si può pensare, è ben lontano da
essere un dibattito dotto per pochi intellettuali. È una costante, più o meno silente,
della nostra vita e soprattutto delle nostre scelte, individuali e collettive. Il dubbio,
la fede o l'assenza di fede, conta nei rapporti sociali ed affettivi e dunque in primis
nella famiglia e nel lavoro, nell'educazione dei figli e, infine, nelle decisioni etiche e
politiche.
Per questo, se parliamo di idee e di futuro non possiamo prescindere da questo tema
e quanto più non possiamo negarci il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione,
prima di rifiutarne la sua immensa grandezza.
Essendo da sempre affascinata dalla tematica, ho deciso di svolgere il mio lavoro e
proiettare il mio pensiero personale all’interno di questo delicato dibattito.
Ritengo, infatti, che prima di potersi esprimere, confermare, negare, credere o non
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credere bisogna necessariamente essere informati. Ammettendo che ognuno è libero
nella vita di elaborare una propria visione del mondo, della vita, dell’uomo, delle
scienze e della religione, come del resto lo si è di credere o meno alle eventuali
ipotesi scientifiche e viceversa, ho trattato l’argomento senza nascondere la mia
posizione e le mie idee, seppur a volte critiche.
Ho sviluppato il lavoro partendo dallo studio delle singole religioni alla base delle
teorie creazionistiche, analizzando le loro caratteristiche in comune, le ragioni che
stanno alla base dei loro conflitti e soprattutto qual è il rapporto, nei diversi
ambienti religiosi, circa l’evoluzionismo. Partendo dall’analisi della teoria della
creazione, dall’etimologia della parola, l’origine, le teorie sulle quali le loro idee si
sono radicate, sono giunta a parlare del loro sviluppo nei secoli e di come oggi si
siano tramutate in nuove e vigenti teorie, spiegando come sia nato l’Intelligent
Design e cosa afferma. Ho altresì considerato quali siano i cambiamenti
determinatisi nella popolazione mondiale e l’influsso che essi hanno avuto e hanno
oggi nel mondo, non tralasciando la difficile situazione dell’insegnamento sulla
teoria dell’evoluzione non solo nelle scuole americane ma anche in quelle del nostro
Paese e quali siano stati i processi e le decisioni in merito. Non ho rinunciato a
mostrare alcuni errori e contraddizioni della Bibbia, quali comportamenti immorali
esalta e perché ciò che è riportato nella Genesi può essere facilmente smascherato
dagli studi di materie prettamente scientifiche, prendendo in considerazione le
prime teorie dei Padri della chiesa sulla datazione della Terra e dell’uomo fino ad
arrivare a quelle ora, convenzionalmente, accettate. D’altra parte ho affrontato
l’evoluzionismo, partendo dai primi “philosophes”, chi questi erano e come si è
passati ad essere “scienziati”, le prime teorie, gli errori e le accettazioni di
quest’ultimi fatti dagli stessi ricercatori nel tentativo di trovare una vera teoria,
corredata da prove scientifiche, ed in grado di dare risposte veritiere. Trattando
diversi filosofi naturali e importanti studiosi, mi sono sentita del tutto giustificata a
parlare e studiare in particolar modo chi, è per me, padre del pensiero occidentale:
Charles Darwin. La vita, le opere, le scelte, i suoi studi sono chiaramente delineati
nel quarto capitolo, ove ad essere trattato è anche il co-scopritore della teoria
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evoluzionistica Alfred Russell Wallace, assieme a tutte quelle che sono le prove a
favore dell’evoluzionismo, derivanti dalla paleontologia all’embriologia.
Mi preme sottolineare che questo non è uno scritto antireligioso, ma è
semplicemente uno studio di informazione. Difatti, per capire bisogna leggere, per
cambiare bisogna impegnarsi e per essere in grado non di accettare, ma quanto più
di convivere, c’è solamente bisogno di coraggio.
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CAPITOLI I: Creazionismo ed Evoluzionismo a confronto
Non cerco di immaginarmi un Dio
personale; mi basta contemplare ammirato
quel poco di leggi di natura che
i nostri sensi inadeguati possono
comprendere.
ALBERT EINSTEIN
( R. Dawkins, L’illusione di Dio, cit. pag. 21)
Alla base di tutte le umane opinioni, idee e differenti fedi vi è la scelta di ogni
singolo individuo se considerarsi parte di un mondo oggettivo e conoscibile
attraverso l’esperienza e la ragione, oppure se ritenere il mondo stesso un mondo
del tutto separato e non comunicabile con i possibili altri, come ad esempio riporta
la filosofia solipsista per la quale esisterebbe solo il proprio io e la propria
coscienza, dalla quale deriverebbe il tutto in una sorta di proiezione, analogamente a
quanto accade nei sogni notturni.
La scelta, per gran parte degli esseri umani e per tutti gli scienziati, è quella di
un’esistenza nel mondo reale in cui si vive e nella quale si può indagare e verificare
ciò che vi è all’inizio del nostro percorso umano.
Chi oltre alla fede nell’esistenza di un mondo reale accoglie e condivide una fede
religiosa, si trova a dover scegliere fra il porsi di fronte all’universo, la Terra e
quindi la comparsa dell’uomo secondo un’ottica Creazionista oppure Evoluzionista.
Il dibattito fra Creazionismo ed Evoluzionismo, chiamato anche il “Dibattito sulle
Origini”, è, nell’ambito culturale, scientifico e religioso, l’insieme delle ipotesi
contrastanti circa l’origine della vita, della terra, dell’universo e dell’umanità.
Queste sono sostenute dalle autorità religiose da una parte, appunto chiamati
Creazionisti, e dalla comunità scientifica dall’altra, noti come Evoluzionisti.
( F. Ayala, 2007)
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1.1 . Creazionismo
Il Creazionismo è la teoria secondo la quale l’universo, la Terra , la vita, gli esseri
viventi e nonché l’uomo abbiano avuto origine in seguito ad un atto di creazione
divina, tipicamente attribuito ad un essere superiore. Le posizioni creazioniste sono
in genere caratterizzate da una critica verso le teorie cosmogoniche ,antropologiche
ed evoluzionistiche alla luce di ciò che è scritto e narrato all’interno di quelle che
noi oggi definiamo “ Sacre Scritture”. In maniera particolare, il processo evolutivo
sulla Terra è, fra tutti gli studi scientifici, quello più comunemente messo in
discussione dai Creazionisti e dalla Chiesa, tanto che in alcuni contesti i termini
“Creazionista” e “Anti-evoluzionista” sono usati in senso essenzialmente
equivalente.
Il Creazionismo, che nella prospettiva odierna ci appare come un’antica e radicata
dottrina, in realtà è stato formulato verso la fine del Seicento e fu accettato dal
magistero ecclesiastico solamente intorno al 1740, dopo mezzo secolo di sospettose
indagini. Agli occhi dei naturalisti e dei filosofi della metà del Settecento, questa
nuova ideologia appariva come un impaccio alle loro libere indagini sull’uomo e la
terra. Ecco perché le prime tesi evoluzionistiche vengono avanzate dai
“philosophes” in funzione anticreazionista, in polemica con coloro che dalle
bellezze e dall’armonia del cosmo traevano argomenti per dimostrare, non solo
l’esistenza e i disegni del Creatore, ma anche l’esistenza di una Divina Provvidenza
impegnata a vegliare e ad assistere ogni creatura. Fino al 1834, la parola
“scienziato” non era di uso comune; le persone ad esempio come Isaac Newton
erano considerate, e si reputavano, “filosofi naturali”, ossia uomini con
un’inclinazione per la scienza e detentori di una grande e profonda cultura. Le
discussioni a proposito di fini cosmici superiori convivevano affianco a calcoli ed
esperimenti. Una delle conseguenze era che molti degli scienziati manifestava
opinioni e punti di vista totalmente “antiscientifici”: lo stesso Newton praticava in
segreto l’alchimia e credeva che il papa fosse l’anticristo. Joseph Priestley, lo
scienziato che scoprì l’ossigeno, era un seguace delle teorie del flogisto, mentre non
c’era nulla che Alfred Russell Wallace amasse più di una seduta spiritica.
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In realtà, è solamente con le figure di Albert Einstein e Bertrand Russell, che
cominciò a farsi strada la sintesi tra mondo scientifico e un più generale “
umanesimo”, una sintesi che si fonda sulla ragione e che osa operare collegamenti
tra il mondo scientifico e quello naturale con la conclusione che una vita etica, come
pure una vita basata sulla razionalità, siano meglio vissute basandosi sull’assunto
che non esiste alcuna dimensione spirituale.
Sebbene tra i sostenitori del Creazionismo non esista un punto di vista unitario,
quanto piuttosto un ampio spettro di vedute che va da posizioni estreme ad approcci
e visioni più moderate, è comunque possibile individuare alcune linee dominanti
all’interno della corrente. Secondo Ronald Numbers, autore di “ The Creazionists”,
(Numbers R., The Creazionits: from scientific creationism to intelligent design,
2006) un ampio e poderoso testo sull’argomento, in principio il termine
“Creazionismo” non veniva utilizzato per designare tutte le forme di anti-
evoluzionismo. A partire dagli anni venti del ‘900, negli Stati Uniti d’America dove
oggi la questione è ancora ben viva, la storia della creazione biblica divenne
l’alternativa più diffusa alla teoria evoluzionistica ed il movimento Creazionista ne
divenne il principale sostenitore.
In quello stesso decennio, i fondamentalisti cristiani statunitensi portarono sotto la
loro influenza tre stati (Tennessee, Mississippi e Arkansas), dove fu reso illegale
l’insegnamento dell’evoluzionismo nelle scuole; in Oklahoma furono perfino
proibiti i testi che promuovevano la teoria dell’evoluzione e infine in Florida
l’insegnamento del darwinismo fu condannato come “sovversivo”.
Nel 1925 a Dayton, nel Tennessee, il professore di biologia John Scopes venne
citato in giudizio per aver insegnato ai suoi alunni la teoria dell’evoluzione.
Quest’episodio portò al sensazionale e sicuramente ricordato “ Processo della
Scimmia”, in cui Clarence Darrow alla difesa si oppose al tre volte candidato
presidenziale democratico Willian Jennings Bryan all’accusa. Seppur il professor
Scopes fu condannato (verdetto rovesciato poi in appello), il processo viene
oggigiorno ricordato e considerato un trionfo pubblico per tutti i darwinisti.
Ben presto un nuovo sussulto creazionista fu alimentato nel 1961 con la
pubblicazione di “ The Genesis Flood” da parte del teologo John C. Whitcomb Jr. e
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l’ingegnere Henry M. Morris (Whitcomb Jr. e Morris H., The Genesis Flood: The
Biblical Record and its Scientific Implications, 1961). I due autori, fortemente
influenzati da George Price, leader degli Avventisti del Settimo Giorno,
sostenevano che la scienza fosse compatibile con la Genesi e, seppur le loro
affermazioni scientifiche non erano minimamente credibili, i cristiani conservatori
individuarono una nuova strategia di attacco nei confronti dell’evoluzionismo.
Attorno al 1970, Morris fondò l’Istitute for Creation Science, dal quale partì un
movimento a favore della diffusione nelle scuole pubbliche di una nuova materia
nota come “ Scienza della Creazione”. L’Arkansas e la Louisiana approvarono
l’insegnamento della teoria creazionista accanto a quella evoluzionistica nelle
scuole primarie, fin quando il giudice federale dell’Arkansas nel 1982 abrogò tale
legge dichiarando che il creazionismo traeva fondamento nella religione e non nella
scienza.
Attualmente il Creazionismo ha dato vita a due grandi correnti, una ancora legata
all’immagine biblica più letterale di una Terra giovane, l’altra invece tenta di
utilizzare argomenti sofisticati che, ad occhi inesperti, appaiono compatibili con la
scienza ufficiale.
La prima corrente presenta la posizione più radicale, teoria oggi definita
“Creazionismo della Terra giovane” dall’inglese “Young Earth Creationism”.
Costituisce cronologicamente il pensiero più antico e in contrasto con la scienza, la
cui origine risale alle idee dei padri della Chiesa e ai primi dibattiti contro gli scritti
degli scienziati che affrontavano il problema sull’origine della Terra e degli esseri
viventi alla luce delle nuove scoperte che vennero effettuate durante lo sviluppo
delle scienze naturalistiche del XVIII secolo. I creazionisti della Terra giovane
interpretano diversamente dai naturalisti i risultati delle datazioni che sono
incompatibili con la presunta datazione biblica, rifiutando cosi non solo la teoria
evoluzionistica, ma anche la geologia delle rocce e dei fossili. Difatti nel 1857 P.
Gosse, un creazionista della Terra giovane, spiegò nella sua opera “ Omphalos”
(Gosse, Philip H. Omphalos: An Attempt to Untie the Geological Knot. John Van
Voorst, 1857) l’esistenza dei fossili affermando che questi erano stati creati da Dio
poiché un mondo completo richiede tracce di una storia precedente.