7
Per comprendere appieno il pensiero politico di Alexis De Tocqueville, che lo porta
ad essere annoverato tra i precursori della filosofia politica, non si più prescindere dal tener
conto dell’epoca storica in cui visse e delle influenze che vita familiare, paese di origine e
relazioni che egli intrattenne durante la sua vita, ebbero sulla sua esperienza come filosofo
e politologo.
1.1 Aspetti biografici
Alexis Charles de Tocqueville nasce a Parigi il 29 luglio 1805, da famiglia
aristocratica normanna perseguita nel periodo del Terrore francese, post- rivoluzione; ma è
anche erede della tradizione illuminista, eredità che raccoglie dal bisnonno Malesherbes,lo
studioso si trova così ad affrontare il XIX sec. : portando con sé una eredità che è
contemporaneamente familiare, culturale e politica
1
.
Tocqueville vive in prima persona il passaggio storico-politico dalla società
aristocratica francese e stratificata dell’Ancien Regime a quella egualitaria e orizzontale
della Francia Repubblicana, Tocqueville appare in questo senso “un uomo tra due mondi”
2
.
Fedele per lungo tempo all’ideale monarchico, sceglierà di seguire la professione del padre
diventando magistrato, e nel luglio 1830 presterà giuramento a Re Luigi Filippo.
Due anni più tardi si dimetterà dall’incarico e sceglierà di partire per un viaggio in
America con il suo amico Gustave de Beaumont per redigere uno studio sul sistema
penitenziario americano. Il viaggio permetterà a Tocqueville e Beaumont di avere
successo e varrà loro il premio Montyon, non solo: per Tocqueville sarà l’occasione per
redigere un ulteriore studio sulla vita democratica in America.
L’opera più importante “ La democrazia in America” di Tocqueville verrà accolta
con grande successo e gli spalancherà le porte di accesso delle più prestigiose accademie
francesi. Predilige, però, la carriera di politico alla vita accademica, tanto che viene eletto
nel 1842 alla Camera dei Deputati, dove si dedica con particolare attenzione agli studi
sull’analisi dei problemi legati alle situazioni di povertà economica e marginalità sociale.
1
Cfr. J-L . Benoit “Comprendre Tocqueville” Colin, Paris, 2004; L.Diez Del Corral “Tocqueville:
formazione intellettuale e ambiente storico” , Il Mulino, Bologna, 1996
2
S.Wolin , “Tocqueville between two words”, Princeton Unversity Press, Princeton , 2001 ,
“Sistemi politici e processi culturali” di Salvatore Abruzzese in
Sociologi: teorie e ricerche, Sussidio per la storia dell'analisi sociologica,
a cura di Gabiele Pollini e Albertina Pretto, Franco Angeli
8
Uomo dotato di acume e capacità di analisi prevede l’insurrezione e denuncia la
crisi di credibilità della monarchia d’Orleans
3
, pubblicando inoltre studi sulla povertà,
sulle ragazze madri e sull’infanzia abbandonata. Proprio per questa sua capacità di
effettuare un’analisi che non si limita alla osservazione politica o filosofica, ma che si
amplia nella considerazione dei contesti economici, sociali, storici e antropologici, che
Tocqueville viene anche considerato l’analista dei limiti del potere
4
; egli è dunque
principalmente uno studioso della democrazia e dei processi politici che da questa hanno
origine
5
, ha messo in luce elementi sociologici determinanti per la società contemporanea:
evidenziando l’importanza dei nascenti ceti medi
6
, il ruolo della religione come fattore
propulsore per lo sviluppo delle società democratiche
7
, i rischi dell’individualismo e i
rischi delle nuove forme di governo totalitario
8
.
Tocqueville è infine noto dagli studiosi per la epistemologia che caratterizza le
modalità del suo metodo di ricerca, che si connota nello spiegare le singole componenti, i
singoli fattori che confluiscono in un fenomeno ad effetto aggregato delle singole scelte
compiute dai singoli attori
9
.
Fondamentalmente il pensiero tocquevilliano si caratterizza dalla convinzione che,
lo studio dei processi che conseguono allo sviluppo di una società democratica, appare
fondamentale non solo nei processi politici che contraddistinguono tale società ma anche
dei processi culturali che sono sottesi ad essa
10
.
3
Sistemi politici e processi culturali di Salvatore Abruzzese in
Sociologi: teorie e ricerche, Sussidio per la storia dell'analisi sociologica,
a cura di Gabiele Pollini e Albertina Pretto, Franco Angeli
4
Cfr. Alexis De Tocqueville, Scritti politici, a cura di N.Matteucci, Utet, Torino, 1977-81; Antologia degli
scritti politici a cura di Maria Lanzillo, Carrocci, Roma, 2004; G.Bedeschi, Il pensiero politico di
Tocqueville, Laterza, Roma-Bari, 1996
5
Cfr. S. Mill, Essai sur Tocqueville et la sociètè , Vrin, Paris, 1994, G.Poggi, Immagini della società: saggi
sulle teorie di Tocqueville, Marx e Durkheim, Il Mulino, Bologna, 1996; F.M. De Sanctis, Tocqueville: sulla
condizione moderna, Franco Anfeli, Milano, 1993
6
Cfr. R. Nisbet, The sociological tradition, The Free Press, Glencoe, Ill.1966, trad. Ital. La tradizione
sociologica, La Nuova Italia, Firenze 1967
7
Cfr. D. Hervieu_Lèger, J.P. Willaime, Sociologies et religion. Approaches classiques, P.U.F., Paris, 2001
8
Cfr. R. Aaron, Les ètapes de la pensèe sociologiques
9
Cfr. R. Boudon, Tocqueville aujourd’hui, Jacob, Paris, 2005, trad.ital. Tocqueville oggi, Rubettino, Soveria
Mannelli, 2005
10
Cfr. “Sistemi politici e processi culturali” di Salvatore Abruzzese in Sociologi: teorie e ricerche, Sussidio
per la storia dell'analisi sociologica, a cura di Gabriele Pollini e Albertina Pretto, Franco Angeli
9
1.2 Il pensiero politico di Tocqueville sulla democrazia
L’aspetto politico del pensiero di Tocqueville è costituito da una teoria che indica
gli eventuali rimedi liberali alla possibile evoluzione dispotica della democrazia.
Egli sostiene che esistono tre diverse versioni di democrazia:
- del governo del popolo, come è accaduto in America;
- di un’attitudine culturale generalmente considerata connessa alla democrazia,
quindi causa del dominio della mediocrità;
- di una forma di alienazione politica e di conseguenza della tirannia.
La democrazia statunitense è considerata la massima espressione di democrazia
liberale: è caratterizzata dalla totale assenza di frattura tra interesse e dovere. Pur essendo
una democrazia rappresentativa, tutto il popolo detiene il potere politico, perché l’elettore
controlla il rappresentante grazie alla brevità del mandato di quest’ultimo.
Sono, tuttavia, presenti degli organi costituzionali che impediscono il prevalere
delle assemblee; inoltre, il presidente ha la facoltà di porre il veto sospensivo sulle leggi. I
giudici costituiscono un corpo omogeneo, una sorta di aristocrazia. Particolarmente
importante nello stato democratico è il criterio del precedente come fattore di ordine e
stabilità: ogni provvedimento deve essere coerente con la Costituzione del paese. Secondo
Tocqueville, la stessa società democratica presenta però dei punti d'ombra.
Rileviamo questo pensando alla mediocrità e all'appiattimento dell'individuo,
prodotti da un governo democratico, che portano all'instaurarsi di un "larvato dispotismo".
Questa non è solo un'ipotesi: Toqueville riscontra un vero e proprio andamento dialettico
per cui la realtà democratica si rovescia nel suo contrario.
Quanto al pericolo del dispotismo, Tocqueville ritiene che questo è dovuto allo
sviluppo del fenomeno della massificazione, ossia della formazione di individui uniformi.
Tocqueville, dunque, vede questo dispotismo democratico innanzitutto come tirannia di
una maggioranza su una minoranza. Ci si chiede allora chi sia a detenere l'effettivo potere.
La spiegazione è di ordine economico: lo sviluppo dell'industria, dice Tocqueville,
soprattutto in Europa rafforza lo Stato, e questo stesso tende a farsi industriale attraverso la
costruzione di opere pubbliche e a divenire il primo tra questi, assumendo così la vera
fonte del potere politico ed economico. Sovranità popolare e pubbliche libertà restano in
vigore ma, di fatto, svuotate del loro potere.
10
Tale società industriale compromette l'egualitarismo: attraverso la divisione del
lavoro genera il progressivo abbassamento della classe operaia e l'elevazione di quella
padronale.
Nel testo “Democrazia in America” Tocqueville inserisce anche un giudizio sulla
democrazia francese, e più in generale sulla situazione europea, uscita dalla rivoluzione.
Sostiene che un paese dove è presente una figura monarchica, che abitua gli uomini ad un
potere accentrato, in particolare in campo amministrativo, ha buone possibilità di cadere
nel dispotismo.
L’ “accentramento amministrativo” è, quindi, individuato da Tocqueville come uno
degli errori che hanno portato la rivoluzione francese al periodo giacobino ed a quello
napoleonico.
1.3. La Democrazia in America
"Vedo chiaramente nell'eguaglianza due tendenze: una che porta la mente umana
verso nuove conquiste e l'altra che la ridurrebbe volentieri a non pensare più. Se in luogo
di tutte le varie potenze che impedirono o ritardarono lo slancio della ragione umana, i
popoli democratici sostituissero il potere assoluto della maggioranza, il male non avrebbe
fatto che cambiare carattere. Gli uomini non avrebbero solo scoperto, cosa invece
difficile, un nuovo aspetto della servitù… Per me, quando sento la mano del potere
appesantirsi sulla mia fronte, poco m'importa di sapere chi mi opprime, e non sono
maggiormente disposto a infilare la testa sotto il giogo solo perché un milione di braccia
me lo porge".
11
E’ un passo tratto da una delle opere più importanti scritte la A. de Tocqueville, La
Democrazia in America, testo classico francese pubblicato in due opere, il primo nel 1835,
il secondo nel 1840. Suddiviso in due tomi, pubblicati separatamente, il primo tratta della
spinta che il movimento democratico (inteso come trasformazione sociale che prende
forma successivamente nelle istituzioni politiche) dà alla forma di governo, alle leggi e alla
vita politica, democrazia intesa dunque come struttura politica.
11
A. de Tocqueville “La Democrazia in America” 1835-1840