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Introduzione
La comunicazione oggi è sempre più libera: il futuro è mobile.
Non esistono più vincoli di spazio o di tempo, esistono strumenti,
infrastrutture e codici senza limiti o barriere. Alla comunicazione personale,
si aggiungono nuove forme di interazione assolutamente impensabili appena
pochi anni fa. La rivoluzione prodotta dalle nuove tecnologie mobili ha
praticamente annullato la dimensione spaziale che separa fisicamente
persone e luoghi al punto da spingere l’uomo a riconsiderare i propri
modelli d’interazione sociale al di la del senso stesso del luogo.
Oltre il 91% della popolazione mondiale oggi ha accesso alle comunicazioni
mobili ed i vari tipi di dispositivi che sono entrati a far parte delle nostra
vita, ci portano più vicini al resto del mondo e stanno ridefinendo
consolidati modelli di apprendimento, di collaborazione e di educazione.
Benvenuti nell’era della società sempre connessa, nella quale persone e cose
sono in grado di comunicare e scambiare informazioni in tempo reale,
cambiando abitudini quotidiane, ma anche trasformando significativamente
i processi e le attività di ogni tipo e in ogni campo, dall’industria al
commercio, dai trasporti all’intrattenimento, finanche in ambiti solo
apparentemente distanti come può essere il settore agricolo.
L’elaborato descrive il percorso della rivoluzione del mobile, dalle origini
passando per gli sviluppi delle tecnologie fino a rappresentare come il
fenomeno si sia sviluppato nel nostro Paese. L’osservazione è condotta
attraverso l’analisi statistica dei dati per mezzo dei quali si vuole descrivere
il fenomeno nei suoi diversi aspetti ed individuare le possibili relazioni tra le
variabili fondamentali che lo alimentano. Particolare attenzione è dedicata
allo sviluppo dei sistemi di ultima generazione in grado di veicolare
contenuti sempre più complessi e supportare servizi innovativi in mobilità.
La ricerca si completa con un caso di studio che analizza in che modo gli
italiani e in particolar modo i giovani e ragazzi utilizzano il dispositivo
mobile.
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1. L’origine della telefonia mobile
1.1. Cenni storici
L’origine dei sistemi mobili di comunicazione risale al periodo a cavallo tra
il XIX e il XX secolo quando gli scienziati del tempo approfondirono gli
studi condotti da Heinrich Hertz nel lontano 1880 sulle onde
elettromagnetiche
1
.
I primi sviluppi nell’utilizzo delle onde radio per le comunicazioni si
osservano nell’ambito del controllo della navigazione portuale; la scarsa
portata dei sistemi primordiali, inizialmente limitata ad un raggio massimo
di circa 5 km, consentiva ad ogni modo il governo del traffico navale nelle
grandi stazioni di trasporto marittimo.
In seguito alle grandi tragedie navali del Republic (1909) e del Titanic
(1912) crebbe la spinta all’utilizzo di sistemi per le comunicazioni
transatlantiche; tutte le più grandi navi per il trasporto di persone e merci
cominciarono a dotarsi di apparecchi per la comunicazione telegrafica.
Nel 1915 la compagnia americana AT&T realizza la prima chiamata
telefonica transcontinentale tra New York e San Francisco
2
; nello stesso
anno un team di scienziati della holding statunitense Bell Telephone, per
mezzo di gigantesche antenne messe a disposizione U.S Navy, stabilisce
collegamenti transoceanici con Francia, Panama e isole Hawaii
3
.
Negli anni successivi alla prima Guerra Mondiale si moltiplicarono le
applicazioni sperimentali soprattutto in ambito militare, fin quando la
tecnologia cominciò gradualmente a diffondersi anche in altre attività di
pubblica utilità.
Particolarmente significativo in tal senso si rivela l’esperimento condotto
dal celebre scienziato e inventore italiano Guglielmo Marconi, che dal
laboratorio del suo yacht Elettra ancorato nel porto di Genova, il 26 marzo
1930 accese con un radiosegnale l’impianto di illuminazione
dell’Esposizione Radioelettrica di Sidney a più di 22.000 Km di distanza
4
.
1
F. Ashall, Le Grandi Scoperte Scientifiche, 1999, p. 31-33.
2
S.E. McMaster, The Telecommunications Industry, 2002, p. 45-48.
3
G. Moroni, La telefonia cellulare, 1996, p.3.
4
V. Cantoni, G. Falciasecca, G. Pelosi, a cura di, Storia delle Telecomunicazioni, 2011,
Vol.1 p.136.
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Ma il passaggio fondamentale, che spianò la strada all’evoluzione della
comunicazione in mobilità, si rileva intorno alla metà del secolo, con la
specializzazione nell’utilizzo delle microonde, onde elettromagnetiche di
frequenza maggiore rispetto alle onde radio, in grado di viaggiare in fasci
ristretti per grandi distanze. Le microonde, inizialmente dedicate
esclusivamente alla trasmissione di segnali radiofonici e televisivi, furono
ben presto adottate dai nascenti sistemi di telefonia mobile come strumento
per l’accesso dei terminali alla rete.
Nel 1948 la AT&T ottiene dalla Federal Communications Commission
(FCC) la licenza per l’utilizzo delle frequenze e commercializza a St. Louis
nel Missouri il primo servizio di telefonia mobile veicolare (MTS) al
mondo, diffuso in seguito nelle grandi città e nei maggiori corridoi
autostradali degli USA
5
.
I terminali veicolari avevano dimensioni rilevanti: pesanti oltre 30 kg., si
componevano di un ricevitore, un trasmettitore e un’unità logica collocati
generalmente nel bagagliaio delle automobili ed alimentati dalla batteria; il
carico di potenza molto elevato necessario durante il funzionamento ne
limitava l’utilizzo ad una, massimo due brevi chiamate, realizzabili in ogni
caso con l’ausilio di un operatore di centrale. L’utente per effettuare la
chiamata doveva cercare manualmente la frequenza disponibile e la
comunicazione era di tipo monodirezionale, controllata da un pulsante sul
modello delle ricetrasmittenti (walkie-talkie).
Oltre alle specificità strutturali dei terminali, anche la tecnologia dell’epoca
poneva grossi ostacoli alla diffusione del servizio, limiti legati in particolar
modo al sovraffollamento dello spettro radio disponibile e alla struttura
della rete di raccolta.
Tuttavia l’inarrestabile progresso tecnologico permise ben presto il
superamento di queste barriere.
Nel 1973 l’americano M. Cooper completò la messa a punto per Motorola di
un prototipo dotato di batteria interna, antesignano dell’attuale telefono
cellulare, con il quale realizzò la prima chiamata nella storia della telefonia
mobile da un apparato in movimento non installato su un automobile o altro
veicolo; il ricercatore ebbe lo spirito di telefonare al suo omologo J. Engels,
capo della ricerca e sviluppo dei Bell Lab. di AT&T, principale concorrente
di Motorola nel campo delle telecomunicazioni
6
.
Circa 10 anni dopo la stessa Motorola immette sul mercato il primo telefono
cellulare prodotto in serie, discendente del prototipo di M.Cooper, è ancora
piuttosto ingombrante ma dotato di una batteria che garantisce una discreta
5
AT&T, 1946: First Mobile Telephone Call, in AT&T Labs Enterprise Worldwide
Technology Timeline, 2014.
6
G.A. Gow, R.K. Smith, Mobile And Wireless Communications, 2006, p.32
9
autonomia per circa 6 ore di stand-by e 30 minuti di conversazione; il
terminale è proposto ad un prezzo di circa $ 3.500
7
e destinato inizialmente
ad un target di alto livello.
Nonostante il prezzo elevato, il pubblico risponde in modo euforico,
entusiasta ed eccitato dall’idea di poter essere potenzialmente sempre e in
ogni luogo reperibile, con una domanda massiccia e inaspettata che genererà
lunghe liste d’attesa.
Il telefono cellulare si appresta a stravolgere la vita di relazione nella società
contemporanea.
1.2. Cellulare e società
La telefonia mobile diventa un fenomeno di massa per una serie di ragioni
che toccano aspetti sociologici e psicologici.
Il telefonino innanzitutto assurge al ruolo di strumento principe per
cancellare le distanze, permettere di parlare, scrivere, vedersi anche quando
fisicamente si è in luoghi diversi.
Piuttosto che allo scambio di contenuti informativi, l’attenzione riguardo
alla telefonia mobile era rivolta inizialmente soprattutto alla
contestualizzazione della conversazione: dove ci troviamo, dov’è il nostro
interlocutore, erano le domande indotte dal bisogno istintivo di collocare i
protagonisti della conversazione in una “scenografia”.
Dopo aver fatto una certa abitudine alla comunicazione in mobilità, ecco
che le nostre preferenze tornano a focalizzarsi sul messaggio vocale e
dunque sui contenuti della conversazione.
L’impatto degli SMS (Short Message Service), brevi messaggi di testo
scambiati tra dispositivi mobili, accelera il cambiamento nel modo di
relazionarsi nei rapporti informali della quotidianità. Il pensiero scritto con
gli SMS deve essere per forza di cose sintetico, meditato e preciso; di
conseguenza la comunicazione diviene più snella, semplificata e integrata.
Volano del successo degli SMS è stato certamente l’entusiasmo dei teen-
agers che, anche in ragione dei costi ridotti, hanno rappresentato perlomeno
fino all’avvento dei social network, lo zoccolo duro di un target che ogni
giorno veicolava decine di milioni di messaggi.
Poi di nuovo le evoluzioni tecnologiche hanno proposto soluzioni
innovative e accattivanti concretizzatesi in strumenti multifunzione scalabili
in grado di poter aggiungere continuamente nuove applicazioni
personalizzate sulle esigenze e i bisogni di ciascun utente: il telefono
7
M.Shiels, A Chat With The Man Behind Mobiles, in BBC News 2003
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cellulare è diventato un dispositivo “Smartphone”; è ormai indispensabile
per creare aggregazione, comunità, senso di appartenenza, consente in
qualche maniera di soddisfare il proprio ego e contribuisce a renderci
protagonisti nella società di massa.
Con le tecnologie mobili d’avanguardia trovano appagamento la sfera delle
emozioni e quella della razionalità, la sfera affettiva e quella del business; la
tecnologia ci permette di ampliare gli spazi della personalità con strumenti
che diventano sempre più flessibili, relativamente sicuri dal punto di vista
della riservatezza e sempre più facili da usare.
1.3. Reti di telecomunicazioni
Le infrastrutture alla base delle comunicazioni telefoniche si possono
suddividere in reti di trasmissione e centrali di commutazione.
Le reti di trasmissione telefonica sono costituite da svariate tipologie di
mezzi trasmissivi, come linee elettriche bifilari (in cavo o in linea aerea),
cavi coassiali o in fibra ottica, ponti radio, collegamenti hertziani terrestri o
ancora collegamenti satellitari. Più in generale, quando si è instaurato un
certo collegamento telefonico, il segnale può transitare in varie forme su tipi
differenti di mezzi trasmissivi posti in cascata, che costituiscono le varie
tratte del collegamento.
Le centrali di commutazione hanno “l’intelligenza” e il compito di
instaurare i collegamenti telefonici desiderati fra coppie di utenti connessi
alla rete.
L'instaurazione di un collegamento avviene su richiesta di uno dei due utenti
(il chiamante) che individua l'interlocutore (il chiamato). Le informazioni
circa l'utente chiamato sono interpretate e attuate dalla centrale che
predispone l'instradamento della comunicazione. Al termine del servizio, la
connessione decade (abbattimento) permettendo alla rete di tornare nelle
condizioni iniziali.
Questa procedura logica veniva dapprima attuata con mezzi manuali - nella
centrale era presente un operatore che riceveva le informazioni dall'utente
chiamante e collegava fisicamente i circuiti - poi con mezzi automatici, per
mezzo di opportuni segnali generati dall'utente chiamante e interpretati
automaticamente dagli organi della centrale.
Il segnale telefonico rappresenta in termini elettrici l'informazione
scambiata fra gli utenti. Tale segnale fino a tutti gli anni cinquanta era di
tipo analogico e, successivamente, con l'evolvere delle tecniche
dell'elettronica e delle telecomunicazioni, è stato progressivamente sostituito
da opportuni segnali digitali.