3
Capitolo I Spin-off universitari
1.1 Definizione
Lo spin-off universitario è una nuova modalità di valorizzazione economica dei
risultati della ricerca che consiste nella nascita di nuove imprese promosse da
membri della comunità accademica che in tal modo mettono a frutto i risultati della
loro attività di studio (Consiglio e Antonelli; 2003). Clarysse, Wright e Van de Velde
(2011) riprendono gli spin-off universitari definendoli come una nuova azienda la
quale, è formata da una facoltà, membro della comunità accademica o da uno
studente del dottorato che ha lasciato l’organizzazione universitaria o di ricerca per
fondare un’impresa mentre è ancora affiliato con l’università. L’analisi di numerose
esperienze internazionali di successo evidenzia che il fenomeno attecchisce e si
sviluppa soprattutto laddove si afferma un contesto relazionale in cui gli aspiranti
imprenditori accademici sono in grado di acquisire assistenza, consulenza, contatti,
informazioni e finanziamenti necessari per intraprendere un percorso imprenditoriale.
Wright e al. (2006) definiscono gli spin-off universitari come uno start-up, dalla cui
formazione dipende il trasferimento formale di diritti di proprietà intellettuale
dell’università e nella quale l’università possiede una quota di capitale. Da un punto
di vista terminologico è possibile osservare nella letteratura una forte eterogeneità di
posizioni sul concetto di spin-off e persino sul nome attribuito al fenomeno si
riscontra una pluralità di termini, quali ad esempio: spin-off da ricerca, spin-out,
spin-off accademico. Alcuni autori concordano nel definire lo spin-off un processo
attraverso il quale si costituisce una nuova impresa autonoma in cui siano coinvolti
4
soggetti che lavorano o hanno lavorato presso un’altra organizzazione (Piccaluga,
Chiesa,1996; Arrighetti, Vivarelli,1998; Lindholm,1997).
In generale è possibile affermare che lo spin-off universitario si differenzia dallo
spin-off aziendale, da un lato, per la provenienza dei soggetti che promuovono
l’iniziativa imprenditoriale (ambienti tipici della ricerca) e dal ruolo da questi
ricoperto (studenti universitari, ricercatori, dottorandi o dottori di ricerca, personale
tecnico o professori), dall’altro per la peculiarità dell’iniziativa promossa. Smilor,
Gibson e Dietrich (1990), ad esempio, ritengono che sia possibile parlare di spin-off
universitario solo se l’iniziativa promossa è legata a due condizioni: a) il fondatore è
un membro della facoltà o dello staff accademico o uno studente; b) viene utilizzata
una tecnologia o un’idea a sfondo tecnologico sviluppata nell’università. Ciò
comporta, da un lato, di limitare il processo di avvio ai soli soggetti appartenenti alla
comunità accademica mentre, dall’altro, di permettere che questi soggetti sviluppino
iniziative ad alto contenuto tecnologico legate al tipo di ricerca svolta nell’istituzione
di ricerca di cui essi fanno parte. Quindi comprende, in tal modo, non solo le nuove
imprese tecnology – based, la cui attività è incentrata sulle tecnologie innovative, ma
anche iniziative più tradizionali e non knowledge based che rispondono, ad esempio,
a processi di outsourcing della struttura di appartenenza.
Una definizione diversa viene data da Steffenson (1999), il quale lo definisce
come un azienda nella quale una tecnologia core viene trasferita dall’organizzazione
madre e quindi gli spin-off sono un mezzo per sfruttare la conoscenza tecnologica
basata su attività di esplorazione che avviene in una grande organizzazione madre.
Lo spin-off, aldilà delle diverse sfumature, si concretizza in un processo in cui il
know-how di soggetti, appartenenti a vario titolo alla comunità accademica e
5
scientifica, è protetto e valorizzato attraverso una nuova impresa creata su iniziativa
dei ricercatori che assumono quindi, un ruolo imprenditoriale.
1.2 Determinanti della nascita del processo imprenditoriale accademico
Le imprese generate da spin-off universitari si configurano prevalentemente
sotto forma di NTBF (new technology based firms), ossia imprese più giovani e
innovative nello sviluppare e usare nuove tecnologie. Esse producono un importante
contributo diretto ed indiretto alla generazione delle conoscenze, alla diffusione della
tecnologia, al recupero della produttività ed alla creazione di nuovi posti di lavoro e
di benessere, soprattutto nel caso in cui le competenze presenti nell’università ed i
risultati della ricerca scientifica degli enti pubblici necessitino di una ulteriore attività
di trasformazione per poter arrivare ad una corretta applicazione su scala industriale.
Il consistente beneficio che il fenomeno degli spin-off universitari è in grado di
apportare all’economia di un paese ha spinto numerosi studiosi e policy maker a
cercare di comprendere in che modo sia possibile supportare e favorire la nascita di
tali imprese.
Gli studi empirici sulle determinati della creazione degli spin-off universitari
tendono ad usare micro-unità di analisi, come i singoli ricercatori o, in alternativa
utilizzano macro-unità di analisi come le università (Di Gregorio e Shane, 2003). Gli
studi che si basano sulle università come unità di analisi si focalizzano sull’impatto
delle politiche universitarie sulla formazione degli spin-off. Mentre gli studi che
prendono come unità di analisi, i singoli ricercatori, esaminano la tendenza dei
singoli membri accademici a creare spin-off utilizzando le caratteristiche delle
6
risorse dei ricercatori e le caratteristiche dei loro progetti e dei risultati di ricerca
come predittori della formazione degli spin-off.
1.2.1 Focus sul ricercatore
Nella letteratura accademica vi sono stati alcuni autori che si sono occupati della
micro-unità di analisi. Tra i motivi alla base della decisione da parte dei ricercatori di
avviare una nuova impresa, vengono individuati alcuni da Fini e al. (2008), i quali
affermano che il coinvolgimento di personale accademico nella creazione di nuove
imprese spin-off non scaturisce tanto da un’innata attitudine imprenditoriale, quanto
piuttosto dalle aspettative di generare risultati suscettibili di migliorarne la posizione
ricoperta in ateneo. Inoltre come è riportato da uno studio di Compagno, Lauto e
Fornasier (2008), la probabilità che un ricercatore generi uno spin-off aumenta al
crescere della propensione al rischio professionale del ricercatore ossia quella
propensione che fa riferimento alla reputazione propria del ricercatore nel contesto
accademico e a sacrificare la produzione scientifica a vantaggio dell’impegno nella
nuova impresa. Altri contributi sono stati apportati da Landry, Amara e Rherrad
(2006), che con un loro studio hanno contribuito al progresso della conoscenza
focalizzandosi sulle risorse più vicine ai singoli ricercatori. Essi affermano che i
ricercatori universitari sono imprenditori che fanno un gran uso di risorse e capacità
peculiari che vengono distribuite e coordinate nel processo di creazione di spin-off.
Quindi i ricercatori accedono a un gruppo di risorse tangibili e intangibili che
differiscono da un individuo all’ altro, così da creare un eterogeneità di spin-off. Tale
prospettiva suggerisce che la probabilità della creazione degli spin-off dai ricercatori
aumenterà quando o le risorse o il loro coordinamento sarà sufficiente. Infatti come
7
affermano Cooper e Bruno (1977), i beni primari in un’impresa altamente
tecnologica sono la conoscenza e le abilità dei ricercatori ed il vantaggio competitivo
è creato da ciò che i ricercatori riescono a far meglio rispetto ad altri. Le risorse che
consentono la creazione di uno spin-off sono:
-Patrimonio di conoscenze: di tutta la ricerca universitaria, solo una piccola parte
viene protetta giuridicamente attraverso la pubblicazione. Tradizionalmente i docenti
che hanno pubblicato le loro ricerche erano più orientati alla formazione all’interno
dell’università che al trasferimento della conoscenza all’esterno. Attualmente i
ricercatori, dopo aver pubblicato le loro ricerche, considerano le stesse come dei beni
patrimoniali che possono essere trasferite e commercializzate all’esterno
dell’università.
-Risorse finanziarie: Landry e al. (2006) prendendo in riferimento due categorie
di attori nella fase di fondazione e supporto, quali i business angel che si focalizzano
sulla valutazione degli imprenditori e i venture capitalists che agiscono nel capitale
iniziale, sottolineano l’impatto della ricerca di risorse di finanziamento accessibili ai
ricercatori, in particolar modo il finanziamento dall’industria e il finanziamento
attraverso gli accordi di partnership industria-università. Questi due tipi di
finanziamento agiscono come incubatore della creazione di spin-off poiché sono
molto più mirati rispetto ai finanziamenti dell’università. La ricerca empirica sostiene
l’opinione che i crescenti legami tra università-industria si traducono in livelli di
commercializzazione più elevati. Inoltre, Wright e al. (2004b) affermano che con la
presenza del settore industriale, si può facilitare la nascita di spin-off universitari,
soprattutto con gli investitori di capitale tramite joint venture spin-off, in quanto
dispongono delle risorse finanziarie necessarie e competenze commerciali per
trasferire con successo le tecnologie nel mercato. Dato che le università con ranking
8
elevati tendono a ottenere una grande quantità di finanziamenti dall’industria per la
ricerca, l’uso di una grande quantità di denaro derivante dall’industria
può causare un problema di valutazione con la misurazione della qualità della ricerca
universitaria. Pertanto, O’Shea e al. (2005) affermano che, la forza dei legami
universitari con industria è misurata dalla percentuale di denaro nel finanziamento
della ricerca piuttosto che dalla somma assoluta di denaro derivante dall’ industria.
Ciò significa che maggiore è la percentuale di finanziamento della ricerca ricevuta
dall’università come percentuale di finanziamento complessivo di ricerca e di
sviluppo, maggiore è la propensione alla creazione di spin-off.
- Capitale umano: una fondamentale risorsa di capitale umano per lo sviluppo di
tecnologie all’avanguardia è l’accesso a persone con conoscenze specializzate e con
talento (Powers e McDougall, 2005). Zucker et al. (1998) sostengono che gli
scienziati ‘stars’ provenienti da istituzioni accademiche di qualità superiore, creano
gli spin-off per ricevere i proventi generati dal loro capitale intellettuale. Tale
capitale è tacito e, di conseguenza, è difficile che venga imitato dalle istituzioni di
qualità inferiore. Di Gregorio e Shane (2003) sostengono che, può essere facile per
gli accademici, provenienti dalle università di primo livello, assemblare risorse per
creare spin-off grazie alla loro maggiore credibilità. Pertanto, un rating di alta qualità
dei dipartimenti di un’università avrà un impatto positivo sul numero di spin-off
creati. Inoltre, può essere importante la relazione tra risorse di capitale umano e il
trasferimento tecnologico. Secondo Powers (2003), una delle condizioni necessarie
per la generazione di spin-off dalle università è la disponibilità di scienziati e
ingegneri con capacità adeguate e know-how in attività di R&S. La disponibilità di
capitale umano implica, maggiore competenze e conoscenze all’interno di
un’università, che è positivo per la realizzazione di attività di trasferimento