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INTRODUZIONE
Tuitio fidei et obsequium pauperum. Da più di mille anni è questo il motto osservando il
quale è concretamente realizzata l'opera incessante e a volte scarsamente visibile ai più
svolta dai membri della "Sacra Milizia" appartenenti al Sovrano Militare Ordine
Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Agli albori della loro
storia questi uomini vestiti di neri mantelli ornati con una croce ottagona bianca, erano lo
scudo della cristianità contro l'arabo invasore, oltre ad essere la difesa e il sostentamento
dei pellegrini, dei bisognosi e dei malati. Costoro svolgevano le loro preziose attività non
solo in Terrasanta, teatro iniziale dell'opera dei Gerosolimitani, ma anche in Europa,
attraverso i numerosi ospedali sorti ovunque in brevissimo tempo.
Oggi la primitiva caratteristica guerriera è, per cause storiche e sociali, definitivamente
scomparsa; rimane, invece, inamovibile e incessante quella di "servi dei Signori malati"
che vede gli appartenenti all'Ordine portare cure, conforto e sollievo ai malati nelle diverse
parti del mondo, sostentamento e soccorso alle diverse popolazioni delle zone più
emarginate del pianeta e ovunque ve ne sia necessità, assistenza agli anziani soli e
bisognosi, sostegno ai pellegrini.
Nei secoli l'Ordine è stato uno dei più agguerriti e temuti eserciti che con i suoi uomini e
anche con la sua preparatissima ed efficiente marina ha lottato incessantemente contro gli
arabi infedeli; l'Ordine ha, inoltre, rappresentato una delle realtà politiche con più numerosi
e influenti contatti e con una notissima diplomazia attiva non solo nelle corti e presso i
signori dell'Europa cristiana ma anche con i vari regnanti musulmani; il S.M.O.M. ha,
soprattutto, fondato e gestito ospedali dediti alla cura di tutti i malati, istruendo personale
medico e fondando proprie università: l'Ordine di Malta può, infatti, vantare il pregio e il
merito di aver permesso, per primo, a una donna di laurearsi in chirurgia, quando ancora
l'ambito medico era riservato ai soli uomini.
Non si può ignorare però come una così complessa istituzione, operante in campo politico
e militare e fautrice di una così vasta e profonda solidarietà, abbia sempre avuto bisogno,
per il suo corretto funzionamento, di norme precise che regolassero la stessa
organizzazione ed il suo operato e che dessero le indicazioni indispensabili a tutti gli
operatori. Tutti i testi normativi non sono mai stati, caratteristica comune a pochissimi altri
testi equipollenti, e non avrebbero potuto mai essere privi di una pregnante e costante
presenza di richiami religiosi e spirituali: questi completano e caratterizzano i doveri dei
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singoli operatori evidenziandone anche tutti i sentimenti che ne devono dirigere e regolare
l'azione.
Non si può e non bisogna dimenticare che oggi l'Ordine si è imposto sul piano
internazionale attraverso la sua opera, anche a livello politico; infatti continuano a crescere
numericamente i rapporti diplomatici e politici che l'Ordine intrattiene con gli Stati, con la
Chiesa romana e con le Organizzazioni Internazionali potendo, a vario titolo e con forza
variabile, avere "voce in capitolo" nelle decisioni che vengono prese nelle diverse sedi nel
mondo. Non si deve peraltro mai dimenticare che, in uno scenario moderno così mutato e
sempre più privo di sentimenti quali solidarietà, carità, disponibilità per gli altri e
fratellanza, oggi l'opera solidaristica di soccorso e sostentamento dei bisognosi svolta da
parte dell'Ordine è ancora e sempre attuale. Il S.M.O.M. è presente ovunque nel mondo e
si prepara con sempre rinnovata forza, data dalle profonde radici che vanno ad ancorarsi
nei secoli passati, ad affrontare tutte le sfide, sempre più difficili e numerose, che il futuro
riserverà a questi Cavalieri, la cui figura non tramonta nei secoli. Questa azione costante
trova incessantemente nuova energia vitale con la quale continuare la propria opera e con
cui permettere di sopportare le indicibili fatiche e difficoltà che rendono sempre più
complicato,e a volte pericoloso, agire concretamente nei teatri e negli scenari diversi che
oggi vedono l'Ordine di Malta impegnato nel mondo.
Si ringraziano sentitamente il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di
Gerusalemme, di Rodi e di Malta e S.E. Barone Guglielmo Guidobono Cavalchini per
l'indispensabile, insostituibile e preziosa collaborazione accordatami, anche in merito alla
revisione del testo.
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Per una più agevole lettura nel testo la denominazione estesa del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni
di Gerusalemme, di Rodi e di Malta è stata anche abbreviata e sostituita con l'acronimo S.M.O.M. o con le diciture
Sovrano Militare Ordine di Malta, Sovrano Ordine di Malta o Ordine di Malta che comunque sono tutte ufficialmente
riconosciute come abbreviazioni utilizzabili e sono condivise e impiegate in testi legislativi, documenti e atti sia interni
all'Ordine che provenienti da Istituzioni terze rispetto all'Ordine stesso; sono state inoltre utilizzati diversi e ricorrenti
sinonimi, tutti unanimemente condivisi e utilizzati dalla letteratura e dalla critica esistente, in sostituzione degli acronimi
suddetti o dei nomi ufficiali dell’Ordine.
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CAPITOLO PRIMO
Fundamentum est justitiae fides,
id est dictorum conventorumque
constantia et veritas.
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1. 1 Storia del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni
di Gerusalemme, di Rodi e di Malta: dalle origini ai giorni nostri
1.1.1 Dalle origini alla cacciata da Gerusalemme
All'inizio dell'anno 1000 la Terrasanta e i suoi luoghi Sacri erano lo scenario storico-geografico nel
quale si incontravano e si scontravano il cristianesimo e il mondo arabo-musulmano, differenti per
cultura, religione, tradizioni, stili sociali e di vita; qui tra i rispettivi eserciti si susseguivano, con
alterne fortune per gli schieramenti, cruenti battaglie per il controllo politico-militare di questi
territori. In questo scenario inquieto, nonostante l'instabilità politico-militare e la scarsa sicurezza
per le persone, si poteva comunque assistere agli incessanti pellegrinaggi delle innumerevoli
persone che affrontando lunghi e non agevoli viaggi, sia attraverso le grandi vie romane che
congiungevano l'occidente alla Terrasanta sia via mare solcando il Mediterraneo, si recavano nei
Luoghi Sacri della Cristianità.
È proprio qui, più precisamente a Gerusalemme, che nella prima metà del XI secolo, la data più
accreditata è il 1048, sorse ad opera di un gruppo di monaci benedettini, l'Ospedale di San
Giovanni che venne aperto in prossimità della Chiesa di San Giovanni Battista, adiacente al Santo
Sepolcro. I monaci, come loro prima opera, sotto la guida del Priore Benedettino Frà Gerardo
Sasso (il futuro Beato Gerardo di Gerusalemme), iniziarono a gestire questo ospedale, ricostruito
da alcuni mercanti amalfitani sulla preesistente struttura di un ospizio ormai distrutto. Questa
nuova struttura venne inizialmente adibita per prestare soccorso ai sempre più numerosi pellegrini
viandanti presenti in queste terre; in breve tempo i monaci stabilirono come propria missione
anche la difesa, il soccorso e il sostentamento, oltre che dei pellegrini, anche dei Luoghi Sacri che,
sempre più frequentemente, erano oggetto di attacchi da parte degli arabi. Sorse così a
Gerusalemme quello che verrà in seguito definito xenodochium, che letteralmente significa
locanda per stranieri. Qui si riconosceva la tradizione benedettina che veniva perpetrata nei due
fattori essenziali: la carità per i nostri fratelli, i poveri ammalati come signori della casa, trattati con
riverenza e la vocazione di aggiungere all'accoglienza dei poveri le cure necessarie per la loro
1)"Fondamento della giustizia è la fede, cioè la costanza e la sincerità nel mantenere le cose dette e convenute.", M.T.
Cicerone, De officiis (I, 7, 23);
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; gli appartenenti all'Ordine benedettino, infatti, erano famosi nel mondo e maestri nella cura
dei malati con le erbe, che erano coltivate nei monasteri sparsi in Europa: questi medicamenti
venivano somministrati a coloro che ne avevano bisogno direttamente dai monaci che fungevano,
contemporaneamente, da medici e da farmacisti, essendo preparati in entrambe le discipline.
Gerardo, in merito al quale non sono numerose le notizie storiche confermate, diede la prima
Regola a questo gruppo di monaci ispirandosi alla Regola agostiniana
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perché più adattabile a
questo nuovo gruppo di monaci rispetto a quella benedettina
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, sancì per loro il nome di Ospedalieri
e stabilì che avrebbero dovuto indossare un mantello nero, di eredità benedettina, ornato di croce
ottagona bianca, scegliendo questa croce a otto punte a perenne ricordo delle otto beatitudini del
Vangelo di Matteo.
Gli Ospedalieri ebbero un ruolo importante nell'assistenza dei crociati che nel 1099 riuscirono a
strappare Gerusalemme ai musulmani invasori e, per questa loro opera, ricevettero numerose
donazioni in possedimenti, allocati in Europa, e denaro dai principi crociati. La prima vera
consacrazione ufficiale dell'Ordine avvenne il 15 febbraio 1113 quando Papa Pasquale II, con la
bolla Pie Postulatio Voluntatis, riconobbe e stabilì ufficialmente la fondazione dell'Ordo Equitum
Hospitaliorum Sancti Johannis Hierosolymitani, approvandone gli statuti. Il Papa sancì anche di
escludere il nuovo Ordine dall'ingerenza delle altre autorità religiose e laiche per le decisioni di
amministrazione e gestione interna e per le proprie nomine (tale condizione durerà fino al 1154
quando l'Ordine diverrà direttamente dipendente dal Papa). La bolla pontificia ratificò inoltre, a
favore dell'Ordine, il regolare possesso di numerosi Ospedali sul continente, di terreni e di
proprietà che si aggiunsero a tutte le ricchezze donate, da privati o da ecclesiastici, ai monaci di
Gerardo. I Giovanniti furono il primo esempio di monaci con vocazione soprattutto assistenziale e
con la loro opera risposero appieno alle esigenze anche spirituali dei combattenti crociati.
Solitamente si veniva avviati giovanissimi alla vita religiosa di tipo contemplativo e ascetico mentre
2) P. Jardin - P. Guyard, I Cavalieri di Malta, Ed. San Paolo, 2004, pag. 21;
3) La Regola Agostiniana è formata da pochi precetti essenziali tra cui spicca la volontà di vedere il monachesimo non
come momento di solitudine ma di perfetta unione coi fratelli sull'esempio degli Apostoli e della prima comunità
cristiana; fondamenti della vita monastica dovevano essere la Povertà, la Castità e l'Obbedienza. Agostino, nel
tracciare le norme per i suoi monasteri, prende spunto da motivazioni bibliche ed ecclesiali, prosegue poi esponendo
tutta la sua ricchezza spirituale e la profonda conoscenza delle persone e delle varie realtà della vita umana: ne nasce
un fulgido esempio di dottrina teologica, di sensibilità psicologica e di equilibrata esperienza umana dove il buon senso,
la comprensione, il primato dell'amore, della verità e della giustizia, assieme al rispetto per l'autorità e all'attenzione per
le persone singole, trovano una meravigliosa ed armonica combinazione; tratto da La Regola di Sant'Agostino,
www.aug.org;
4) La Regola Benedettina nasce dall'esperienza personale di San Benedetto il quale sperimenta personalmente quanto
le debolezze umane allontanino di più dalla contemplazione di Dio e cosi prevede di superare l'accidia, cioè la noia,
con il cenobitismo, in cui il tempo è ritmicamente diviso tra il tempo della preghiera ed il tempo dello studio e del lavoro
secondo la tradizionale dicotomia "Ora et Labora", lontano dalle mortificazioni e dalle privazioni tipiche della vita
ascetica e solitaria. Alla base della vita monastica vi erano le tre grandi virtù da onorare ed applicare in ogni momento:
obbedienza, umiltà e silenzio perché la vocazione deve essere soprattutto spirituale senza mai dimenticare la carità
poiché questa vivifica la vita comunitaria e quella personale. La vita monastica era imperniata sui tre cardini
fondamentali della preghiera comune, della preghiera personale e del lavoro: i monaci che seguono la regola di San
Benedetto, infatti, non devono essere né dei contemplativi dediti unicamente all'orazione, né dei liturgisti che
sacrificano tutto all'Ufficio, né degli studiosi, né dei tecnici o degli imprenditori di qualsivoglia genere di lavoro; tratto da
S. Bini, La Regola Benedettina, inserto AF n°1 2012, 2012, www.lumsa.it;
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in questo Ordine l'ingresso avveniva in età adulta ed era subordinato a un'attività fattuale e
concreta di assistenza, soccorso e difesa armata della Fede. Nel 1119 Papa Callisto II, con la bolla
Ad hoc nos disponente
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, riconfermò in favore del Convento i privilegi e i possedimenti oltre a tutto
quanto previsto dalla precedente bolla. Alla morte di Gerardo era impossibile distinguere i monaci
che avevano impugnato la spada dai cavalieri che avevano preso i voti: non casualmente, infatti, al
frate succedette un nobile soldato francese, Raymond du Puy, quale guida dell'Ordine. Questo
nobile successore confermò la Regola già emanata, innovandola e trasformandola da una Regola
atta ad ordinare la vita del primitivo gruppo di monaci nella Regola dell'Ordine: ribadì che comando
che tutti i fratelli che convengono a servire i poveri osservino i tre voti a Dio promessi, cioè castità
ed obbedienza a quanto è loro comandato dai Maestri, e di vivere senza proprietà.., continuando
affermando che non richiedano più di quanto è loro promesso, cioè pane ed acqua e vestito; e
questo sia umile, poiché i poveri, nostri padroni, e di cui noi teniam, servi, van nudi e sordidi, ed è
male che superbo sia il servo ed umile il padrone suo
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. Nella Regola venne disposto, inoltre, che
quando l'ammalato arriverà, sia accolto così: riceva il Santo Sacramento dopo aver confessato i
propri peccati al Priore, sia portato in un letto e là, come se fosse un signore, ogni giorno, prima
del pranzo dei fratelli (i cavalieri), sia nutrito caritatevolmente secondo le possibilità della casa
7
. In
queste parole è racchiusa la sostanza di tutte le motivazioni che, da sempre, animarono gli
appartenenti all'Ordine e cioè fede in Dio, obbedienza all'Ordine, asservimento ai poveri e ai
bisognosi con tutte le proprie forze unendo la disciplina terrena di un Ordine cavalleresco
combattente alla Fede tipica dell'Ordine monastico. Il nuovo Gran Maestro sancì un cambiamento
fondamentale perché, da questo momento, pur rimanendo fedeli ai voti di povertà, castità e
obbedienza, quegli uomini avrebbero indossato la cotta di ferro e cinto la spada. Stimolo
importante a questa nuova attività militare fu dato, nel 1128, dal De Laude Novae Militiae ad Milites
Templi di Bernardo di Chiaravalle con cui fu introdotta l'inusitata regola del malicidio:
contrariamente a ogni precedente insegnamento cristiano i cavalieri crociati adesso avrebbero
potuto e dovuto uccidere gli infedeli per debellare il male derivato da questi senza temere di violare
quanto disposto dal V Comandamento (non uccidere). L'Ordine Giovannita, così, assunse il
carattere di Ordine di cavalleria pur conservando, al tempo stesso, la condizione di Ordine
religioso. Diviene un'organizzazione militare ma tra questa e le altre istituzioni similari restano
sostanziali differenze. Sotto le insegne dei Templari e dei Teutonici accorrerà gente d'arme alla
ricerca di un significato da dare alle sue imprese guerresche e che intende porre il proprio coraggio
al servizio della Fede. Negli Ospedalieri sono invece uomini già toccati dal Verbo Divino, dediti a
opere di misericordia, consacrati all'altruismo e che in nome di questo ideale decidono di armarsi
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.
5) La bolla papale fu emanata il 19 giugno 1119;
6) M.M. Marrocco Trischitta, Cavalieri di Malta, una leggenda verso il futuro, A.c.i.s.m.o.m., Roma, pag. 5;
7) P. Jardin - P. Guyard, citato, pag. 31;
8) M.M. Marrocco Trischitta, La Croce Ottagona, Mattioli 1885, 2013, pag. 68;
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Gerosolimitani, Teutonici e Templari condividevano i compiti di assistenza dei pellegrini, dei malati
e degli indigenti, la difesa militare della religione cattolica e la propagazione della Fede. Gli
Ospedalieri, però, si distinsero dagli altri Cavalieri: questi si dedicarono maggiormente alle attività
assistenziali, mantenendo una consistente quantità di Ospedali in Asia e in Europa e contribuendo
alla diffusione della scienza medica; la loro Regola era di derivazione agostiniana, mentre quella
degli altri due ordini era di ispirazione benedettina; la Religione, infine, prevedeva l'esistenza di un
ramo femminile al suo interno, cosa che invece era sconosciuta negli altri Ordini cavallereschi.
I Giovanniti crebbero in importanza e forza durante i decenni successivi, sia come Ordine
assistenziale, che prestava un'indispensabile aiuto ai numerosi poveri e bisognosi, sia come
Ordine Militare, che poteva fornire costantemente nuovi soldati e nel frattempo controllare con
perizia e efficacia le roccaforti esistenti. Gli Ospedalieri si seppero ben comportare politicamente,
grazie a mirabili doti diplomatiche, negli intrighi e negli accadimenti che ebbero come scenario la
Terrasanta e come soggetti i diversi regnanti e conquistatori, che fecero la propria apparizione in
questo contesto con diversi ruoli e ambizioni. Vi furono infatti decenni di stabilità politica precaria
nel Regno di Gerusalemme con frequenti contrasti tra la Chiesa e i vari nobili che si alternarono, o
tentarono di farlo, al governo del Regno e delle sue immense ricchezze. Con l'importanza e la
considerazione, per gli Ospedalieri crebbero anche i possedimenti terrieri e le ricchezze
economiche, derivanti da donazioni dei diversi signori locali come pagamento dei servizi militari
prestati. Fin da subito i Giovanniti si trovarono a essere in contrasto con i Custodi del Tempio o
Templari anche a causa dei comportamenti e rapporti che questi ultimi tenevano con gli arabi con i
quali si relazionavano molto diversamente da quanto facessero i cavalieri biancocrociati. Acquisite
roccaforti e castelli è interessante sottolineare come i Giovanniti innovarono anche l'architettura
militare introducendo delle evoluzioni tecniche al fine di rendere i castelli meglio difendibili, anche
con un minor numero di uomini, e le strutture meno vulnerabili dagli attacchi nemici. Gli Ospedalieri
furono i primi a utilizzare una doppia serie di mura concentriche nella recinzione dei castelli; erano
soliti collocare torri quadrate e più stabili nelle mura interne e torri circolari più difficilmente
vulnerabili e scalabili dai nemici sulle mura esterne; erano soliti creare molte feritoie anche con
inclinazioni maggiori rispetto all'ordinario per difendersi o attaccare in maggior sicurezza; furono
maestri nel costruire i loro castelli su picchi elevati e luoghi difficilmente accessibili. Parallelamente
alle strutture militari, l'Ordine ampliò l'Ospedale di Gerusalemme e ne costruì uno altrettanto
importante ad Acri: entrambi riuscivano a prestare assistenza ad un elevato numero di persone
quotidianamente, come raccontato dalle cronache coeve, così da attirare sempre più l'amicizia, i
benefici e i favori dei potenti regnanti europei. In merito alle prassi e alle abitudini sanitarie, i
cavalieri appresero molte usanze dai musulmani, con i quali in tempo di pace i rapporti erano
frequenti: ad esempio adottarono l'abitudine del bagno, dei massaggi e delle cure idroterapeutiche
indispensabili in un clima caldo e umido come quello della Terra Santa.