ABSTRACT
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Francesco Ciprian
Tesi di laurea, a.a. 2013/2014
Auguste Choisy: le cupole seriali nell’architettura di
Mimar Sinan
Università degli Studi di Udine
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura
Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Relatore: Paola Sonia Gennaro
Correlatore: Diego Ersetig
L’ obiettivo della tesi è quello di studiare l’ arte del grande architetto ottomano Sinan riscoprendo
gli studi dell’ingegnere e storico francese Auguste Choisy.
Per comprendere le ingegnose soluzioni adottate da Sinan, ci si sofferma con altrettanta attenzio-
ne sul periodo pre-Sinan e sugli sviluppi delle tecniche di costruzione.
Gli studi di Choisy presentano una indagine delle tecniche costruttive e geometriche impiegate
nella realizzazione di una cupola. Vengono analizzate le varie soluzioni adottate nel corso dei secoli
nell’area medio orientale fino ad approdare a quelle eccezionali dei Turchi Ottomani, del quale Sinan
è stato l’architetto esponente massimo. Le diverse soluzioni adottate per la costruzione e l’imposta-
zione della cupola costituiscono dunque l’argomento centrale nell’analisi delle opere di questi due
grandi maestri. In particolare vengono prese in esame le costruzioni a cupole seriali di Sinan, come
le corti delle moschee, madrase o caravanserragli.
Nella sua lunga carriera di architetto, Sinan ha saputo applicare proporzioni geometriche, funzio-
nali e matematiche ai rewak ed a file di celle cupolate. In molti suoi lavori ha mantenuto la corte inter-
na rettangolare, come era abitudine nei suoi predecessori, ma esternamente le linee perimetrali dei
muri sono giustificate dalle irregolarità dei siti di costruzione nei quali si trovava spesso ad operare.
La Kűlliye Atîk Valide ad Istanbul (1584) è un esempio citato che metterà in luce questa sua abilità.
Al fine di presentare al meglio le combinazioni volumetriche delle varie soluzioni geometriche
adottate da Sinan, sono presi a modello i chiari ed esplicativi disegni di Auguste Choisy presentati
nelle opere Histoire de l’Architecture (1899 - 2 volumi) e L ’art de bâtir chez les Byzantins (1883). Egli sce-
glie la proiezione assonometrica come unico sistema di rappresentazione per la quasi totalità degli
edifici analizzati. Questo metodo di rappresentazione permette di mostrare contemporaneamente
la pianta, l’alzato, la sezione e la disposizione spaziale interna dell’oggetto architettonico.
Choisy pone egualmente l’attenzione alla struttura e allo spazio di una costruzione, rappre-
sentando lo spazio dell’oggetto stesso e non l’oggetto nello spazio.
Anche mediante la rivisitazione di queste tecniche di rappresentazione, si intende dimostrare
come Sinan rompa la semplice modularità della cella cupolata, variando la giustapposizione dei sin-
goli elementi al fine di mantenere la rigorosa modularità della corte interna. Nella madrasa del com-
plesso di Şehzade Mehmed ad Istanbul (1547) il dershane viene spostato dall’asse d’asimmetria e gli
assi delle due file di celle del lato nord non si corrispondono sempre. Ciò nonostante, egli definisce
proporzioni armoniche per correlare le due file cupolate.
Tra i casi studio è analizzata anche la disposizione ottagonale della Madrasa Cağaloğlu-Rüstem
Pasha (1550 Istanbul). In questa costruzione Sinan riesce ad usare l’intero angolo di 135° tra due
celle senza perderne spazio. Interessanti sono anche le soluzioni dei quattro angoli del quadrato
circoscritto all’ottagono. Sinan non ha cambiato la tradizione ottomana delle madrase, ma vi ha co-
stantemente aggiunto la sua interpretazione personale.
Nonostante abbia lavorato per oltre 50 anni, Sinan non amava ripetersi nei suoi numerosi lavori
e cercò sempre di trovare nuove soluzioni ad ogni problema che si trovò ad affrontare. Ha ripetuta-
mente trovato nuovi impieghi della cella cupolata come in uno dei suoi ultimi capolavori, la Kűlliye
di Şemsi Ahmet Pasha (1580), con l’aggiunta di una sola cella ristabilisce una conclusione alla confi-
gurazione rettangolare del rewak.
Abstract
0. AUGUSTE CHOISY
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Francesco Ciprian
Tesi di laurea, a.a. 2013/2014
Auguste Choisy: le cupole seriali nell’architettura di
Mimar Sinan
Università degli Studi di Udine
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura
Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Relatore: Paola Sonia Gennaro
Correlatore: Diego Ersetig
François-Auguste Choisy, nato nel 1841 a Vitry-le-François da padre architetto, è stato uno storico
di architettura e ingegneria. La sua formazione da ingegnere inizia all’età di vent’anni quando en-
tra all’ École Polytechnique, una delle più antiche e rinomate università di ingegneria della Francia.
Choisy si specializza nel ramo della costruzione di strade e ponti unendosi al Corps des ponts et chaus-
sées della scuola. Durante il periodo di scolarizzazione gli studenti della scuola prestano servizio
militare con il grado di ufficiale. In occasione di una missione in Grecia ha l’opportunità di osservare
l’antica architettura greca e la ammira a tal punto da considerarla l’arte di riferimento assieme a quel-
la dell’opus francigenum.
Negli anni immediatamente successivi l’inizio dei suoi studi, Choisy compie numerosi viaggi tra i
quali uno in Italia nel 1867, necessario per completare i suoi studi di L ’art de bâtir chez les Romains.
Nel 1875 compie un lungo viaggio di sei mesi in Asia Minore, da questo viaggio nascerà anche lo
studio L ’Asie Mineure et les Turcs en 1875, firmato da Auguste Choisy ingenieur des ponts et chaussées,
pubblicato nel 1876.
Nello stesso anno si guadagna il titolo di professore di architettura all’École nationale des ponts et
chaussées, tra le più prestigiose ed antiche istituzioni formative di ingegneria al mondo.
Suo è il progetto di una strada trans-sahariana che lo vede presente in nord Africa nel 1880, l’unico
progetto della sua carriera come ingegnere di ponti e strade.
Nel 1899 pubblica i due volumi di Histoire de l’architecture ricoprendo un periodo di storia dell’ar-
chitettura che va dalla preistoria al XVIII secolo, tralasciando volutamente il XIX secolo. Attraverso
questa opera riesce ad offrire una panoramica completa dell’evoluzione delle forme strutturali e de-
corative nell’architettura.
Choisy studia anche Vitruvio e le architetture del periodo romano. La ricerca di Choisy nel campo
delle costruzioni e delle loro proporzioni geometriche e armoniche fonda su radici storiche antiche.
L’ingegnere e storico francese muore nel 1909 a Parigi lasciando parzialmente incomplete le sue
analisi su Vitruvio.
I primi studi di Choisy, data la sua formazione di ingegnere, tendono a concentrarsi più sulla parte
strutturale e costruttiva di un edificio piuttosto che sui principi compositivi. Eppure con Histoire de
l’architecture riesce a combinare l’approccio ingegneristico con quello architettonico sulla base di
una contestualizzazione storica, presentando una successione di stili che è frutto del contesto nel
quale sono nati, maturati ed infine declinati.
L’importanza di questo suo grande lavoro è frutto anche del suo metodo di lavoro che prevedeva
il trattamento critico delle fonti, la definizione di operazioni analitiche rivolte al contesto storico.
Nei volumi di L ’art de bâtir chez les Romains e L ’art de bâtir chez les Byzantins è evidente la sua analisi
dell’architettura che mette a confronto analisi di carattere tecnico e tecnologico che tengono in con-
siderazione anche questioni operative e di organizzazione del cantiere. La metodologia di Choisy
è per molti aspetti innovativa e si pone in continuità con il lavoro di uno dei grandi maestri che lo
hanno preceduto, Viollet-le-Duc.
Auguste Choisy
1. L’OPERA
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Francesco Ciprian
Tesi di laurea, a.a. 2013/2014
Auguste Choisy: le cupole seriali nell’architettura di
Mimar Sinan
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Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura
Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Relatore: Paola Sonia Gennaro
Correlatore: Diego Ersetig
La massiccia produzione di Choisy
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può essere considerata fondamentale per quanto concerne la
storia dell’architettura per la sua vasta rappresentazione ed analisi grafica.
I disegni e gli scritti di Choisy sono stati fondamentali agli studi dei suoi successori al punto da
suscitare l’interesse e l’ammirazione di Le Corbusier, che definisce Histoire de l’Architecture, “il libro più
degno mai scritto sull’architettura
2
” . Queste considerazioni furono da lui espresse dopo aver studiato
le lezioni di Choisy sull’architettura greca ed egiziana, che Le Corbusier considerò essenziali per la
nascita di un’architettura moderna. Il fatto che un architetto del XX secolo, intento alla ricerca di una
nuova e rivoluzionaria architettura, trovò ampio sostentamento negli scritti di un ingegnere e storico
francese del XIX secolo, ci fa capire l’importanza e la ricchezza dell’opera di Choisy.
Nelle sue approfondite ricerche Choisy si propone di dimostrare come ogni sistema costruttivo sia
sempre stato impiegato in accordo con il carattere da attribuire all’architettura. La sua formazione
ingegneristica si rivela nell’intento di dimostrare che la nascita di uno stile è subordinato ad una
precisa corrispondenza tra tipologia architettonica, strutturale e tecnologica.
Choisy decide quindi di analizzare solamente quei periodi che hanno saputo mettere in atto questa
precisa relazione, tralasciando tutti gli altri ed escludendo l’architettura del XIX. I principi trasmissibili,
a suo parere, sono contenuti solo nei precisi periodi storici che descrive e negli edifici che illustra.
L’architettura greca e gotica, considerate da Choisy le arti di riferimento, occupano ampio spazio in
Histoire de l’Architecture.
Nell’architettura l’uomo è il principale fruitore degli spazi che devono quindi corrispondere ad
esigenze funzionali. Lo spazio è definito da geometrie realizzate con materiali e precise tecniche
costruttive. Choisy si propone di presentare la logica di costruzione e la mutua connessione dei
singoli elementi che compongono un’architettura.
La sua opera si pone in continuità con quella dei suoi predecessori Viollet-le-Duc e John Ruskin.
Come era consuetudine nel XIX secolo, l’architettura è spesso sottoposta ad analogie organiche. Il
paragone tra architettura ed anatomia è frequente e le opere di questi tre maestri sono corredate
da disegni chirurgici che sezionano ed analizzano una costruzione in ogni suo aspetto, senza però
mancare dall’essere accompagnati da descrizioni e considerazioni poetiche.
I disegni di Choisy mostrano l’ossatura dell’edificio ed i sistemi statici che lo governano. La struttura,
dal latino struhere, è una caratteristica predominante nell’analisi dell’ingegnere francese che scriverà:
“la forma sta alla struttura come l’espressione all’idea
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”. Infatti egli analizzerà l’architettura di ogni
epoca concentrandosi sulla relazione tra la costruzione e la sua forma e struttura. Gli architetti e
ingegneri storici dell’epoca abbandonano la ricerca delle forme per concentrarsi sull’analisi della
costruzione. I disegni di Choisy permettono un’ulteriore punto di riflessione, ovvero l’analisi spaziale
dell’architettura. In Historire de l’Architecture, riguardo l’onestà strutturale, Choisy scrive:
“La struttura non deve mai essere mascherata. Un architrave, un pilastro, non sono i luoghi
appropriati per delle rappresentazioni simboliche. Bisogna conferire forme appropriate agli
elementi resistenti, in funzione del ruolo svolto. I bassorilievi sono destinati a quelle parti in
cui, la loro presenza, non nasconda o complichi la comprensione dell’intera costruzione. Alla
scultura sono riservati i frontoni e le metope. Non si conosce alcuna architrave decorata
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”.
L’opera
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Francesco Ciprian
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Auguste Choisy: le cupole seriali nell’architettura di
Mimar Sinan
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Corso di Laurea Magistrale in Architettura
Relatore: Paola Sonia Gennaro
Correlatore: Diego Ersetig
Il principio dell’onestà strutturale, tema che sarà molto dibattuto tra gli architetti che operano
a cavallo tra ottocento e novecento, permette di costruire una vera gerarchia tra gli elementi che
compongono un edificio. La forma architettonica è quindi subordinata al sistema strutturale che
diventa un parametro aggiuntivo per comprendere la storia politica delle civiltà antiche.
Choisy interpreta la storia dell’architettura come una evoluzione della stessa all’idea di progresso
sociale dei popoli. Per capire a fondo l’architettura ottomana e, nello specifico, quella di Sinan, occorre
analizzare l’impronta che l’architettura bizantina ha lasciato nella regione anatolica.
“Di fronte ad un’architettura bizantina si prova una sorta di tranquillità che non è
dovuta ad altro che alla piena soddisfazione dello spirito di fronte ad un’opera in cui tutte
le combinazioni di equilibrio sono nettamente comprensibili. Nell’architettura bizantina
lo sguardo abbraccia in un colpo solo la volta che copre l’edificio e i contrafforti che la
sostengono. Si tratta delle stessa chiarezza propria dell’arte greca
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”.
Choisy dimostra che l’architettura non è esclusivamente una tematica di carattere tecnico, ma
la formalizzazione di tutte le questioni di contesto al progetto. Il progetto è quindi considerato un
lavoro collettivo al quale tutti vi partecipano con la propria arte.
Un’altra parola chiave molto cara alle riflessioni di Choisy e gli studiosi suoi contemporanei è
l’economia. Secondo Choisy, l’analisi di una fabbrica non può che incominciare dalla sua struttura,
dai materiali e dalle tecniche costruttive impiegate nella sua messa in opera e quindi dall’aspetto
operativo di cantiere.
1.1 Il disegno di Choisy
Auguste Choisy deve gran parte della sua notorietà ai numerosi disegni che accompagnano il testo
nei suoi volumi dedicati all’architettura.
Nelle prefazioni dei volumi di L ’Art de bâtir chez les Byzantins e L ’Art de bâtir chez les Romains, Choisy
ritiene necessario dover scrivere qualche annotazione per presentare gli obiettivi e sostenere le
ragioni dell’uso di assonometrie nei suoi trattati.
“I seguenti disegni sono da intendere come sostegno alle idee presentate nel testo e si
riferiscono agli edifici studiati nel corso di una missione compiuta tra il 1875 e il 1876. [...] La
modalità di disegno consiste nella riduzione secondo tre assi graduati indicati nel disegno
6
”.
“I disegni che seguiranno sono, o proiezioni, o figure ottenute in riduzione da un rapporto
determinato da assi graduati che accompagnano ogni tavola. Queste rappresentazioni
convenzionali sono state preferite alle prospettive comuni perché si prestano più
comodamente alla misura diretta
7
”.
Capitolo 1