JOË BOUSQUET. NOTE BIOGRAFICHE.
Joë Bousquet nasce a Narbonne il 19 Marzo 1897. Figlio di Joseph Bousquet,
medico militare, e di Jeanne Cazanave. Il parto è sofferto, il neonato rischia di morire e
Bousquet ne conserverà tutta la vita un senso di predestinazione. Da bambino si ammala
di tifo e racconta: “Ma mère promit à une Vierge noire ses deux diamants les plus beaux
en échange de ma guérison. Avant d'avoir appris à lire, j'ai vu mon nom sur une plaque
de marbre devant la niche de la madone couleur de nuit”.
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L'infanzia prosegue tra Narbonne, Lapalme, residenza dei nonni materni,
Marseillens, dimora dei nonni materni e Carcassonne. Infatti, il padre, il medico Joseph
Bousquet, lascia l'esercito quando Joe ha tre anni e la famiglia si trasferisce a
Carcassonne. Il piccolo Joë e la famiglia risiedono al Tivoli, un hotel particulier della
fine del diciottesimo secolo, circondato da un sontuoso giardino descritto come un Eden
selvatico.
Il padre è un uomo che ama la campagna, gli animali ed apprezza l'atmosfera
rustica della vita di quegli anni. Sarà lui, l'uomo di scienza severo, a dirigere
l'educazione dei figli. La madre Jeanne Cazanave, una delle più belle donne di
Carcassonne, è religiosa e sempre indulgente col figlio Joë.
La famiglia possiede una casa a Marseillens. Bousquet ne collegherà sempre i
paesaggi con l'universo materno e male sopporterà, in adolescenza, la vendita della casa
di Marseillens. Ne La fiancée du vent, Marjolet, il figlioccio di Azolais de Mandirac,
corteggia Miauline con le seguenti parole: “Je demande ton nom à la fuite des jours. Et
mon enfance me répond dans le parfum de ses violettes, dans l'or grelé des épis que
j'entendais à Marseillens il y a si longtemps ; trois ou quatre ans, peut-être”.
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Ragazzo irrequieto, Joë viene mandato a studiare dalle suore di Saint-Joseph de
Cluny. Nel 1913, prende il baccalauréat al Lycée di Carcassonne assieme all'amico Jean
Mistler, che ritroverà più tardi. La famiglia lo vuol far iscrivere all'École des Hautes
Études Commerciales, contro la sua volontà. Joë trascorre quattro mesi a Southampton,
ed inizia la redazione, in inglese, di un diario sulle sue giornate ed i suoi ricordi
d'infanzia.
Nel 1914, allo scoppio della Grande Guerra, Joe viene richiamato a Creuil, poi
torna a Carcassonne, che lascia nel 1916 per arruolarsi come volontario nell'esercito. Al
1 Bousquet Joë, Le meneur de lune in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-1984.
2 Bousquet Joë, La fiancée du vent in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-1984.
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156esimo reggimento di infanteria, stringe amicizia con padre Louis Houdard. Bousquet
è sempre stato un uomo di mondo, ateo, col vizio delle droghe e delle donne, e Houdard
compie un dovere da cittadino all'incontro della propria dottrina; quest'ultimo, gesuita,
avrà una notevole influenza su Bousquet per il resto dei suoi giorni: “Je n'ai jamais vu,
ni ne verrai évidemment jamais d'homme aussi parfaitement noble, aussi
extraordinairement humain que Louis Houdard…” scrive Bousquet in una lettera a
Carlo Suarès.
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Nel 1917 Bousquet viene ferito e curato a Nancy, prima di raggiungere il padre in
servizio all'ospedale di Béziers, dove incontra Marthe, con cui avrà una corrispondenza
epistolare amorosa.
L'anno seguente, il 27 Maggio 1918, Bousquet viene gravemente ferito: una
pallottola lo colpisce al petto, urtando la spina dorsale e perforandogli i polmoni. In
quell'occasione, Bousquet ricorda un episodio che lo segnerà per sempre: Louis
Houdard lo bacerà sulla bocca. Secondo la tradizione gesuita, il bacio d'un religioso
avrebbe il potere di prolungare l'agonia fino all'illuminazione dell'anima. Sarà però
Houdard a morire sotto il fuoco, dodici ore dopo. Bousquet sopravvive alla ferita,
paralizzato dalla vita in giù. Per il resto della vita, l'ateo Bousquet farà dire messe per
Louis Houdard.
A Carcassonne, nei primi anni 1920, dopo due tentati suicidi, l'amicizia di Claude
Estève, un giovane insegnante, farà scoprire a Bousquet l'opera di Novalis, Gide, Valéry
ed altri autori del dopoguerra che compenseranno l'insufficiente cultura letteraria di
Bousquet, allora ammiratore di autori ottocenteschi e scolastici. Le amicizie con gli
intellettuali Fernand Alquié, François-Paul Alibert, Carlo Suarès e René Nelli lo
stimolano ad uscire dal suo isolamento. Sono gli anni in cui Bousquet si entusiasma per
il surrealismo.
Nel 1928, inizia la collaborazione con Jean Ballard, direttore dei Cahiers du sud,
in cui Bousquet pubblicherà La fiancée du vent. Incontra Paul e Gala Éluard. Venuti
apposta a Carcassonne per conoscerlo, nascerà una grande amicizia. Incontra Ginette
Augier che diventerà sua corrispondente e con cui inizierà una storia d'amore.
Nei primi anni 1930, Bousquet collabora ai "Cahiers de l'étoile", s'interessa di
presentismo e scrive con Carlo Suarès La comédie psychologique
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e Voie libre.
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Le sue
3 Bonnery Serge, Joë Bousquet et la guerre de 14-18, in http://chantiers.org/bousquet12.htm
4 Suarès Carlo, Joë Bousquet e René Daumal, La comédie psychologique, José Corti, Paris, 1932
5 Suarès Carlo, Philippe Lamour e Joë Bousquet, Voie Libre, Au sans pareil, Paris, 1930
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opere cominciano ad essere pubblicate. La sua camera è ormai un salotto d'intellettuali
prestigiosi. Ma la morte di alcuni di essi susciterà profondo dolore in Bousquet. Nel
1933 muore Claude Estève, mentre nel 1936 l'amico comunista Franz Molino si suicida
addolorato per la guerra civile in Spagna. Verranno pubblicate altre due sue opere Le
mal d'enfance
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e La Tisane de sarments.
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Scoppia la seconda guerra mondiale e essendo Carcassone in zona franca, vi si
trasferiscono Gaston Gallimard, Louis Aragon, Elsa Triolet, Julien Benda, tutti
frequentatori assidui del cenacolo di Bousquet. Il cenacolo conta molti ebrei. Tanto che
la Gestapo ne viene informata da un articolo intitolato “Le dernier ghetto où l'on
cause”. Per fortuna, l'articolo non viene ritenuto serio, in quanto le informazioni
risultavano imprecise, tra cui la collocazione del cenacolo ad un altro indirizzo.
Nel 1943, Bousquet viene nominato Presidente del Comité des Intellectuels de
l'Aude. Nel 1944, appassionato dalla lettura di Jean Paulhan dedica Les capitales
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allo
scrittore.
Nel 1945 esce La conaissance du soir
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e nel 1946 Le meneur de lune.
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Joë Bousquet muore il 27 settembre 1950 d'una crisi d'uremia. Viene sepolto a
Villalier.
6 Bousquet Joë, Le mal d'enfance in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-1984.
7 Bousquet Joë, La tisane de sarments in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-1984.
8 Bousquet Joë, Les capitales, Deyrolle éditeur, Paris, 1999
9 Bousquet Joë, la connaissance du soir in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-
1984.
10 Bousquet Joë, Le meneur de lune in Oeuvre romanesque complète, Albin Michel, Paris, 1979-1984.
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AMORE E DIVIETO. SAGGIO CRITICO.
La fiancée du vent è un'opera iniziata nel 1922 da un esordiente Joë Bousquet.
Paraplegico per via d'una ferita di guerra, Bousquet inganna il tempo con l'ideazione
d'un romanzo storico modellato sugli autori che hanno formato i suoi gusti da
adolescente. La storia è ambientata nella Carcassonne del tredicesimo secolo. Bousquet
terminerà il suo romanzetto alla fine degli anni 1920 e lo pubblicherà senza riscuotere
successo. Nel frattempo, Bousquet aveva, infatti, scoperto il surrealismo francese e si
era avvicinato alla letteratura contemporanea. Mi è sembrato però inopportuno
tralasciare un opera che, seppur immatura sotto certi versi, testimonia della complessità
della personalità di Bousquet, che negli anni a venire si sarebbe manifestata. Paul
Éluard fu forse il primo a riconoscere i meriti de La fiancée du vent.
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Ho valutato in
questo saggio, le possibili influenze principali di Bousquet a quell'epoca e individuato,
nella storia, diverse chiavi d'interpretazione delle tematiche amorose. Ho preso in esame
il contesto letterario francese, quello occitanico – si tratta di un autore di Carcassonne –,
il vissuto personale di Bousquet e le chiavi di lettura offerte dalla psicanalisi.
La tematica dell'amore è al centro del romanzetto di Joë Bousquet. La situazione
iniziale presenta una giovane dama, Azolaïs, coinvolta in un matrimonio
insoddisfacente, un marito che parte in guerra, un figlioccio adolescente, Marjolet, alle
prese col primo amore ed una fanciulla sposata, Miauline, oggetto delle attenzioni di
quest'ultimo.
Inizialmente, Azolaïs si dimostra soprattutto infatuata di sé stessa. Si denuda
davanti allo specchio in uno slancio di narcisismo, e trascurata dall'insipido sposo, si
nutre dell'attenzione del fanciullo a cui fa da madrina, Marjolet. A sorpresa però,
Marjolet non si innamora di Azolaïs, ma di Miauline, la mercantessa di passerotti,
anch'ella sposata. Soltanto allora Azolaïs si rende conto del suo sentimento nei confronti
di Marjolet. Malgrado ciò, non può trattenersi dal comprenderlo e dal lasciarlo andare
verso il suo destino. Si scopre alla fine dell'ultimo capitolo che Azolaïs è morta.
Emergono, inoltre, una serie di temi amorosi ricollegabili sia alla vita di Joë
Bousquet, sia alle eterne leggi psicologiche dell'amore.
Bisogna considerare che, all'inizio della stesura, Bousquet era all'oscuro della
letteratura contemporanea francese e aveva per modello delle opere come i romanzi di
11 Si veda Éluard Paul, Lettres à Joë Bousquet, Les Editeurs Français réunis, Paris, 1973 p. 47.
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