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INTRODUZIONE.
Con questo studio è stato affrontato il tema del costo del controllo interno ed
esterno, tema attuale che è pur sempre motivo di dibattito e di ricerca visto il
persistente cambiamento negli anni e nei diversi paesi.
In realtà, sono molteplici i fattori che possono condizionare il compenso per
la revisione, indiscutibilmente la dimensione, la complessità e la situazione
economico-finanziaria delle imprese sono motivi valutati dal revisore legale/società
di revisione nella fase di pianificazione delle risorse professionali e del numero di ore
da impiegare per l’incarico di revisione.
Si noterà come anche la formazione del personale, l’IT, l’indipendenza del
revisore saranno elementi tali da influenzarne il compenso.
All’interno del primo capitolo è stato introdotto il sistema di controllo
interno, identificandolo come un sistema funzionale e necessario all’impresa, ed è
proprio questo che il revisore dovrà valutare, tralasciandone punti di forza e punti di
debolezza.
Nel sistema di controllo interno si distinguono diversi organi, ognuno con le
sue caratteristiche e le sue funzioni.
Dal Collegio Sindacale all’Internal Auditing, si inseriscono corpi, nei quali, il
revisore, con la sua indipendenza, valuterà la complessità, il funzionamento generale,
ai fini di portare benefici generici all’impresa.
Ci si è anche soffermati sul sistema di controllo esterno, appartenente al
revisore dei conti o alla società di revisione, specificandone alcuni obblighi e principi
che quest’ultimo/a deve rispettare.
Si ritiene rilevante sottolineare anche nell’introduzione, l’importanza del
corrispettivo per l'incarico di revisione legale che non può essere subordinato ad
alcuna condizione, non può essere stabilito in funzione dei risultati della revisione,
ne' può dipendere in alcun modo dalla prestazione di servizi diversi dalla revisione
alla società che conferisce l'incarico, alle sue controllate e controllanti, da parte del
revisore legale o della società di revisione legale o della loro rete.
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All’interno del secondo capitolo, è affrontata la sostanza dello studio da un
punto di vista nazionale e internazionale.
All’origine è replicata la normativa relativa la remunerazione degli
amministratori, nella quale è sottolineato il trattamento del compenso e
l’introduzione della “Relazione sulla Remunerazione”.
Successivamente si concentra l’analisi sull’effettiva incidenza del costo del
controllo interno sul costo di controllo esterno e si rilevano due teorie emergenti: la
teoria della sostituzione che sostiene che un aumento dei controlli interni riduce le
spese di revisione perché questo tipo di meccanismo si sostituirà al controllo.
Differentemente, la teoria complementare sostiene che l’entità e la portata dei
controlli interni sarà associata positivamente con il compenso del revisore, perché
aumentando le iniziative di controllo interno si rifletterà un sistema di gestione che
valuta una maggiore qualità a livello corporativo, quindi tali iniziative richiederanno
anche servizi di revisione migliori o più esterni che si inquadreranno in maggiori
compensi.
Sono analizzate, di seguito, una serie di elementi che tendono ad influenzare
il costo del controllo, tra questi il personale, maggiore è la sua formazione, più
renderà per l’impresa, l’influenza del contributo dato dall’internal auditing sul
compenso per il revisore, per il quale, alcune teorie ne scoprono un’associazione
positiva, altre negativa.
Successivamente è introdotta la Sarbanes Oxley Act con la quale il panorama
regolatore prima della seguente legge individuava problemi circa l'indipendenza del
revisore dei conti mentre con la seguente, sono apportate una serie di modifiche,
come l’introduzione di un’ulteriore organo di controllo: un organo di vigilanza per i
revisori dei conti, l’assicurare l’indipendenza dei revisori contabili, l’obbligo di
certificazione del bilancio in capo agli amministratori delegati ed ai direttori
finanziari ed altri punti chiariti all’interno del capitolo.
E’ stata brevemente affrontata l’analisi su quanto incidono i servizi diversi da
quelli di revisione sulle tre grandi società di revisione ed è Deloitte la società sulla
quale incidono maggiormente.
Segue un approfondimento sull’indipendenza del revisore che, come già
osservato è l’elemento portante dell’attività, è necessaria una certa distanza tra il
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revisore dei conti e la società destinataria e si ritiene che proprio i servizi diversi
dalla revisione incombano in un meccanismo di minaccia per l’indipendenza.
Infine si incontrano altri differenti studi che inquadrano il rapporto del
revisore/società di revisione con il senior management, rapporto che deve
contraddistinguersi da elementi di collaborazione, supporto, gestione del rischio,
esame ed approvazione della pianificazione; uno studio elaborato nel 2012 da
studiosi del nord Europa, nel quale si valuta se il genere può influenzare la revisione,
e la conclusione conferma una miglioria nel caso in cui l’attività sia esplicitata da
una persona di sesso femminile, che raccomanda una maggiore attenzione al rischio e
alla gestione dell’attività.
All’interno del capitolo terzo è, invece, affrontato un vero e proprio studio su
un campione di aziende quotate italiane.
Si sono analizzati, per ciascuna azienda, una serie di organi di controllo
interno, in particolare il collegio sindacale, gli amministratori indipendenti, il
comitato per il controllo interno, l’organismo di vigilanza, il dirigente preposto e si è
considerata la relativa numerosità dei membri e i loro compensi, stessa cosa per
l’organo di controllo esterno ovvero la società di revisione.
La ricerca elaborata rapporta le variabili riguardanti gli organi di controllo
interno e quelle di controllo esterno con i parametri riferiti al totale del fatturato in
modo tale da avere una migliore visuale di impresa.
Sul rapporto e le incidenze rilevate tra questi elementi verranno tratte diverse
conclusioni.
Seguono le conclusioni al termine del terzo capitolo.
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CAPITOLO 1
LA REVISIONE E IL SISTEMA DI CONTROLLO
INTERNO.
PARAGRAFO 1.1 Introduzione alla Revisione.
Con il termine revisione aziendale, fin dagli anni ’80, si faceva riferimento ad
un processo, costituito da un insieme coordinato di verifiche, sondaggi, riscontri ed
analisi rivolto a raccogliere elementi informativi, necessari e sufficienti per poter
esprimere un giudizio sull’attendibilità del bilancio d’esercizio destinato a
pubblicazione.
Il controllo era eseguito non soltanto attraverso verifiche documentali ed
esami formali ma investendo quella parte di sistema informativo aziendale relativo
alla produzione dei dati che influiscono sul bilancio.
Con il proseguire degli anni si è sviluppato un approccio volto sempre
maggiormente ad approfondire la conoscenza dell’attività di impresa,
l’individuazione dei rischi, l’analisi dei processi e delle procedure aziendali.
La stessa CONSOB con la Comunicazione DEM/1058048 del 27 luglio 2001,
ha definito le norme di comportamento e gli strumenti per la revisione dei bilanci
degli intermediari in cui si attribuisce notevole importanza alla valutazione dei
sistemi di controllo interni ai fini dell’apprezzamento del rischio complessivo di
revisione.
L’attività di revisione in Italia ha mosso i primi passi tra gli anni ’50 – ’70,
principalmente svolta da professionisti stranieri, coadiuvati da colleghi italiani che
lavoravano per le società di revisione di origine estera, le cosiddette Big Eight, che
nel corso degli anni, a seguito di fusioni, sono diventate le Big Six, dopodiché Big
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Five, divenute Big Four nel 2002, dopo il fallimento della “Arthur Andersen”
causato dallo scandalo Enron.
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Il decreto legislativo n. 39 del 27 gennaio 2010 ha allineato agli standard
europei la normativa italiana sul controllo contabile societario.
Questo decreto introduce molte novità tra cui l’istituzione di un Registro
unico dei revisori legali, che accorpa l’ex registro tenuto presso il CNDCEC e l’ex
albo speciale delle società di revisione tenuto dalla Consob.
Sotto un certo punto di vista questo decreto si propone di incrementare la
qualità e l’efficacia del controllo legale dei conti mediante costanti aggiornamenti e
formazioni.
PARAGRAFO 1.2 Il sistema di controllo interno.
Secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti con il termine
“Sistema di Controllo Interno” si identifica quell’insieme delle direttive, procedure e
tecniche adottate dall’azienda, allo scopo di raggiungere i seguenti obiettivi:
I. la conformità delle attività degli organi aziendali all’oggetto che
l’impresa si propone di conseguire ed alle direttive ricevute;
II. la salvaguardia del patrimonio aziendale;
III. l’attendibilità dei dati.
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Lo scopo dei sistemi di controllo è quindi quello di indirizzare l’azienda verso
obiettivi di redditività e realizzazione della sua mission, riducendo al minimo i rischi.
Sono, quindi, sistemi funzionali alla necessità, per le società, di continuo
adattamento ai repentini cambiamenti ed alle ricorrenti trasformazioni dell’ambiente
economico, al fine di garantire l’efficienza, tutelare le attività patrimoniali da
possibili perdite, e assicurare l’attendibilità dei bilanci e la conformità delle attività
alle leggi e ai regolamenti.
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1 “Indagine conoscitiva sui comportamenti contabili e di revisione in Italia” a cura di
Roberto Di Pietra, CEDAM, anno 2002; pag. 14-18.
2 CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMERCIALISTI, Guida operativa sulla
vigilanza del sistema di controllo interno, consultabile sul sito www.cndec.it
3“I sistemi di controllo interno nella corporate governance” a cura di M. Comoli, Napoli
2002, pag. 7.