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Introduzione
Questo lavoro si propone di affrontare il tema del Made in Italy applicato al settore
Agroalimentare. Non si tratta di una semplice analisi dell’argomento e del settore ma di
un’attività di ricerca finalizzata allo sviluppo di un progetto molto interessante, nel quale
ho avuto il grande piacere di essere coinvolta. L ’idea consiste nell’individuare dei prodot -
ti agroalimentari sardi eccellenti da poter esportare nel mercato statunitense.
Lo studio non può che partire dall’analisi di ciò che significa Made in Italy , dicitura
che negli ultim i cinquant’anni ha creato all’estero una immagine dell’Italia vincente gra -
zie alla reputa zione di ecce llenza in prodotti di alta qualità, creatività e tecnologia. Ciò è
doveroso non solo per il forte legame di questa etiche tta con il territorio e la cultura del
nostro Paese ma anche a causa di due importanti fenomeni che hanno investito le aziende
italiane: la delocalizzazion e geografica e la crisi globale. Il primo tra i due fenomeni si
è sviluppato in Italia da una decina d’anni e ha coinvolto aziende i cui proprietari, abba -
gliati dalla possibilità di ridurre i costi, hanno trasferito la produzione dei propri prodotti
all’estero. Così facendo gli oggetti realizzati hanno perso i requisiti necessari per conser -
vare il marchio Made in Italy e naturalmente ciò ha avuto ripercussioni anche sulla qualità
dei prodotti stessi. Non bisogna dimenticare, infatti, che molte professioni provengono da
un’ antica tradizione di arti, mestieri e lavorazioni artigianali, patrimonio che ha sempre
distinto i maestri italiani. Inoltre, il Made in Italy rappresenta un importantissimo fattore
sul quale puntare per uscire dal secondo fenomeno citato, la crisi economica. In particola -
re l’etichetta Made in Italy potrebbe rappresentare l’elemento principale sul quale costru -
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ire una valida strategia di differenziazione. Così facendo i prodotti italiani godrebbero di
quel valore aggiunto che consentirebbe loro di essere percepiti come unici e, successiva -
mente, essere scelti rispetto alle miriadi di alternative che si trovano sul mercato. Dunque,
si dovrebbero riscoprire i valori e le tradizioni che hanno consentito ai prodotti ed agli
imprenditori italiani di diventare famosi nel mondo, facendo conoscere anche la nostra
cultura. A partire da quest’ultima verrà spiegata la nascita, l’evoluzione e l’importante
significato che attualmente viene attribuito alla dicitu ra Made in Italy e successivamente
ci si focalizzerà sul Made in Italy Agroalimentare. Questo è uno dei settori, definiti 4A (Alimentari-vini, Abbigliamento-moda, Arredamento-casa, Automazione-meccanica),
nei quali le aziende italian e si sono distinte nel mondo, contribuendo a divulgare quel
buon gusto e sistema di vita che gli stranieri da sempre ci invidiano e cercano di imitare.
Il Made in Italy viene considerato un patrimonio da preservare, di conseguenza
lo studio non può prescindere da una valutazione della normativa a sua tutela. La tratta-
zione di questo ar gomento è fondamentale poiché con la liberalizzazione degli scambi
e la creazione del Mercato Unico europeo, da un lato si è sentita l’esigenza di regole
che favorissero la flessibilità delle transazioni economiche e dall’altro si è presentato il
bisogno di tutelare i consumatori da fenomeni di contraffazione e dalla diffusione di pro-
dotti pericolo si per la salute, pratiche che vengono contrastate dagli or ganismi deputati al
controllo. In particolare, i provvedimenti adottati dal nostro legislatore si pongono come
uno strumento di tutela non solo rispetto ai consumatori finali ma anche verso i produttori
italiani, a causa della continua cura che essi pongono nella ricerca di standard di qualità
sempre più elevati. Nonostante il ripetuto intervento da parte del legislatore nazionale, al
fine di creare una tutela adeguata alle produzioni italia ne, probabilmente soltanto quando
la Comunità Europea imporrà l’obbligo dell’indicazione di origine geografica della merce
sui prodotti destinati al Mercato Unico potrà essere superata l’inadeguatezza delle misure
fin ora adottate. Anche in questo caso si faranno cenni sulla normativa generale per poi,
nuovamente, sof fermarsi su quella riguardante il settore Agroalimentare. Una volta chia -
riti tutt i questi aspetti, che forniscono un quadro generale di quello che è il mondo del
Made in Italy , verrà introdotto il progetto, quindi, si vedrà se negli U.S.A. sono previste
norme a tutela delle importazioni.
Successivamente si discuterà il progetto vero e proprio af frontando il tema dell’ec -
cellenza agroalimentare sarda. Il comparto dell’Agroa limentare in Sardegna, costituito da
aziende di dimensione medio-piccola dislocate su tutt o il territorio, vanta alcuni sottoset -
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tori di vera eccellenza: lattiero caseario, vinicolo, zootecnico e uno emer gente riguardante
la produzione olearia. In tutti questi ambiti i prodotti sardi hanno ricevuto riconoscimenti
nazionali e internazionali. Inoltre, i numerosi prodotti certificati dai marchi europei sotto -
lineano come le produzioni maggiormente legate al territorio siano sinonimo di qualità e
tipicità. Nonostante la dimensione, i produttori sardi grazie a prodotti sempre più raffinati,
giocando la carta della identificazione tra territorio e prodotto, si stanno dimostrando va -
lidi competitors in mercati dove è forte la presenza di nomi blasonati. T ra gli elementi di
forza del comparto sono da segnalare: la grande disponibilità del prodotto, la sua elevata
qualità, la spiccata imprenditorialità degli operatori. Le informazioni disponibili segnala -
no inoltre un’ apertura piuttosto ampia verso i mercati esteri, tuttavia con lo sviluppo del
progetto si intende verificare questo dato.
Una volta individuate le varie eccellenze produttive del settore ne verrà scelta una da
esportare negli U.S.A. Di essa si farà un attento esame del processo di produzione per poi
sof fermandoci sulle tecnologie di confezionamento. Queste verranno analizzate al fine di
constatare l’adeguatezza delle tecniche utilizzate attualmente per il prodotto da esportare
e per valutare le alternative disponibili al fine dell’espo rtazione stessa, ossia si valuterà se
a fronte dell’esportazione saranno necessari trattamenti particolari delle materie prime o
cambiamenti del processo produttivo e si analizzerà brevemente la tipologia dei Gruppi
di Azione Locale, con un riferimento specifico all’es perienza nel territorio Ogliastrino.
L ’analisi del processo produttivo e soprattutto delle pratiche di confezionamento del pro -
dotto rappresentano la fase di analisi più importante in questo momento poiché, a partire
da queste, si potrà constatare la reale capacità del prodotto di essere esportato.
Laddove il prodotto rispondesse positivamente all’an alisi si dovrà curare l’espor -
tazione e in particolare verranno definiti i seguenti aspetti: tar get di riferimento;; i luoghi
nei quali proporre il prodotto, ad esempio ristoranti, wine bar o markets di prodotti esclu -
sivamente Made in Italy;; strategie di promozione dei prodotti sul mercato. In ogni caso,
fin dall’inizio, si parte da un’idea molto chiara: i prodotti sardi devono restare “prodotti di
eccellenza”, di conseguenza destinati a un gruppo ristretto di consumatori. Un’altra idea
presente fin da ora consiste nell’includere nel tar get di riferimento gli immigrati italiani e
gli italo-americani, tuttavia essendo questa un’ idea in via di sviluppo si vedrà col tempo
come si definirà. Ciò è assolutamente necessario anche a fronte della decisione relativa al
prodotto da esportare.
Naturalmente i tempi necessari per realizzare l’idea saranno piuttosto lunghi di con -
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seguenza questa tesi potrà seguire soltanto la prima attività di analisi. In particolare il pre -
sente lavoro si propone di valutare la capacità del prodotto prescelto di essere esportato
a partire dal processo produttivo e dalle pratiche di confezionamento e conservazione. In
questo modo sarà possibile osservare come le nuove tecnologie si inseriscono nel mondo
della tradizion e, relativa sia alla produzione del prodotto sia alle tecniche di confeziona -
mento tradizi onali. Infine, le analisi di mercato sono state realizzate per valutare com -
plessivamente la bontà del progetto, ossia se esiste una reale possibilità per le aziende del
comparto Agroalimentare sardo di collocarsi sul mercato statunitense, e in particolare su
quello newyorchese, nonostante la forte tipicità dei propri prodotti. Questi ultimi infatti
essendo molto delicati richiedono pratiche di confezionamento particolari se si vogliono
mantenere le migliori carat teristiche or ganolettiche e le qualità nutritive, fattori determi -
nanti per essere maggiormente apprezzati.
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Il Made in Italy
L ’inglese “Made in” è la formula del linguaggio commerciale internazionale che,
seguita da un nome di nazione, indica il luogo dove viene realizzato un prodotto. Di con -
seguenza l’espressione Made in Italy designa che un oggetto è di produzione italiana.
Oggi la formula Made in Italy individua prodotti di elevata qualità ma, paradossal -
mente, le origini di questa espressione non sono altrettanto nobili. In Italia l’obbligo di
indicazione della provenienza dei prodotti venne introdotto negli anni ‘60, dagli importa -
tori tedeschi e francesi sui prodotti tessili e calzaturier i, al fine di indicare ai consumatori
dei propri Paesi che si tratta va di produzioni estere. Infatti Germania, Francia e Inghilterra
nel dopoguerra avevano scartato la manifattura tessile e calzaturiera in quanto industria
povera più adatta a Paesi non sviluppati tecnologicamente. Forse è per questo che attual -
mente i prodotti tessili sono nella maggior parte dei casi di origini asiatiche o del sud est
europeo. In sostanza è proprio al tardo abbandono delle produzioni tessili e calzaturiere
da parte delle industrie del nostro Paese che si deve l’importanza odierna dell’espressione
Made in Italy . All’estero, infatti, i prodotti italiani hanno guadagnato nel tempo una fama
tale da costituire una categoria a sé in ciascuna delle merceologie interessate, tanto che il
marchio Made in Italy è uno dei più noti al mondo.
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1.1 Origini e sviluppo del Made in Italy
La civiltà italiana, che ha mille anni di storia, è stata la cultura più universale del
mondo. Essa ha favorito lo sviluppo di una specifica abilità “il fare bene”, ossia realizzare
prodotti con alta precisione, cura del dettaglio e materiali di qualità, che viene costan -
temente espressa attraverso oggetti divenuti rappresentativi del cosiddetto italian style.
Il Made in Italy può essere considerato come un fenomeno relativamente recente, degli
ultimi cinquan t’anni, sviluppatosi per una serie di coincidenze fortuite (basso costo del la -
voro, emer gere di un nuovo ceto imprenditoriale, fiorire di alcuni stilisti e designer , voglia
di riscatto del popolo italia no dopo le tristezze della guerra);; oppure come un fenomeno
che viene da lontano, ossia dalla lontana tradizione e cultura italiana. Considerando più
appropriata questa seconda lettura il Made in Italy può essere definito come il risultato
della fusione nel tempo tra cultura, arte, artigianato, abilità manifatturiera, territorio e
memorie storiche. Ne deriva una or ganizzazione della produzione molto particolare poi -
ché nella maggior parte dei casi si tratta di piccole e medie imprese, spesso a conduzione
familiare, collocate in aree distrettuali o comunque specializzate.
In alcu ni casi l’origine della specializzazione dei distretti è antichissima, medioeva -
le o addirittura precedente.
Nella prospettiva internazi onale globale, da sempre, il Made in Italy è considera -
to simbolo della tradizione, della cultura, del design, della qualità, della creatività del
nostro Paese, chiaramente identificabile per l’esistenza di riferimenti che conferiscono
quello specifico valore suggestivo e aggiunto, diverso e ulteriore rispetto a quello di mero
indicatore di origine geografica, idoneo a costituire di per sé stimolo all’acquisto per i
consumatori finali.
Il marchio Made in Italy infatti, deve parte della sua importanza alla seduzione del
sistema di vita italiano che narratori, poeti, pittori, scultori, architetti, attori, ecc. hanno
saputo creare e rendere famoso nel mondo. Si pensi, ad esempio, al mito creato grazie
a film come “La dolce vita” del 1960 di Federico Fellini, oppure “V acanze romane” del
1953 che ha reso famosa nel mondo la “V espa”, storico modello di scooter Piaggio, dive -
nuta celebre grazie alla sequenza in cui Audrey Hepburn e Gregory Peck si inoltrano nel
traffico della Capitale in sella a una V espa 125.
Da non dimenticare è, inoltre, il fatto che l’Italia è il Paese che detiene il maggiore