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CAPITOLO 1
FEIJOO E LA RIFORMA UNIVERSITARIA
In questo primo capitolo, si tenterà di analizzare la situazione culturale nella Spagna
del Secolo dei lumi, presentando una visione generale sul sistema universitario spagnolo
nel corso del secolo, tenendo ben presente tutte le riforme che sono state proposte dai
grandi saggisti dell’epoca, tra cui il più importante Benito Jerónimo de Feijoo, con lo
scopo primario di migliorare l’educazione all’interno dell’istituzione universitaria. In
modo particolare ci si soffermerà sulla riforma universitaria, molto ambiziosa, proposta
dal Padre benedettino Feijoo alla monarchia, allora rappresentata da Fernando VI, e ben
evidente all’interno della sua grande opera saggistica “Teatro crítico universal”.
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1.1 Il panorama universitario nel XVIII secolo.
A partire dagli esordi del XVII secolo, coincidente con il Siglo de oro, in cui le
università raggiunsero il loro massimo splendore, la Spagna entra in un lungo ed
interminabile processo di decadenza, accentuandosi costantemente e maggiormente
giungendo al culmine durante il regno di Carlo II, ultimo monarca facente parte della
dinastia degli Asburgo. Si tratta di una decadenza totale che colpisce indistintamente
tutte le istituzioni del Paese, incluso quella universitaria. Tale situazione viene anche
testimoniata dalle parole dal grande storico illuminato Vicente de la Fuente:
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El gobierno andaba mal, el rey, frívolo y distraído, con guerras extranjeras metidas ya
dentro de casa, sin política, sin administración; todo andaba desquiciado; y si todo iba
mal, ¿podían ir bien las Universidades, Colegios y enseñanza? Quando caput dolet,
caetera membra dolent
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Al principio dell’illuminismo spagnolo, l’istituzione universitaria era da considerarsi
inferma dal momento che, a causa della totale mancanza di uniformità risultava
6
Ibidem, p. 6
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Vicente De la Fuente (Calatayud 1817- Madrid 1889) è stato un grande storico e pensatore dell’epoca
illuminata spagnola. Studiò filosofia presso l’università di Saragozza, si dedicò pienamente agli studi di
teologia all’università di Alcalá de Henares ed inoltre intraprese lo studio di lingue orientali come l’ebreo
e l’arabo; esercitò la carriera di docente universitario a Salamanca e Madrid e quella di rettore all’interno
di quest’ultima. Per quanto concerne la sua produzione letteraria, a lui si attribuiscono ben ottanta
pubblicazioni tra cui saggi, opere agiografiche ed in particolar modo volumi storiografici.
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Ibidem, p. 5
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inadeguata. Infatti le università erano carenti di un piano formativo generale che fosse
adottato dalle molteplici facoltà distribuite in tutto il regno; le discipline di
insegnamento e gli anni di studio differivano da università a università; indi per cui ogni
singola istituzione era solita elaborare una propria organizzazione interna. Gli studi in
voga all’università, durante il periodo della decadenza, riguardavano la teologia e la
filosofia; le facoltà di medicina erano in rovina, gli studi scientifici erano poco
valorizzati e talvolta disprezzati. Coloro che potevano accedere agli studi universitari
erano principalmente i nobili, che godevano di privilegi come quello di eleggere i
cattedratici, esenzioni dalle tasse ed una serie di immunità, e seppur in maniera ridotta il
clero, a differenza del volgo il quale era dedito al lavoro. Per cui, il panorama
universitario agli inizi del secolo XVIII, di cui si hanno notevoli testimonianze fornite
dai grandi intellettuali, si determina desolante, sofferente.
Con l’ascesa al trono di Spagna di Carlo III nel 1759, la situazione universitaria ed
educativa subì un cambiamento radicale, poiché se agli inizi del secolo il tema relativo
all’istruzione era discusso in maniera ridotta all’interno di alcune élites di intellettuali,
con il nuovo regno si sapranno adottare nuove metodologie per fare in modo che
l’educazione si configuri come obbligo che incombe su ogni classe sociale. Infatti,
essa viene concepita come unico strumento utile per raggiungere tanto la prosperità
nazionale quanto la felicità sociale ed individuale, formando così una società più colta e
più attiva. Dette metodologie prenderanno il nome di riforme, le quali verranno
intraprese direttamente dai più stretti collaboratori del monarca, con l’obiettivo di
ottenere ingenti trasformazioni non solo educative ma anche sociali, politiche ed
economiche.
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1.2 Le riforme universitarie dell’epoca illuminista.
La messa in atto della riforma universitaria sul territorio spagnolo, fu annunciata
previamente dai tre più grandi saggisti del secolo: Olavide,
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il quale elaborò un
progetto ufficiale per l’università di Siviglia, optando per la modernizzazione del
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M. Domínguez Lázaro, «La educación durante la ilustración española», Norba. Revista de Historia, 10,
1989-1990, págs. 173-186
10
Pablo de Olavide (Lima 1725- Baeza 1803) fu un saggista e politico spagnolo nel corso del XVIII
secolo. Giunto in Spagna del 1752, viene incaricato da Carlo III per svolgere una serie di progetti in
Andalusia, regione del sud della Spagna, tra i quali la difesa e il progresso della cultura e dell’educazione
nella società. A tale progetto dedicò uno dei suoi più grandi saggi: Plan de estudios para la universidad
de Sevilla (1768).
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sistema universitario introducendovi nuove discipline come la geometria, la politica e le
scienze sperimentali tra cui anatomia, botanica e chimica, e dando maggior risalto alla
filosofia moderna. In tal modo mirava ad una centralizzazione dell’insegnamento.
Verney,
11
intellettuale portoghese, elabora una dura critica nei confronti delle università
tanto portoghesi quanto spagnole; ed infine, il Padre benedettino Benito Jerónimo de
Feijoo, grande dotto e docente presso l’università di Oviedo, attivo nel corso della prima
metà del secolo che sviluppa un’ingente riforma universitaria molto ambiziosa che in
seguito verrà presa come modello dalla monarchia spagnola. Questa riforma è contenuta
all’interno della sua opera più importante intitolata “Teatro crítico universal”,
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mediante la quale raggiunse una grande fama lasciando un segno nella cultura e
letteratura spagnola.
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1.3 La riforma universitaria di Benito Jerónimo de Feijoo.
Benito Jerónimo de Feijoo (Ourense1676 - Oviedo1764), fu un grandissimo prosista
che visse nel corso della prima metà del XVIII secolo. Entrato a far parte dell’ordine dei
Benedettini, intraprese gli studi teologici. Fu un grande sapiente e cattedratico presso
l’università di Oviedo. Senza dubbio si considera come il fondatore del saggio
letterario, il genere più sviluppato nel corso dell’epoca illuminata, in quanto
l’Inquisizione si faceva sentire fortemente ed era patente nel censurare le opere. Altro
genere letterario di spicco accanto al saggio è proprio quello teatrale, trattato al
medesimo tempo da grandi drammaturghi come Ramón de la Cruz, Moratín, Tomás de
Iriarte, solo per citarne alcuni. Per quanto riguarda la produzione letteraria dell’autore
ivi preso in considerazione, a lui si attribuiscono due opere di grande importanza:
“Teatro crítico universal”
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scritto tra il 1726 e 1740 è una raccolta di discorsi che
dibattono temi in voga all’epoca, è suddivisa in ben otto volumi e le “Cartas eruditas y
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Luís António Verney (Lisbona 1713- Roma 1792). Filosofo e scrittore; è la più grande figura
dell’illuminismo portoghese anche se si occupò maggiormente della situazione educativa spagnola. Nel
1746 scrisse la sua opera più rilevante, El verdadero método de estudiar tradotta in lingua castigliana nel
1760. Nell’opera egli analizza i metodi di insegnamento, affermando l’importanza della filosofia empirica
e schierandosi dalla parte dell’anticlericalismo; constata che sia l’uomo sia la donna hanno bisogno di
ricevere un’istruzione elementare; ed infine raccomandava la necessità di seguire fedelmente le dottrine
dei nuovi filosofi come Cartesio, Bacone detto “Verulamio” e Leibniz.
12
Ibidem, p. 6
13
M. Domínguez Lázaro, op. cit., p. 10
14
Ibidem, p. 6
12
curiosas”,
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costituite da cinque volumi composti tra il 1742 e 1760. Nel pubblicare
entrambe le opere ricevette dure critiche da parte dei suoi lettori ed inoltre ebbe una
serie di problemi con l’Inquisizione, come testimonia anche all’interno di alcuni dei
suoi saggi; ma nonostante questi eventi, Padre Feijoo era allora protetto dalla
monarchia, la quale a sua volta era intenzionata ad instaurare un nuovo sistema utile per
la propagazione di nuove idee, conoscenze.
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Entrambe le opere appartengono al genere letterario del saggio. Si tratta, per tanto, di
un testo in prosa costruito ed organizzato in modo obiettivo e razionale; può essere di
carattere scientifico o divulgativo e la sua finalità è quella di argomentare un tema
trattato; inoltre ha uno scopo didattico, ovvero mira ad offrire al lettore un insegnamento
talvolta anche morale, pragmatico e pratico dato che si cerca sempre di influire nel
destinatario. Il saggio, infine, mostra una stretta e dettagliata relazione con il mondo
esteriore, reale senza introdurre alcun tipo di idealizzazione.
Benito Jerónimo de Feijoo occupa una posizione importantissima nell’avanzamento
di un processo che andrà a sfociare nell’attuazione delle riforme riguardanti l’istituzione
universitaria durante la monarchia di Carlo III. All’interno della sua opera maggiore,
“Teatro crítico universal”
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l’autore dedica alcuni Discursos al tema educativo
riflettendo sugli aspetti negativi del sistema universitario tradizionale. Condanna la
vecchia università nell’organizzazione e nei metodi di studio applicati, contesta
l’apprendimento a memoria spronando gli studenti al metodo di osservazione e
definisce se stesso come grande stimatore della lingua francese, considerata erudita e
preziosa dal punto di vista intellettuale, come viene testimoniato da questo breve
frammento:
A favor de la lengua Francesa se añade la utilidad, y aun casi necesidad de ella, respecto
de los sujetos inclinados a la lectura curiosa, y erudita. Sobre todo género de erudición se
hallan hoy muy estimables libros escritos en idioma Francés, que no pueden suplirse con
otros, ni Latinos, ni Españoles.
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15
Ibidem, p. 6
16
Biblioteca Feijoniana del Proyecto Filosofía en español, http://www.filosofia.org/feijoo.htm
[consultato nel mese di Gennaio 2014].
17
Ibidem, p. 6
18
Benito Jerónimo de Feijoo, “Teatro crítico universal”, tomo I, Discurso XV “Paralelo de las lenguas”,
in Biblioteca feijoniana, http://www.filosofia.org/bjf/bjft115.htm [consultato nel mese di Aprile 2014].
Secondo alcuni critici letterari Padre Feijoo si formò culturalmente leggendo alcune opere in lingua
francese, elaborando ed introducendo idee innovative nella Spagna del secolo dell’illuminismo.