Introduzione
“Il whisky è per bere, l’acqua per combattersi”
Mark Twain
Con il presente elaborato si conclude un percorso universitario incentrato sullo studio
dell’India; iniziato con la Laurea Triennale in Mediazione Linguistica e Culturale
dell’Università degli Studi di Milano e proseguito con la Laurea Magistrale in Lingue e
Istituzioni Economiche e Giuridiche dell'Asia e dell'Africa Mediterranea dell’Università Ca’
Foscari di Venezia.
Questo studio si propone di offrire una disamina del diritto dell’acqua in India attraverso
la ricostruzione degli svolgimenti del conflitto di Plachimada, la lotta che ha visto opporsi
a suon di manifestazioni e battaglie legali la piccola comunità del villaggio del Kerala alla
Hindustan Coca-Cola Beverages Private Limited. Quest’ultima si è resa colpevole di aver
causato, nello svolgimento delle sue attività produttive, l’esaurimento e il deterioramento
delle risorse idriche della zona. L’obiettivo sarà quello di sottolineare come tale epilogo
sia da imputarsi alla sussistenza sia a livello indiano che a livello internazionale di politiche
e normative inadeguate rispetto alla tutela del diritto umano all'acqua, come anche alla
necessità di promuovere un utilizzo sostenibile della risorsa. Da sfondo vi è la
costatazione che la minaccia di una crisi idrica mondiale è in realtà una dimensione già
palpabile in ogni parte del mondo, circostanza che costituisce una sfida impegnativa alla
capacità degli Stati di garantire il rispetto dei diritti umani e la salubrità ambientale
(nonché infondo la sopravvivenza stessa del pianeta).
Si tratta di una sfida che nell’era del processo di accelerazione e intensificazione degli
scambi economici, culturali e tecnologici che prende il nome di globalizzazione, si fa più
intensa soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove nei fatti assistiamo sempre più
frequentemente allo scoppio di scontri o ‘guerre dell’acqua’ per l’accesso alla risorsa.
L’India è riuscita a conquistarsi un posto tra il piccolo gruppo di paesi che sono stati
riconosciuti come nuove potenze emergenti nel panorama dell’economia mondiale e
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accumunate nell’acronimo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica)
1
. A partire dai
primi anni ‘90 infatti, la ristrutturazione in senso liberista dell’economia del paese e
l’apertura ai mercati mondiali, hanno gettato le basi per la straordinaria crescita
economica che il paese sta tutt’ora sperimentando e che gli è valso un riconoscimento in
più rispetto alle classiche evocazioni dell’India come paese d’origine del Mahātma
Gandhi, del sistema delle caste o de La città della gioia e del cinema Bollywood.
Tuttavia, al di là di questa nuova tendenza travolgente, bisogna pur osservare che l’India
rimane un paese essenzialmente rurale, dove la crescita non è riuscita a tradursi in
benessere per tutta la popolazione. C’è anzi chi sostiene che con l’inserimento
nell’economia globale messe in moto nel 1991 povertà, privazione ed esclusione sono
aumentate, finendo per aggravare il dualismo economico di una società già
pesantemente segmentata
2
.
Alla luce di tale constatazione era nostra intenzione dedicarci a un lavoro che ci
consentisse in qualche modo di indagare la realtà che Barbara Harriss-White definisce
‘the India of the 88 per cent’
3
, appunto l’India rurale, in rapporto con il processo di
globalizzazione. Così, quando ormai più di un anno fa abbiamo avuto occasione di leggere
della presunta condanna di risarcimento inflitta a Coca-Cola per i danni arrecati alla
popolazione e alle risorse del villaggio keralita
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, abbiamo creduto che tale episodio
potesse prestarsi ai nostri scopi. E in effetti, sin dai primi studi, quella di Plachimada si è
rivelata una faccenda dalle mille dinamiche e altrettanti spunti di riflessione, che ci ha
appassionato e motivato a condurre un lavoro rigoroso.
Abbiamo quindi condotto delle ricerche internet, grazie alle quali siamo riusciti a
raccogliere tutti i materiali necessari a ripercorrere gli avvenimenti verificatisi a
Plachimada a partire dal 2000. Sempre la rete ci ha offerto la possibilità di consultare i
documenti fondamentali per la ricostruzione del quadro giuridico sul quale si è sviluppata
la vicenda. I libri di Vandana Shiva, inoltre, sono stati una guida formidabile nell’aiutarci a
1
“Dreaming With BRICs: The Path to 2050”, Goldman Sachs, Global Economics
Paper No: 99, Ottobre 2003, http://www.goldmansachs.com/our-thinking/archive/archive-pdfs/brics-
dream.pdf.
2
S. Sideri, L’india e gli altri- Nuovi equilibri della geopolitica, ISPI,
http://www.ispionline.it/it/documents/volume%20SIDERI%20INDIA.pdf p. 67.
3
B. Harriss-White, India Working: Essays on Society and Economy, Cambridge University Press, 2005, p. 3
4
Proprio attraverso la lettura dell’articolo “COCA COLA CONDANNATA: DOVRA’ RISARCIRE 350 MILIONI DI
EURO ALL’INDIA PER INQUINAMENTO AMBIENTALE”, in: IlFattaccio, marzo 2012,
http://www.ilfattaccio.org/2012/03/05/coca-cola-condannata-dovra-risarcire-350-milioni-di-euro-allindia-
per-inquinamento-ambientale/.
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cogliere il significato delle problematiche sociali e ambientali sollevate nel rapporto tra
globalizzazione e paesi in via di sviluppo, criticità che volevamo fare emergere in
quest’indagine.
Si è poi scelto di organizzare il lavoro in capitoli nel tentativo di utilizzare un approccio
progressivo, che conducesse a una scoperta graduale dei fatti descritti e delle costatazioni
a cui siamo giunti, cercando di rimanere fedeli alla nostra volontà di creare un testo
scorrevole e intuitivo.
Pertanto il primo capitolo è dedicato all’identificazione delle parti coinvolte in questa
vicenda, ovvero The Coca-Cola Company e la comunità del villaggio di Plachimada. Viene
altresì offerta una piccola descrizione del business dei soft drink nel mondo e in India, e
una descrizione generale del Kerala e del villaggio interessato.
Nel secondo capitolo si è poi potuto entrare nel vivo della vicenda, ripercorrendone
l’origine e gli sviluppi fino a oggi. Ne è emerso che quella di Plachimada è una guerra
dell’acqua scaturita dall’azione dannosa esercitata sulla risorsa dall’attività di produzione
di soft drink: questa ha infatti sovra sfruttato le acque freatiche della zona creando
scarsità, e ha inquinato le rimanenti spargendo i suoi rifiuti tossici nei campi a esso
limitrofi. Si è inoltre osservato come sulla scia della movimentazione popolare si sia
ottenuto un coinvolgimento della panchāyat e del Governo del Kerala, circostanza che ha
determinato l’approdo della vicenda davanti all’Alta Corte del Kerala.
Il terzo capitolo si apre quindi con un’indagine approfondita del diritto dell’acqua (con
particolare attenzioni alle regolamentazioni relative alle acque freatiche) e delle leggi
applicabili in materia di diritto ambientale, allo scopo di fornire gli strumenti necessari alla
comprensione degli sviluppi legali del caso. Ne è emerso un quadro normativo
insufficiente a garantire un accesso universale alla risorsa e la sostenibilità della stessa, e
di conseguenza la necessità di adottare provvedimenti al fine di arginare queste
emergenze. Necessità che in seguito abbiamo osservato sia stata avvertita dall’India e
dalla comunità internazionale in tempi recenti tramite il riconoscimento da un lato del
diritto umano all’acqua, dall’altro, attraverso il tentativo di migliorare l’offerta idrica
promuovendone la privatizzazione. Tuttavia riportando alcune esperienze in tal senso
abbiamo dimostrato come, similmente al caso di Plachimada, la privatizzazione della
risorsa possa tradursi in ulteriori privazioni, soprattutto per le popolazioni dei paesi in via
di sviluppo.
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Infine, il quarto capitolo si concentra sulla situazione attuale di Plachimada, dove la
popolazione locale è ancora in attesa di ricevere i risarcimenti per i danni subiti. La
trattazione degli ultimi sviluppi del caso diventa anche occasione per accennare alla
tendenza più recente dei movimenti ambientalisti, i quali rivendicano l’importanza della
partecipazione popolare nella gestione dell’acqua, allo scopo di garantirne la sostenibilità
e l’accesso universale. Si vuole in questo modo suggerire la possibilità di percorrere una
strada diversa rispetto a quella della statalizzazione e della privatizzazione della risorsa,
ovvero quella della gestione collettiva, la quale oggi come nella storia antica dei popoli
della terra può essere la chiave per la tutela della risorsa.
Il mondo di oggi è caratterizzato da ricchezza, tecnologie e conoscenze molto più di
quanto lo era anche solo in un passato recente, ma allo stesso tempo è un mondo dove
milioni di persone sperimentano estrema povertà e insicurezza. E’ pertanto necessario
pensare a nuovi modelli di sviluppo sensibili alle dinamiche sociali e ambientali di ogni
luogo, in modo tale che questo processo che chiamiamo ‘sviluppo’ possa anche leggersi
come ‘progresso’.
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Capitolo 1
Plachimada Struggle: ritratto delle parti coinvolte
1.1. The Coca-Cola Company e il mercato delle bevande analcoliche
“The Coca-Cola Company exists to benefit and refresh everyone that it touches”
The Coca-Cola Promise
Con un ricavo di 48,017 miliardi di dollari nel 2012
1
, The Coca-Cola Company è la più
grande azienda produttrice e distributrice di bevande concentrate e sciroppi
2
. Oltre a
Coca-Cola, marchio riconosciuto dal 96% della popolazione mondiale
3
e simbolo dell’
‘americanità’, nonché principale marca per valore in dollari secondo Interbrand (77,893
miliardi di dollari nel 2102- al di sopra di Apple, IBM e Google)
4
, l’azienda annovera nel
suo portafoglio più di 500 prodotti, tra i quali Coca-Cola light, Fanta, Sprite, Minute Maid
e Powerade
5
.
Se l’8 maggio 1886 il farmacista John Stith Pemberton inventava la prima ricetta della
celeberrima bevanda mischiando estratti di noci di cola e di foglie di coca a erbe varie per
creare un tonico che curasse disturbi fisici e mentali, oggi la mission dell’azienda di
Atlanta è di rinfrescare e dissetare la popolazione di tutto il mondo con i suoi numerosi
prodotti. Si può dire che quest’ambizione di globalità venga ampiamente appagata:
consumatori da oltre 200 paesi acquistano prodotti The Coca-Cola Company a un ritmo di
1,7 miliardi di unità al giorno
6
, garantendo alla compagnia una quota di mercato globale
1
Dati riportati da Evaluation.it, http://www.evaluation.it/aziende/bilanci-aziende/727-3/bilancio-societa-
COCA-COLA/.
2
Prodotti che verranno mescolati ad acqua e anidride carbonica da aziende imbottigliatrici per poi essere
vendute ai rivenditori al dettaglio. Il funzionamento del ‘Coca-Cola system’ verrà illustrato più avanti nella
trattazione.
3
Dati Statistic Brain, http://www.statisticbrain.com/coca-cola-company-statistics/.
4
http://www.interbrand.com/it/best-global-brands/2012/Best-Global-Brands-2012-Brand-View.aspx.
5
Per una lista completa dei marchi The Coca-Cola Company si consulti il sito ufficiale della compagnia,
http://www.coca-colacompany.com/brands/all/.
6
Così riportato nel sito ufficiale Coca-Cola Italia, http://www.coca-colaitalia.it/cocacolaworld.aspx.
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